
Insieme allo specchio
Ian lo guardava con desiderio, le mani si muovevano in modo molto esplicito sull’ombrello che teneva tra le mani. Il suo corpo nudo mostrava una evidente erezione pari a quella di suo marito che giaceva nudo sul letto ancora vestito da Mycroft, indeciso se guardare nello specchio il suo alter ego immaginario o suo marito una presenza molto viva ed eccitata e vera nella sua stanza.
Alla fine Mark sembrò decidere di guardare Ian. Il movimento delle sue mani sull’ombrello era ipnotico e Mark non voleva altro se non sentire quelle mani su se stesso. “Ian” gemette lo sceneggiatore guardando suo marito con desiderio.
Il biondo sorrise e si avvicinò ancora di più al letto. “Mr Holmes… Che ne dice di giocare un po’?” Mark lo guardò con gli occhi spalancati. Ian stava veramente proponendogli quello che lui pensava? Era sul serio disposto ad aiutarlo con la sua fantasia?
Ian sorrise e si leccò le labbra. “A quattro zampe, pantaloni abbassati!” ordinò suo marito. Mark fece per girarsi ma Ian lo bloccò “Occhi allo specchio” Mark emise un gemito roco prima di fare come gli era stato richiesto.
“Ora… Le regole sono queste: se faccio qualcosa che non ti piace, se ti faccio male o se vuoi smettere per qualsiasi motivo. Tu dirai Rosso. Hai capito?” Mark si sbrigò ad annuire. “Cosa devi dire?”
“Rosso” riuscì a dire lo sceneggiatore. I suoi occhi erano incollati allo specchio. Ian era dietro di lui con l’ombrello in mano.
“Bene Mark… Ora non sono io ad essere dietro di te, concentrati sull’ombrello. Voglio sentirti gemere il suo nome” disse Ian prima di colpire il sedere del suo compagno con l’ombrello lasciando una linea rossa sulla sua pelle candida.
Non ci vollero molti colpi prima che Mark si ritrovasse ad immaginare il maggiore dei fratelli Holmes dietro di lui che lo colpiva con il suo ombrello. “Mycroft” gemeva lo sceneggiatore sotto ogni assalto. La stoffa dell’ombrello attutiva ogni colpo procurandogli un dolce mix tra piacere e dolore.
Quando ormai Mark era completamente perso in un estasi provocata dalle endorfine, Ian si fermò. Per un attimo, Mark rimase spiazzato. Cos’era successo? Dov’era Ian? Mycroft? Poi delle dita umide si fecero largo dentro il suo corpo facendolo gemere e chiedere di più. Le dita lo lasciarono troppo presto per i suoi gusti ma vennero presto sostituite da qualcosa di meglio.
Ian prese suo marito per i capelli mentre lo prendeva da dietro con forza. “Guarda lo specchio!” gli ordinò all’orecchio. “Ora sono io, Ian, che prendo il mio piacere dal corpo di Mycroft Holmes, il Governo Inglese in persona e tu… Tu puoi guardare Mark. Solo guardare e puoi venire. Toccati! Immagina che tu ti stia masturbando mentre guardi me che faccio sesso con Mycroft. Puoi pensare che con l’altra mano stai masturbando anche lui se vuoi”
L’idea, l’immagine che vedeva nella sua mente e quella che stava replicando e che vedeva riflessa nello specchio erano un mix incredibile e Mark non poteva più resistere. Con un gemito roco, Mark, venne con forza nel suo pugno proprio nel momento in cui Ian spingeva dentro di lui per l’ultima volta prima di venire con forza.
I due crollarono nel letto insieme, Mark si tolse i vestiti da Mycroft e si accoccolò tra le braccia di suo marito. Alzò gli occhi un’ultima volta verso lo specchio e sorrise. Era Ian e Mark che vedeva stavolta. Era quella l’immagine giusta. Per quanto gli fosse piaciuta l’esperienza, si sarebbe tenuto ciò che aveva. E andava più che bene.