
Sette mesi all'alba 2
Dormirono abbracciati, come non accadeva più da tempo.
Al suo risveglio Draco si ritrovò da solo, Harry era sgattaiolato via mentre dormiva. Si sorprese a sorridere sollevato: finalmente uno scampolo di normalità.
Sul cuscino riposava una rosa rossa dal lungo stelo, accompagnata da un bigliettino:
"Stasera mi aspetto il bis.
Ti amo.
Harry"
Gli erano mancati i biglietti dolci di Harry, non ne riceveva uno da quando aveva smesso di lavorare nelle cucine di Hogwarts. Si stiracchiò pigramente, prometteva di essere una splendida giornata.
Tanto per cominciare in bellezza, si sarebbe concesso una grandiosa sega! Visto che suo marito non era lì ad accontentarlo avrebbe fatto da solo.
Si accarezzò lentamente il petto, i capezzoli lo attiravano come miele e lui ci si attaccò con forza, strizzandoli e torcendoli fino a farsi quasi male.
-Oh! Sì!- Ansimò, sgroppando con il bacino per cercare un po' di frizione contro i boxer, mentre i capezzoli si inturgidivano.
Adorava la carezza della seta sul suo pene duro.
Quando sul suo petto svettarono due bottoncini di carne duri come marmo, lasciò scivolare una mano lungo l'addome, a giocare con l'elastico dei boxer, mentre l'altra apriva frettolosamente il comodino e cercava a tentoni il suo vibratore, era una vita che non lo usava ma non fu necessaria una lunga ricerca, Harry lo aveva quasi consumato negli ultimi mesi ed era proprio sopra a tutto, a portata di mano.
Lo trovò subito e lo posò sul letto per andare alla ricerca a del lubrificante, ma cambiò immediatamente idea, infilarselo dentro asciutto gli avrebbe fatto provare quel pizzico di dolore che rendeva tutto più eccitante.
Si infilò la mano nei boxer, mentre con l'altra posizionava la testa del plug contro il suo buco serrato.
Evitò persino di dilatare i muscoli con le dita, voleva sentire tutto.
Chiuse gli occhi e si concentrò su quello che gli aveva fatto Harry qualche settimana prima, quando lo aveva violato con il pestello del suo mortaio.
Quel coso duro che lo apriva era stato talmente eccitante da salire subito in vetta alle sue fantasie masturbatorie.
-Sì, Harry! Sbattimelo dentro- Ansimò incurvando la schiena e forzando il vibratore ad entrare nel suo ano.
Una stilla di dolore gli corse lungo i nervi, ma servì solo a farlo eccitare maggiormente.
L'intrusione non era affatto sufficiente per soddisfarlo, così afferrò la base del vibratore e lo fece ruotate per costringere il proprio canale ad accettarne sempre più.
Solo quando se lo sentì tutto dentro, con i muscoli anali dilatati che stringevano cercando di espellere l'intrusione, si decise ad accenderlo regolando la vibrazione in modo che gli desse stoccate rapide e veloci.
Afferrò il pene, ancora coperto dalla biancheria e cominciò a spingersi con impeto contro la propria mano, ad ogni affondo stringeva le natiche e avvertiva la vibrazione esplodergli in profondità martellando la prostata in un delirio dei sensi.
Non era elegante, ne sensuale, ma lui era solo e si muoveva per sé stesso inseguendo il suo piacere.
Cercò di farlo durare il più possibile ma l'assalto era troppo intenso e dopo poche spinte, si abbandonò ad un orgasmo totalizzante.
-Sì! Harry! Così!- Ansimò, sporcandosi la mano e la biancheria di caldi schizzi biancastri.
-Cazzo! Ho fatto un bel pasticcio- Gli eleganti boxer di seta erano tutti impiastricciati di seme. -Dannazione! Questa roba non viene via con gli incantesimi di pulizia- Soprattutto sulla seta! Avrebbe dovuto lavarli a mano!
Ma era stato un orgasmo grandioso! "Ne è valsa la pena" Fuori dalla finestra il sole brillava allegro, rallegrando anche lui.
Sì, era decisamente una splendida giornata e lui se la sarebbe presa comoda. Per prima cosa si sarebbe concesso di poltrire a letto per un'altra ora... o due...
Poi un patronus attraversò la parete della sua camera atterrando sul suo letto.
Era un piccolo Jack Russell "Weasley?" Pensò subito allarmato.
Infatti il cagnolino parlò con la voce di Ron.
-Harry ha avuto un malore durante un'incursione. Lo hanno portato al San Mungo. Ti raggiungo appena ho finito di fare il culo ai cattivi- E si era dissolto.
In un lampo Draco saltò in piedi ed entrò nel camino.
Altrettanto velocemente ne uscì.
