
Sei mesi all'alba 2
E trovò Harry addormentato sul divano.
"Ma si può sapere che ha fatto tutto il giorno? Questo posto è ancora un caos" Pensò, mentre, con un gesto della bacchetta rispedita al proprio posto i libri impilati sul tavolo, le stoviglie pulite accatastate sul tavolo della cucina e i panni asciutti e piegati nella cesta del bucato "Li deve aver stesi sul terrazzo, visto che non può averli asciugati con la magia"
In meno di un minuto il loro microscopico appartamento era in ordine "Ecco fatto, insomma, lo so che non può fare magie, ma era poi così difficile?" Rifletteva, guardandosi in giro: il loro nido d'amore, come piaceva definirlo ad Harry, era veramente piccolo!
La microscopica cucina, lunga e stretta, poco più di un corridoio, terminava con un'incantevole vetrata che dava sul terrazzino, pieno di fiori e di piante. Il resto dell'appartamento era composto da un altrettanto piccolo salotto, in cui trovavano posto solamente un piccolissimo divanetto a due posti e un tavolo con quattro sedie e dalla loro camera da letto, ecco tutto!
Era ben diverso dall'attico su cui Draco aveva fantasticato di trasferirsi, ma che poteva farci?
Certo, c'era anche un'altra stanzetta ma, al momento, era ingombra di ciarpame che avevano accumulato negli anni.
"Chissà che faticaccia quando ci sarà da sistemarla per il bambino" Accantonò il pensiero con decisione e si infilò sotto la doccia.
Quando fu pronto Harry ancora dormiva sul divano.
Era pallido e sudato, ma, almeno nel sonno, non aveva quell'espressione sofferente che non si toglieva mai di dosso, quando c'era Draco.
-Harry, svegliati faremo tardi- Lo chiamò scuotendolo delicatamente per una spalla. Harry gemette piano, un gemito di dolore, e si circondò la pancia con entrambe le mani.
Per fortuna si era almeno già vestito!
-Certo Draco, sono pronto vedi?- Gli disse, mentre si contorceva per riuscire ad alzarsi. Draco lo fissò spazientito senza però fare nulla per aiutarlo.
Alla fine suo marito riuscì a fatica ad emergere dal divano, ansimando pesantemente.
-Hai visto? Ho lavato i panni, rassettato la cucina e spolverato la libreria... ma non ce l'ho fatta a rimettere a posto i libri, ci hai pensato tu?- Draco annuì ed Harry gli rivolse quel sorriso radioso che spesso sfoggiava, da quando era in quello stato. -Grazie amore, ma lo avrei fatto io, sono solo un po' lento, ma me la cavo- Lo aveva rassicurato, avvicinandosi al caminetto.
Era l'unica cosa di dimensioni normali, nel loro appartamento, si prendeva tutta la parete e sembrava quasi fuori posto.
-Aspetta, ti sistemo prima, o i nostri amici intuiranno la notizia senza che gliela sveliamo- Con un colpo di bacchetta nascose il pancione di Harry con un'incantesimo. Suo marito si ammirò l'addome piatto e snello nello specchio appeso alla parete a fianco alla libreria.
-Non mi meraviglia che tu non abbia più voglia di fare sesso con me, guarda che cambiamento. Magari possiamo provare a farlo così, che ne dici?- In realtà a Draco la pancia di Harry piaceva, la trovava incredibilmente erotica, così perfettamente tonda e tesa, però non disse nulla, si limitò a stringersi nelle spalle e indicare il camino.
-Ci staranno aspettando tutti- Mentre allungava il sacchetto con la polvere a suo marito.
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I loro amici erano già tutti seduti a tavola, a Draco ricordò la festa per il compleanno di Harry, quando tutta quella follia era solo all'inizio.
C'erano ovviamente gli immancabili Ron e Hermione, con Neville e Blaise. Tutta la famiglia Weasley, al gran completo, Remus con Teddy e sua zia Andromeda, che gli rivolse un cenno di saluto e poi Hagrid a capotavola e Luna, l'ex ragazza di Neville che, seduta al suo fianco, aveva sistemato una pila di piatti e tazze, in bilico sopra il suo boccale di burrobirra. Attirato dallo spettacolo offerto dalla ragazza, non si era accorto che mancava qualcuno, ma questo particolare non era sfuggito a suo marito.
-E Fred? Non ce l'ha fatta?- Chiese, sedendosi lentamente per cercare di mascherare la fatica.
-Katie si è sentita poco bene stanotte e sono andati al San Mungo per un controllo, sperano di poterci raggiungere più tardi, caro- Gli spiegò Molly, con la piccola Victorie in grembo, creava bolle iridescenti con la bacchetta per far divertire la bambina.
