
L'arrivo del Soul Paladin parte 1
Salve lettori, ci eravamo lasciati nel capitolo prologo, con fatti molto importanti: Abbiamo conosciuto gli ShadowHunters una organizzazione segreta che protegge il mondo dal soprannaturale ma, non è la sola; infatti abbiamo fatto la conoscenza dei Perpetual Flames, uomini dalle abilità straordinarie che vigilano insieme agli ShadowHunters sul mondo, proprio come gli fu ordinato dagli angeli. Abbiamo scoperto che Andrea, uno dei Perpetual Flames, risulta essere un mezzo demone, una creatura davvero pericolosa e non un mezzo demone qualsiasi ma il figlio di Astaroth in persona, il più potente principe infernale. Avrete anche notato il Soul Paladin ed è proprio da lui che voglio riprendere a raccontarvi la storia, dal guerriero scelto da Dio per proteggere il mondo in caso di pericolo. Lasciate che vi racconti tutto dal principio....
Italia 2017
Torniamo indietro di qualche anno a quando Michael scoprì cosa il destino aveva in serbo per lui...
<< Io vado dai, non mi sento bene ed ho necessità di andare via >> spiegò un ragazzo calandosi bene il cappotto addosso
<< Perché questa fretta? Fammi almeno finire il caffè e poi dobbiamo aspettare Gabriel! >> Dichiarò un ragazzo dai folti capelli biondi
<< Ti ringrazio ma davvero, è bene che vada, ci sentiamo appena arriva, fammi uno squillo >> Detto ciò, dopo essersi ben chiuso il cappotto e avvolto la sciarpa intorno al collo osservò per un'ultima volta il locale. Era un piccolo Pub accogliente, aveva pavimenti in parquet e un odore di caffè si diffondeva nei dintorni accompagnato dal vociare della gente.
Michael, un ragazzo di 20 anni, può sembrare un ragazzo come tanti se potreste osservarlo; folti capelli ricci castani si intravedono da sotto un berretto nero. Indossa un cappotto grigio attentamente abbottonato per evitare il gelo della sera. una sciarpa blu scuro gli avvolge il collo facendo intravedere a malapena gli occhi castani. Indossa dei Jeans e delle sneakers nere. Vi starete quindi chiedendo che cosa c'entra questo ragazzo con i Perpetual Flames e gli Shadowhunters, ebbene, da qualche tempo si sentiva seguito e uscito dal locale dove fino a poco prima era seduto aspettando un amico, si guardò intorno ed affrettò il passo. Aveva la costante sensazione che qualcuno lo seguisse e per evitare il pensiero frugò nella tasca del cappotto ed estrasse delle cuffie che si fece scivolare nelle orecchie sotto il cappello.
Ascoltava la musica convinto che avrebbe potuto distoglierlo, eppure, mentre percorreva le buie vie che costeggiavano una chiesa, ebbe ancora di più l'impressione che qualcuno gli stesse dietro. Si voltò di scatto ma non vide nulla. Lo aveva detto più volte al suo amico Andrea ma era stato più volte liquidato con battute e aveva iniziato a sentirsi stupido a ripeterlo e pazzo.
I due ragazzi vivono in Italia, in un paese montano della Toscana. Il paese è piccolo, le costruzioni antiche e la gente alquanto scontrosa ma tutto sommato si vive in modo pacifico.
Quella sera mentre percorreva i pochi isolati che lo separavano da casa sua iniziò a sentire delle sensazioni davvero orribili: un senso di inquietudine gli corse lungo tutto il corpo. Stava tremando ma non per il freddo, aveva paura. Si tolse immediatamente le cuffie e spense la musica. Improvvisamente non aveva più voglia di ascoltarla, lo distoglieva troppo dalla realtà e lui aveva ancora la convinzione di essere osservato. Stava percorrendo una via piuttosto buia costeggiata da alberi le cui foglie cadevano pigre sul terreno scosse dal vento gelido di dicembre. C'erano alcune automobili parcheggiate nelle vicinanze ma non c'era nessuno, poco lontano c'era il campo sportivo comunale, strutturato in modo da essere ovale, sorgeva più o meno al centro del paese, aveva delle grosse mura che cingevano completamente il perimetro e grossi cancelli che bloccavano l'entrata. Era chiuso.