-Non è una buona idea presentarsi in boxer... mi ricoverano a fianco ad Alloc!- Disse a se stesso afferrando la prima cosa che si trovò in mano ed infilando una gamba dei pantaloni. Per qualche ragione, dire le cose ad alta voce pareva avere un effetto calmante. -Adesso la camicia... ma che cazzo faccio! Meglio una maglietta- Decise, dopo aver provato ad allacciare il primo bottone con le mani che tremavano. Poi si prese la testa fra le mani. -Sta bene... non è niente di grave. Lui STA BENE!- Urlò alla stanza vuota, solo un tonfo gli rispose, qualcosa era caduto dentro l'armadio e l'anta si era aperta appena.
-Sei preoccupato anche tu?- Chiese all'orsetto che faceva capolino. -Vuoi venire con me?- E rimpicciolendolo se lo infilò in tasca senza pensarci troppo, prima di entrare nel camino.
Con i pantaloni classici tutti stropicciati, una maglietta troppo corta e troppo larga di Harry e le pantofole, non sembrava certo meno pazzo, ma almeno era coperto!
Anche se questo non aveva impedito all'infermiera di guardarlo dall'alto in basso con un'espressione perplessa.
-Il signor Potter è stato ricoverato per un malore, signor... Malfoy-Potter. Dalla cartella clinica non risulta alcuna ferita né lesione da incantesimo- Berciò la donna con la sua fastidiosa voce nasale "Io Weasley lo ammazzo!" Sta a vedere che si era quasi fatto venire un infarto per nulla.
-Comunque, il signor Potter si sta rivestendo, poi potrà vederlo.- E se ne era andata. Certo, in sei anni di matrimonio lui non aveva mai visto suo marito rivestirsi... aveva senso farlo aspettare in un corridoio affollato dove tutti lo fissavano straniti, che Harry fosse presentabile.
Si sedette di malagrazia su una scomoda seggiolina, incrociando le braccia e sbuffando infastidito.
I boxer gli si incollavano fastidiosamente all'inguine.
Almeno Harry non era ferito, era già qualcosa.
-È lei il signor Malfoy-Potter?- Si voltò immediatamente.
La voce apparteneva a un uomo di quarant'anni circa, alto, muscoloso, lunghi capelli neri che gli arrivavano fino a oltre le spalle. Lo sconosciuto gli venne incontro porgendogli la mano.
Indossava un lungo camice bianco da medimago ed in mano reggeva un incartamento con il nome di suo marito scarabocchiato sulla pagina iniziale, in bella vista.
-Sono il guaritore Smirne, se vuole seguirmi, l'accompagno da suo marito- Aveva fatto strada, fino a uno studio medico, proprio in fondo al corridoio.
L'arredamento era scarno e funzionale. Solo una scrivania con due seggioline poste di fronte, in un angolo un lettino per le visite e un armadietto alto e stretto che conteneva varie fialette di pozioni curative di diverso genere.
Su una delle seggiole Harry lo aspettava, sembrava pallido, ma lo era sempre in quel periodo.
Nessun altro segno di sofferenza visibile, pareva stare bene.
Non appena lo vide gli sorrise.
-Mi spiace averti fatto preoccupare tesoro. Ma davvero non è successo nulla di grave, ho solo avuto un mancamento. Non era proprio necessario allarmare tutti quanti- Si schernì, gli occhi bassi fissi sul tappeto, mentre Draco si sedeva al suo fianco.
Il medimago aveva preso posto dall'altro lato della scrivania, e sfogliava la cartella clinica di Harry.
-Se permette signor Potter, io non sono per niente d'accordo con lei- Entrambi si erano voltati di scatto.
Cosa volevano dire quelle parole? Harry era malato? Lui se lo sentiva che qualcosa non andava, erano settimane che era in pensiero per la salute di suo marito. Allungò una mano per stringere quella di Harry e lui ci si aggrappò con forza.
-Che significa dottore? Cosa... avete trovato... qualcosa di grave?- Chiese Harry, lui non aveva il coraggio di parlare.
Il guaritore sembrava incerto, continuava a guardare i fogli girandoli e rigirandoli, quasi non fosse sicuro del verso in cui dovevano essere letti e si spianava le rughe sulla fronte con le dita di una mano.
-Qualcosa di grave... non direi... non necessariamente... più che altro insolito... potremmo tranquillamente affermare che la sua condizione, signor Potter, è assolutamente unica- Harry si era voltato verso di lui in cerca di spiegazioni, ma lui non ne aveva.
-Guaritore Smirne, che cos'ha mio marito? In cosa consiste questa condizione "unica"?- L'uomo aveva sollevato su di loro uno sguardo perso.