-Niente di grave spero- Domandò Harry allarmato. Molly ridacchiò rispondendo.
-Non preoccuparti, Harry caro, è normale qualche disturbo, così vicino al parto- In effetti Angelina, la moglie di George, anche lei prossima al termine, si accarezzava il pancione con gesti circolari e ansimava pesantemente solo a stare seduta, suo marito, al suo fianco, le massaggiava la schiena per darle sollievo e le faceva aria con un tovagliolo. "Se Harry pensa che mi metta a fare certe sciocchezze, se lo può scordare!"
-Allora, ragazzi, possiamo sapere perché ci avete riunito tutti qui stasera?- Chiese Molly, con il suo consueto tono allegro e materno, non appena ebbero distribuito la deliziosa torta alle fragole. Draco l'aveva fatta preparare appositamente per Harry che ne era ghiotto e, con le nausee che lo affliggevano ogni giorno, sembrava essere l'unica cosa che avesse veramente voglia di mangiare.
Harry cercò la sua mano, prima di alzarsi e dare l'annuncio.
-Sono incinta- Un momento... quella non era la voce di suo marito. -Scusa Harry, ma non ce la facevo più ad aspettare- Si scusò quell'impicciona della Granger.
Harry ricadde sulla sedia.
Come osava quelle ragazzina interromperli così?
Era Harry che doveva rivelare di aspettare un bambino, non lei!
Ma se credeva di poter soffiare impunemente il loro momento si sbagliava di grosso! Lui se lo sarebbe ripreso!
In tanto era scoppiato il caos.
Molly aveva abbandonato la nipotina per correre ad abbracciare Hermione, tutti facevano a gara per porgere le congratulazioni e fare domande, parlandosi addosso l'un l'altro.
La Granger venne ricoperta di attenzioni, persino il cameriere si presentò con un cuscino da sistemare premurosamente dietro la schiena della gestante, per farla stare più comoda, anche se la ragazza aveva ancora la pancia completamente piatta e il fisico snello di sempre. "Non resterà magra a lungo se continua a ingozzarsi a quel modo!"
-Ehi!- Berciò Draco, inascoltato da tutti. Li avrebbe costretti ad ascoltarlo, era suo marito che avrebbe dovuto ricevere tutto quell'affetto! E dov'era il suo cuscino?
-Lascia stare- Gli sussurrò Harry, talmente piano da poter essere udito solo da lui.
-Vuoi che me ne stia zitto mentre si ruba le nostre congratulazioni?- Domandò esterrefatto, non tanto piano.
-Sht!- Lo zittì Harry portandosi il dito indice davanti alla bocca -Non lo ha fatto di proposito, è solo entusiasta, non roviniamole la festa- "Troppo buono!" Suo marito era decisamente troppo buono.
Se fosse dipeso da lui...
Angelina, si era seduta a fianco a Hermione, sfrattando Ron che, stravaccato a metà sulla tavola, sbuffava giocando con gli avanzi della torta nel suo piatto.
Le due ragazze parlavano fitto fra loro, ridendo come condividessero chissà quale segreto, ed ingurgitando grosse cucchiaiate di dolce.
Molly invece stava sgridando suo figlio, raccomandandogli il modo migliore di trattare sua moglie.
-... e ricordati che non deve avere nessuna preoccupazione in questo periodo! NESSUNA! Lo stress nuoce al bambino! Cerca di non essere il solito zuccone, la gravidanza è già tanto difficile così!- Urlò la donna, assestando uno scappellotto al figlio che alzava gli occhi al cielo, infastidito.
Nel frattempo, Hermione e Angelina, chiacchierando e ridacchiando, avevano spazzolato tutti i dolci, compresa praticamente tutta la torta di Harry, ne restava solo una fettina.
Hermione allungò la mano, ma Draco fu più veloce.
-Non credi di averne mangiata a sufficienza, Granger? Ne hai fatte fuori quattro fette!- Un silenzio esterrefatto cadde sui presenti, era quasi peggio di quando le aveva dato della "sanguemarcio".
Almeno all'epoca c'erano stati i suoi amici a prendere le sue parti.
-Sei il solito, Malfoy! Neppure un minimo di tatto- Gli rispose Hermione, acida.
-Tutti uguali voi uomini!- Rincarò la dose Angelina, i capelli che tintinnavano indignati mentre scuoteva la testa -Se i bambini li facessero gli uomini non farebbero che lamentarsi!- Si lagnò lei. "Ma che c'entra adesso?"