Strano si disse Michael, non erano neppure le 19, in genere in inverno chiudeva alle 20. Era tentato di entrarci visto che era sempre gremito di gente che passeggiava ma era tutto chiuso e buio. I pochi lampioni sparsi sulla strada sembravano emettere una luce molto tenue e tremolante. Allungò il passo mancava poco ad arrivare a casa, era quasi giunto vicino ad un ristorantino poco distante dalla sua abitazione quando gli sembrò di vedere qualcosa dietro un albero. Una figura alta e molto veloce.
Impaurito il giovane cambiò strada svoltando a sinistra su una stradina secondaria ben illuminata, ospitava un ufficio consulenze per i lavoratori con la saracinesca abbassata e poco lontano si vedevano le luci di un altro bar. A costeggiare la strada c'erano bidoni della spazzatura intorno ai quali bighellonavano dei gatti che quando videro il giovane fuggirono a nascondersi spaventati. Dalla fretta il giovane sembrò non aver notato il silenzio di tomba che regnava improvvisamente intorno a lui. Sembrava come se il paese improvvisamente fosse deserto, non si udivano rumori, non si vedevano passare macchine, si udiva solo l'ululare del vento serale che contribuiva a rendere tutto più inquietante.
Il ragazzo svoltato nella stradina non si accorse nemmeno dalla fretta che un lato della strada era chiuso per lavori in alcune condutture dell'acqua e nella smania di sbrigarsi finì per sbattere contro delle palizzate che delimitavano l'aria dei lavori e cadde a terra.
<< Ahia! maledizione >> imprecò lui
improvvisamente udì dei passi, pesanti e sinistri, era come se facessero tremare il terreno, o forse era solo lui che stava tremando dalla paura. I passi proseguirono diventando sempre più forti e più vicini e quando lui provò ad alzarsi in piedi, udì il rumore di vetri infranti che lo bloccarono. Un intenso odore di zolfo e marcio lo pervase. Non poteva provenire dai bidoni della spazzatura erano troppo lontani, oltre che l'odore non somigliava minimamente a quello della spazzatura. Era qualcosa di marcio e velenoso, qualcosa che toglieva il fiato. Si sentì morire. Udì una risata provenire da sopra di lui, cupa, crudele, grottesca, fredda. Udì altri vetri che si infrangevano e vide dei vetri cadere poco lontano da lui ma non osava alzare la testa, era pietrificato dalla paura. Il suo cuore martellava nel petto all'impazzata come se anche lui volesse bucargli il petto e scappare lontanissimo.
Si costrinse ad alzare lo sguardo e vide qualcosa che non poteva essere compreso: Una figura interamente nera, come un'ombra, emerse dalla finestra rotta emettendo un grido lacerante e lugubre. Era così nera che era quasi impossibile distinguerla nel buio ma poi notò quelli che dovevano essere gli occhi. Rossi, emanavano luce come tizzoni ardenti e lentamente emerse alla luce del lampione. Fu come se il mondo avesse smesso di girare, Michael distinse quello che doveva essere un mostro, un demone forse, con sembianze umane poggiarsi alla ringhiera di un balcone e puntare i suoi occhi brucianti su di lui. Sembrava un uomo ma era troppo scuro anche per essere un uomo di colore, la sua pelle era troppo liscia e sembrava riflettere la luce del lampione. La sua bocca si spalancò in un sorriso terribile dal quale emersero zanne affilate come rasoi e una lingua biforcuta talmente lunga da arrivargli al petto.
Era enorme; muscoli possenti sembravano ruggire dalle sue braccia e dal suo petto nudo. Indossava solo dei pantaloni laceri di Jeans, stretti in vita da una cintura marrone molto rovinata, e i suoi piedi nudi mostravano lunghe unghie bianchissime e affilate, proprio come sulle mani. Non sembrava mostrare il minimo brivido di freddo, anzi, l'aria intorno a lui riluceva di calore come in una scottante giornata di luglio. Avvertì il calore anche Michael che di istinto si parò il viso, gli occhi lacrimavano dal calore e dallo sforzo di rimanere aperti. Era qualcosa di mai visto prima, sapeva che non sarebbe potuto andare lontano, ma si alzò trovando un pò di forza e cercando di indietreggiare sentì le spalle premere contro le palizzate di ferro.
