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Senza maschere

Era sempre stato così. Sherlock e Mycroft si nascondevano da sempre dietro a delle maschere di normalità che non li rappresentavano. La maschera di Sherlock era la sua scontrosità e il suo odio nei confronti della specie umana.

Era così difficile essere dei geni in mezzo alla gente comune che se anche Sherlock avesse avuto la voglia di esporsi non l’avrebbe mai fatto nel caso venisse respinto. Lui odiava essere respinto. Ogni volta che si avvicinava troppo a qualcuno a livello emotivo, le sue difese si alzavano e Sherlock iniziava a respingere le altre persone. Per non venir ferito feriva gli altri.

Mycroft, invece, usava la cordialità come arma. Nessuno lo odiava ma nessuno gli si avvicinava. Il potere che trasudava solo con la sua persona bastava a tener lontani tutti. Nessuno provava ad avvicinarlo e gli unici momenti in cui Mycroft si permetteva di essere fisicamente vicino ad altri esseri umani era durante il lavoro o con suo fratello, e anche allora non era di certo un rapporto amichevole.

Non ci avevano mai pensato. Non credevano che la soluzione potesse essere così vicina a loro. Così semplice. All’inizio fu difficile. Entrambi erano così abituati a portare le loro maschere che non riuscivano ad essere se stessi neanche con chi era in grado di comprendere ogni loro stranezza. L’altro.

Piano piano riuscirono a smettere di tenersi a distanza. Erano fratelli, erano normali i litigi. Ciò che non era normale era la relazione che si stava instaurando tra loro. L’unico momento in cui i due fratelli riuscivano a disfarsi delle loro maschere, era quando si trovavano a letto insieme, nudi, l’uno che spingeva nel corpo dell’altro, mani che vagavano carezzando corpi che si erano da sempre conosciuti per conoscersi più intimamente di quanto la società ritenesse corretto.

Ma a loro non importava della società, non gli era mai importato. In quei momenti in cui erano uniti in corpo ed anima, i due fratelli lasciavano cadere le maschere e si facevano vedere per ciò che erano realmente. In quei momenti, sapevano che non sarebbero stati giudicati perché si amavano.

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