
Q u a r a n t a t r e
D r a c o
Fisso la mia immagine riflessa nello specchio per la milionesima volta, è solo una cena, perché mi sto preoccupando tanto?
Inoltre, lui non c'è, non ho motivo per agitarmi.
Sistemo i gemelli della camicia nera, di nuovo, prendendo un profondo respiro.
Posso farcela.
Mi giro verso Theo, beatamente disteso sul mio letto, le mani intrecciate dietro la testa e quel suo odioso ghigno divertito sul volto.
"Rilassati, stai solo per conoscere correttamente Sirius Black, Andromeda Black diventata Tonks e tua cugina, di cui ignoravi l'esistenza, non hai assolutamente nulla di cui essere nervoso"
Gli lancio un cuscino in faccia prima che possa continuare a parlare, si finge teatralmente morto facendo oscillare la testa dal bordo del letto.
"Idiota" lo riprendo, trovando finalmente il coraggio di avvicinarmi alla porta, anche solo prima che la mia mano possa sfiorare la maniglia, Theo è al mio fianco.
"Non devi preoccuparti Draco, andrà benissimo, ti adoreranno tutti" sussurra piano, premendo la sua mano sulla mia per aprire insieme la porta.
Scendo i gradini con una calma disarmante, facendo un profondo respiro dopo ogni passo, il riecheggio delle risate provenienti dalla sala è già udibile.
Avanzo finita la rampa solo grazie ad una piccola spinta datami da Theo, lui entra prima di me nella sala mentre io rimango bloccato fuori dalla porta.
Che devo fare? Entro come nulla fosse?
Anche solo prima di ragionare adeguatamente a come comportarmi, la porta si spalanca, Sirius Black compare di fronte a me in un completo bordeaux, le braccia allargate nella mia direzione.
"Draco!" dice sorridendomi, gettandosi verso di me non appena capisce che non mi sarei mosso, non ne ho le capacità.
"Sono così contento che sia andato tutto bene" mormora al mio orecchio, stringendomi ancora più forte.
È in salute, molto meno magro di quanto ricordavo dalle foto segnaletiche, sembra addirittura meno pazzo, più equilibrato.
"Grazie Sirius" rispondo, non appena decide che è il momento di lasciarmi andare.
Si fa leggermente da parte e riesco ad intravedere dentro la stanza, Regulus è seduto in fondo a destra, la Granger appoggiata alla sua spalla mentre parlano con Remus, Theo invece è impegnato in una conversazione con una chioma di capelli neri, che mi da le spalle.
"Ehi cugino" sento dire alle mie spalle, il respiro arriva diretto sul mio collo, "sai che non ti uccideremo, vero?"
Mi giro di scatto, trovandomi faccia a faccia con una ragazza dai capelli rosa, un enorme sorriso si apre sul suo volto non appena i nostri occhi si incontrano.
"Sono Ninfadora, ma tutti mi chiamano Dora, sono tua cugina in realtà. Sai, tua zia, cioè mia mamma, la sorella di tua madre, mi ha avuta insieme a quel nato babbano con cui si era sposata, hai presente il motivo per cui è stata diseredata, no? Comunque, se ben ricordi, ci siamo già incontrati ad Hogwarts una volta ma era durante l'omicidio di Silente quindi, non credo tu possa ricordarti, sei molto più bello senza l'aspetto di un morto, sai? Inoltre..."
"Per favore, Dora! Fallo parlare almeno" urla qualcuno alle mie spalle, "fagli riposare le orecchie per cinque minuti"
I capelli di Dora diventano arancioni, non appena chiude la bocca, le guance leggermente colorate di rosso.
"Scusa Draco, parlo un po' troppo quando sono agitata" mormora piano, sorridendomi in imbarazzo.
Sì, ormai è chiaro, parlare con qualcuno che è agitato almeno quanto me, mi calma.
"Non preoccuparti, è un piacere conoscerti"
Cammina in avanti, superandomi ed obbligandomi così a girarmi di nuovo verso la porta della sala da pranzo.
