
Non se lo meritava.
È colpa sua.
Sua Madre ha dovuto educarlo, avrebbe dovuto fare meglio.
Camminava per i corridoi cercando di distribuire il peso, provando a non appoggiarsi sulla gamba sinistra.
L'incantesimo di taglio faceva male, soprattutto il grande squarcio dietro il tallone.
Non era colpa sua però se il cercatore dei Tassorosso aveva preso il boccino prima di lui, lui si era impegnato così tanto e-.
I pensieri furono bruscamente tagliati dalla voce di sua madre.
Sei una delusione Regulus, devi impegnarti di più.
Aveva ragione. Era solo colpa sua.
Doveva solo riuscire ad arrivare al Lago Nero e poi avrebbe potuto dare un'occhiata alla ferita, magari anche guarirla un po'.
No, meriti di soffrire.
Non avrebbe toccato la ferita, assolutamente.
Ha continuato a camminare, cercando disperatamente di nascondere il dolore e la camminata instabile, mento sempre alto e sguardo puntato in avanti.
Voleva piangere, faceva male.
I Black non piangono mai.
Ha ricacciato indietro le lacrime, il dolore, tutto.
Lui non poteva farlo.
Riusciva finalmente a vedere la quercia davanti al Lago, sul lato destro di questa, se fosse riuscito ad arrivarci, sarebbe rimasto nascosto.
Avrebbe potuto permettersi una lacrima, forse, nessuno lo avrebbe saputo.
Ha girato il tronco dell'albero.
Non era vuoto.
Remus Lupin.
Remus Lupin era lì e stava leggendo un libro, un cane nero era sdraiato su di lui.
Remus Lupin, uno dei migliori amici di suo fratello.
Del fratello con cui non parlava più da Natale, che aveva lasciato per sempre casa sua a Natale.
Ha risucchiato l'aria. Doveva andarsene ma era così stanco, voleva solo sdraiarsi un po' e riposare, lontano da tutti.
Non ha fatto in tempo ad andarsene.
Alla fine, Remus Lupin ha alzato lo sguardo e i suoi occhi marroni puntavano nei suoi, sembravano così caldi.
Si è alzato subito, era davvero alto, lo fissava ora con la bocca leggermente schiusa.
"Regulus" ha detto e la cicatrice che aveva su metà viso si è leggermente distorta.
"Lupin" ha ricambiato, cercando di non far tremare la voce.
Non voleva far sapere che stava per cadere a pezzi, non a lui, soprattutto non a lui.
Il Grifondoro ha guardato il cane, poi di nuovo lui, le labbra strette, uno strano sguardo negli occhi.
"Io, ehm, vado, ciao" ha detto in maniera confusa, prima di stringere il libro al petto e scappare verso il castello.
Indossava un maglione, Lupin, anche se tra due giorni ci sarebbero state le vacanze estive e quindi era molto caldo, non era mai riuscito a capirlo.
Ha aspettato a lungo, finché non lo ha visto sparire dietro le mura e poi, per la prima volta dal colloquio con sua madre, ha fatto crollare le spalle, di poco.
Ha appoggiato la schiena alla quercia, scendendo piano su questa, fino a mettersi seduto.
Le sue mani tremavano, leggermente, mentre alzava il pantalone.
La ferita era così rossa, la pelle squarciata mostrava la carne viva al di sotto.
Se lo era davvero meritato, non era nemmeno riuscito ad arrivare in finale della Coppa di Quidditch.
Il cane nero, si era dimenticato fosse lì, si è avvicinato a lui, il suo naso umido ha spinto leggermente la sua mano mostrando così la ferita.
"Orribile, vero? Me la ha fatta mia madre" ha mormorato fissando l'animale "non che non me la sia meritata" ha aggiunto subito come se fosse sbagliato non riconoscerlo.
Ha alzato lo sguardo, il cane, sembrava potesse capirlo.
