No sex. It's a boy!

Harry Potter - J. K. Rowling
M/M
G
No sex. It's a boy!
Summary
Secondo sequel di "No sex. We are english" continuano le avventure/disavventure della coppietta più adorabile del mondo. Tanti nuovi amici, tante sorprese e tanto tanto sesso.Veramente tanto sesso, non sto scherzando... e non solo dolce sesso "vaniglia" quindi... ritenetevi avvisati...Attenzione: rischiate di non capirci molto se prima non leggete almeno "No sex. We are english!"
Note
Buon venerdì meravigliose persone che leggete e commentate, lo so che aspettavate questa storia con ansia, ma lasciatemi dire un paio di cosine prima di cominciare a leggere. Questa è una MPREG in tutto e per tutto, se non vi piace genere per favore non leggete, perché non farò sconti! Dal concepimento al parto nove lunghissimi mesi di sesso sfrenato e sempre più spinto, siatene consapevoli! Detto questo se ve la sentite, buona lettura e come sempre grazie alla fantastica GiadaSacchetti per la beta e grazie a Krystarka per la copertina.
All Chapters Forward

Sette mesi all'alba 1

Sembri distratto, tesoro. C'è qualcosa che ti preoccupa?- Narcissa Malfoy sei anni dopo la battaglia di Hogwarts era ancora la donna più bella che avesse mai visto. Ma d'altronde,  quale figlio non lo penserebbe della propria madre.
-No maman, sono solo un po' preso con il lavoro- Il gazebo sotto il quale stavano prendendo il tè era ricoperto da un glicine in fiore. I grappoli lilla effondevano il loro profumo dolce e persistente, richiamando le api il cui ronzare faceva da sottofondo musicale. Le foglie  mosse dal vento di fine settembre, permettevano a radi raggi di sole di passarvi attraverso, andando ad illuminare il viso della donna e i suoi capelli chiari che sembravano d'oro puro.
-Sicuro che non ci sia nulla che vuoi confessarmi, qualcosa per cui potrei darti consiglio?- Proseguì lei, sorseggiando elegantemente la sua bevanda.

Andava a trovarla almeno un pomeriggio a settimana, sempre da solo, ufficialmente perché Harry era impegnato con il lavoro. Ufficiosamente... per quanto amasse sua madre non avrebbe permesso che suo marito fosse costretto a passare al Manor un istante più del necessario.
-Sai Draco, quando si sta assieme da tanto tempo, è normale che non si vada sempre d'accordo. La luna di miele non dura per sempre.- Rieccola con il solito discorso!
La sua "luna di miele", come la definiva sua madre, durava ormai da sei anni.
Lui e suo marito avevano avuto le loro difficoltà, ma le avevano superate restando uniti e il loro amore era forte come il primo giorno, forse ancora di più.
-Maman, non c'è nulla che non vada fra me ed Harry. E poi, noi non "stiamo insieme", siamo sposati, né abbiamo già parlato- Replicò, sua madre accolse la precisazione con il solito lezioso gesto della mano.

-Allora è per i soldi? Se siete in difficoltà io potrei...-
-NO!- Urlò, interrompendola. Narcissa sussultò ed alcune gocce di tè sfuggito  dalla tazza, le macchiarono la veste chiara. Immediatamente la donna si precipitò ad asciugarle con il tovagliolo. -Mi spiace, non volevo essere brusco, ma sai come la penso  ed Harry è d'accordo con me- Sua madre insisteva sempre affinché accettassero il suo aiuto economico, ma quando, sei anni prima aveva scelto di sposare Harry, aveva anche deciso di rinunciare alle idee e alle convinzioni che gli erano state trasmesse dai suoi genitori. Accettare i loro soldi lo avrebbero fatto sentire un ipocrita.
Poi, all'epoca la camera blindata di Harry straripava di galeoni e non sembrava avere molta importanza.

