
Quattro mesi all'alba 1
Nell'ultimo mese, Harry era diventato talmente grosso che non riusciva più a dormire sulla schiena. Draco lo fissava preoccupato, senza riuscire ad addormentarsi, era già qualche tempo che non poteva togliersi dalla testa quel chiodo fisso.
"Maledizione, dobbiamo trovare il modo di dirlo a tutti, non possiamo nasconderlo ancora, o glielo dirà direttamente il bambino!"
Dopo che la Granger, quella guastafeste, aveva rubato la loro festa, non erano più riusciti ad organizzare nulla, c'era sempre qualche contrattempo, succedeva sempre qualcosa!
La prima volta che ci avevano riprovato, Angelina aveva avuto le doglie proprio nel bel mezzo del rinfresco e la volta successiva avevano dovuto annullare ancora prima di iniziare: Ron era stato ferito in missione e tutti gli Weasley erano al suo capezzale.
Harry cominciava a deprimersi.
Tutte le volte che Draco provava ad entrare in argomento lui tergiversava e non voleva assolutamente fissare una data.
Ma non potevano continuare a quel modo, gli Weasley, Molly in testa lo assillavano per sapere quale disturbo tenesse Harry lontano dal lavoro per così tanto tempo, il ministro della magia aveva già mandato diversi gufo chiedendo spiegazioni e persino i colleghi di suo marito cominciavano a farsi sentire... per non parlare delle ipotesi che circolavano sui giornali.
Harry si mosse nel sonno, lamentandosi. "Avrà ancora dolori?" Nell'ultimo mese aveva cominciato, di tanto in tanto, a sentire delle fitte all'addome e si erano molto preoccupati, anche se il medimago li aveva rassicurati.
Allungò la mano, per accarezzare la pancia, a volte i dolori passavano misteriosamente quando lui la toccava, e anche stavolta sentì Harry rilassarsi.
C'erano sere in cui tornava a casa e trovava suo marito intento e assorto seduto sul divano o a gambe incrociate sul letto, sul viso un'espressione concentrata e le mani sul pancione, ad ascoltare chissà quale movimento interno.
In quei momenti Draco aveva scoperto di essere un pochino geloso, aveva sempre pensato che sarebbe stato lui ad affrontare la gravidanza, era così che lo avevano progettato insieme.
Certo, era prima di scoprire quali e quanti disagi avrebbe comportato una simile scelta, segretamente era soddisfatto di come fossero andate le cose.
Il fato aveva deciso diversamente... il fato o un pozionista impiccione...
"E' inutile piangere sulla pozione versata, ora" e poi quella situazione aveva costretto Draco a prendere coscienza di quello che era in grado di fare.
Da quando Harry era dovuto rimanere a riposo forzato, si era scoperto in grado di prendersi cura non solo di se stesso, ma anche di suo marito.
Si era nascosto per anni fra le mura del suo laboratorio, troppo spaventato dal mondo al di fuori delle braccia di Harry, invece, quando ce ne era stato il bisogno era riuscito brillantemente a prendere in mano le redini della situazione.
Non avevano più problemi economici, tanto per dirne una, la loro principessa avrebbe avuto tutto quello che desiderava, senza rinunciare a niente.
Quasi come se la bambina lo avesse sentito, un piccolo colpo fece sollevare la sua mano, ancora adagiata sulla pancia.
Qualcosa di piccolo spingeva da dentro, causando un bozzo nella pancia altrimenti completamente rotonda.
Draco la osservava ammirato, era un piedino o una manina della sua ballerina, che si premeva contro la sua mano.
Draco lo accarezzò con le dita e il piccolo, da dentro, diede un altro forte colpo.
-Ciao, piccolo angelo. Sono il tuo papà- Mormorò, con le lacrime agli occhi.
Ma che gli prendeva? Che cosa stava facendo?
Mettersi a piangere per una cosa tanto banale... eppure, era la prima volta che lo sentiva, quando la bambina si muoveva Harry lo chiamava ma, per quanto corresse, Draco non era mai riuscito ad arrivare in tempo.
Invece quella mattina, con Harry ancora addormentato su un fianco, sembrava quasi che la bambina volesse comunicare con lui.
I colpi arrivavano sempre più forti, e a ogni tonfo tutto diventava sempre più reale... non si era ancora mai sentito così, certo, sapeva che Harry era incinto e che avrebbero avuto una bambina, ma fino a quel momento era stato come una specie di sogno ad occhi aperti.
Invece ora Draco si trovò ad immaginarsi di prendere fra le braccia la sua bambina, bellissima minuscola e perfetta, e di provare quell'emozione pura e travolgente che aveva letto sul viso di Harry quando aveva preso fra le braccia il figlio di Fred, diversi mesi prima.