-Vede signor Potter... Ecco lei è... Lo so che sembrerà impossibile, ma vi assicuro che abbiamo ripetuto gli incantesimi diagnostici più e più volte... non è possibile che abbiamo sbagliato... signor Potter lei è incinto- "COSA?" Pensò Draco.
-COSA?- Gli fece eco Harry, poi si voltò verso di lui, con l'espressione più felice del mondo dipinta sul viso. -Amore ce l'hai fatta!- "Cosa? No no no no no! Non è possibile! Non sono stato io... Non ho fatto niente... ma... aspetta.... e se..."
Finalmente tutto trovava un senso... la fialetta scomparsa, il comportamento di Harry da quel primo crollo, il giorno del suo compleanno, tutte le stranezze che ne erano seguite.
-Ecco che fine ha fatto quella provetta!- Sibilò criptico, mentre tutti i pezzi andavano al loro posto. -Ma come hai fatto a... Severus! Certo! Non può essere che lui!- Berciò cattivo. Ora il comportamento del suo padrino acquistava tutto un altro significato.
Quel suo insistere sulla perfezione della pozione, lo scomparire per giorni.
-Harry, ti ricordi il giorno del tuo compleanno? Hai per caso preso una pozione dal mio laboratorio?- Chiese, sia Harry che il medimago lo guardavano come fosse pazzo.
-Io non mi ricordo, Draco... aspetta, ora che ci penso... avevo mal di testa...-
-E sei andato nel mio laboratorio, dove hai trovato Severus che ti ha fatto prendere una fialetta- Lo interruppe lui. Harry annuì. -Una fialetta azzurra, senza etichetta, che stava sul secondo ripiano dello scaffale in fondo- Proseguì.
-Mi sembra di sì, ma cosa c'entra? Non vorrai dirmi che Piton mi ha fatto prendere la tua pozione... e senza neppure consultarti?- Chiese Harry esterrefatto.
-Proprio così! Adesso ho capito quello che è successo!- Il medimago lo guardava stranito, Harry gli rivolse il suo sguardo di rimprovero.
-A quanto pare la sua ricerca ha dato buoni frutti, signor Malfoy. Nell'articolo uscito il mese scorso su "Pozionista Oggi" avevo letto che le ci sarebbero voluti ancora anni, invece sembra che si sbagliasse, anche se sarebbe stato meglio attendere di avere l'approvazione del Wizzengamut prima di sperimentarla su suo marito. Adesso però dovete ascoltarmi attentamente.- Intervenne il guaritore, cercando di catturare la loro attenzione. -Questa gravidanza è veramente straordinaria e non sarà semplice, le vostre vite dovranno subire molti cambiamenti. Per prima cosa, signor Potter, riposo assoluto, per tutto il resto della gravidanza e si scordi di fare magie: consumano troppa energia e potrebbero nuocere al bambino- Proseguì l'uomo, passando con lo sguardo da lui a Harry e viceversa.
Draco lo ascoltava appena.
L'unica cosa che voleva era andare a casa e trovare un modo per uccidere un pozionista morto.
Ma prima si sarebbe cambiato le mutande, decisamente!
-Ma io devo lavorare, guaritore, non esistono congedi per maternità per gli uomini, e senza stipendio...- Si lamentò il suo Harry. Il suo responsabile assennato Grifondoro che si preoccupava per la loro situazione economica! Draco avvertì uno slancio d'affetto per suo marito, avrebbe tanto voluto abbracciarlo.
-Ma che dice, signor Potter! Suo marito è probabilmente il pozionista... anzi, mi scusi, l'alchimista può brillante dell'ultimo secolo! Non avrà problemi a mantenere entrambi, le sue pozioni andranno a ruba, non appena la notizia sarà di dominio pubblico- "Cosa?" Draco fissò l'uomo con uno sguardo perso. "Cosa dovrei fare io? No no no! Non ci siamo capiti! Io non sono proprio in grado di prendermi cura di Harry! È lui che si prende cura di me!"
Tuttavia non una di queste parole venne pronunciata dalle sue labbra. Draco si limitò a sorridere imbarazzato, annuendo come uno sciocco. Harry lo fissava speranzoso e gli strinse maggiormente la mano.
-Ce la faremo, non preoccuparti!- Gli mormorò. La faceva facile lui! Ma era Draco che avrebbe dovuto rivoluzionare tutta la sua vita! Cosa doveva fare?
Draco si infilò una mano in tasca, in cerca di un amico. Il piccolo Teddy Bear era morbido e confortante fra le sue dita, ma lui avrebbe tanto voluto farlo tornare alla dimensione normale e stringerlo.
"Adesso che faccio amico mio? Mi sono cacciato in un bel pasticcio!" Chiese mentalmente all'orsetto, anche senza guardarlo poteva sentirlo gongolare nella sua tasca. "Ma certo! A te interessa solo che arriverà un nuovo amico con cui giocare!"