La fotocopia di Bellatrix è appoggiata allo stipite, le mani intrecciate appoggiate sopra il cuore. Se non avesse gli occhi dolci di mia madre potrei anche scambiarla per la zia pazza che già conosco.
"Ciao tesoro" mormora con voce dolce, gli occhi grigi leggermente lucidi "non sai da quanto volevo incontrarti"
Le regalo il miglior sorriso che riesco a fare.
"Anche io, zia"
La cena è finita da un pezzo, tutti gli altri stanno parlando in sala mentre io sono praticamente fuggito in un'altra stanza per isolarmi un po', per staccare dieci minuti mentalmente da tutti loro.
Aveva ragione Theo, la mia famiglia non è male anzi, a voler essere onesti, è davvero fantastica.
Mia zia Andromeda entra in cucina, ancora ridendo per qualche battuta fatta da Regulus, dirigendosi nella stanza come se io non ci fossi.
"Tesoro, pensavo fossi andato in bagno" canticchia infatti, iniziando a cercare qualcosa.
Non rispondo, non sapendo cosa dire, la fisso fino a quando non la vedo afferrare un grosso vassoio con entrambe le mani.
"È la tua torta di mele?" domando curioso, prima di connettere cervello e bocca.
Il piatto argentato cade a terra con un tonfo secco, non appena lei si gira di scatto nella mia direzione.
"Si" ammette, guardandomi con occhi sgranati.
"C-come lo sai?"
Lo stomaco mi precipita, ogni suono diventa ovattato, sostituito da un leggero fischio, il battito aumenta notevolmente.
"Me lo ha detto mamma"
"Cissy?" sussurra piano, avvicinandosi incerta di qualche passo.
"Cissy ti ha parlato di me?" domanda, appoggiandosi al bancone per non cadere.
"Si", ammetto sentendo la gola secca "mi ha raccontato tante cose su di te, ho letto anche delle lettere che le hai scritto"
Ispira bruscamente, portando una mano a coprirsi la bocca, il grande anello della famiglia Black ancora visibile sull'indice, mentre una lacrima le riga il volto.
"Cissy non mi odia, quindi?" chiede con un filo di voce e sento il cuore stringersi, evoco un po' di coraggio prima di avvicinarmi di qualche passo a lei, schiarendomi la voce prima di iniziare a parlare.
"Mamma ti chiamava Dromeda, diceva che i vostri nomi erano troppo seri altrimenti, mi ha raccontato che non riusciva mai a batterti a Quidditch, ha detto eri fenomenale sulla scopa, mi ha rivelato che il mio nome glie lo avevi consigliato tu in una lettera non appena avevi saputo fosse incinta, mi ha.."
Ogni storia viene interrotta da mia zia, più precisamente dalle sue braccia che mi stringono forte, mi culla avanti e indietro mentre le sue lacrime mi bagnano la guancia.
"Amore mio" riesce a dire non appena allenta la presa, una sua mano corre tra i miei capelli, fa scorrere le dita tra i ciuffi come ha sempre fatto mia madre.
"Sei stato così coraggioso a fare tutto quello che hai fatto, ti ho amato dal primo istante in cui ho saputo della tua esistenza"
Le sorrido, ho la strana sensazione che si stesse contenendo finora.
"Ero davvero curioso di conoscerti"
"Dromeda! La tua torta di mele!" urla Sirius entrando nella stanza, sporgendo il labbro all'ingiù.
Sposta lo sguardo su di noi, notando gli occhi lucidi e le guance bagnate prima di fissare nuovamente il dolce spappolato a terra.
"Lo so, è una perdita che colpisce tutti profondamente" annuncia solenne, portandosi una mano all'altezza del cuore.
"Ed è per questo che non può andare sprecata" conclude trasformandosi nel cane con cui ho convissuto nell'ultimo anno, iniziando a leccare la glassa dal pavimento.
"Santo Salazar, sei disgustoso" urla Regulus tirandogli addosso un tovagliolo non appena entra in cucina.
"Non sei davvero un cane, Siri!"
Potter, mi faresti il favore di non tornare fino alla fine dell'estate? Almeno posso godermi la mia famiglia, grazie.