Resilienza

Harry Potter - J. K. Rowling
Multi
G
Resilienza
Summary
resilienza: capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.Ginny Weasley non vede l'ora di andare a Hogwarts, dove potrà avere amici che sono solo suoi. Dove potrà essere sé stessa, libera dall'occhio vigile della madre. Questa giovane strega è molto più astuta e ambiziosa di quanto chiunque le abbia dato credito. O almeno era così, poi il Cappello Parlante l'ha collocata a Serpeverde.Dove la porterà la sua determinazione?
Note
Ciao a voi che iniziate a leggere, volevo solo scrivere Ginny come serpeverde perché la amo e ho già letto tutte le storie disponibili (troppo poche) e metterla in una coppia diversa dal solito. Avevo in mente un personaggio canon specifico, ma ho cambiato idea, devo decidere. Tuttavia, vi avviso, non sarà Harry, quindi se cercate una Hinny, lasciate stare. Dipende come si evolverà questa storia. I suggerimenti sono ben accetti ;).Tenete presente che in alcuni capitoli non scriverò la data perché in essi c'è una narrazione che copre più giorni o perché tutto avviene in un momento imprecisato. Ovviamente c'é un macro tempo generale.Buona lettura!!!IL MONDO DI HARRY POTTER APPARTIENE A JKR
All Chapters Forward

Volo incerto e familiare

~ 2 settembre 1992 ~

Il risveglio di Ginny è graduale e tranquillo. Molto diverso da quello a cui è abituata.

A casa riuscire a dormire fino a tardi è quasi un lusso. La mattinata alla tana inizia spesso in modo traumatico. Le sveglie: le urla di Molly Weasley, va tutto bene se non sta chiamando arrabbiata il tuo nome; uno scherzo dei gemelli; i suoi fratelli che attraversano il corridoio a passo di ippogrifo.

Ginny si stiracchia, godendosi il silenzio della stanza. Sbircia attraverso le tende e controlla che le sue compagne siano ancora tutte a letto.

Ha l'abitudine di muoversi molto quando non dorme, quindi si alza prima di disturbare le sue coinquiline. Non ha idea dell'accoglienza che riceverà come primo Weasley, probabilmente di sempre, a serpeverde, non ha bisogno di dare vere ragioni alle persone con cui passerà più tempo per trattarla male.

Sente un brivido di freddo appena i suoi piedi toccano la pietra. Tutto il dormitorio di serpeverde è ben riscaldato, ma restano comunque dei sotterranei. Per un attimo, si pente di aver abbondonato il calduccio delle coperte.

Decide che il modo migliore per contrastarlo è farsi una bella doccia calda. E lunga, avendo la certezza di essersi svegliata abbastanza presto.

La doccia era molto più complicata di quando pensasse. Si aspettava un banale pomello per la temperatura dell'acqua come a casa. Invece uno era per l'acqua fredda, uno per la calda e uno per regolare la potenza del getto. C'era anche una specie di soffione rettangolare all'altezza della schiena, ma non era sicura di come funzionasse e l'ha lasciato stare.

Senza doversi affrettare per lasciare spazio a uno dei suoi fratelli, si è rilassata. Ha sempre adorato lasciare che l'acqua le scorresse addosso, ma di solito non ne aveva il tempo. Qui, anche se qualcuno entrasse, sarebbe un'altra ragazza.

Uscendo dal bagno con ancora i capelli bagnati, sente il fruscio delle coperte mentre Hestia ed Ada iniziano ad alzarsi.

La prima le fa un cenno di buongiorno e inizia subito a scavare nel proprio baule, invece la seconda se ne sta appoggiata alla colonna del letto come se fosse tutto ciò che la tiene in piedi. La guarda, sbattendo le palpebre verso di lei mente nasconde gli sbadigli dietro la mano.

Probabilmente è tutto il buongiorno che otterrà da Ada. Sorride a se stessa mentre attraversa la stanza.

«Che ore sono?» La voce di Flora è attutita dai cuscini.

La sua gemella molla i suoi vestiti sul letto per prendere la propria bacchetta dal comodino e, lanciando un tempus sottovoce, fa apparire il quadrante di un orologio nell'aria. «Le 7.25»

«Oddio, è tardissimo!» Esclama Ada. Con uno scatto improvviso tira fuori dal comodino i suoi prodotti per la doccia e si precipita in bagno, quasi travolgendo Hestia che stava per entrarci.