Ha rilasciato un sospiro portando una mano sulla testa del suo compagno peloso.
"Posso parlare con te, prometti che non lo dirai a nessuno?" ha chiesto e poi è scoppiato a ridere.
Salazar, stava toccando il fondo. Stava parlando con un cane dei suoi problemi, un animale.
Aveva sempre voluto un cane, una volta aveva fatto entrare un gatto randagio in casa, voleva davvero compagnia.
Sua madre si è arrabbiata così tanto, Sirius aveva detto era stata una sua idea.
Non era vero.
Non lo ha visto per i successivi due giorni.
"Sai chi era il ragazzo con cui stavi prima? Remus Lupin. È uno dei migliori amici di mio fratello, è intelligente lui"
Il cane gli ha leccato una mano, avrebbe dovuto sentirsi disgustato ma era bello ricevere un po' affetto ogni tanto, anche se da un animale.
"Mi manca mio fratello, lo sai? Mi odia adesso ed ha ragione, me lo merito, ma mi manca terribilmente"
Sembrava che il cane non respirasse più.
"Gli ho detto che lo odiavo, la notte di Natale, gli ho detto anche che era un codardo"
Ha grattato vicino alle orecchie ma nemmeno questo ha fatto spostare di un solo millimetro il cane.
"E lui se ne è andato e ora mi odia"
Stava per piangere, gli occhi pizzicavano leggermente.
"E lo odiavo anche io ma adesso ho capito perché se ne è andato, vorrei solo poterglielo dire"
Ha continuato ad accarezzare il cane mentre con la mano libera asciugava l'unica lacrima che si sarebbe concesso di far cadere.
"Se potessi, gli chiederei di portare anche me dai Potter" ha sussurrato sorridendo tristemente.
Faceva male ammetterlo ad alta voce, faceva davvero male.
Ma finalmente aveva capito perché Sirius aveva lasciato quella casa.
Lo aveva capito subito dopo che rientrando in biblioteca sua madre non aveva trovato il corpo di suo fratello.
Sirius lo aveva sempre difeso, lo aveva capito troppo tardi.
Ingenuamente, aveva creduto che le punizioni assegnate ad entrambi fossero le stesse, non aveva mai pensato che suo fratello avesse dovuto sopportare una Cruciatus.
Il cane si è alzato, correndo verso il castello, lasciandolo da solo.
Nemmeno più un animale voleva la sua compagnia.
Se lo meritava, si meritava ogni dolore che provava.
~~~~~
Aveva preparato il baule, tutti i vestiti impilati correttamente.
Aveva anche restituito i libri in biblioteca e ora stava andando al binario per poter tornare a casa per le vacanze.
Libri.
Libri babbani.
Li aveva rivestiti con le copertine dei libri di testo, per non far sapere a nessuno cosa stesse realmente leggendo.
Se lo avesse scoperto sua madre..
Una crucio sarebbe adeguata.
Lo sapeva bene.
Si è seduto nel suo solito vagone, con i suoi soliti amici, si è addormentato dopo poco.
"Regulus"
Una mano lo smuoveva leggermente, Barty lo fissava dall'alto.
"Siamo arrivati, dobbiamo scendere"
Il suo cuore ha mancato un battito, non voleva davvero tornare in quella casa.
Non voleva essere educato ancora.
"Si" ha risposto invece, alzandosi immediatamente.
Ha preso il baule da sopra mentre Barty usciva, lasciandolo solo.
Ha sospirato, cercando di raccogliere un po' di coraggio.
Sua madre non lo avrebbe aspettato al binario, figuriamoci suo padre.
Forse avrebbero mandato un elfo.
No, impossibile, ormai era grande.
Ha provato ad aprire lo sportello della cabina ma era bloccato.
Non poteva assolutamente ritardare, i Black non sono mai in ritardo.
Avrebbe dovuto rieducarlo e non poteva farlo, lui non stava sbagliando ora, non se lo meritava.