-Draco, Hermione deve mangiare per due adesso- Precisò Molly, cercando di riportare la calma.
-Puoi avere la mia fetta, amore, se la vuoi- Si offrì Harry, allungandogli il suo piatto. "Tutta questa situazione è surreale, neanche avessi rubato le cioccorane a un bambino"
-Ma... ma io non la volevo per me!- Rispose Draco, brusco.
Un coro di sospiri sdolcinati accolse la sua esternazione.
Le ragazze lo guardavano con la testa piegata di lato neanche stessero fissando un cucciolo.
-E poi troppi zuccheri fanno male al bambino- Aggiunse Draco tirando il piattino verso di se.
-È vero... l'ho sentito anche io!- Angelina aveva appoggiato la sua versione. Ora Hermione lo fissava con un sorriso smagliante.
-Scusa Draco...- Gli sussurrò. Non poteva crederci! Era praticamente la prima volta che non lo attaccava apertamente, era quasi un miracolo!
Harry gli aveva stampato un bacio sulla guancia, facendolo arrossire, ma Ron lo fissava con astio.
-Ti va sempre bene, Malfoy. Mi tratta come uno straccio da settimane... tu le rubi la torta da sotto il naso e quasi ti ringrazia!- Berciò il rosso guadagnandosi un'occhiataccia da sua moglie e un altro forte scappellotto da sua madre.
-Cosa ho appena finito di dirti, Ronald Weasley?- Lo riprese Molly, le mani sui fianchi e il tono duro di quando sgridava uno dei suoi figli.
-La gravidanza è una fase molto delicata della vita di una donna! Non hai neanche idea di quanto sia difficile aspettare un bambino, tua moglie merita tutta la tua attenzione. Non devi farla agitare! Zuccone testardo che non sei altro!- E terminò assestando un altro colpo dietro la nuca di Ron.
-È inutile, Molly, gli uomini non capiscono quanto sia dura- Rincarò la dose Angelina, massaggiandosi il pancione -Le nausee, le voglie, il caldo! Alle volte mi sembra di andare a fuoco!- Terminò. Molly e Hermione annuivano comprensive.
-Scusa tanto, cara, ma ammetterai che non è facile neanche per noi uomini. O ti sei dimenticata di quella volta che dovevi per forza mangiare i lamponi a febbraio? Mi sono smaterializzato per tutta l'Inghilterra per trovarli, alla fine ho dovuto tirare giù dal letto Walter e farmi autorizzare una passaporta internazionale alle tre del mattino per andare in Kenya a raccoglierti gli stramaledetti lamponi... per fortuna che anche sua moglie aspettava un bambino...- Intervenne Arthur, prendendo la parola per la prima volta. Molly lo guardò storto, ma Ron annuiva energicamente e Fred aggiunse.
-Almeno a febbraio non ti avrà costretto a lanciare decine di incantesimi rinfrescanti, in casa nostra sembra di stare al Polo, devo dormire con la sciarpa... se mi lascia dormire...- Sembrava alquanto depresso, ma era difficile dire se fosse per la mancanza del suo gemello o per il trattamento che gli riservava sua moglie. In ogni caso faceva un certo effetto vederlo così serio.
-Dammi retta, Fred, ti è andata di lusso che non siano due gemelli. Quando tua madre era incinta di te e tuo fratello, mi ha costretto a dormire sul divano per due mesi! Si era convinta, non si sa bene per quale ragione, che io avessi in corso una specie di flirt con un'altra donna e non voleva saperne di essere ragionevole- Molly esibiva un'espressione costernata.
-Andiamo Arthur, ti ho chiesto scusa per quella storia e poi è successo quasi trent'anni fa!- Si giustificò lei, come se quello ponesse fine alle discussioni.
-Però cara, ammetterai che costringermi a dipingere tutta la camera di Ginny di rosa, senza usare la magia, è stato proprio un capriccio. Cosa mi avevi detto? 'Così possiamo sentirla più nostra', o sbaglio?- Aggiunse il signor Weasley, Draco cominciava ad avere un quadro piuttosto chiaro del suo immediato futuro, anche se, doveva ammettere che Harry non si comportava neanche lontanamente in quel modo.
Anzi, sembrava sempre che volesse dimostrargli di potersela cavare da solo. Magari non si sentiva tanto male come le ragazze.
Lo guardò un istante, Harry sembrava senza fiato, sfinito e sofferente, come se il solo restare seduto gli costasse una gran fatica e continuava a spostare la cintura dei pantaloni sulla pancia per cercare un punto in cui non gli facesse male.