Ginny, seduta a gambe incrociate sul letto mentre si passa il pettine tra i capelli, ridacchia. Hestia la guarda, poi guarda il punto dove stava la loro compagna fino a un secondo prima, poi di nuovo lei, dopodiché scuote la testa e continua per la sua strada. Tutto ciò senza cambiare espressione, salvo spalancare un po' gli occhi. È leggermente inquietante, ma soprattutto divertente.

Nel frattempo anche Flora si era alzata, strascicando i piedi verso il bagno.

Ginny guarda il letto di Elina. «Pensi che dobbiamo svegliarla?»

L'altra si limita a scrollare le spalle. Non una mattiniera quindi. «Hestia! Prestami il tuo shampoo.» Urla, facendo sussultare Ginny per la sorpresa. La risposta è persa dietro la porta chiusa del bagno. Non si era nemmeno preoccupata di prendere dei vestiti.

La rossa alza gli occhi al cielo e, abbandonando il pettine bagnato sul comodino, si avvicina al letto della sua compagna.

Scosta leggermente una tenda. «Elina?» Quando non dà segni di averla sentita, prova a toccarle una spalla. «Hey, Elina? Sono le 7.30 passate, siamo tutte sveglie.»

Quella scrolla bruscamente le spalle. «Sono in grado di alzarmi da sola, Weasley.» La rossa indietreggia di scatto per non sbatterle contro mentre scende dal letto.

«Era solo gentile.» Arriva una difesa a mezza voce da dietro di lei. Ginny si volta. Ada, appena uscita dal bagno e già vestita, si sta tamponando i capelli con un asciugamano.

Elina sbuffa stizzita e sparisce nel bagno senza degnarle di una risposta.

«Beh, buongiorno anche a te.» Commenta Ginny infilandosi le scarpe. Non lo dà a vedere, ma quell'atteggiamento l'ha colpita molto. Quanti altri saranno così qui? Ha sentito i suoi genitori lamentarsi per anni dei pregiudizi di sangue dei serpeverde, rivolta anche a chi non era d'accordo con loro. Ginny pensava esagerassero, in fondo qui sono ancora tutti studenti e le persone che suo padre liquida come ricchi prevenuti sono gli uomini del Ministero. Lei non è uguale ai suoi genitori, quindi perché i suoi compagni di casa dovrebbero.

Forse a serpeverde sono solo tutti più cattivi.

«Eri solo gentile.» Ripete la sua compagna, questa volta cercando di consolarla.

«Fa nulla, non preoccuparti.» Ada è una serpeverde ed è gentile. Ginny si aggrappa a quel pensiero. «Io inizio a salire per la colazione, ci vediamo.»

«Aspetta, aspetta. Veniamo anche noi.»

«Sì. Che fretta hai? Le lezioni iniziano domani, comunque.» Fa una smorfia, senza rispondere alla domanda delle sorelle Carrow.

 In realtà, preferirebbe non avere un grande pubblico per qualsiasi conseguenza ci sarà per il suo smistamento.

Fred, George e Percy sono a posto, lo sa. Il vero problema è Ron: ha sempre avuto la miccia più corta tra i fratelli Weasley. Da bambino, piangeva per tutto e si arrabbiava facilmente. Non è davvero cresciuto da quest'ultimo.

In più, anche Ginny stessa, come sua madre ha lamentato più volte, ha un brutto temperamento.

Il suo brutto temperamento si scontra spesso con quello di suo fratello. Non sono mai d'accordo su nulla.

La notte prima aveva liquidato le proprie preoccupazioni a favore del sonno, ma il mattino le aveva riportate in primo piano nella sua mente. Sicuramente Ron si arrabbierà.

Sua madre anche. Molly Weasley non è mai tranquilla, figuriamoci su qualcosa che non le piace. E serpeverde non le piace, proprio per niente.

 


 

Una decina di minuti dopo, le quattro stanno finalmente attraversando la sala comune.

Nessuna ha suggerito di aspettare Elina.

Ad Hestia e Flora non sembra importare minimamente e Ada pare aver scelto di ignorarla. Forse non è poi così tanto gentile. Non che Ginny la biasimi. Nemmeno lei vuole stare con l'altra ragazza.

