No sex. It's a boy!

Harry Potter - J. K. Rowling
M/M
G
No sex. It's a boy!
Summary
Secondo sequel di "No sex. We are english" continuano le avventure/disavventure della coppietta più adorabile del mondo. Tanti nuovi amici, tante sorprese e tanto tanto sesso.Veramente tanto sesso, non sto scherzando... e non solo dolce sesso "vaniglia" quindi... ritenetevi avvisati...Attenzione: rischiate di non capirci molto se prima non leggete almeno "No sex. We are english!"
Note
Buon venerdì meravigliose persone che leggete e commentate, lo so che aspettavate questa storia con ansia, ma lasciatemi dire un paio di cosine prima di cominciare a leggere. Questa è una MPREG in tutto e per tutto, se non vi piace genere per favore non leggete, perché non farò sconti! Dal concepimento al parto nove lunghissimi mesi di sesso sfrenato e sempre più spinto, siatene consapevoli! Detto questo se ve la sentite, buona lettura e come sempre grazie alla fantastica GiadaSacchetti per la beta e grazie a Krystarka per la copertina.
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Un giorno all'alba

Il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia urtando contro la scogliera poco più a valle, lo accolse al suo risveglio. Odore di salsedine, strida di gabbiani e la bocca calda e invitante di suo marito tutta attorno al suo uccello.
Che meraviglioso modo di svegliarsi.
Draco si stiracchiò voluttuosamente fra le coperte calde e vaporose, che profumavano di lavanda mentre Harry lo succhiava con impegno.

🔞Si lasciò andare al piacere, che meraviglia, Harry, con le guance incavate per lo sforzo di tenerlo dentro la sua bocca era uno spettacolo così erotico! Sarebbe venuto solo guardandolo, anche dopo tutti quegli anni.
Harry non riusciva a prenderlo proprio tutto, non aveva ancora capito bene come rilassare i muscoli della gola per accoglierlo fino in fondo, ma ovviava accarezzandolo con una mano. Gli massaggiava i testicoli e li tirava verso il basso per rendere il suo orgasmo più intenso... che maritino premuroso!

Draco sentiva l'orgasmo montare e non oppose alcuna resistenza, non tentò neppure di frenarsi, stava troppo bene, era troppo rilassato. Si lasciò andare e venne senza freni e senza ritegno proprio dentro la bella bocca calda che si era presa così cura di lui.
Che goduria.
Si stiracchiò nuovamente mentre guardava Harry infilarsi in bocca la lunga coda, souvenir del loro ultimo visita al Changelling, ed imbrattarla con il suo seme, quindi sporgendosi da dietro, con una contorsione strana e infilarsela nel culo.
Con la coda scodinzolante che sporgeva da sotto le sue natiche, gli aveva poi afferrato entrambe le caviglie e con una forza che non si sarebbe sospettata, gliele aveva sollevate fin dietro le orecchie.
-Quanta irruenza- Rise Draco, allegro e sereno, mentre Harry gli si posizionava dietro.
-Abbiamo un sacco da recuperare, tesoro, mi è mancato il tuo culo da favola- Rispose Harry, spingendosi dentro di lui con una sola spinta a secco. Il suo pene granitico sembrava bollente e enorme. Era fantastico, anche se faceva un po' male. Ma sarebbe passato presto. Lo avevano fatto spesso, da quando erano in vacanza e Draco era sempre abbastanza rilassato da prenderlo senza preparazione.

