
Parole nella notte
Era così raro che il consulente detective dormisse che John non voleva svegliarlo. Rimase sulla porta ad osservare il respiro regolare dell’altro uomo e vedere il suo viso sereno.
“Oh Sherlock. Tu non te ne accorgi nemmeno vero? Sei sposato con il tuo lavoro dopotutto. Non vedi quanto tu sia bello, quanto la tua mente straordinaria mi attragga, mi faccia amare ogni cosa di te. Ogni dettaglio anche quello più macabro ha un suo fascino quando sei tu a mostrarmelo. Ogni volta che deduci qualcosa il mio cuore accelera. Come può un uomo come me interessare uno come te? Sono solo un soldato rotto che tu hai riparato. Sarei morto senza di te sai? Stavo per uccidermi prima che Mike mi presentasse questo genio pazzoide che voleva dividere con me un appartamento. Ti devo tutto”
Così preso dal suo discorso non aveva notato il cambio nella respirazione del suo amico. Sherlock ascoltava attentamente ogni parola.
“Come ho fatto ad innamorarmi così di te? Non importa che sei un uomo sai? Sei Sherlock. Il mio Sherlock”
“Mi piace” John sussultò. Non pensava che il detective si fosse già svegliato. “Mi piace l’idea di essere il tuo Sherlock”
“Non che sia un nome molto comune” cercò di scherzarci su John. Era evidentemente imbarazzato.
“John… Tu sei mio vero? Me ne sono accorto solo adesso. Come fai ad amare me? Sono un sociopatico iperattivo”
“Questo lo dici tu” borbottò il dottore.
“Lo so che non sei convinto della mia diagnosi ma…” John lo fece star zitto saltando sul letto e baciandolo sulle labbra. Sherlock si lasciò guidare nel bacio e si strinse al suo John. Il suo cuore perse un battito ed iniziò ad accelerare pericolosamente.
“Cosa hai provato?” chiese John separandosi da lui.
“Rilascio di endorfine e dopamine nonché aumento del battito cardiaco” sentenziò stupito “Sentimenti…”
“Un sociopatico non prova queste sensazioni secondo te giusto?”
Il detective potè solo annuire. Poi afferrò il suo dottore dalla maglietta e lo portò a se per baciarlo a lungo con passione. Si, era decisamente amore.