-Come vuoi caro, ma voglio solo che tu sappia che hai questa possibilità,  per qualsiasi evenienza. Devi solo chiedere- Aggiunse sua madre, premurosa -E non ti preoccupare della veste, è uno straccetto- La veste, nuovissima, in seta di ragno, a lui sembrava molto più costosa di quanto sua madre volesse fargli credere. "Ci pagherei l'affitto per un anno, o giù di lì".
La macchia non se ne sarebbe mai andata.
Ma non aveva voglia di litigare anche per quello, e poi, in fondo sua madre aveva ragione.
La loro situazione economica era a dir poco preoccupante.

Quando avevano deciso di cambiare casa, poco dopo che Draco si era diplomato, avevano deciso di dare la priorità al suo laboratorio.
Harry era entusiasta, voleva solo il meglio per lui, avevano passato giorni incredibili immersi in cataloghi di calderoni e dépliant di locali.
Alla fine avevano preso in affitto un appartamento in un adorabile condominio a pochi passi da Diagon Alley.
Una zona in pieno sviluppo, molti giovani maghi ci si trasferivano, e all'ultimo piano dello stabile c'era un attico favoloso su cui Draco aveva messo gli occhi.

Ma Harry sembrava essere posseduto da qualche demone dello shopping.
Non faceva altro che acquistare materiale per il laboratorio, tutte le apparecchiature migliori, i materiali più rari, più costosi... a Draco girava la testa, ma era affascinato dal modo in cui Harry lo viziava e poi... non era ancora molto pratico nel gestire il denaro, all'epoca...
Quando si era reso conto che Harry stava dando fondo alla sua camera blindata erano quasi al verde.
La discussione che ne era scaturita era scolpita nella sua mente.
Si era sentito tradito, come se tutto il suo mondo gli fosse nuovamente crollato attorno.

-Cosa faremo Harry? Come vivremo?- Draco, le lacrime agli occhi, camminava nervosamente avanti e indietro, mentre Harry, seduto sul divano del salotto lo guardava sorridendo.
-Tesoro, calmati, non siamo in bancarotta, ho ancora un bel po' di galeoni in banca e poi ho il mio lavoro, posso tranquillamente mantenere entrambi- Sembrava così tranquillo che anche lui si tranquillizzò.
-Allora lavorerò anche io!- Dichiarò senza mezzi termini -Non ti permetterò di fare tutto da solo- Harry si rabbuiò.
-No, Draco, non esiste. Tu devi occuparti di di distillare La Pozione- La Pozione, con la "P" maiuscola, la speranza di poter avere una famiglia. Fu in quel momento che Draco capì quanto contasse per Harry.
-Va bene, mi impegnerò al massimo e vedrai che ci vorranno un paio di mesi, al massimo- Gli rispose, prendendolo per mano.

I due mesi iniziali diventarono anni, Draco si arenò. Poi, una sera d'inverno, un paio d'anni prima Harry si presentò con un pacchetto incartato. Quando Draco stracciò la carta da regalo il ritratto del suo padrino fece capolino, inveendo contro i Grifondoro impulsivi e romantici.
Fu allora che cominciarono i veri progressi.
E adesso Draco ci era così vicino...

-Tesoro, ti sei perso ancora nei tuoi pensieri?- Sua madre lo fissava comprensiva, la tazza di tè ormai gelido, intoccata sul tavolino.
-Scusa maman, oggi non riesco a restare concentrato, continuo a pensare al lavoro- Le confessò, sperando che lei capisse.
Narcissa gli sorrise.
-A quanto pare è arrivato il momento di salutarci. Ci vediamo la prossima settimana?- Gli chiese dolcemente sporgendosi per prendergli una mano.
-Certamente maman- Le rispose alzandosi.

.................

-Finalmente sei arrivato!- Lo aggredì Harry non appena ebbe varcato la soglia del loro appartamento. Aveva una faccia scura e la voce strozzata di quando era fuori dai gangheri. "Che bella accoglienza"
-Harry, ma che ci fai qui? È successo qualcosa al lavoro?- Chiese, era preoccupato, mancavano ancora diverse ore alla fine del suo turno, non avrebbe dovuto trovarsi lì ma soprattutto non avrebbe dovuto essere tanto infuriato.
E, all'improvviso, Harry mutò d'umore.