La parete dell'ingresso alle spalle, girano con sicurezza a sinistra.

«Io non ricordo la strada da qui in poi.» Ada ha espresso esattamente lo stesso pensiero di Ginny, che guardava spaesata tra le due strada identiche alla fine del corridoio.

«Nostra madre si è assicurata che conoscessimo la strada per la sala comune prima che partissimo.» Spiega una delle due sorelle. Ginny presume sia Flora perché, da quella che ha visto, è la più disposta a condividere briciole di informazioni personali.

«Ma come faceva a sapere che sareste state entrambe a serpeverde?» Perfino Ginny alza un po' le sopracciglia all'esclamazione di Ada. Poi ricorda che l'altra ragazza è nata babbana e si sente in colpa per i propri pensieri. Per lei tutto ciò è scontato. Hogwarts è spettacolare, ma se lo aspettava da tutta la vita.

I sentimenti dei serpeverde sul purismo di sangue la stanno già contagiando? Ha iniziato a classificare le persone in base al loro stato di sangue.

Le gemelle si guardano, poi dicono contemporaneamente: «I Carrow sono serpeverde.»

Per Ginny è una spiegazione, ma per Ada, chiaramente, no.

Le atre due non sembrano più in vena di parlare mentre le conducono abilmente fuori dai sotterranei.

Ada la guarda. A quanto pare, tocca a lei. «È una cosa da vecchie famiglie purosangue. Tutti…»

«Cosa significa purosangue?»

Per un attimo è persa sua cosa dire. L'essere purosangue non è un concetto che abbia mai provato a spiegare. È e basta. Non lo ha mai nemmeno considerato così importante da soffermarsi su di esso al punto da avere una spiegazione pronta. Ada aspetta con calma che raccolga i suoi pensieri. «Sono famiglie in cui tutti sono maghi. Per essere considerati tale, una famiglia deve avere almeno un certo numero di generazione totalmente magiche. Non so quante, forse quattro o più. Capito?» All'annuire dell'altra, torna all'argomento iniziale. «I membri di queste vecchie famiglie finiscono sempre nella stessa casa. Per esempio, i Paciock e i Potter sono grifondoro, invece i Carrow, i Selwyn e i Farley sono serpeverde.»

«E la tua…» Fortunatamente la domanda di Ada sulla sua famiglia viene interrotta da qualcuno che chiama il suo nome.

Ginny ha un attimo di terrore pensando sia Ron, poi si dà mentalmente della sciocca. Lui non si alzerebbe mai prima dello stretto necessario.

Alexander fa segno a tutte di raggiungerlo.

«Finalmente!» Sbuffa appena si siedono. «Sono qui da venti minuti.»

«Non è colpa nostra se sei mattiniero, l'hai fatto a te stesso.» Scherza Ginny mentre si carica il piatto di porridge, bacon, salsicce e un toast.

«Ma dove lo metti tutto quel cibo?»

«Non accetto giudizi su cosa mangio da qualcuno che fa colazione solo con toast e marmellata.» Il ragazzo alza gli occhi al cielo e afferra la ciotola di porridge prima che venga passata più avanti lungo il tavolo.

«Contenta? Comunque, cosa stavate dicendo? Sembravate assorte.» Fa segno con il cucchiaio verso lei ed Ada.

«Stavamo spiegando a Dixon qui delle vecchie casate purosangue.» Alexander alza un sopracciglio al fraseggio di Carrow e Ginny si affretta a spiegare.

«Stavo dicendo che certe famiglie hanno membri che finiscono sempre nelle stesse case. Ti viene in mente qualche famiglia di tassofrasso e corvonero? Di corvonero conosco solo i Lovegood.»

«Mhm…anche i MacDougal sono corvonero. Gli Abbott e i Bones sono tassofrasso.»

«Però ci sono anche famiglie con i membri divisi tra due case.» Aggiunge una delle Carrow. «I Rosier sono sia serpeverde sia corvonero, una è nel nostro anno ed è lì. Per noi, il Cappello era un po' indeciso, ma alla fine ha scelto la casa di famiglia.»

«Essere un corvonero non è certo vergognoso. I nostri genitori non se la sarebbero presa.» Continua l'altra. Ada continua a guardare tra loro, appesa a ogni parola. «Ci possono essere eccezioni.» Aggiunge volutamente vaga con uno sguardo appuntito a Ginny che quasi si tira indietro fisicamente.