Non amava molto quella posizione, ma sentire Harry muoversi dentro di lui, possederlo, finalmente, era meraviglioso. Dopo tutti quei mesi, gli era mancato essere passivo, sentirsi riempito dal suo uomo.
Harry ansimava pesantemente, era molto eccitato, ma si stancava facilmente. Draco si allungò, afferrando la coda e accarezzandola per mettere in funzione il vibratore a cui era collegata, Harry si fermò un istante godendosi le vibrazioni che lo stimolavano dall'interno. La sua espressione era magnifica e terribilmente eccitante in quel momento, Il pene di Draco, che aveva faticato a mantenere l'erezione dopo l'orgasmo, scattò sull'attenti.
Da quando avevano scoperto che Harry riusciva a raggiungere l'orgasmo anche solo stimolato da un vibratore o un fallo, purché usassero come lubrificante il seme di Draco, non si erano più fermati e Draco aveva finalmente ripreso il ruolo che gli era sempre stato più congeniale.
Harry aveva aumentato il ritmo, prossimo all'orgasmo, Draco non ci era neppure vicino, ma non poteva essere egoista, lui era già venuto quella mattina, comunque si afferrò il pene, per masturbarsi e cercare di accelerare i tempi. Gli piaceva venire assieme ad Harry, sentirlo invocare il suo nome e vuotarsi nelle sue mani. Infatti Harry lo fermò immediatamente e prese il suo posto, pompandolo con impegno. Ma le sorprese non erano ancora finite quella mattina, da sotto il cuscino Harry estrasse un astuccio dall'aria familiare.
-Guarda cos'ho trovato nascosto nella tua valigia?- Disse, con una voce gongolante, il pene saldamente piantato dentro di lui fino all'ultimo centimetro.
-Che hai intenzione di fare con quelli?- Con tutto quello che era successo dopo la sua visita al sexy shop con Balie, si era proprio dimenticato degli anelli, fino a quando non gli erano capitati per le mani, facendo la valigia.
-Hanno alcune caratteristiche interessanti, sai?- Harry sembrava un diavolo in quel momento, un diavolo estremamente sexy. -Ad esempio si possono aprire, in questo modo- Afferrato uno degli anelli più grandi, che sarebbe stato bene al suo polso, lo aprì da un lato, e poi se lo fece passare attorno alla base del pene, la sua asta era ancora ben salda nel suo canale, Draco la sentiva pulsare d'anticipazione. Deglutì, preparandosi a quello che sarebbe successo di lì a poco. -Poi basta dire la parola d'ordine... dovrai dirla tu, amore, io non posso fare incantesimi... lo sai- Sussurrò Harry, sensuale e lascivo, un vero demone tentatore. Draco prese un bel respiro, strinse il manico della bacchetta e anche i denti e mormorò.
-Claudere- L'anello si serrò attorno al pene di Harry e la trasformazione fu istantanea! L'uccello di suo marito gli "esplose" dentro, diventando enorme, grandissimo, tanto grande da farlo urlare.
Draco rovesciò la testa indietro boccheggiando.
Era troppo per essere sopportato.

-Respira, amore, adesso ti abitui e sarà bellissimo- Era già bellissimo! Ma faceva anche un male boia! Harry gli massaggiava l'uccello, cercando di distrarlo e lentamente iniziò a muoversi. Era una tortura sentire quel mastodontico affare entrargli dentro e allargarlo a ogni spinta, ma era anche estremamente erotico.
La doppia stimolazione, con il pene di Harry che gli stantuffava il culo e la sua mano che gli massaggiava energicamente il cazzo lo spedirono in orbita e Draco venne proprio mentre suo marito, piantatosi energicamente nel suo sfintere, lo riempiva con colloso schizzi di seme bollente.🔞

-Ah... perché non può essere sempre così?- Chiese, il tono languido post orgasmico che rendeva setosa la sua voce.
-Perché ci consumeremmo l'uccello a vicenda nel giro di un mese- Rispose Harry, sdraiandosi al suo fianco dopo aver ammonticchiato i cuscini dietro la sua schiena.
-Che romantico, amore- Commentò Draco avvolgendo la sua pancia con un braccio, attento a non schiacciarla troppo, era diventata molto sensibile. Harry sbuffò, cercando una posizione in cui fosse comodo... speranza vana.
-Non sarà romantico, ma lo sai che non ci fermeremmo fino a quando non ci diventerebbe blu! Uffa, non vedo l'ora di potermi sdraiare di nuovo!- Si lamentò, cambiando posizione per l'ennesima volta.
-Ti mancano solo un paio di settimane, il medimago ha detto che dovrebbe essere puntuale...- Cercò di consolarlo Draco, mettendosi a sedere per cercare di massaggiargli le spalle, Harry, un'espressione sollevata sul viso, si voltò di lato per permettergli un accesso anche alla schiena. Gli faceva sempre male in quei giorni, nonostante quello, da qualche tempo, Harry sembrava stare molto meglio, le nausee erano passate, anche la stanchezza eccessiva e riusciva a tenere sotto controllo anche la libido... più o meno.
Era tanto in forma che il medimago aveva approvato il loro viaggio di piacere nel Sussex.
Il piccolo cottage, appena fuori paese, che avevano preso in affitto per quella settimana di vacanza, era diventato il loro nido d'amore. Una piccola cucina e una camera da letto, mobili di legno grezzo, muri di pietra, una vecchia cucina a legna e un panorama da cartolina.
Avevano dovuto spostarsi con mezzi babbani, persino il Nottetempo era troppo pericoloso per Harry... e per tutti gli altri a dire la verità...
Per fortuna che erano solo a un'ora di strada da Londra.