Da furioso che era Harry divenne incerto, quasi timido.
Era strano e destabilizzante ma succedeva sempre più spesso e Draco non sapeva proprio che pensare.
-Io... avevo così bisogno di vederti... ho staccato un po' prima, volevo stare con te, ma tu non c'eri- Il suo sguardo vagava sul tappeto dell'ingresso, se ne stava lì in piedi, le spalle curve, torcendosi nervosamente le mani.
Quello non era l'uomo che aveva sposato.
-Harry- Lo chiamò e il ragazzo sollevò un paio di occhioni verdi e tremanti, resi liquidi dalle lacrime.
-Perché non c'eri Draco? Dove sei andato?- La voce supplichevole e piagnucolosa non era affatto quella del suo uomo, era successo qualcosa a suo marito, qualcosa che lo aveva cambiato profondamente e lui doveva scoprirlo!
Ma prima doveva consolare quell'ammasso tremolante di insicurezze che era diventato il suo forte cavaliere in armatura scintillante.

Si avvicinò e lo prese fra le braccia. Harry gli appoggiò la fronte al petto, sciogliendosi nel suo abbraccio, sentiva i muscoli rilassarsi e il respiro tornare regolare.
-È giovedì, tesoro- Gli ricordò, un sussurro dolce al suo orecchio.
-Certo! Che stupido sono, eri da tua madre-  "Ci sei arrivato, era ora" Alle volte non era facile avere a che fare con il suo grosso grifone emotivo. Harry gli si strinse di più addosso, in cerca di conforto.
Dovevano assolutamente parlare di quella cosa, era Draco quello incasinato e insicuro tra loro due!
Harry doveva tornare ad essere il suo punto fermo, il suo uomo razionale e forte che lo tirava fuori dai casini e metteva a tacere le mille paranoie che lui si faceva con poche parole e un sorriso.

Anche se doveva ammettere che, Harry era adorabile così dolce e vulnerabile, gli faceva tenerezza e poi era bello essere quello che consola... di tanto in tanto.
Rifletteva, accarezzando la schiena di Harry con lenti movimenti circolari.
Suo marito sospirò rumorosamente mentre si rilassava e le sue mani finirono dalle natiche di Draco.
-Mi sei mancato, sai?- Gli sussurrò, sfregandogli il naso sulla clavicola e poi sul collo. Harry depositò alcuni baci umidi sulla pelle liscia alla base del suo collo, prima di prendere un lembo di pelle fra le labbra e succhiare. Draco sentiva la lingua del suo amante sfiorarlo timidamente mentre le labbra giocavano con la sua pelle.
"Non mi faceva un succhiotto da anni" Pensava, divertito, cercando di frenare suo marito che pareva intenzionato a lasciargli un bel livido.
-Harry... non possiamo. Avevamo deciso di frenare un po' con il sesso fino a quando non ti fossi sentito meglio. E poi, con la pozione che stai prendendo non ci riusciresti comunque- Dopo aver parlato con Ron, Draco si era reso conto che Harry non stava bene e aveva cercato di porvi rimedio.
Sembrava solo molto stanco, così aveva creato per suo marito una serie di pozioni che lo aiutassero a riposare meglio e che limitassero la sua libido, visto che il sesso sembrava assorbire tutte le sue energie.
Fino a quel momento, sembravano funzionare abbastanza bene, Harry si era ripreso e pareva essere più in forma.
Eppure...

-Non ho preso la pozione, non la prendo da due settimane Draco. Mi fa stare male e poi... non funziona- Piagnucolò Harry.
-Che significa che non funziona?- Chiese, lui allarmato.
-Mi impedisce di diventare duro, ma non di sentire un disperato bisogno di te. Draco io non ci riesco! Non voglio smettere di fare l'amore con mio marito e neanche frenarmi!- Gli rispose Harry, allontanandosi di pochi centimetri appena, solo per riuscire a guardarlo in viso.
-Harry, è per la tua salute...- Tentò lui, ma Harry, cambiando nuovamente umore, si scostò di scatto, il viso teso e nervoso.
-Per la mia salute dici? All'improvviso tutti sanno cosa è meglio e tu ti metti a complottare con i miei amici. I MIEI amici! Decidete cosa è meglio per me senza neanche consultarmi, senza chiedermi cosa voglio?- Gli urlò contro, spingendolo via.
Drago finì contro la porta che si era appena chiuso dietro le spalle.