La loro compagna sembra incuriosita. «Ah, quindi…le vostre famiglie sono di serpeverde?» Probabilmente stava anche cercando di non infilarsi in una conversazione su quelle eccezioni. Equivalente di un vicolo cieco. Di notte. Senza lampioni.

Ginny si rimprovera internamente: non è colpa di Ada, non ha idea del vaso di Pandora che ha smosso. Che ha continuato ad agitare per tutta la strada dalla sala comune.

«Gli Axeyes sono spesso tassofrasso, a volte serpeverde o corvonero. Mai grifondoro. Comunque mia madre è francese, ha frequentato Beauxbatons, niente case. Nella nostra famiglia non sono così fondamentali.» Scrolla le spalle. Ginny sente una fitta di invidia. Sa di non poter scrollare le spalle e dire che tanto non è importante.

Tutti si girano verso di lei, la sola che non ha risposto, e si sente in perdita. Non sa bene cosa dire.

«No, i Weasley di solito sono a grifondoro.» Si limita alla pura e semplice verità. Non è nemmeno un segreto, Ginny stessa è cresciuta sentendolo. I suoi fratelli se ne vantano. I suoi genitori sono sempre orgogliosi quando dicono che tutti i loro figli sono grifondoro. La colpa si agita nel suo stomaco al pensiero di come non potranno più dirlo. Insieme ad essa, dentro di lei sta crescendo un'altra emozione, che non riconosce.

«Ma i tuoi non se la prenderanno, vero?» In confronto, la domanda di prima era facilissima.

«Lo faranno, alla fine penso gli passerà. Sai, lo shock.» Prova a spazzarlo via, ma, in realtà, non ne è più tanto sicura. L'odio tra grifondoro e serpeverde è secolare. Esiste sin dal tempo dei fondatori ed è stato perpetrato da ogni famiglia che ha fatto di quelle sale comuni la loro casa. Si odiano e basta non è una risposta.

Però non vuole spiegare che Salazar Serpeverde non voleva i nati babbani nella sua scuola.

Non a una che è nella sua casa.

Ancora meno vuole parlare dei suoi genitori. Della sua famiglia grifondoro.

Ada sta per parlare di nuovo, ma una delle gemelle le fa segno di stare zitta. Ginny è grata.

Per un po', nessuno dice più nulla. Ada non conosce ancora il loro mondo, ma percepisce facilmente il pessimo umore di Ginny.

Almeno si diverte un po' quando Elina viene respinta dal gruppo del quinto anno.

Entrata nella stanza, li aveva superati senza degnarli nemmeno uno sguardo e si era avvicinata alla sorella.

«Cosa stiamo guardando?» La nuova voce fa sussultare tutti tranne le gemelle. Brian e Cecil avevano preso posto vicino ad Alexander, di fronte alle ragazze.

«Farley che si mette in imbarazzo davanti a quelli del quinto anno.»

«Si capisce da come la sorella sorride, ma gli altri trattengono i sorrisi e si guardano.»

«E perché è divertente?» Alexander guarda dubbioso Flora ed Hestia.

«Perché stamattina è stata una stronza.» Tra tutti, l'ultima persona che si aspettava imprecasse era Ada.

«Ah, beh, guardate. L'hanno mandato da noi.»

Ginny sbricia sottilmente di lato. Cecil ha ragione. Gemma ha detto qualcosa ed Elina si è girata, ostentando indifferenza e dirigendosi a passo sicuro verso di loro. Di nuovo, li ignora tutti, si siede ed inizia a mangiare. È abbastanza vicina da sembrare parte della conversazione, ma, per loro, è chiaro che vorrebbe essere altrove. Nessuno le dice nulla.

«Jordan dorme ancora?»

«Sì.» Dice Brian, parlando per la prima volta. «Se lo vedrete mai alzato prima delle 8.00 è perché deve fare dei compiti per la prima ora.» Non suona nemmeno come una battuta. Gli altri ridacchiano e sorridono comunque, forse per alleggerire l'atmosfera.

Funziona e, per un po', mangiano con calma.