La cosa sopra di lui gli sorrise prima di emettere una voce cavernosa e terrificante
<< Verrai con me ragazzo >> dichiarò la creatura prima di salire sulla ringhiera e saltare proprio davanti a lui con un tonfo sordo che incrinò l'asfalto.
Dalla paura Michael spinse indietro le palizzate cercando di fuggire ma la cosa gli assestò un colpo con il braccio scaraventandolo contro un muro dall'altro lato della strada. Il colpo fu così forte che fece appannare la vista al giovane che non capiva più dove si trovava ma sapeva che stava per morire.
<< Che cosa sei? >> sbiascicò piano Michael con il viso sporco di sangue.
La cosa gli passò davanti, aprì la bocca dalla quale fuoriuscì la lingua enorme che sfiorò il volto del ragazzo il quale si ritrasse.
<< L'ultima cosa che vedrai prima di morire >> l'essere andò per afferrare il ragazzo per il collo ma urlò di dolore come se si fosse bruciato. Abbassando lo sguardo si accorse che il colpo che gli aveva inferto gli aveva lacerato i vestiti mostrando il crocifisso che portava al collo.
Quello che Michael identificò come un demone emise un lamento talmente terribile e acuto da perforare i timpani, vetri nelle vicinanze si infransero e del fumo risalì dalla mano del demone, la mano che aveva toccato la croce.
L'essere gli rivolse uno sguardo carico di rabbia e odio, così grandi che si sentì opprimere, sarebbe morto in pochi istanti, finché una voce gentile risuonò nella via
<< Allontanati da lui abominio >>
L'essere si fermò e si guardò intorno cercando da dove provenisse prima di fissare lo sguardo su un tetto davanti a loro. Una figura minuta stava appollaiata sul tetto. Avanzò di qualche passo fino ad essere a portata di vista. Era una ragazza. Una ragazza molto bella: aveva capelli lunghi castani che le ricadevano sulle spalle, indossava una giacca imbottita blu elettrico, dei pantaloni aderenti neri e degli scarponi marroni. I suoi occhi quasi ambrati alla luce di quella notte senza luna fecero quasi piangere Michael, non aveva mai visto una ragazza così bella e aveva così bisogno di aiuto...
Riuscì solo a dire << Aiutami >> che la voce gli si spezzò. La ragazza rivolse per un attimo i suoi occhi castani su di lui, mostrando i lineamenti aggraziati alla luce delle stelle.
Il demone strinse i denti e ringhiò verso la giovane stringendo i pugni.
<< Fuggi >> Sbiascicò lui riverso a terra ma la ragazza non si mosse di un millimetro.
<< Lascia stare il ragazzo e non morirai lentamente >> inveì la giovane contro il demone che la fissava furibondo.
Poco prima di svenire Michael, riuscì a vedere soltanto il demone scagliarsi verso la giovane e sfondare il tetto prima di sentire il rombo di un tuono e perdere i sensi.
Quando riprese i sensi molto lentamente aprì gli occhi e riapparve sopra di lui il volto della ragazza che lo aveva salvato poco prima, aveva un sorriso gentile e gli accarezzava la testa. Non indossava più la giacca imbottita ma un vestito che metteva in risalto il suo fisico snello e asciutto di colore verde. Toglieva il fiato in un modo incredibile, poi pian piano gli tornò alla mente quanto era successo, stava riacquistando lucidità, cercò di muoversi ma avvertì dolore alla testa.