-Si può sapere di che parli Harry?- Draco non riusciva a credere che quello fosse suo marito, come poteva guardarlo con tanto odio quando lui si preoccupava solamente della sua salute?
-Credi che non ti abbia sentito parlare con Ron? Hai pensato che avresti potuto chiedere a me come mi sentivo? Di cosa avevo bisogno?- Harry urlava sempre più forte ed aveva il viso stravolto dalla rabbia, davvero non sembrava proprio più lui e Draco adesso era veramente preoccupato.

-Va bene- Tentò di blandirlo, di farlo tornare calmo -Allora te lo chiedo adesso, di che cosa hai bisogno?- Gli occhi di Harry si riempiono di lacrime.
Lacrime di rabbia.
Lacrime di frustrazione.
-Ho bisogno di te- Gli rispose, voltandosi e infilandosi nella loro camera da letto chiudendo la porta dietro di sé.

Draco fece per raggiungerlo, non poteva permettere che Harry scappasse via da lui a questo modo, non con così tanta rabbia, non con così tanto dolore.
Ma passando di fronte alla cucina qualcosa attrasse la sua attenzione.
Il frigorifero era spalancato e completamente vuoto.
Stoviglie sporche abbandonate su ogni ripiano, con rimasugli di cibo mezzo consumato. Pacchetti di patatine aperti e mangiati per metà, il contenuto rovesciato sul pavimento a fianco a briciole di biscotti e pezzetti di fragole, il tutto inondato di senape e ketchup, i cui vasetti mezzi vuoti facevano compagnia a quello che era un enorme vaso di cetriolini sottaceto che era pieno quando lui era uscito, appena un paio d'ore prima.
Senza ombra di dubbio quello era un grido d'aiuto.

Bussò piano alla porta della loro camera.
-Harry, tesoro, posso entrare?- Chiese il più dolcemente possibile. Da dentro la camera sentiva Harry tirare su col naso. Lentamente girò la maniglia e scostò la porta di pochi centimetri. -Amore, voglio solo parlare...- Ed entrò nella stanza, trovandola... deserta, "Dov'è andato? Non può essersi smaterializzato, avrei sentito lo schiocco".
L'anta dell'armadio era appena accostata, "si è rinchiuso nell'armadio? " si chiese, ricordando con angoscia i racconti che Harry gli aveva riferito della sua infanzia.

Con cautela aprì piano piano l'anta dell'armadio e quello che vide lo lasciò senza fiato. Harry raggomitolato in una palla singhiozzava pesantemente.

Ma quello che veramente spezzò il cuore di Draco fu vedere spuntare un orecchio peloso dalle sue braccia strette al petto.
-Allora è così? Ti sei rifugiato qua dentro per cercare un amico che ti capisse, visto che quel caprone di tuo marito non lo fa?- Chiese, sedendosi alle spalle di Harry e avvolgendo entrambi dolcemente con le braccia.
Per tutta risposta Harry sbuffò, ma gli permise di abbracciarlo.
-Dove l'hai trovato? Non lo vedevo da anni- Lo interrogò, cercando di distrarlo, mentre gli passava la mano fra i capelli. Harry ritirava ancora su col naso, ma sembrava almeno aver smesso di piangere.
-Lo hai sistemato in una scatola, sul fondo dell'armadio, quando ci siamo trasferiti. E poi non l'hai più tirato fuori.- Gli rispose Harry, in tono piatto, asciugandosi le ultime lacrime degli occhi. Aveva appoggiato la testa sulla spalla di Draco e si era girato in modo da avere Draco su un fianco, le loro gambe intrecciate, le braccia di Draco avvolte attorno a tenerlo al sicuro, sembrava che Harry si stesse finalmente rilassando.
Fissava l'orsetto che si era appoggiato sulle ginocchia, e gli lisciava la pelliccia arruffata quasi quanto i suoi capelli.