Non si preoccupano di affrettarsi perché resteranno comunque nella Sala Grande fino alla fine della colazione. Loro aspettano le lettere da casa e tutti gli studenti devono ricevere gli orari delle lezioni. Ginny stessa non ha scritto a casa, ma i capo-casa mandano una lettera ai genitori dei propri alunni ogni anno dopo lo smistamento. Comunicano la casa in cui è finito il loro figlio e si presentano come insegnante di riferimento. Sua madre conserva tutte e sei le lettere dei suoi fratelli e Ginny stessa l'ha vista ricevere le ultime quattro. Tutte dalla professoressa McGonagall. Quest'anno, invece, il nome su quella busta era professor Severus Piton.

Onestamente, Ginny si sente in colpa per aver riso, solo qualche volta, quando i suoi fratelli si lamentavano di lui.

A quel pensiero, li cerca. Prova ad essere sottile, ma deve comunque girarsi quasi completamente sulla panca. Fred e George le danno le spalle mentre parlano animatamente con il loro amico Lee Jordan e una ragazza dalla pelle scura che non conosce. Distoglie subito lo sguardo. Percy ha il naso in un libro, cosa che le fa alzare gli occhi al cielo. Il solito Percy. Sorprendentemente, Ron non è ancora a letto come pensava. Se conta, visto che ha la testa sul tavolo mentre Hermione parla in modo severo al suo orecchio. Neville, seduto pochi posti di fianco a loro, la nota guardare e le sorride divertito. Ginny ricambia con un sorriso caldo, ma veloce. Non vuole essere notata.

Magari potrà davvero evitare i suoi fratelli.

Si sente ricredere quando un grande gruppo di gufi sorvola la Sala Grande. Ginny cerca con lo sguardo il volo incerto e storto di Errol senza, però, trovarlo. Sarà sicuramente tra i ritardatari. Tira un sospiro di sollievo.

Viene distratta da un elegante gufo nero che lascia cadere due pacchetti identici davanti a ciascuna delle sorelle Carrow, per poi volare via senza aspettare neanche uno snack. Il piccolo gufo marrone di Alexander, invece, lascia cadere una lettera nel suo piatto e si posa sulla sua spalla, pretendendo cibo e carezze. Sempre meglio della civetta di Brian: quella si è servita da sola. Gli ha consegnato due lettere e ha iniziato a bere il suo succo di zucca.

«Perché due lettere?» Chiede a bruciapelo Cecil con uno strano luccichio negli occhi.

«Una è di Jordan.» Brian studia il volto dell'altro ragazzo. A quella risposta il suo sguardo si era incupito. «Perché?»

Rotea la forchetta tra le dita. «Niente. Il mio gufo sarà in ritardo.» Guarda per aria come la cosa non lo turbasse minimamente. «Anch'io riceverò due lettere. Genitori separati.»

Nessuno dice nulla. Nel mondo magico, i divorzi sono pochi. Ginny ha l'impulso di dire che le dispiace, ma si morde la lingua. Lei non c'entra nulla e probabilmente Cecil non apprezzerebbe comunque.

A rompere il silenzio creatosi è di nuovo lui, improvvisamente più allegro.

«Beh, dai, che sono quei musi lunghi? È il vostro turno.» Fa un cenno ad Alexander, Flora ed Hestia. «Che avete lì?»

«Lettera da mamma e papà. Sono orgogliosi e dicono che mio zio è da loro. Mia cugina vuole sapere per filo e per segno com'è la sala comune.» Alza gli occhi al cielo, ma sorride. «Suo fratello maggiore è a corvonero e ha ricevuto lo stesso trattamento.»

«Mamma mi ha mandato degli orecchini con dei serpenti, gli occhi sono smeraldi, la pietra di serpeverde. A te, Hestia?» Li indossa e si scosta i capelli per mostrarli a tutti. Ginny pensava fossero ciondoli, invece gli orecchini seguono perfettamente la curva dell'orecchio di Flora, agganciandosi a metà di esso. Sembra davvero un serpente che si avvolge intorno al suo orecchio.

«A me ha mandato una collana con uno smeraldo, invece.» La solleva e, come sua sorella, indossa subito il gioiello. A reggere la pietra, di forma ottagonale e grande quanto una falce, sono sottili fili di metallo argenteo, una perfetta continuazione della catena.

I due gioielli sono così simili che sembrano quasi appartenere ad unico set, ma Ginny non riesce a vederli indosso a solo una delle due sorelle.