-A cosa stai pensando?- Gli sussurrò il suo Harry, dolce come il miele.
-A "Violet", non ti sembra un bel nome? Chara Violet Malfo... Potter- Aggiunse vedendo l'espressione di Harry rabbuiarsi. -O preferisci Nashira come primo nome? Piace molto anche a me, ma mi sembrava troppo simile al nome di mia madre- Concluse. Harry guardava fuori dalla finestra, lo sguardo perso oltre il panorama in pensieri dove lui non poteva raggiungerlo.
-Harry... che c'è?- Chiese, sedendosi sulle ginocchia, suo marito si voltò verso di lui, la pancia prominente che sfuggiva da sotto la maglietta.
-Saresti molto deluso se, alla fine, fosse un maschietto?- Lo interrogò, il tono triste, le lacrime agli occhi, le mani che si avvolgevano protettive attorno al pancione. Draco si sentì gelare. Cosa aveva fatto? Con tutti i suoi discorsi di principesse e ballerine aveva fatto diventare insicuro il suo forte marito. Scosse la testa, mettendo le mani sulle sue e incrociando le dita.
-No, amore, che dici? E' il nostro bambino, e io lo amerò in ogni caso, non devi dubitarne. Solo... ho la sensazione che sarà una bambina... magari... tu non vorresti una femminuccia? E' per questo che non vuoi neppure prendere in considerazione quest'ipotesi?- Harry aveva sollevato su di lui un paio di occhi carichi di sentimento.
-Certo che vorrei una bambina, Draco, ma è quasi impossibile. Lo so che non lo vuoi sentire, ma la genetica...- Draco cercò di mantenere la calma, ma non sopportava veramente più questi discorsi.
-Harry, possibile che siamo ancora fermi a questo punto? E cosa sarebbe poi questa cosa babbana?- Domandò, alzando gli occhi al cielo. Harry parva spiazzato.
-Non sono solo i babbani, anche i maghi devono sottostare alle sue leggi, vedi i maschi hanno un cromosoma X e uno Y...- Cominciò a spiegare, un tantino incerto e insicuro su cosa dire. Eppure questa cosa non gli era nuova, Draco l'aveva già sentita.
-Aspetta! E' tutta quella cosa con le lettere greche? Perché non l'hai detto subito? E' un problema che ho risolto anni fa, ho trasformato una delle due Y, che non dovrebbe esserci, in una X... così non dovrebbero esserci problemi- Harry sembrava di sasso, divenne rosso come un pomodoro, poi mortalmente pallido.
-Vuoi dirmi che io... che potrei veramente aspettare una bambina?- Sembrava scosso... davvero non aveva mai preso in considerazione quella possibilità? Draco annuì piano, timoroso di turbarlo maggiormente, non voleva certo rischiare di scatenare una crisi emotiva così distanti da casa... e dal San Mungo. Harry l'aveva fissato con uno sguardo serio.
-Non chiamerò la mia bambina Chara! E neanche Nashira, se è per questo! Avrà un nome carino- A Draco venne da ridere, dovette sforzarsi per mantenere un'espressione seria.
-Certo amore, abbiamo tempo, appena tornati a casa prenderemo il nostro vecchio testo di astronomia e sicuramente troveremo un nome che ti piace- Accordò, abbracciando, per quanto poteva, entrambi gli amori della sua vita. Harry, rassicurato gli sorrise.
-Lo prometti?- Chiese ancora, con gli occhini verdi pieni d'infantile speranza. Draco lo baciò sul naso.
-Certo amore mio, e adesso che mi ci fai pensare, c'è un'altra cosa che ti avevo promesso, se non ricordo male- Harry spalancò gli occhi, la bocca che formava una piccola perfetta "o". Quanto era adorabile in quel momento.
Draco sentì qualcosa muoversi nel suo petto, qualcosa che gli faceva pensare che quello, proprio quello era il suo posto nel mondo, accanto all'uomo che amava.
-Dici sul serio... pensi che... insomma, adesso?- Chiese titubante.
-Adesso non ce la farei, amore mio, anche con tutto il tuo sex appeal non riusciresti a farmelo diventare duro. Credo di aver bisogno di una pausa, che ne dici di oggi pomeriggio? Magari stamattina potremmo fare una gita a Hastings, mi sembrava di aver capito che ti sarebbe piaciuto- Harry aveva parlato di quella gita ancora prima di partire da casa. Felice come un bambino gli buttò le braccia al collo e subito dopo saltò fuori dal letto, agile, per quanto gli permetteva l'ingombrante pancia.
-Ti preparo la colazione, amore, poi partiamo!- Ecco, era pieno di energie!