-Ho sentito il bisogno di... non lo so... di ritornare sui nostri passi... di ricordare come abbiamo iniziato e... mi sembrava che tutto abbia avuto il via da qui- Gli sussurrò a voce bassissima, quasi avesse paura di confessarglielo.
-Harry, lo so che non è un bel periodo questo, per te. Non so cosa ti sta succedendo amore, ma vedrai che lo supereremo, insieme- Lo rassicurò, stringendolo forte a sé e baciandolo dolcemente. Harry si abbandonò al suo bacio, le labbra morbide che si muovevano sulle sue, gli intrappolarono il labbro inferiore e lo succhiarono prima di schiudersi per permettere alla sua lingua di insinuarsi nella bocca del suo amante.

Si baciarono con calma, le lingue che danzavano una coreografia ormai familiare e nota ma sempre eccitante, riscoprendosi come se fosse la prima volta.
Quando si staccarono erano senza fiato. Gli occhi di Harry erano lucenti, ma non di lacrime stavolta.
-Ti chiedo scusa, amore mio, non avrei dovuto allontanarti, era la strada sbagliata e adesso me ne rendo conto- Gli disse, alzandosi e prendendogli l'orsetto dalle mani.
-Non posso coccolarlo ancora un pochino?- Chiese Harry, gli occhioni verdi resi ancora più grandi dal desiderio.

-È meglio che lui resti qui, per il momento, non è il caso che veda quello che ho intenzione di farti- Rispose, con un lampo di malizia nello sguardo, Harry spalancò gli occhi sorpreso e Draco lo prese fra le braccia, sollevandolo di peso.
Ondeggiò e quasi perse l'equilibrio, sotto il peso inatteso, le frequenti abbuffate avevano regalato a suo marito qualche chilo di troppo, ma a lui non dispiaceva affatto.
Sentiva la pancetta rotonda e prominente di Harry schiacciata fra di loro e la trovava sexy quasi quanto il lungo cazzo duro di suo marito che puntava proprio sul suo inguine.
Per fortuna la loro stanza non era molto grande, o non sarebbe mai riuscito ad arrivare al loro letto. Ci depose Harry,  facendolo rimbalzare un po' più di quanto avrebbe voluto,  ma suo marito era allegro e scoppiò a ridere. "Per fortuna il suo aumento di peso non sembra impensierirlo oggi".

Subito Harry si aggrappò alla sua camicia per strappargliela di dosso.
-Ehi! Che fai? Mani a posto!- Tuonò, con un tono che non ammetteva repliche, socchiudendo gli occhi e spiando Harry da sotto le lunghe ciglia chiare.
L'ex grifone sussultò, inspirando profondamente e portò le mani incrociate sopra le testa.
Draco gli salì a cavalcioni sui fianchi, dominandolo con tutto il suo corpo.
-Save word?- Chiese, era più un ordine che una richiesta.
-Teddy Bear!- Rispose prontamente Harry, spingendo impaziente il proprio inguine contro quello di Draco, il cavallo dei pantaloni inverosimilmente teso.
-E poi? Non ti sei dimenticato qualcosa?- Berciò Draco, tenendolo fermo.

-Te... Teddy Bear... Padrone!- Riuscì a rispondere Harry, ansimando. Draco gli stava facendo crudelmente scorrere l'unghia proprio sulla lampo dei jeans e le vibrazioni arrivavano dritte al suo povero uccello, duro da far male e imprigionato dalla stoffa rigida.
-Bravo piccolo, dillo, di chi sei tu?- Gli chiese, spalmandoglisi addosso per assestare una goduriosa leccata alla sua mascella.
-Sono tuo... completamente tuo, padrone! Oh Merlino sì!- Esultò Harry non appena gli ebbe abbassato la lampo, il suo pene saltò fuori libero. Harry non indossava la biancheria, che sorpresa! Pensò ironico.
-E hai intenzione di fare il bravo o devo legarti?- Lo interrogò Draco, raddrizzandosi e allontanandosi da lui, Harry si mosse impercettibilmente per avvicinarsi, come se il suo corpo lottasse per tenerlo più vicino possibile a sé.

