
T r e d i c i
H a r r y
"Ehi sfregiato!" urla il Furetto dietro di me.
Eh no cazzo, non anche ora.
Sono riuscito a liberarmi di Ron e appiccico-Lavanda che volevano che gli facessi delle foto, sono riuscito a liberarmi di Ginny che voleva mostrarmi i nuovi schemi per la squadra, sono riuscito a liberarmi di Herm che voleva farmi ripassare Trasfigurazione.
Sono riuscito a prendermi un pomeriggio libero da tutti loro per starmene tranquillo e beato a leggere.
Non mi rovinerai il mio momento di calma, Malfoy.
Non quando, finalmente, riesco a stare da solo.
"Sai che sono da solo, vero? Il gruppo più vicino di studenti è sull'altra sponda del lago in pratica"
"E quindi?"
"Quindi smettila di fare il cazzone, se hai tanta voglia di stare qui o parliamo o leggiamo ma non voglio perdere tempo con gli insulti" dico prima di riniziare a leggere.
Non è vero, sto facendo finta.
Vedere il sempre composto Draco Malfoy boccheggiare a corto di parole non è uno spettacolo che posso perdermi, per niente al mondo.
"C-con te?" domanda sbigottito.
"Si" rispondo ovvio, cazzo pensavo non prendesse nemmeno in considerazione l'idea.
Mi sposto leggermente a lato come a indicargli che gli farei posto.
Ovviamente non così vicino a me, ma è qualcosa.
Titubante, si avvicina di qualche passo e guarda la quercia su cui sono appoggiato come se potesse diventare un dissennatore da un momento all'altro.
Prende un profondo respiro prima di sedersi accanto a me (ma non troppo).
Bene.
Prima che possa protestare, alzo la bacchetta e gli lancio contro un incantesimo riscaldante.
È pur sempre Febbraio e siamo seduti per terra.
"Potevo farlo anche da solo" borbotta rimanendo seduto così rigidamente che tra poco gli faranno male i muscoli per lo sforzo.
Riposiziono la bacchetta al mio fianco prima di girare pagina.
"Troppo lento" dico soltanto.
Non pensavo sarebbe rimasto, aveva davvero voglia di rimanere qui allora.
Chi lo avrebbe detto?
Incrocia le braccia al petto e rimane seduto così, in silenzio.
Per dieci minuti.
Venti.
Trenta.
Mi sporgo leggermente per guardarlo davvero, non solo con la coda dell'occhio come ho fatto fino ad ora.
Sta dormendo.
Si è addormentato.
Si fida di me, in un modo contorto e assurdo ma lo fa. Ora sarebbe vulnerabile ma ha fiducia nel fatto che non gli farei male.
Santo Godric! Perché cazzo sto sorridendo?
Mi do uno schiaffo in faccia.
Idiota, riprenditi subito.
È Malfoy.
"Ti picchi da solo, Potter?" domanda con la voce impastata.
"C'era una zanzara" dico.
In pieno inverno, una zanzara? Nemmeno una bugia so inventare.
"Ti sei addormentato" gli faccio notare.
I suoi occhi si allargano pieni di stupore, mi guarda come se se ne fosse reso conto solo ora, riappoggia la testa sulla quercia e chiude di nuovo gli occhi.
"Non dormo molto ultimamente" confessa.
Come lo gestisco un Malfoy così? Se insulta so come fare, ma parlarci come un comune essere umano? Non ho idea di come iniziare.
Chiudo il libro imitando la sua posizione.
Facciamo sincerità per sincerità?
"Nemmeno io"
"Mh"
Godric, ma che risposta è?
L'odore dell'erba tagliata mi arriva dritta alle narici, il leggero vento mi culla.
Capisco perché sia crollato.
"Perché mi hai aiutato?"
Ancora parliamo di Halloween?
"Eri in difficoltà"
"Si, ma perché? Avevi l'occasione per vendicarti ma non l'hai fatto"
"Avrei potuto ma ho scelto di non farlo"
Probabilmente, se non avessi saputo tutto, lo avrei fatto.
Questo mi rende tanto orribile come persona?
Spesso ci dimentichiamo che ciascuno di noi ha una vita a se stante, pensiamo troppo spesso che gli altri siano solo personaggi secondari nella nostra storia, dove siamo i protagonisti assoluti.
Ognuno di noi deve combattere solitariamente contro i propri mostri.
