
Liars
Non tutti hanno un punto di rottura.
C'è chi sarebbe in grado di sopravvivere a qualsiasi cosa, rimanendo sostanzialmente la stessa persona perché, in fondo, ha sempre investito soltanto su se stesso. Non si è legato ad altri, nemmeno coloro che l'hanno cresciuto o che l'hanno accompagnato fino all'età adulta. Ciò non implica che la felicità gli sia sconosciuta, anzi. Se l'è goduta finché è durata ed una volta persa non c'ha pianto troppo sopra. Beato, invidiabile, individuo. Chissà se esiste veramente.
Loro due non sono così. Magari lo fossero. Sarebbe tutto più facile.
Vorrebbero esserlo, si convincono di poter diventare tanto distaccati ed imperturbabili. Ci provano e magari il loro tentativo va a buon fine per un po', ma nel lungo periodo inesorabilmente fallisce.
Il perché lo sanno entrambi. Sono sufficienti uno sguardo, qualche frase accennata e lo ricordano: il loro punto di rottura ce l'hanno di fronte. C'è un dolore troppo grande da sopportare, un'assenza inaccettabile ed incolmabile. Si strapperebbero da soli il cuore, piuttosto. Rinuncerebbero per sempre alla loro umanità, non ci sarebbe più nulla per cui varrebbe la pena continuare a portare una tale maledizione. Nemmeno il suo amore sarebbe abbastanza.
Hanno tirato avanti per quasi due secoli senza di lei, in fondo.
E Stefan può disapprovare quanto vuole la scelta del fratello, ma mentirebbe sostenendo che nei suoi panni avrebbe agito diversamente. O che, messo nelle stesse condizioni di Elena, non sarebbe tornato volentieri a vestire i panni di quella creatura senza sentimenti che Klaus l'aveva costretto ad essere per qualche mese.
Alcuni potrebbero sostenere che non abbia senso, ricordare loro tutte le volte che hanno dichiarato di desiderare che l'altro fosse morto e sepolto. Sono state parecchie, lo ammettono.
Queste persone, però, dimenticherebbero un dettaglio importante delle minacce che amano scambiarsi. Il ruolo del carnefice non lo lascerebbero a nessun altro. Non a streghe, non a cacciatori, licantropi, vampiri millenari o altre immortali creature.
C'è soltanto uno squilibrato narcisista a cui è concesso ammazzare Stefan, è quello è Damon. C'è soltanto uno psicolabile bacchettone che può permettersi di liberare il mondo da Damon – ottenendo da quasi tutti, probabilmente, eterna gratitudine – ed è Stefan.
Altre alternative sono inconcepibili. Perché alla fine, le loro, sono soltanto parole al vento.
Possono esserci state occasioni in cui ci sono andati molto vicini, in cui i loro propositi fratricidi si sono quasi realizzati. Tuttavia, non sono mai riusciti ad andare fino in fondo.
Si sarebbero persi, annientando l'unica costante che li definiva. Nell'amore o nell'odio sono legati, indissolubilmente.
Per questo Stefan può capire, e forse perfino perdonare, Rebekah.
Per questo Damon può capire, ma non per questo tollerare, Klaus.
Per questo né l'uno né l'altro ha idea di come aiutare Elena, ora che non ha più una famiglia.
È qualcosa di infinitamente più grande di loro; perciò è meglio rimandare e raccontarsi che la loro presenza al suo fianco possa aiutarla in qualche modo. Magari non adesso, ma in futuro...
Non è difficile: nel mentire a se stessi, in fondo, sono sempre stati dei maestri.