Non era colpa sua.
Un leggero panico si stava stabilendo nel suo petto, ha provato più forte, con entrambe le mani.
Doveva uscire subito.
Poi si è calmato, ricordandosi che era un mago e aveva una bacchetta.
Ha allungato la mano per prenderla, la teneva sempre nella stessa tasca della giacca.
Non c'era.
Ora non era più calmo. Il panico gli chiudeva la gola e gli opprimeva il petto.
"Lo abbiamo?" ha sentito dire ed è saltato sul posto, spaventato.
Non c'era nessuno li con lui.
"Si" ha risposto qualcuno.
"Pietrificus Totalus! Silencio!"
Ha visto suo fratello e James Potter comparire di fronte a lui, Remus Lupin da dietro la porta.
Era uno scherzo? Gli avrebbero fatto male? Siri lo odiava ma non credeva potesse arrivare fino a questo punto.
"Moony tu porta lui, io e Pads prendiamo il bagaglio" ha detto Potter gettandogli il mantello addosso.
Si è sentito librare in aria.
Questa sarebbe stata la sua fine, pregava solo che gli togliessero il fascino silenziatore così che potesse almeno scusarsi con suo fratello.
~~~~~
È stato adagiato su un letto.
I tre lo fissavano da sopra senza dire nulla, come se non sapessero cosa farsene di lui.
Sua madre lo punirà per questo, era davvero in ritardo.
Non sarebbe dovuto rimanere da solo in primo luogo, era colpa sua.
Tutta colpa sua.
La meritava davvero una punizione.
"Vi lasciamo soli quindi, Pads? Sei sicuro?" ha chiesto Lupin stringendo lievemente il braccio di suo fratello.
Sirius ha fatto un gesto secco con la testa, non dicendo nulla.
Puro odio negli occhi, forse, almeno era quello che riusciva a vedere.
La porta si è chiusa dietro i due.
Suo fratello lo stava fissando in silenzio, camminando avanti e indietro per la stanza ma non staccando gli occhi dai suoi.
Scusa, scusa, ho capito perché sei andato via.
"Reggie" ha detto alla fine sedendosi su una sedia vicino al letto.
Per favore, lasciami andare o mi punirà ancora Sirius, sono in ritardo.
"Io.." ha iniziato suo fratello balbettando "io non ti odio, Reggie"
Mi odi invece, me lo merito, devi odiarmi.
"Tu ora sei dai Potter, va bene? Non devi tornare a casa se non vuoi" ha continuato titubante.
È una bugia, lo sapeva.
Un orribile scherzo.
Non lo avrebbe mai portato dai Potter, non lo avrebbero mai voluto con loro.
Non dopo tutto quello che aveva detto o fatto.
Ha fatto male, una sola lacrima stava scendendo sul suo viso, poteva sentirla mentre rotolava sulla guancia.
I Black non piangono mai.
Ha stretto forte gli occhi, cercando di non farne uscire più nessuna.
"Ora tolgo l'incantesimo silenziatore, non dare di matto, per favore" ha mormorato suo fratello alzando la bacchetta verso di lui.
"Devi lasciarmi andare Sirius, sono in ritardo e mi punirà" ha detto in preda al panico.
Se si fosse sbrigato, se fosse tornato indietro immediatamente e avesse spiegato la situazione forse avrebbe potuto evitare la Cruciatus.
Forse se la sarebbe cavata solo con qualche taglio e qualche schiaffo, magari senza cibo per un paio di giorni ma avrebbe evitato la maledizione imperdonabile.
"Reggie, no no" ha mormorato Sirius avvicinandosi al letto, la mano correva tra i suoi riccioli, come quando erano più piccoli.
"Non devi tornare, Effie e Monty sono d'accordo, puoi restare qui"
Bugia, bugia, bugia.