<< Oh ti sei svegliato? >> chiese dolcemente la giovane << Meno male, iniziavo a stare in pensiero >>
Il ragazzo si alzò a sedere, sorretto dalla giovane. Si trovava su un letto, dalle lenzuola bianche e calde. Pensava di essere in ospedale ma ci ripensò immediatamente quando sollevò la testa e vide quanto fosse alto il soffitto della stanza. Avrebbe potuto contenere tranquillamente due piani di una casa. Come se non bastasse il soffitto recava affreschi raffiguranti scene di angeli e uomini che parlavano. Qua e la per la stanza mobili antichi e di pregiata fattura davano l'idea di essere in una vera e propria reggia. Quello che più lo colpì fu un dipinto raffigurante San Giorgio e il Drago attaccato ad una parete. Toglieva il fiato non tanto perché era raffigurato in modo eccellente ma gli occhi del drago erano rossi come quelli di quella cosa....
<< Cos'è successo? >> Domandò il ragazzo massaggiandosi la testa e fissando la ragazza che gli sorrideva
<< Tranquillo, sei al sicuro >> Gli prese le mani tra le sue, erano così calde << Sei stato aggredito da un demone cacciatore >> dichiarò la ragazza osservandolo seria.
<< Da un… cosa? >> Urlò lui spalancando la bocca
<< Calmati adesso, hai subito una brutta ferita ed hai una commozione celebrale. Ti abbiamo guarito ma devi stare a riposo, ne parleremo tra poco meglio >> La ragazza lo aiutò a stendersi e si appoggiò accanto a lui che tramortito si addormentò di nuovo. Al suo risveglio, la ragazza lo aiutò ad alzarsi e lo condusse in un'altra stanza altrettanto grande lastricata in marmo, con enormi finestre che facevano passare la tenue luce del sole. Era mattina.
<< Stai meglio? >> gli chiese delicatamente lei e lui annuì fissandola << a proposito io sono Cloe >> dichiarò lei strizzandogli l'occhio
<< Cloe, ti ringrazio ma devo tornare a casa...ho battuto la testa, non capisco bene dove mi trovo e cosa sia successa >> Si lamentò lui
<< Stai tranquillo ok? Adesso dobbiamo medicarti e ti spieghiamo tutto. Aspettami qui ok? >> spiegò la ragazza
<< Ma tu hai sconfitto quel demone da sola? >> chiese alla ragazza in modo sconcertato la quale rispose sorridendo << Beh dichiamo che non era poi così forte. Imparerai che ci sono esseri peggiori in giro. Dai torno subito >> E detto ciò uscì dalla stanza battendo la porta.
Michael cercò di alzarsi ma era debole << Voglio tornare a casa mia, cosa diamine succede? Chi sono questi svitati? Poi un demone? >> iniziò a parlare tra sé e sé finché dopo un po' che era solo e stava per assopirsi udì dei passi che si avvicinavano accompagnati da diverse voci.
Si fecero sempre più vicine finché la porta si spalancò di colpo e ne comparve un ragazzo dai capelli castani, aveva un volto molto serio con una cicatrice sul labbro che ne accentuava l’espressione corrucciata. Aveva degli occhi verde come degli smeraldi che rilucevano di una luce selvaggia e glaciale. Era un tipo che metteva i brividi. Aveva un fisico estremamente prestante, in poche parole, era un fascio di muscoli. Era piuttosto alto, forse un po' più di Michael.
Si avvicinò al letto e tirò via le coperte senza dire una parola. Dietro di lui entrò un’altra ragazza, aveva dei lunghi capelli rossi che gli ricadevano sulle spalle; il viso era molto dolce, la pelle bianca e candida come la neve faceva risaltare le lentiggini sul viso. Aveva una maglietta arancione a maniche corte e dei jeans con gli strappi. Il fisico era anche per lei piuttosto prestante ma era un po' più minuta rispetto a Cloe. Naturalmente anch’essa era molto bella.
Il ragazzo biondo si mise accanto a Michael sul letto, poi lo sollevò come fosse un sacco di patate senza provocargli il minimo sforzo, poi con fare deciso si girò verso la ragazza con i capelli rossi e gli disse:
<< Rachele toglili le bende e procedi >>
<< Si, subito >> Rispose la ragazza con tono accondiscendente
La ragazza si avvicinò e mi alzò la maglietta, mostrando delle bende che fasciavano dal petto fino alla pancia. Una volta tolte Michael abbassò lo sguardo e ciò che vide lo lasciò di sasso; Un livido di un colore molto scuro, si ampliava dall’ombelico fino al fianco sinistro.