Gli appoggiò la mano sulla schiena, muovendola su e giù per cercare di dargli un po' di conforto e lo sentì irrigidirsi. "Che succede? Non ha mai fatto così"
-Grazie, Draco, ma... non è necessario... ce la faccio, non preoccuparti- Ecco, ancora quella frase, quante volte l'aveva sentita? Eppure cominciava a credere che non fosse affatto così.
Nel frattempo, anche se lui non ci faceva più attenzione, la discussione era continuata ed in quel momento Arthur Weasley stava raccontando alcuni divertenti aneddoti delle gravidanze di sua moglie, quando un patronus entrò trottando attraverso la finestra e si sedette serafico sulla tavola, proprio sopra i canapè.
Era una splendida volpe argentea, dall'aria furba, tutti fissarono George.
-Che c'è? Non è il mio!- Sentenziò, innocentemente.
-Non sono George, insomma!- Si lamentò il patronus, -Sono Fred, andiamo ragazzi! Katie ha avuto il bambino, siamo al San Mungo- E poi scomparve in una nebbia lucente.
Tutta la tavolata fu pervasa da un secondo di silenzio scioccato, poi tutti cominciarono a parlare contemporaneamente.
Molly urlava frasi sconclusionate, George si lamentava con sua moglie, la Granger abbaiava ordini a destra e a manca, Lupin cercava di riacchiappare Teddy che strisciava sotto al tavolo e Hagrid batteva le mani come una ragazzina contenta, la piccola Victorie, spaventata dalla confusione urlava a pieni polmoni.
Nel mezzo di tutto quel caos infernale, il suo Harry, dolce come un cucciolo di snaso, gli aveva preso la mano sorridendo e, avvicinandosi al suo viso gli aveva sussurrato.
-Andiamo?- Così, semplicemente, come se per lui dovesse essere assolutamente lampante.
-Do... dove dovremmo andare?- Chiese Draco, tentennando sconvolto.
-Al San Mungo, da Katie e Fred, non vuoi vedere il bambino?- Gli rispose Harry, serafico e completamente padrone di sé, era un'oasi di tranquillità in quel mare di confusione.
Draco annuì, sicuro che qualsiasi risposta sarebbe stata inghiottita dal rumore che li circondava e afferrò la mano che Harry gli stava porgendo per smaterializzarli entrambi nella hall del San Mungo. Sfortunatamente la loro fuga a non passò inosservata, e in un batter d'occhio si trovarono circondati dai loro amici, tutta la chiassosa compagnia.
Si stiparono nel corridoio davanti alla stanza della puerpera, un'infermiera dallo sguardo severo li fece entrare a piccoli gruppi. George e sua moglie, naturalmente, erano stati i primi ad entrare, assieme a Ron ed Hermione.
La Granger si era acquartierata nella stanza di Katie, rifiutandosi di uscire, e nessuno le diceva nulla solo perché era incinta.
Dannata Granger!
Quanto avrebbe voluto sbatterle in faccia la gravidanza di Harry. Ma suo marito era buono, fin troppo buono! "Se fossi io quello incinto..." un brivido gli corse lungo la piena e inorridì senza avere il coraggio neppure di finire la frase, guardando il suo Harry.
Il ragazzo era pallido e piccole gocce di sudore gli imperlavano la fronte e le tempie. Ondeggiava leggermente a tratti persino tremava per lo sforzo di restare in piedi. Sembrava soffrire molto.
-Ti senti... va tutto bene?- Gli sussurrò, il tono ancora un po' scontroso, ma Harry non ci fece caso, gli sorrise, quel sorriso radioso che gli illuminava gli occhi.
-Grazie Draco... va tutto bene, non... non devi preoccuparti... me la cavo- Gli rispose, e stavolta era evidente che non era affatto così.
Draco si trovò a pensare a tutte le volte che Harry gli aveva detto quelle stesse parole nell'ultimo mese e quante volte Draco aveva reagito con stizza, anche in quel momento il suo compagno lo scrutava con ansia, come avesse timore di irritarlo.
-Sono stato proprio stronzo, negli ultimi tempi?- Gli chiese, passandogli un braccio attorno alla vita per sostenerlo. Harry sospirò di sollievo mentre gli appoggiava la fronte alla spalla.
Draco gli aveva accarezzato dolcemente la schiena ed aveva sentito Harry rilassarsi completamente fra le sue braccia.
-Scusa- Gli aveva mormorato ad un orecchio.
-Non importa, amore. Lo so che non è stato facile neanche per te, hai dovuto cambiare tutta la tua vita e tutte le tue abitudini per prenderti cura di me. Lo capisco se sei un po' arrabbiato- Lo aveva perdonato subito, anche se Draco sapeva di essersi comportato proprio come un bambino viziato.
