
U n o
H a r r y
La luce rossa punta direttamente al petto di Sirius.
Bellatrix lo guarda con un broncio insoddisfatto quando riesce a schivare il fascio uscito dalla punta della sua bacchetta.
"Avanti, puoi fare di meglio!" grida, prendendola in giro.
Il mio padrino non è mai stato molto furbo.
Sua cugina mette un ghigno diabolico sul volto, lanciando nuovamente l'incantesimo verso Sirius, proprio all'altezza del petto.
Per un attimo l'ho visto, ho visto Sirius morire, andarsene senza avere la possibilità di conoscerlo. Senza avere la possibilità di vivere con lui, senza avere l'occasione per stare con il mio padrino.
Ma un Protego si è frapposto tra lui e l'incantesimo.
"Cattiva, non si prova ad uccidere i parenti" dice qualcuno, che non ho mai visto prima, comparendo al lato di Sirius.
Qualcuno di importante a quanto pare.
È riuscito a far immobilitare Bellatrix, Remus e Sirius lo fissano a bocca aperta.
"O almeno, non quelli simpatici" dice questo prima di schiantare Bellatrix.
—————
Sirius mi sta spaventando. Non ha detto una singola parola da quando ha evitato la morte grazie all'uomo misterioso.
E non è da lui non parlare, lui è più il tipo incline ad attacchi di rabbia assolutamente ingiustificati.
Il nuovo arrivato si guarda intorno curioso, non riuscendo a nascondere una certa soddisfazione.
"Chi sei?" domando curioso.
Lui sorride e fa per aprire bocca quando Sirius decide di mettersi in mezzo.
"Non. Una. Cazzo. Di. Parola." sibila a denti stretti "ne parliamo arrivati ad Hogwarts, non qui"
Questo sorride prima di minare la chiusura delle labbra e alza il viso verso l'alto, facendo l'occhiolino.
Che persona strana.
—————
S i r i u s
Ho bisogno di pensare. Ho decisamente bisogno di riflettere.
Sento lo sguardo preoccupato di Harry che mi buca la schiena mentre mi dirigo a grandi passi verso la Stamberga Strillante.
Li potremmo parlare in santa pace.
È impossibile sia lui.
È morto.
Ma mi ha appena salvato.
Nemmeno questo è da lui.
Non ci sto capendo un cazzo.
Appena raggiungiamo la casa, mi giro senza tante cerimonie verso mio fratello.
"Tu sei morto"
"E sono tornato"
"Ma chi sei?" chiede di nuovo Harry guardandolo.
"Regulus Arcturus Black, fratello di Sirius" dice porgendogli la mano, con un sorriso ebete sul volto.
"Harry Potter" mormora il mio figlioccio confuso.
Il sorriso di mio fratello si allarga ancora di più.
"Oh lo so, so tutto di te"
Ma che cazzo vuol dire?
"Ora, se non ti dispiace, puoi lasciarmi un attimo da solo con Sirius? Dopo parleremo anche noi"
Guardo Harry che annuisce veloce, prima che scompaia di nuovo nel passaggio segreto.
Mi regala un'ultima occhiata preoccupata prima di attraversare la porta.
Regulus si siede con poca delicatezza sul letto nella stanza, poggiando le mani dietro la testa.
"Allora Pads, chiedi pure"
Mi avvento su di lui, tirandolo per il colletto del gilet che indossa.
"Come mi hai chiamato?" ringhio a un centimetro dalla sua faccia.
Lui ride scuotendo la testa.
"Puoi, gentilmente, lasciarmi e sederti? Ti spiego ogni cosa, dall'inizio"
—————
R e g u l u s
Il mio fratellone riesce finalmente a lasciarmi andare e si siede scettico di fianco a me.
"Non interrompermi okay? Lasciami spiegare"
Aspetto un suo cenno d'assenso e gli racconto tutto.
Inizio dal principio, da quando ho iniziato ad avere i primi dubbi sull'ideologia purosanguista.
Racconto di come io abbia scoperto il segreto di Voldemort e mi sia rassegnato al mio destino.
Di come, cercando nella casa, abbia trovato il medaglione di nostra madre con i suoi capelli e abbia pensato al rituale per tornare in vita.
Di come è stato i primi mesi da morto, della casa e del signore che mi ha aiutato a capire come funzionasse.
Di come sono stato solo per due anni, controllandolo assiduamente.
"E poi, dal 31 Ottobre 1981, non sono più stato solo"
I suoi occhi, che finora puntavano a terra, trovano immediatamente i miei.
"Li hai visti?"
Sorrido.
"Ci ho vissuto insieme"
E riprendo a raccontare tutto, di quanto abbiamo discusso, di come mi abbiano perdonato e di come gli ho insegnato a poter guardare Harry, di come siamo diventati amici dopo tutto quel tempo insieme.
"Teoricamente puoi 'vedere' solo i tuoi parenti, persone con cui hai una parentela, a meno di una concessione" sospiro rumorosamente "loro mi hanno permesso di vedere Harry, io gli ho permesso di vedere te"
"L-loro mi hanno guardato per tutto il tempo?"