Ada dice qualcosa, ma Ginny perde completamente la concentrazione sulla conversazione alla vista di un volo irregolare terribilmente familiare.

«È arrivato il gufo dei miei genitori.» Su richiesta dei compagni, lo indica.

Cecil si sporge improvvisamente in avanti. «Ha una strilettera.» Ginny si sente sette paia di occhi addosso mentre impallidisce.

Tira un sospiro di sollievo mentre vede Errol dirigersi al tavolo di grifondoro.

A quel punto, tutti hanno notato la busta rosso intenso nel becco del gufo e si sussurrano a vicenda, fanno cenno agli amici e indicano divertiti. Il rumore cala fino a quasi scomparire. Perfino il tavolo del personale è silenziosamente pronto ad osservare la scena. O forse è solo lei ad avere una concentrazione univoca sulla scena.

Ginny guarda i suoi fratelli e individua subito Ron, ora sveglio, come il più preoccupato.

Quando Errol atterra nel suo piatto, schizzandolo di porridge, sbianca completamente. Qualcuno ride.

Suo fratello si guarda intorno, sembrando pronto alla fuga, ma viene fermato da Neville.

Con mani tremanti, rompe il sigillo di cera e la lettera prende vita.

«RONALD BILIUS WEASLY» la voce infuriata di Molly Weasley riempie la sala, ma il gridolino di Ron è udibile fino al tavolo di serpeverde, dall'altra parte della stanza. Questa volta è sicura di non immaginarsi il silenzio della sala. «COME OSI FARE UNA COSA COSÌ SCIOCCA E SCONSIDERATA!» Ginny è sconcertata da cosa potrebbe aver mai fatto di così grave prima ancora dell'inizio delle lezioni. «TU ED HARRY POTRESTE ESSERE ENTRAMBI MORTI! NON HAI IDEA DI COSA ABBIAMO PASSATO TUO PADRE ED IO QUANDO ABBIAMO LETTO LA LETTERA DI SILENTE IERI SERA. COME AVETE POTUTO RUBARE LA MACCHINA! E PORTARLA FINO AD HOGWARTS!» La ragazza strabuzza gli occhi basita. Sposta lo sguardo sul tavolo insegnanti. Tutti hanno un'aria molto severa con l'eccezione di Silente, che sorride sereno, e quello che crede sia Piton, che invece ha un sorrisetto compiaciuto. All'improvviso si gira verso di lei e, tornato di botto inespressivo, la guarda dritto negli occhi. Ginny riporta subito lo sguardo su suo fratello, sbirciando di lato attraverso i capelli. Dopo un attimo, il professore sembra aver trovato cosa cercava e torna ad osservare la scena. Nel frattempo, Ron aveva cercato di tappare la bocca-lettera, fallendo, perché il volume è solo aumentato. «SONO ASSOLTAMENTE DISGUSTATA DAL TUO COMPORTAMENTO! ORA TUO PADRE SARÀ SOTTOPOSTO A UN'ISPEZIONE AL LAVORO E SARÀ. TUTTA. COLPA. TUA.» La strilettera sputa le ultime parole tra l'ilarità generale.

Invece di incenerirsi, continua, girandosi verso di lei. Si avvicina un po'. «Gin cara,» sua madre non sta più urlando, ma la sua voce non ha perso quella nota dura. Ginny sente il suo sorriso morirle sulle labbra. Il brusio delle voci si abbassa di nuovo. «non preoccuparti per il tuo smistamento.» Non può essere così facile, sua madre è troppo calma. È sempre calma quando si arrabbia per gli scherzi dei suoi fratelli gemelli. Poi esplode. Ginny si prepara per il colpo. «Sono sicura sarai molto turbata, ma, tesoro, non ti devi preoccupare di nulla. Io e tuo padre sistemeremo tutto per te. Non capisco come tu possa aver fatto a farti mettere, per errore, a-…a serpeverde, ma oggi stesso parleremo con il professor Silente per farti sistemare giustamente a grifondoro.» Il tono di sua madre mentre pronunciava il nome della sua casa era intriso di disgusto. Molto più di quanto si aspettasse. Deglutisce, improvvisamente vicina alle lacrime all'idea che sua madre la consideri altrettanto orribile.