.............................

Passeggiarono per tutta la mattina lungo la spiaggia e nel suggestivo porto, quindi si infilarono nell'acquario Blue Reef.
Vedere Harry così entusiasta aggirarsi fra le vasche piene di pesci colorati, indicare ora un piccolo squalo, ora una grande razza che gli nuotava sopra la testa lo riempì di tenerezza, era tanto bello poterlo viziare un po', adesso che finalmente potevano permettersi alcune modeste soddisfazioni.
Harry sembrava non stancarsi mai, Draco riuscì a farlo riposare un pochino solo sulla funicolare, anche se Harry continuava a cambiare posto per vedere meglio il porto.
-Amore, ma ci siamo appena stati, abbiamo visto da vicino tutte quelle piccole barche, e la spiaggia...- Draco non si sarebbe mai tolto tutta quella dannatissima sabbia dai calzini, se la sentiva fra le dita dei piedi e lo stava facendo impazzire.
-Ma non è eccitante vedere tutto dall'alto? Sembra così diverso... guarda, c'è il gattino che abbiamo accarezzato!- Certo, il felino pidocchioso che gli aveva imbrattato i suoi costosi pantaloni di sartoria con i suoi peli era ancora a lisciarsi proprio nello stesso punto in cui lo avevano lasciato. Draco lo fissò con astio. Erano i suoi pantaloni sportivi preferiti!

-Harry, tu sai volare... abbastanza decentemente a quanto ricordo... dovresti essere abituato a vedere tutto dall'alto- Harry gli rivolse uno sguardo obliquo.
-Abbastanza decentemente dici? E sentiamo, quante volte avresti vinto contro di me?- Berciò, Draco sbuffò fingendo indifferenza.
-Dettagli... e poi... hai quasi sempre avuto fortuna... si vociferava addirittura che tu avessi usato la Felix in qualche partita... Ma guarda quel ammasso di sassi, che sarebbe?- Harry gettò un'occhiata distratta fuori dal finestrino.
-A occhio e croce sembrerebbero le rovine del Castello, la fortezza costruita da Guglielmo il conquistatore, ma non sperare di cambiare argomento adesso. Che vuol dire che ho usato la Felix per il quiddich, ma sei impazzito?- Draco volutamente lo ignorò.
-Che sciatti i babbani, lasciare che un simile castello si riduca a quel modo- Le rovine non erano più che qualche pezzo di muro che faceva intuire, in qualche modo la forma approssimativa dell'antica fortezza. Harry sbuffò, si era finalmente reso conto che Draco non avrebbe più affrontato l'argomento, ce ne aveva messo di tempo, di solito il Serpeverde la spuntava molto prima.
-Che vuoi che ti dica? E' in piedi dall'undicesimo secolo, non credo che restaurarla sia ancora possibile- Rispose, in tono piatto, consultando per l'ennesima volta la cartina con l'itinerario che si era segnato.
-Dove andiamo adesso?- Chiese, tanto per mostrarsi interessato. Harry lo fissò con un ghigno malizioso.
-Lo vedrai, tesoro- Il tono di quel "tesoro" non gli piacque per nulla.