-Legami Padrone, sono tanto, proprio tanto cattivo- Sussurrò il ragazzo sempre più impaziente, una goccia di liquido chiaro si andava formando sulla punta del suo pene che oscillava pesantemente, stimolato dalle contrazioni dei testicoli. Era proprio al limite, doveva farlo rallentare o sarebbe esploso prima ancora di cominciare a divertirsi.
-Allora forse, invece di legarti dovrei punirti? Ragazzino impertinente?- Chiese, sfiorandosi la cintura. Harry spalancò gli occhi, leccandosi le lebbra.

-Oh sì! Dovresti proprio punirmi Padrone, sono tanto impertinente e tanto tanto cattivo- Draco a una domanda simile avrebbe risposto piagnucolando e chiedendo perdono, per restare nel personaggio, ma a Harry non piaceva giocare a quel modo, preferiva di gran lunga mostrare tutto il suo entusiasmo.
Non che a Draco servisse, era più che evidente nel modo in cui il suo amante si era affrettato a mettersi a quattro zampe, per offrirsi a lui, il perfetto fondoschiena tondo e sodo bene in alto, la schiena incurvata in modo da spingere maggiormente in fuori le natiche ancora coperte per metà dai pantaloni. 
Draco afferrò la cintura dei jeans di Harry e li calò bruscamente, la stoffa ruvida gli graffiò le gambe, strappandogli un gemito. L'uccello di suo marito pendeva grosso e pesante fra le sue gambe divaricate quel tanto che i pantaloni, bloccati all'altezza del ginocchio, gli permettevano.

Si prese un istante per accarezzarlo a mano aperta, prima di sfilare la cinta di pelle dai passanti degli eleganti pantaloni di sartoria e assestare un primo sonoro colpo alle terga del suo amante.
Harry sussultò, sfuggendo in avanti ma tornò subito in posizione. Le natiche aperte svelavano il buco gonfio e tumefatto.
"Ma quanto si è masturbato?"

-Ne vuoi ancora?- Chiese, seducente come un serpente.
Senza aspettare risposta fece partire il secondo colpo.
Producevano uno schiocco rumoroso, ma Draco sapeva che Harry non sentiva dolore, non ancora almeno.
Se avesse continuato a battere sullo stesso punto, avrebbe cominciato a far male, ma Draco non sarebbe arrivato a quel punto. Harry però aveva una scossa di adrenalina ogni volta che la cinta colpiva il suo sedere.

-Sarai un bravo ragazzo? Ti comporterai bene?- Gli domandò colpendolo ancora. Harry sussultò più violentemente. Gli aveva fatto male, doveva cambiare punto.
Draco accarezzò le natiche rotonde e sode per lenire il dolore. -Allora? Sarai bravo?-
-No no, Padrone! Devi punirmi di più- Ansimò Harry, sporgendosi verso di lui.
La mano di Draco scivolò verso il basso, fino ai testicoli di suo marito, li accarezzò con la mano aperta e poi li strizzò delicatamente ma non troppo.
Harry si lamentò.
Allora lui lo colpì sulla parte alta delle cosce, appena sotto il sedere. Il punto più sensibile, Harry ululò di piacere.

-Ti punirò!- E lo colpì dall'altra parte -E ti punirò ancora- Un altro colpo, un pochino più in basso. -Fino a quando non ti farò urlare!- E, senza preavviso, lo penetrò, l'ano di Harry era dilatato e umido, doveva essersi masturbato per ore, ma nonostante questo, il suo energico Grifondoro riusciva a strizzargli il cazzo in modo assolutamente grandioso.
Gli si piantò con forza fino in fondo, cominciando a colpirlo sulla parte alta del sedere, colpi pigri, lenti, che facevano solo rumore.
-Adesso muoviti piccolo. MUOVITI!- Ordinò, calando un colpo più forte. Harry urlò e cominciò a dondolare avanti e indietro sempre più velocemente.
Draco stava immobile, sforzando solo quel tanto che bastava a non farsi spingere indietro e colpiva pigramente Harry sui fianchi, alcuni colpi arrivarono anche sulle sue cosce ma lui non ci fece caso.