-Volete entrare voi ora?- Chiese loro l'infermiera, con un cipiglio talmente severo che sembrava impossibile disobbedire. Resistendo alla tentazione di scattare sull'attenti Draco scortò a suo marito nella stanza dove Katy, palesemente esausta, li accolse sorridente, semi seduta su una enorme pila di cuscini. La Granger, seduta su una poltrona, stringeva al petto il bambino. Un affarino minuscolo, avvolto in una copertina azzurra talmente enorme che pareva fagocitarlo. L'unica cosa che si scorgeva era il microscopico visino, non più grande di un paio di pollici, ma già così simile a quello di suo padre. La ragazza lo cullava, e il piccino produceva adorabili versetti.
Draco non riusciva proprio capire come un esserino tanto microscopico potesse mandare tutti quanti fuori di testa. Ma voltandosi verso Harry si era reso conto che l'attenzione del compagno era tutta per il neonato.
Lo guardava con un misto di tenerezza e bramosia.
-È bellissimo Katie- La voce carica d'emozione, gli occhi che sfarfallavano per ricacciare le lacrime.
Com'era bello e fragile in quel momento.
Era palese che morisse dalla voglia di prendere in braccio il bambino... ma come convincere quella piovra della Granger a rilasciare l'ostaggio?
-Hermione, Angelina chiedeva di te... sai, aveva una faccia... secondo me sta entrando in travaglio anche lei- Si trovò a dirle. Harry lo fissava esterrefatto, ma Katie si lasciò andare ad un lungo sospiro di sollievo.
-Grazie a Merlino! Avevo paura che Fred e George non mi avrebbero mai perdonato per aver fatto nascere il piccolo George Junior troppo presto!- Fred scoppio a ridere, mentre la Granger, messa in allarme, cercava di rifilare il fagottino a suo marito che lo fissava inorridito.
-Dallo a me, Hermione- Harry, le braccia tese verso il bambino, gli aveva lanciato un'occhiata di fuoco, ma si era ben guardato dal rivelare la sua piccola bugia alla ragazza, preferendo invece prendere la pluffa (o il bambino) al balzo.
Adorava quando suo marito lasciava trasparire quel pizzico di Serpeverde che nascondeva sotto tutta quelli ingombrante armatura rosso-oro che ne faceva il suo cavaliere.
Mentre Hermione correva fuori dalla stanza si era voltato verso suo marito con un sorriso complice, ma Harry non lo vedeva più, completamente assorto nella venerazione estatica del piccolo, che ammirava totalmente assorto e innamorato.
Lo stringeva dolcemente al petto, alto, sopra la pancia nascosta dal suo incantesimo e non si perdeva una sola smorfia o un versetto.
"Chissà come sarà con il nostro bambino?".
Draco non avrebbe saputo spiegarsi cosa sentisse in quel momento, ma era un'emozione tanto forte che rischiava di fargli esplodere il cuore.
-Amore, vieni, siediti- Lo chiamò, premendo dolcemente sulla sua schiena per farlo avvicinare alla poltrona, ma, all'ultimo minuto, si era seduto al suo posto, facendo accomodare Harry sulle sue ginocchia, il bambino fra di loro.
-È bellissimo, Draco. Guardalo- La voce di suo marito tremava dall'emozione. Ma prima che avesse modo di rispondere un turbine di rabbia rientrò nella stanza.
-DRACO MALFOY! COME HAI POTUTO... oh Merlino come siete carini!- Urlò la ragazza, entrando in stanza con un diavolo per capello, ma mutando completamente atteggiamento, vedendoli così dolci e abbracciati.
Gli ormoni della gravidanza dovevano averla già fatta impazzire, e i cambi d'umore ne erano la prova, però, per la seconda volta, quella sera, se l'era cavata e questo gli andava più che bene, grazie tante.
Nella sua tasca, un piccolo, piccolissimo amico, gli ricordava senza parole che presto, fin troppo presto, si sarebbe trovato nella stessa situazione, ma il visino che avrebbe visto spuntare dalla coperta sarebbe stato uguale al suo.
Draco rabbrividì ma non era più tanto sicuro che fosse una cosa spiacevole... nel frattempo si sarebbe accontentato di scopare suo marito fino a farlo urlare.
Non era una prospettiva spiacevole, dopotutto.
"Forse potrei preparare un afrodisiaco che mi aiuti a tenere i suoi ritmi, non è difficile"
Il piccolo Teddy Bear sarebbe stato testimone di molto momenti imbarazzanti! "Dovrò procurargli una benda, chissà se le fanno della sua misura?"
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