Il bisogno di urlarlo al mondo si fece tanto pressante che, per poco, non si precipitò a casa della Skeeter per regalarle l'esclusiva: prima di colazione tutto il mondo magico avrebbe saputo la lieta novella.
-Ti toglie il fiato quando fa così?- La voce di Harry lo fece sussultare, non si era accorto che si era svegliato, né che i suoi occhi verdissimi brillavano d'emozione.
-E' magnifico, avevi ragione, è proprio forte, sarà una perfetta ballerina, vedrai. Sai, stavo pensando, che ne dici di Juppiter? E come secondo nome, magari Tulip? Juppiter Tulip Malfoy. Non ti piace?- Harry sbuffò alzando gli occhi al cielo. -Ok, hai vinto, Malfoy-Potter, ma il secondo cognome rovina tutto l'equilibrio del nome. Voglio che tu lo sappia!- Replicò, ridacchiando sotto i baffi. Harry, faceva buffe smorfie, ma era evidente che si stava divertendo più di lui.
-E io voglio che tu sappia che sei assolutamente impossibile!- Lo redarguì, ma si stava sporgendo per un bacio.
-Mi dispiace mio caro, ma lo sapevi benissimo quando mi hai preso! Adesso è tardi per le lamentele- Rispose Draco, prima di accontentarlo e posare le sue labbra su quelle protese di suo marito.
Baciare Harry era la cosa più bella del mondo!
Come faceva ad essere così bello dopo tutti quegli anni? Si sarebbe mai stufato di farlo?
Decise che doveva saperlo proprio in quel momento e si fiondò sulla bocca aperta di Harry, prendendone possesso.
Le labbra succhiavano, la lingua esplorava, rivendicava, ogni piccolo pezzetto di pelle.
Si fermò solo quando ebbe fame d'aria.
-Certo io non mi lamento!- Ansimò Harry quando fu in grado di parlare.
No, non si sarebbe stancato presto di baciare suo marito... né di fare altro... realizzò, con la mano di Harry infilata nei pantaloni del pigiama.
Bastarono poche carezze per farlo essere pronto e, con dolcezza scivolò dentro suo marito, dettando poi un ritmo dolce e lento.
Dalla sera in cui erano stati al Babilon non avevano più sentito il bisogno di mettersi alla prova, di sfidare i proprio limiti.
Facevano l'amore con dolcezza, guardandosi negli occhi e riscoprendosi ogni volta sempre più innamorati. L'unica trasgressione era il collare, che Harry portava ancora al collo, e che non aveva più voluto togliere.
Draco accelerò il ritmo, ed Harry lo assecondò.
Vennero assieme, come capitava sempre più spesso. Draco dentro Harry ed Harry sul suo addome, invocando il suo nome.
-Potresti mettere un incantesimo d'occultamento sul collare, per favore? Potrebbe venire Hermione nel pomeriggio e non voglio che lo veda- Gli chiese Harry, sdraiato al suo fianco, la testa appoggiata al suo braccio e una gamba fra le sue, il pancione gli premeva sull'addome.
-Certo, e vuoi che incanti anche la pancia?- Gli rispose premurosamente, prendendo la bacchetta.
-Non importa metterò una delle camice nascondi gravidanza- Era stata una vera fortuna scovare quell'articolo da Madama Mc Clain. Tutto un assortimento di vesti ed indumenti vari che facevano apparire l'addome magicamente piatto, per fortuna aveva scovato anche alcune camicie che non avevano una foggia troppo femminile. -Tu vai da tua madre dopo il lavoro, vero?- Aggiunse, scrutandolo con uno sguardo interrogativo.
-A meno che tu non abbia bisogno di me, pensavo di passare a trovarla. Ma posso rimandare.- Propose, non gli andava di lasciare Harry da solo con la Granger, lei lo avrebbe tiranneggiato come faceva con tutti e lo avrebbe fatto stancare.
-Draco Lucius Malfoy-Potter! Non ti azzardare. Non vai da tua madre da ben due settimane, oggi ci vai, anche solo per un saluto! Sono stato abbastanza chiaro?- A Draco quasi venne da ridere, Harry aveva una faccia buffissima, cercava di mantenere un'espressione severa, mentre gli urlava ordini con il cinturino da sottomesso al collo.
-Come desideri, amore... a proposito, me lo presti?- Lo canzonò, sfiorando il sottile cordoncino di cuoio. Harry scoppiò a ridere. -Io vado da mia madre, ma tu mi devi promettere che non ti stancherai e che non permetterai alla Granger di usarti come se fossi il suo personale elfo domestico- Come faceva quella donna a essere tanto attenta con quelle creature e invece trattare i suoi simili con tanta indifferenza?
-Affare fatto, amore mio, ma questo non te lo presto, mi piace troppo... mi dà come l'impressione di essere tuo- Se Harry voleva una seconda manche, aveva proprio trovato le parole giuste da dirgli, realizzò, saltandogli addosso per la seconda volta