L'intera sala esplode in sussurri ancora più fitti, ma Ginny non ha il coraggio di guardare nessuno. Fissa le ceneri della strilettera a pochi passi da lei. Non vuole vedere il divertimento, la simpatia o peggio, la pietà di qualcuno. O altro disprezzo.

«COSA?!» L'urlo di Ron la strappa dalla paralisi in cui era caduta. Ha la faccia chiazzata di rosso, per rabbia o fatica, mentre riesce a strappare le braccia dalle prese che Hermione ed Harry avevano su di esse. «GIN, COS'HAI FATTO?! NON PUOI ESSERE A SERPEVERDE!»

«E chi lo dice? Tu?» L'accusa nella voce di suo fratello fa alzare la testa al suo temperamento. Suo fratello ha un dono unico nel farla arrabbiare.

«MA SEI STUPIDA?! S-SONO TUTTI MAGHI O-OSCURI. VIENI SUBITO QUI.» Indica un posto vuoto poco distante da lui al tavolo come se fosse un elfo domestico al suo comando. Forse convinto di aver sistemato tutto, si lascia cadere sgraziatamente tra i suoi due amici. «Mamma e papà parleranno con Silente, chiaramente questo è s-solo un errore. Fai sempre casino, Gin.» Sbuffa esasperato come se la discussione fosse finita così. Ginny si morde l'interno del labbro per trattenersi dall'urlare. Odia quanto suo fratello la tratta come se fosse stupida, solo perché ha un anno meno di lui e la mamma glielo permette.

Resta seduta al suo posto e cerca di mantenere un tono di voce educato. Proprio come le ha insegnato sua madre, pensa con malizia.

«Sto benissimo dove sono, grazie.» Sarebbe imbarazzante da morire se si mettesse anche lei ad urlare come Ron, di cui tutti stanno già ridendo. Se prima era stata dubbiosa e insicura su serpeverde, ora è pronta ad urlare dai tetti che le piace.

Le arrivano alle orecchie delle risatine dal suo tavolo mentre suo fratello passa dal rosso al viola e si rialza come se fosse stato colpito da un incantesimo pungente. Ginny sente il sapore del sangue in bocca.

Prima che possa esplodere un nuovo giro di urla, il professor Piton si intromette con un tono strascicato. Le sue parole denotano fastidio, ma i suoi occhi mostrano un briciolo di quanto è contento di poter punire suo fratello. «Signor Weasley, le chiedo di smettere di disturbare i miei studenti e permettere al resto dei suoi compagni di continuare il pasto. Lei e il suo amico» aggiunge ancora più disgustato, riferendosi chiaramente ad Harry «avete interrotto la colazione con i vostri drammi abbastanza a lungo. Direi…10 punti da grifondoro per questo, a testa. Oh, e 15 punti da lei, signor Weasley, per aver insultato la mia casa.» Il tono dell'uomo è intriso di malizia. 

«Sieda, signor Weasley.» Interviene la professoressa McGonagall. Quando Ron sembra ancora non propenso ad ascoltare, Hermione lo tira giù per un braccio. 

Ma Ginny conosce suo fratello. La testardaggine è un tratto di famiglia e Ron non lascerà perdere così facilmente. 

Quando è chiaro che non sta per succede nient'altro, tutti tornano alla propria colazione. O almeno fingono mentre bisbigliano. Nel giro di un giorno, tutta la scuola, anche gli assenti dalla colazione, saprà ogni dettaglio. E tante esagerazioni, probabilmente.

I professori fingono abilmente che non sia successo nulla.

La rossa si limita a spostare il cibo nel piatto. Ormai le è passato l'appetito, ma non le va di attirare l'attenzione di tutti, di nuovo, andandosene. 

«Tuo fratello» inizia Alexander con lo stesso tono con cui si potrebbe descrivere un mucchio di merda «è un idiota assoluto.» 

«Totalmente». Aggiunge la gemella con la collana, Hestia.

«Più stupido di un troll.» Rincara la dose Flora, riuscendo a farle emettere uno sbuffo divertito. Finge di non sentire anche il bruciore delle lacrime che vogliono cadere. Nel tentativo di trattenerle, cerca di non pensare troppe alle parole di sua madre e suo fratello e cosa pensano di lei ora.