<< Che ne pensi? >> Gli chiese il ragazzo biondo con aria preoccupata
<< Che se avessimo aspettato ancora un po' probabilmente sarebbe stato difficile poter fare qualcosa >> Rispose Rachele
<< Quindi che cosa volete fare? Chiamare soccorsi? >> Chiese il giovane estremamente preoccupato.
<< Non preoccuparti Michael, ci penserò io a rimetterti in sesto >> Mi rispose la ragazza sorridendomi.
Poi con un movimento delicato appoggiò la sua mano destra sul livido e il contatto provocò una fitta di dolore così forte che si ritrasse di scatto ma il ragazzo biondo tenne Michael fermo e gli disse:
<< Stai calmo, fidati di noi vedrai che andrà tutto apposto >> gli disse puntandogli i suoi occhi verde smeraldo.
La ragazza rimise la sua mano al petto del ragazzo e chiuse gli occhi. Il dolore che dava il solo contatto con quella mano era inimmaginabile. Poi ad un tratto, la mano della ragazza cominciò a risplendere di una flebile luce purpurea e, se bene poco prima era appena percettibile, ogni instante che passava diveniva più visibile e intensa.
Il dolore che provava a poco a poco cominciò ad attenuarsi ed insieme ad esso cominciò a restringersi anche il livido, avvertì una sensazione sempre più gradevole, sembrava come quando si rimane a galla sull’acqua del mare e si sentono le onde che pian piano attraversano il tuo corpo. Dopo circa un quarto d’ora il livido era sparito e la ragazza si interruppe.
<< È stato più complicato del previsto ma ho fatto riassorbire il sangue coagulato, adesso rimane soltanto da sistemare la costola. La testa si è rimarginata >>.
Michael era talmente esterrefatto che non capiva nemmeno quello che diceva, la fissava con un’espressione inebetita e gli occhi sgranati. Non poteva credere a ciò che aveva visto fino a quel momento, una ragazza usando una sorta di magia lo aveva curato…era qualcosa che andava completamente al di fuori della sua comprensione.
<< Tu…Sei una maga? Siete degli stregoni? Chi accidenti siete voi? >> Disse guardando il ragazzo biondo che lo sorreggeva.
<< Calma ragazzo, ti spiegheremo tutto ora però dobbiamo sistemarti >> rispose il castano
<< Ma non voglio che mi sistemiate proprio per niente! Chi accidenti vi conosce? Voglio… >> Non riuscì a finire la frase perché il ragazzo lo sollevò con una facilità come se sollevasse un ramoscello secco e lo mise a sedere. Sentì una nuova fitta di dolore alle costole, così forte da togliere il fiato e una miriade di puntini gialli comparve davanti agli occhi Michael e soltanto per poco non perse i sensi. La ragazza si alzò e andò verso una cassettiera nell’angolo destro della camera e ne estrasse qualcosa, poi con cura lo ripose nei cassetti e richiuse il cassetto. Quando tornò davanti al ragazzo aveva un pezzo di stoffa in mano, la avvolse e gli disse:
<< Mordi >> Disse la ragazza guardandolo piuttosto seria
<< Non ho nessuna intenzione di farmi imbavagliare da voi, che cosa diavolo volete fare? >> Rispose a fatica lui
<< Rimetterti in sede la costola, ti conviene mettere quel pezzo di stoffa in bocca >> Rispose la ragazza corrucciata
Poi con un movimento fulmineo mentre Michael stava per controbattere gli infilò quel panno in bocca.
<< Devi resistere, non ci vorrà tanto >> gli disse la ragazza accarezzandogli il viso
<< Procedi pure >> Disse la ragazza guardando il ragazzo alle sue spalle.
Il ragazzo biondo allontanò un braccio, sorreggendo Michael con l’altro. Portò il braccio sinistro sul suo fianco, all’altezza di dove prima si trovava il livido e ci poggiò la mano. Rachele guardò l’altro negli occhi e annuì. L’altro ragazzo con una forza incredibile strinse il fianco, si sentirono le ossa scricchiolare e quella fu l’ultima cosa che sentì Michael prima di perdere i sensi nuovamente.