
S e d i c i
H a r r y
Dopo aver ripulito Draco dal vomito e averlo messo sul letto, mi allontano di poco insieme a Regulus lanciando un incantesimo di silenziamento su di noi.
Non che serva visto che è ancora svenuto.
"Cazzo, non ci avevo pensato" dice lui passandosi una mano sui capelli.
"Nemmeno io" ammetto "e lui era troppo sconvolto per farlo"
"Che facciamo adesso? Non puoi più fingere che non lo sai"
Lo so.
Merda.
L'idea era convincere Malfoy a fidarsi di noi, tanto da poterlo aiutare in qualche modo. Ma ora?
Come si può aiutare qualcuno, chiedendogli di affidarti la sua vita, se questo non si fida di te?
"Potrei parlarci, da solo" propongo.
Se magari io dimostrassi di avere fiducia, lui sarebbe incline a darla anche a me.
"Non se ne parla, ha troppo da perdere, non voi due da soli, potrebbe fare qualcosa di stupido" dice subito.
La disperazione rende idioti.
"Manda Sirius allora, rimarrà sotto forma di animagus e interverrà se serve"
Leggo sul suo viso la preoccupazione.
"Mi dispiace di averti convinto Harry, non pensavo potesse andare così, avevo promesso ai tuoi genitori di tenerti al sicuro e sto facendo un casino dietro l'altro"
Gli tiro uno scappellotto.
"Avevi ragione invece"
Si massaggia la nuca con un cipiglio sul viso, molto più tranquillo rispetto a prima.
"Tu e tuo padre con questi schiaffetti sulla testa, siete più simili di quanto pensassi"
È il complimento più bello che mi abbiano mai fatto. Nulla che riguarda l'aspetto esteriore, qualcosa che collega direttamente me e mio padre sulla personalità.
Sorrido soddisfatto.
Reggie mi tira tra le sue braccia.
"Andrà bene"
Stavolta so che lo dice più per convincere se stesso che me.
"Probabilmente non ti dirà nulla, lo sai? Né sulla missione né su Theo"
"Lo so, ma ci proverò comunque"
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D r a c o
Apro lentamente gli occhi.
Dove mi trovo?
Perché mi fa male tutto?
Perché il cane di Richard dorme su di me?
Che è successo?
Perché Harry Potter mi sta guardando?
Tutto quello che è successo ieri si riversa su di me come una doccia gelata.
Cerco di alzarmi il più velocemente possibile, per fuggire, cadendo a terra.
Stupide gambe che non collaborano.
Dove cazzo è la mia bacchetta?
Potter, in un attimo, è in piedi davanti a me.
Salazar, io che pensavo che mi avrebbe ucciso Voldemort, che ingenuo.
Ingoio ogni briciola del mio orgoglio mettendomi in ginocchio davanti a lui, per me, per mamma e papà, per Theo.
Non voglio morire, non voglio mettere in pericolo loro.
"Per favore, Harry, ti supplico, non farmi del male"
È già la seconda volta che glie lo chiedo.
Solo che stavolta non mi salverà nulla.
Sa che sono un mangiamorte.
Ho lo stesso tatuaggio sul braccio che aveva chi ha ucciso i suoi genitori, ho lo stesso tatuaggio di chi lo tormenta da sei anni.
La sua mano è tesa davanti al mio viso.
"Riesci ad alzarti? Ti aiuto?" mi chiede calmo.
È uno scherzo?
Non vuole uccidermi?
Vuole farmi mandare ad Azkaban, allora?
Mi rialzo, con molta fatica, rifiutando il suo sostegno, riesco a trascinare il mio corpo fino al bordo del letto, crollandoci sopra.
"Dove è la mia bacchetta?"
"L'ho nascosta"
Ragionevole.
"Cosa vuoi fare con me ora?"
Meglio strappare subito il cerotto, è inutile girarci intorno.
Potter si siede di nuovo sulla poltrona.
"Dipende da te"
Non illudermi Potter, non darmi speranza che non sono autorizzato ad avere.
Annuisco rigido, non sono nella posizione di esprimere giudizi.
"Sei un mangiamorte" afferma.
"Si"
"Da quando?"
"Questa estate"
"Solo tu?"
Devo proteggere Theo. Ad ogni costo.
Non metterò anche lui in questo casino.
"Si"
"Sicuro?"
"Si"
"Bene" dice alzandosi e camminando avanti e indietro.
Mi sento in trappola.
Esposto, vulnerabile.
Debole.
Solo davanti a Voldemort mi sono sentito così.
"Quello che è successo ad Halloween, aveva a che fare con questo?"
"Si"
"Che compito ti ha affidato?"
"Non posso dirtelo"
"Malfoy, non sei nella posizione per poter fare il prezioso"
"Non posso" ripeto, che mi faccia pure male.
Lui, forse, non avrebbe il coraggio per uccidermi, Voldemort si. Potrebbe uccidermi anche per uno sguardo di troppo.
Se glie lo dicessi, di conseguenza, metterei in pericolo anche Theo, metterei a rischio la vita di mio fratello.
Si siede nuovamente sulla poltrona, massaggiandosi gli occhi dietro gli occhiali.
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H a r r y
Che devo fare ora? Come devo comportarmi?
Non so come gestire questa situazione.
