marcus/esca
Non può credere che Esca l’abbia tradito, non davvero, nonostante ne abbia avuto davanti le prove anche prima che la tribù degli Uomini Foca si facesse viva. Non si aspettava di poter essere ferito dal suo schiavo in un modo diverso da quello fisico, a cui è sempre stato preparato nonostante avesse fiducia nel senso dell’onore di Esca, ma il dolore che sente nel petto nel vedere la testa bionda della persona che l’ha accompagnato nelle ultime lunghe settimane così lontana da lui, all’inizio della colonna di guerrieri che punta verso Nord e invece accanto al capo degli uomini che l’hanno malmenato e legato a un cavallo per essere trascinato alla coda del gruppo senza un briciolo di attenzione alle sue ferite, è reale e terribilmente forte: è davvero stato uno sciocco a portare con sé uno schiavo britanno oltre il Vallo, ad aver più volte messo la propria vita nelle sue mani perché aveva la certezza di aver trovato una persona che comprende l’onore? Pare di sì, e il pensiero gli lascia l’amaro in bocca.
La tribù che l’ha preso prigioniero si accampa per la notte in una caverna per ripararsi dalla pioggia scrosciante, e Marcus si sente uno stupido ma spera che Esca finalmente gli parli per spiegargli davvero la situazione, e magari per confidargli un piano per liberarsi e scappare dal gruppo che li ha presi con sé e ricominciare la ricerca dell’Aquila, ma l’unica visita che riceve, mentre batte i denti per l’acqua gelida che gli inzuppa capelli e abiti e ignora il dolore lancinante alla gamba ferita e quello a cui è più abituato allo stomaco vuoto, è quella di un gruppetto di guerrieri che non sono ancora abbastanza soddisfatti di averlo picchiato prima di prenderlo prigioniero.
Esca non è mai stato così lontano, pensa Marcus aprendo gli occhi quando i guerrieri lo lasciano finalmente da solo e incrociando per pura fortuna quelli freddi del suo schiavo, seduto al riparo dalla pioggia accanto, ancora, al capitano degli uomini. Pensava davvero di poter contare, se non sulla lealtà al proprio padrone, sul suo onore?
Le notti oltre il Vallo, adesso, sono una più fredda e lunga e dolorosa dell’altra.
La delusione e il dolore nel suo petto si sono trasformati in furia da quando Esca ha scommesso sulla sua vita senza rivolgergli una parola, costringendolo in ginocchio a scoprire la gola davanti a quello che ha scoperto essere il principe della tribù, e le cure della schiava più anziana non sono sufficienti per la ferita che non ha ancora smesso di far male da quando è stato fatto prigioniero, dopo la marcia forzata. La tenda in cui dorme ammassato con la vecchia e gli altri prigionieri non aiuta a tenere fuori l’aria gelida del Nord, e nessuno pare intenzionato a condividere il proprio calore con lui come invece Esca faceva, prima di incontrare Guern e allontanarsi bruscamente da lui forse per il timore fondato di essere smascherato per il bugiardo che era, e Marcus non può neppure provare a parlare con qualcuno degli altri schiavi per passare il tempo quando non riesce ad addormentarsi perché non conosce le loro lingue.
Sarà questa la sua fine, morire in una terra che lo odia tra persone che non sanno neppure chi sia? È davvero questo il suo destino, trascorrere innumerevoli notti insonni mentre avverte il gelo penetrargli nella carne e sente le risate di Esca e degli Uomini Foca a così breve distanza dalla tenda? Marcus non lo sa, non sa più a cosa credere.
L'unica cosa di cui è certo è che ucciderà Esca la prima volta che ne avrà la possibilità.