Harry sembrava inghiottirlo e risucchiato e lui sentì il suo orgasmo montare lentamente, un'onda che rischiava di travolgerlo. Ma non poteva lasciarsi andare, era al comando e doveva restare lucido a sufficienza da mantenere il controllo.
Si afferrò il pene, inclinandolo verso il basso, ora entrava solo per poco più di metà della lunghezza, ma ad ogni affondo sfregava contro la prostata di Harry,  che sembrava impazzito per il piacere, si spingeva contro di lui con urgenza, sempre più velocemente.

-Vieni, VIENI... Padrone! Riempimi, ti prego!-  Harry lo supplicò, urlando il suo bisogno ed era tanto erotico che Draco non poté fare altro di venire dentro Harry, riempiendolo con il suo seme, le palle che si strizzavano quasi dolorosamente,  ogni nervo del corpo teso fino allo spasimo. Harry gridò venendo sulle lenzuola e strizzando il suo buco come se cercasse di strizzargli fuori fino all'ultima goccia di sperma.

Caddero sulle lenzuola Harry sulla pancia, Draco su di lui.
-Alzati, svelto! Togliti Draco!- Urlò Harry con urgenza, mentre batteva le mani sul lenzuolo, sforzandosi di rigirarsi.
Draco allarmato saltò su, liberando suo marito e aiutandolo a girarsi supino.
Harry si teneva la pancia con entrambe le braccia e respirava affannosamente.
-Amore, che c'è? Stai male?- Gli chiese preoccupato. Harry, anche con il viso ancora deformato da una smorfia di dolore, scosse la testa.
-Non è niente, probabilmente ho mangiato troppo- Questo non era affatto difficile da credere, visto quanto testimoniava il frigorifero vuoto.
-Forse è meglio che ti faccia vedere da un medico in ogni caso- Rispose Draco preoccupato, posandogli una mano sulla pancia. Immediatamente il dolore passò e Harry emise un sospiro di sollievo.

-Vedi? È passato tutto! Ti va se ci coccoliamo un pochino? Poi ti preparo la cena- Propose suo marito, nuovamente allegro, con un sorriso aperto e allo stesso tempo ammiccante che gli fioriva sul viso.
In quel momento sembrava tornato proprio quello di una volta. E Draco non resistette a prendersi gioco di lui.
-E cosa vorresti cucinare? Non c'è più nulla in cucina che tu non ti sia già mangiato- Per un istante ebbe timore di avere esagerato, ma Harry doveva essere finalmente tornato se stesso perché invece di arrabbiarsi o scoppiare a piangere rispose:
-Non ci scommetterei, Malfoy. Sono quasi parzialmente certo di poter trovare qualcosa di commestibile con cui riempire questa tua bella boccuccia aristocratica- Replicò sfiorandogli le labbra con un bacio.
-Uhu! "Quasi parzialmente certo"? Tu sei... dici davvero? Ma come parli Potter? Possibile che tu non abbia imparato proprio nulla dal sottoscritto?- Lo canzonò, sdraiandosi al suo fianco,  Harry approfittò per appoggiare la testa sulla sua spalla e farsi abbracciare. La sua pelle era asciutta e calda.
-Però in compenso credo di averti insegnato una cosa o due...- Replicò,  sbadigliando.
Il sesso aveva nuovamente consumato tutte le sue energie.
Non era normale, Harry aveva solo venticinque anni, non avrebbe dovuto stancarsi tanto per una scopata, e poi le sue continue abbuffate, gli strani sbalzi d'umore improvvisi, gli eccessi di rabbia, le crisi di pianto.
Stava cominciando a pensare che Harry avesse dei problemi seri, ma come convincere il suo grosso grifone impulsivo a consultare un medimago? "Mi farà penare, ma non possiamo andare avanti a questo modo" Pensava, cullando fra le braccia il suo compagno che già si stava addormentando.

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