«Come si permette di parlare di noi come se, essendo a serpeverde, saremo i prossimi maghi oscuri.» Brian sembra insultato e Ginny ha la sensazione che sia tipo da vendicarsi. Probabilmente coinvolgerà anche Jordan. Suo fratello ha un dono per far incavolare le persone. Quella mattina potrebbe anche aver stabilito un record. Tutti i suoi compagni sembrano infastiditi o addirittura indignati. È contenta di vedere che ha qualcuno dalla sua parte così.

Anche Cecil borbotta indignato, anche se per motivi totalmente diversi.

«O di trattare così la propria sorella minore, io non tratterei mai così la mia sorellina. Che razza di fratello!» Torna a mangiare con aria irritata.

Vedendo le espressioni degli altri, è sollevata di non essere stata l'unica a non sapere che il ragazzo avesse una sorella minore. Temeva di aver perso qualche pezzo di conversazione, distratta dai propri pensieri.

Considerando la ferocia con cui muove quella forchetta, Ginny si chiede se non sia il caso di tenerlo lontano dagli oggetti appuntiti.

«Beh, non posso fare nulla sul fatto che sia mio fratello.» Come sempre, è pronta a fare una battuta. È meglio far calmare tutti. Se Ron apre di nuovo la bocca, Cecil potrebbe cavargli un occhio. «Almeno non condivido la sala comune o, Merlino non voglia, la stanza con lui.» A quello, tutti acconsentono divertiti e fintamente, più o meno, schifati. Ada dice qualcosa sul compatire i malcapitati che condividono la stanza con lui.

Ginny nota il modo in cui Alexander si rilassa. Ripensa a ciò che ha appena detto. Lo guarda accigliata mentre capisce l'indiretta accettazione della propria casa nelle sue parole. Si chiede perché gli importi, lui stesso ha detto che nella sua famiglia la casa non è importante. Si assicurerà di chiedere più tardi, decide, quando saranno soli.

Non se ne accorge, ma i gruppi di studenti seduti vicino a loro stavano ascoltando e ora sono certi non sia d'accordo con suo fratello. La consapevolezza che accetta la casa renderà l'introduzione della più giovane Weasley a serpeverde meno difficile, pur essendo un'estranea.

«E pensa a chi condivide le sue lezioni.» La voce di Ada cela malamente il suo divertimento. «Mi sembra esattamente il tipo che fa esplodere i calderoni a pozioni.»

«Oh, l'ha fatto!» Esclama Ginny. Ha un sorriso divertito, ma anche un tono piuttosto esasperato mentre racconta. «Si è lamentato perché Piton l'ha punito in un sacco di lettere e anche in estate. Ha chiamato Piton un fastidioso pipistr-…» Il dolore nel fianco la interrompe.

Guarda male Flora che le ha tirato una gomitata. Forte.

Prima che possa dire qualcosa, un'ombra si posa su di loro. Il professor Piton sembra risucchiare la luce con le sue vesti nere. «Signori Axeyes, Markoza, Selwyn e Wladok e signorine Carrow, Dixon, Farley e Weasley.» Ginny lo guarda ad occhi spalancati, pregando che non l'abbia sentita, ma la sua espressione indifferente non da via nulla. Si consola dicendosi che se avesse sentito, sarebbe arrabbiato.

La sua attenzione, così come quella dei suoi compagni,  si sposta sui fogli nella sua mano quando li porge loro. «I vostri orari.» Elina, la più vicina a lui, li prende e, tenendone uno per sé, lascia il resto sul tavolo. «Spero di non dovervi dire di non perderli.» Hestia distribuisce velocemente gli orari a tutti.

«No, signore.» Assicura Alexander quando diventa chiaro che l'uomo attendeva una risposta. Passa un attimo, poi Piton annuisce e se ne va con le vesti che frusciano dietro di lui.

«Wow,» esala Ada «quell'uomo è terrificante. Mi sono venuti i brividi.»

«Mantiene l'ordine. Tiene molto al successo di serpeverde.»

Agli sguardi sconcertati, Flora chiarisce le parole di sua sorella: «Nostro padre lo conosce.»

Ginny invidia un po' le gemelle. Conoscono la strada per la sala comune e il loro capo casa. I loro genitori le hanno mandate a scuola ben preparate. Lei non sapeva nemmeno che il Cappello Parlante esistesse.

Forward
Sign in to leave a review.