
Guarda me, parla con me, stai con me
Era frustrante! Non prendevano spesso la metro ma quando lo facevano John trovava sempre una ragazza con cui chiacchierare! Questa volta non era da meno eppure ora avevano una relazione. Perché John gli faceva questo?
Dopo l’ennesima carezza della ragazza, Sherlock non ce la fece più. Prese il SUO ragazzo per la mano e lo trascinò fuori dal vagone alla prima fermata. Tra le proteste del dottore, Sherlock lo portò nel bagno più vicino e lo spinse contro un muro.
“Devi smetterla di comportarti così John!” sibilò arrabbiato.
“Così come?” chiese il dottore confuso.
“Così!” disse il detective indicando la porta “TU SEI MIO! Non puoi flirtare con le ragazze in metro davanti a me!”
“Io…”
“No! Sta zitto!” disse il detective girandogli le spalle e dirigendosi all’uscita.
John lo bloccò e invertì le loro posizioni di prima. Spinse Sherlock al muro e si mise in ginocchio sul pavimento del bagno pubblico. Gli abbassò i pantaloni senza preamboli e lo prese in bocca facendolo gemere. Se non poteva parlare tanto valeva dimostrargli che l’unico che desiderava era lui.
Con rapidi movimenti delle labbra lo portò all’erezione e, con qualche risucchio e qualche leccata, lo portò all’orgasmo più veloce e più intenso della sua vita. Rialzandosi dal pavimento spinse il proprio corpo contro quello del suo amato per fargli sentire il suo desiderio. Un’imbarazzante macchia si spandeva sui suoi pantaloni dove era venuto solo dalla sensazione che gli aveva fatto provare la gelosia del suo compagno e il suo orgasmo in un luogo così proibito.
I due uomini si scambiarono baci ansimando e stringendosi l’uno all’altro.
“Lo fai apposta vero? Volevi farmi ingelosire perché ti eccita?” Chiese stupito il detective. John annuì appena.
I due si sorrisero complici, si risistemarono e tornarono a salire sulla metro. Questa volta John non flirtò con nessuno, si appiccicò a Sherlock come una cozza però.