Annuisco.
"Devo dire che i dodici anni ad Azkaban sono stati piuttosto noiosi però" dico cercando di smorzare la tensione, cosa che non riesco a fare.
Un'ombra di dolore gli scurisce il viso.
"Hanno sempre saputo che fosse stato Minus a tradirli, non ti hanno mai incolpato per questo"
"Io ho proposto Minus al mio posto, se non fosse stato per me, sarebbero ancora vivi"
Gli do uno schiaffetto sulla nuca.
"Pads, sei un moccioso patentato, smettila di sentirti in colpa!" dico imitando perfettamente la voce di James.
Sirius mi guarda ad occhi sbarrati prima di scoppiare a ridere.
Mi era mancata la sua risata.
"Ed arriviamo alla mia resurrezione" dico cercando di riprendere la sua attenzione.
"Quando i dissennatori stavano per ucciderti, sul punto di morire, mi hai perdonato"
Mi fa un sorriso tirato confermandomi che almeno uno dei suoi pensieri quando pensava di non farcela è andato a me.
"Mi sono risvegliato dove ero morto, il mio corpo esattamente integro, con la stessa età di prima"
Mi guarda realizzando adesso il dettaglio più importante.
"La tua condizione per tornare in vita era il mio perdono"
Annuisco restituendogli un sorriso tirato.
Cosa sarei tornato indietro a fare senza di lui?
"Ma sono passati quasi due anni allora"
"Già, a quanto pare dimentichi come si fanno magie dopo quindici anni, la bacchetta non ti riconosce molto. Ci ho messo un sacco di tempo per riprendere manualità e imparare di nuovo la smaterializzazione non è stato molto facile"
Annuisce riprendendo a guadarsi le scarpe. Mi sembra il bambino che era un tempo, quando mia mamma lo sgridava e lui si chiudeva in se stesso.
"Questo è tutto" mormoro.
Posso farcela.
Devo solamente chiudere gli occhi e dirlo.
"Se non vuoi che io resti con te, me ne vado subito, permettimi solo di parlare prima con Harry"
Perché capisco che il suo perdono è stato in punto di morte, in un momento in cui credeva che non ci sarebbe stata mai più occasione di farlo.
Magari mi odia ancora.
L'aria intorno a me è gelida ed immobile.
Vedendo che non proferisce parola, riprendo a parlare.
"E se non vuoi che parli con il tuo figlioccio, ti dirò tutto quello che deve sapere e vi lascerò in pace"
"Quindici anni di onniscienza nel regno dei morti e sei sempre stupido" bofonchia prima di tirarmi in un abbraccio.
Sirius mi sta abbracciando.
Mio fratello mi sta abbracciando.
Ricambio immediatamente stringendolo più forte.
"Ti ho già perso una volta, non esiste che accada ancora" mormora vicino al mio orecchio.
Quando ci stacchiamo, abbiamo entrambi gli occhi lucidi.
"Saluta Lily e James che ci guardano" gli dico puntando gli occhi verso il cielo.
Lui ride commosso, prima di iniziare a salutare come un bambino emozionato.
"Chiamo Harry?" mi domanda più rilassato di prima.
"Si, sta cercando informazioni su di me insieme alla Granger in biblioteca, mandagli un Patronus"
Rispondo al suo sguardo confuso alzando le spalle.
"Mi è rimasta l'onniscenza"
"Sei un'idiota Reggie" mi risponde scuotendo leggermente la testa.
Salazar, pensavo non avrei sentito mai più quel diminutivo da lui.
"Però, non diciamogli del Horcrux, prima dobbiamo parlare con Silente di quello"
Sta per protestare ma anche lui si rende conto che non sapremmo gestire la situazione, quindi semplicemente annuisce controvoglia.
—————
H a r r y
Mi dirigo verso la Stamberga.
Era/è un mangiamorte.
Deceduto nel 1979.
Tutto questo non ha assolutamente senso.
Sirius lo guarda con il sorriso più grande che io gli abbia mai visto fare mentre lui gli racconta qualcosa.
Si ammutolisce appena mi vede sulla soglia ma il suo sorriso non si spegne.
"Harry" mi saluta Sirius "vieni qua, abbiamo tanto da raccontarti"
Mi siedo sulla poltrona e Regulus inizia a parlare.
"E così sono arrivati i tuoi genitori"
Mi racconta di loro, sento il cuore scoppiarmi nel petto.
Dovevano veramente essere persone fantastiche.
Mi hanno sempre guardato. Probabilmente mi stanno guardando anche ora.
Alzo il viso verso il soffitto e li immagino lì sopra, provando a vederli come loro fanno con me.
Riescono a percepire tutto l'amore che provo per loro?
"E questo è tutto" dice sorridendo ancora.
"Grazie" gli dico. Ne avevo bisogno, soprattutto dopo oggi.