
miyuki/fem!suga
Daichi, in tutta la sua adorabile innocenza, si rende conto che la sua migliore amica aveva un secondo fine solo quando è lei a insistere per aspettare che i giocatori della Seido e dell'altra squadra (Kou non riesce nemmeno a fingere di ricordarsi il nome dell'altro team, è quasi imbarazzante) escano dallo stadio dopo essere passati per gli spogliatoi – il team di Kazuya ha vinto, è l'unica cosa che onestamente si ricorda delle tre ore e mezza della sua vita che ha sprecato sudando sotto il sole solamente per questo momento, e il modo in cui il suo ex capitano si imbroncia un'altra volta quando glielo comunica le fa venir quasi voglia di strizzargli le guance e ridergli in faccia per dieci minuti. Come poteva aspettarsi qualcos'altro, davvero?
“Sai che per me la pallavolo è l'unico sport degno di esistere, Daichi,” rincara prima ancora che l'amico possa aprir bocca, sicuramente per cercare valorosamente (e inutilmente) di convincerla a interessarsi di più anche al baseball – e in risposta, anche se non dal suo migliore amico, le arriva alle orecchie una risata da iena che ha sentito più di una volta provenire dal campo durante la partita. Ah, quindi una delle squadre si è finalmente decisa a uscire dallo stadio.
“E io che pensavo di essere riuscito a farti affezionare almeno un po' al baseball,” commenta una voce quasi familiare alle sue spalle, più profonda ma con la stessa inflessione birichina di quella che ha sentito quasi senza sosta per un intero pomeriggio quattro anni prima, e l'ampio sorriso che si forma sulle sue labbra prima ancora che si volti è del tutto involontario – l'espressione un po' eccitata e un po' tradita che è comparsa sul volto di Daichi nel rendersi conto del motivo per cui è stato ingannato, in ogni caso, è qualcosa che custodirà con geloso divertimento per tutta la vita. “Sei crudele, Suga-chan.”
“Come se non te ne fossi già accorto quattro anni fa, Kazuya-kun,” risponde, con quel tono zuccherino che ha sempre usato prima di distruggere completamente il suo avversario e che è piuttosto sicura che l'altro ragazzo ricordi perfettamente, e la risata che le sue parole provocano è l'unica prova di cui ha bisogno per sapere di aver ragione – solo in quel momento si decide finalmente a dare le spalle a Daichi per incrociare lo sguardo dell'altro ragazzo che, si rende conto con un pizzico di superficiale irritazione, è cresciuto parecchio in altezza negli anni in cui sono stati separati. E non solo in altezza, si rende conto con una smorfia che è più che felice che Daichi non possa vedere – e onestamente, aver lavorato gomito a gomito per anni con Kiyoko e per mesi con Tooru dovrebbe averla desensibilizzata almeno un po' alla bellezza, no? Le fotografie di Kazuya che ha visto durante la sua ricerca non gli fanno giustizia.