"Devo tornare subito Sirius o la madre si arrabbierà ancora di più, devo andare a casa" ha iniziato a dire ancora più velocemente.
Doveva andarsene immediatamente.
Stava respirando male, entrava troppa poca aria nei suoi polmoni e la gola bruciava terribilmente.
Ha dato un colpo secco di bacchetta, suo fratello, e ha sentito le catene invisibili che lo tenevano fermo sciogliersi.
Le catene però sono state subito sostituite dalle braccia del Grifondoro.
"Reggie, sei al sicuro, non può più farti male" ha ripetuto un milione di volte mentre lui provava a liberarsi.
Stava iniziando a crederci, soprattutto perché Sirius lo stava abbracciando.
Non lo abbracciava da due anni.
Ha smesso di lottare quindi, rimanendo immobile tra le sue braccia mentre suo fratello lo cullava avanti e indietro.
"Non ti odio Reggie" ha detto alla fine bloccandosi.
I suoi occhi pizzicavano, pizzicavano troppo.
I Black non piang-.
"Puoi piangere Reg, va bene piangere"
Gli ha creduto e la lasciato che la sensazione si espandesse, lasciandola libera.
"Scusa Siri" era riuscito a dire tra i singhiozzi.
Non piangeva da anni, era così liberatorio.
Non ha mai capito perché i Black non potessero piangere.
"Va tutto bene" ha ripetuto suo fratello, riprendendo a cullarlo.
Sono rimasti abbracciati a lungo, tra scuse e rassicurazioni, aveva addirittura smesso di singhiozzare.
Alla fine, gli occhi gli bruciavano e si è concesso di chiuderli, tra le braccia in cui si sentiva al sicuro.
~~~~~
Li aveva svegliati Remus Lupin, erano ancora abbracciati.
"È ora di cena" ha detto tranquillamente e il suo stomaco è precipitato su se stesso, accartocciandosi.
Doveva incontrare i Potter, quindi.
Sirius gli ha baciato la tempia.
Anche questo, non lo faceva da anni.
"Andrà benissimo Reggie" ha sussurrato alzandosi, porgendogli una mano.
Sono scesi in sala insieme, la stanza era luminosa, i corridoi erano ampi e i colori tenui.
Casa sua non era così, casa sua era scura, la sala era buia e i corridoi stretti.
"Venite ad aiutare" ha urlato Potter da un'altra stanza.
Sirius lo ha tirato per un braccio, portandosela dietro.
La signora Potter si muoveva tra i fornelli, non appena sono entrati a puntato i suoi occhi su di lui.
"Oh caro, tu devi essere Regulus, non preoccuparti per il cibo tu, prendi solo il tuo piatto e siediti intanto" ha detto in tono amorevole, o almeno credeva lo fosse, non che lo avesse mai sentito prima.
Si è mosso come sotto ipnosi, ha raggiunto la pila di piatti decorati con dei fiori viola, afferrando il primo.
Si è girato velocemente, non voleva rimanere sotto lo sguardo di tutti loro un minuto di più.
Ma il suo gomito ha toccato qualcosa.
Ha capito cosa stesse accendendo prima di sentire il rumore dei piatti a terra, aveva buttato giù l'intera pila.
Ha fissato la signora Potter con occhi sbarrati, lei si è girata velocemente verso di lui, la mano all'altezza del cuore per lo spavento.
Poi ha preso la bacchetta, alzandola verso di lui.
La meritava una punizione, lo sapeva. Meritava di pagare per il suo errore ma aveva paura.
Sapeva cosa potesse fare sua madre ma non aveva idea degli standard della signora Potter.
Quindi ha curvato le spalle, proteggendosi il viso con le mani, lasciando cadere anche l'altro piatto, aspettando la maledizione.
"Reggie.." ha mormorato suo fratello e la maledizione ancora non arrivava.
"Oh tesoro.." ha sussurrato la signora Potter e si è concesso di alzare lo sguardo verso di lei.