Parlarci da solo, bell'idea del cazzo.
Credevo fosse più semplice ma ho sottovalutato la difficoltà della situazione in cui si trova.
Cazzo, un mago oscuro lo sta minacciando giocando con la sua vita è quella della sua famiglia.
Io che sicurezza posso dargli? Nessuna.
Ovviamente non mi ha detto nulla, né dell'armadio e né di Theo.
Lo capisco, mi sta bene.
Guardo Sirius per un secondo facendogli un piccolo cenno.
Deve stare in allerta, essere pronto ad intervenire.
Ti darà fiducia, se tu ne dai a lui.
Lo ripeto nella mia testa in continuazione, come un mantra.
Mi alzo prendendo la sua bacchetta da sotto il cuscino della poltrona.
La rigiro tra le mani, facendolo stare più sull'attenti del previsto.
"Posso aiutarti, in qualunque modo tu voglia"
Ha lo sguardo fisso sulla bacchetta.
Vedo il suo pomo d'adamo fare su e giù un milione di volte.
"Che?" domanda sbigottito.
"Dimmi come posso aiutarti e lo farò" ripeto convinto.
Malfoy è un calcolatore, sta cercando di capire dove è la fregatura. Per lui è impensabile che mi comporti così, fino a poco fa, nemmeno io ci avrei creduto.
Fino al giorno di ieri ci lanciavamo contro maledizioni ed ora mi sto proponendo per aiutarlo, mettendo da parte insulti e fatture.
Ma io so come stanno le cose. E lui non sa tutto quello che so io.
"Non dire cazzate Potter"
"Sono serio, se volevi una scelta ora la hai, puoi fidarti di me, non ti lascerò solo"
Gli lancio la sua bacchetta e mi giro, dandogli le spalle.
Sono disarmato. Potrebbe colpirmi da dietro e non mi accorgerei di nulla.
Certo, non farebbe in tempo ad alzare la bacchetta senza che Siri lo blocchi prima ma anche questo, lui non lo sa.
Cammino con passo deciso verso la porta.
Riesco ad uscire dalla stanza senza nessuna maledizione.
Starà veramente tenendo conto della mia proposta?
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R e g u l u s
Cammino fino a davanti la Stanza.
Nemmeno io ho dormito in camera stanotte, sono andato alla Stamberga.
Avrei dovuto dare troppe spiegazioni a Theo e non sapevo davvero cosa inventarmi.
In più non ho la più pallida idea di cosa voglia raccontargli Draco.
Lo trovo seduto sul letto mentre accarezza Sirius. Gli occhi persi nel vuoto.
Mi si stringe il cuore.
Mi aspettavo un'adolescenza migliore per la nuova generazione, mi aspettavo che finisse tutto con noi.
"Draco" lo saluto.
"Tu mi hai guarito" dice piatto.
Annuisco sedendomi di fronte a lui.
"Era magia oscura quella, perché la conoscevi?"
"La praticava la mia famiglia"
Non è una bugia, è una mezza verità.
"Perché hai lasciato che lo vedesse?"
Deglutisco a vuoto, ho la gola secca.
"Non ci ho pensato, veramente"
"E perché mi hai lasciato solo con lui? Avrebbe potuto farmi male"
Scuoto la testa.
"No, mi aveva giurato di no, mi ha detto voleva aiutarti"
Alza lo sguardo trovando subito i miei occhi.
I suoi sono spenti, senza vita. Il luccichio che ha di solito è sparito.
Da quanto non c'è più? Ha sempre finto davanti agli altri? Davanti a me?
"Tu credi veramente che lui possa volermi aiutare?"
"Si" rispondo subito. Siamo qui per questo.
Si perde nei suoi pensieri. La sua mano si muove pigra sulla testa di Siri.
"Lo credo anche io" sospira, non credevo me lo avrebbe confessato. È un passo avanti.
"Tu, però, mi hai abbandonato quando avevo bisogno di te"
"Non è così"
"E dove eri, stamattina? Perché qui, io, non ti ho visto"
"Draco, te lo giuro, sapevo non ti avrebbe fatto del male, non ti lascerei mai solo, non hai nemmeno idea di quello che farei per te"
Metterei a rischio la mia vita per te.
Lo sto già facendo.
Perché sei parte della mia famiglia, perché hai già chiesto aiuto e non ti lascerò affogare come ho fatto io.
Mi fissa.
"Come so che è la verità?"
"Devi fidarti di me"
"Non che io abbia scelte, non trovi?"
Chiude gli occhi.
"A Theo non diremo nulla di tutto questo, lui deve restarne fuori, lo proteggeremo ad ogni costo. Inventiamo una scusa per spiegare perché sono dolorante e perché non abbiamo dormito in camera stanotte e dopo di che torniamo al dormitorio"
Acconsento senza dire nient'altro.
Non posso dire nient'altro.
Dal suo punto di vista, l'ho davvero abbandonato. L'ho lasciato ad affrontare Harry Potter completamente da solo.
Dopo aver concordato per una versione, allunga la mano verso di me, l'altra premuta sul fianco.
Lo aiuto a tirarsi in piedi.
"Io mi fido di te, ti credo. Ti prego, non deludermi"
"Non lo farò"
Spero solo che quando saprai tutta la verità sarai in grado di perdonarmi.