È facile giudicare qualcuno, è veloce e non è impegnativo, cercare di comprendere i comportamenti altrui invece ci fa spendere energia e tempo.
È più difficile.
Forse è per questo che non lo facciamo mai.
O forse perché ci sta bene così, ci sta bene immaginare che gli altri siano fatti in quel modo e basta, senza alternative o spiegazioni.
Ci fa sentire persone migliori.
Io stesso mi sono sentito sempre migliore di Draco.
"Tu e queste cazzo di scelte" bofonchia.
Ridacchio scuotendo la testa.
"Per quanto sia difficile da credere, c'è sempre una scelta"
"No" risponde brusco alzandosi "non c'è sempre una scelta, Potter"
Lo guardo negli occhi.
"Invece si, guarda oggi. Avresti potuto maledirmi ed andartene, avresti potuto continuare ad insultarmi o saresti potuto rimanere, hai scelto la cosa più impensabile"
Il suo petto si alza e si abbassa velocemente, un ciuffo di capelli biondi gli ricade davanti agli occhi.
"Hai ragione, ho fatto una cazzata a fermarmi qui"
Alzo gli occhi al cielo.
"Santo Godric, non ho detto questo" lo sto davvero per dire? quanto orgoglio sto ingoiando per farlo? "mi ha fatto davvero piacere che tu sia rimasto, in realtà"
Ripeto: guardare il sempre composto Principe delle Serpi boccheggiare a corto di parole, è uno spettacolo a cui non si può rinunciare.
Mi fa un piccolo cenno del capo prima di girarsi e andarsene.
Sbaglio o sta sorridendo?
Cazzo.
Sbaglio o sto sorridendo?
E perché sono soddisfatto?
—————
D r a c o
Arrivo al dormitorio con il cuore in gola.
Le farfalle nello stomaco.
Un ronzio in testa.
Salazar, basta così poco a ridurmi in questo stato?
Richard è sdraiato sul suo letto insieme a Paddy.
Theo non c'è, è dovuto andare ad Hogsmade con Pansy.
Potrò dirlo anche a lui? Certo, lo sa solo Theo ma lui mi sembra tranquillo.
"Ehi Draco" mi saluta raggiante.
"Ehi"
Cammino avanti e indietro davanti al suo letto. Il cane mi guarda con la testa piegata di lato.
Salazar, questo cane sembra possa leggermi l'animo, è inquietante.
"Che hai? Sembri prossimo a una crisi nervosa"
Si, posso dirglielo. Posso fidarmi di lui.
Mi fermo di colpo.
Cerco i suoi occhi, incredibilmente simili ai miei.
"Sono gay" sbotto senza mezzi termini.
Richard mi guarda e alza le spalle.
"Va bene"
Tutto qui?
Mi siedo sul baule davanti al letto di Theo.
Il grosso cane nero mi arriva davanti con un solo salto.
Mi sta leccando la mano.
È la prima volta che succede, finalmente si fa accarezzare da me.
"Eri così nervoso perché volevi dirmelo?" mi chiede.
"No" okay, abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno.
"Credo mi piaccia Potter, in realtà" confesso "e oggi pomeriggio sono rimasto un po' con lui e, Salazar Rich, mi ha detto che gli ha fatto piacere stare con me, è stato così diverso dal solito, è stato rilassante, quasi terapeutico"
Un sorriso gigantesco si apre sul suo viso mentre il cagnolone continua a leccarmi la mano.
"Quindi hai seguito il mio consiglio? Hai provato ad essergli amico?"
"Si, anche se lo ho insultato appena sono arrivato, non so nemmeno perché lo faccio" confesso con fin troppa onestà.
"È l'unico modo che avevi per interagire con lui, per poterci parlare"
Beh, si. È vero.
"Adesso non più però, vedi che puoi parlarci normalmente?"
No, non siamo a quel livello di confidenza.
Non dico nulla e continuo ad accarezzare il cagnolone.
"Quindi tutto l'odio che hai per lui in realtà è solo questo" dice soddisfatto "frustrazione e rabbia perché non puoi avere il rapporto che vorresti, un meccanismo di difesa perché ti sei sentito rifiutato da lui e non sapevi come gestirlo"
Guardo male il mio coinquilino.
Nemmeno da solo ero riuscito ad analizzarmi così a fondo.
E lui è andato fin troppo in fondo.
Non sono disposto ad ammettere a me stesso certe cose ancora.
Certe volte sembra che Richard sia più maturo dell'età che ha.