-Ma i babbani non si si accorgono proprio di nulla?- Avevano percorso stretti corridoi di pietra, che conducevano sempre più in basso, fino alle grotte di San Clemente. I babbani le avevano decorate con pupazzi a grandezza naturale e ricostruzioni di scene che si erano probabilmente svolte quando le grotte erano utilizzate dai tubmen babbani per i loro traffici illegali. Ma quello che i babbani non sapevano era che quelle grotte erano già abitate.
-Certo che se ne sono accorti, ma non è che possano vederli, alla fine- Rispose Harry, rabbrividendo quando il fantasma di una bambina gli passò attraverso.
-Questo posto potrebbe fare concorrenza alla Stamberga Strillante! Guarda che roba!- Aveva commentato divertito.
Avevano ascoltato le storie di quelle grotte da alcuni altoparlanti posti in punti strategici e poi si erano ritrovati in quella che i babbani avevano ribattezzato "La cappella", dove decine di spettri sembravano intenti a vagare senza meta.
-Lo so... Hermione ne parla da anni, solo che Ron trova sempre una scusa per non portarcela- Ridacchiò Harry, mettendosi le mani sulla pancia e massaggiandola con gesti circolari. Adesso si spiegava tutta l'insistenza di suo marito nel fare quella gita. S'immaginava già la faccia della Granger quando glielo avrebbero detto.
I babbani del loro gruppo, quei pochi che avevano avuto il coraggio di avventurarsi in quella grotta, si aggiravano con sguardi terrorizzati fra i fantasmi fluttuanti e, quando ne sfioravano uno si voltavano di scatto, cercando la fonte del loro malessere, ma senza vedere nulla, erano proprio comici.
Una coppietta di fidanzatini, che si teneva per mano, si guardava attorno con circospezione, ridendo ogni volta che venivano colpiti da un brivido insolito, un signore sulla quarantina, dall'aria severa, sembrava terrorizzato e scattava in continuazione, che ci fosse un fantasma nelle sue vicinanze o meno. Vicinissima alla porta, una giovane donna cercava, senza troppo successo, di trascinare via il suo bambino di circa sei o sette anni che indicava i fantasmi sorridendo e salutando.
-Guarda mamma, quella bambina avrà la mia età. Posso andare a giocare con lei?- Urlò il piccolo, la madre lo fissò inorridita.
-Quale bambina? Non c'è nessun altro bambino o bambina qui, andiamo via- Replicò la madre terrorizzata.

Harry e Draco si scambiarono uno sguardo complice.
-Un piccolo maghetto! La sua lettera sarà già in viaggio?- Chiese Harry
-Secondo me finirà a Serpeverde, ha convinto sua madre ad accompagnarlo qua dentro, e guarda lei com'è spaventata!- Commentò Draco, incrociando le braccia e appoggiandosi al muro, giusto in tempo per evitare che il fantasma di un'anziana signora lo attraversasse.
-Non direi, ha scelto di visitare uno dei posti più paurosi del programma, secondo me è coraggioso come un Grifondoro- Replicò Harry, sedendosi su una piccola panca.
Era esausto e alla fine aveva dovuto cedere. Era in piedi da quella mattina e la pancia doveva pesare molto.
-Non è meglio che ti riposi?- Chiese Draco preoccupato, Harry aveva il fiato corto, anche se in quella stanza non faceva certo caldo.
-Hai sentito il medimago? Devo camminare il più possibile- Gli rispose, ansimando leggermente. -Però forse è meglio se torniamo a casa, così puoi mantenere la tua promessa- Aggiunse, con un lampo di malizia nello sguardo. Era tanto invitante che, se avesse osato, avrebbe smaterializzato entrambi direttamente in camera da letto.

 

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