Stava piangendo.
Lo avrebbe cruciato quindi? La aveva fatta piangere addirittura, forse era davvero legata a quei piatti.
Ha abbassato la bacchetta, sistemandola sul tavolo.
Remus, Sirius e James sono usciti dalla cucina scambiandosi occhiate preoccupate.
Non dovevano preoccuparsi per lui, meritava di essere punito.
La signora Potter si è avvicinata a lui, le sue scarpe ora erano ad un millimetro dalle sue.
Ha messo le mani sulle sue guance, obbligandolo a puntare i suoi occhi nei suoi.
"Bambino mio, ti sei fatto male?"
"No, signora" ha risposto subito, il cuore martellava nel petto ad un ritmo insostenibile.
“M-mi dispiace per i piatti..” ha provato a dire, forse con delle scuse adeguate avrebbe potuto evitare la maledizione.
Una mano della signora Potter è arrivata tra i suoi capelli, si muoveva piano e ad un ritmo rilassante.
“Tesoro, non mi importa nulla dei piatti, l’importante è che tu stia bene”
Voleva crederle ma poi la ha vista prendere di nuovo la bacchetta e si è imposto di non muoversi, al contrario lei si è posizionata al suo fianco e ha lanciato un incantesimo riparatore sui piatti a terra.
“Vedi caro? Tutto risolto, non è successo nulla” ha detto accarezzandogli la schiena con un ritmo regolare.
Guardava in basso, annuendo rigidamente.
La aveva scampata questa volta.
“Non ti punirei mai, lo sai vero?”
Non ha alzato la testa, non ci ha creduto.
Però ci ha sperato, davvero.
È andato in sala poi, i tre Malandrini hanno fatto finta che non fosse mai successo nulla.
Durante la cena, Sirius ha appoggiato i gomiti sul tavolo, James ha parlato a bocca piena e Remus ha fatto cadere dell’acqua.
Nessuno di loro è stato punito, forse poteva crederci.
~~~~~
Erano arrivate le pagelle, Silente aveva mandato anche la sua al Potter Manor.
La aveva letta e poi la aveva consegnata alla Signora Potter che era seduta in soggiorno insieme a suo marito.
Aveva preso tutte O, ad eccezione di una E in trasfigurazione.
Il signor Potter ha sgranato gli occhi, leggendola.
Era una delusione, lo sapeva.
Avrebbe dovuto impegnarsi di più in trasfigurazione, poteva arrivare ad avere il massimo, doveva farlo.
Si era impegnato così tanto ma aveva fallito.
Stava aspettando che decidessero come punirlo.
Si sono alzati entrambi dal divano, erano in piedi davanti a lui ora.
“Ragazzo mio!” ha urlato l’uomo “ma sei un genio! Complimenti” ha continuato dandogli una generosa pacca sulla schiena.
La signora Potter ha aperto le braccia.
“Sei stato bravissimo Regulus, posso darti un abbraccio?”
Non sapeva cosa fare, ha annuito titubante prima di essere trascinato tra le sue braccia.
Erano così calde, era bello.
Se ne è tornato al piano di sopra molto più leggero che mai, ha deviato verso la camera di Sirius.
Era sdraiato sul letto, stava giocando con un boccino d’oro.
“Non ho preso il massimo in trasfigurazione e non mi hanno punito” ha detto fissandolo stupito ed elettrizzato.
Suo fratello ha sbuffato, facendogli spazio nel letto.
“Non ti puniranno mai Reggie, te lo ho già spiegato”
“Si, ma me lo sarei meritato perc-..”
La sua voce è stata tagliata da uno schiaffetto sul retro della testa.
“Reggie, mamma e papà meritano di finire ad Azkaban, mamma e papà meritano tutto quello che hanno fatto a noi. Non è colpa tua, non è mai stata colpa tua. I genitori dovrebbero essere sempre come Effie e Monty, mai come quelli che abbiamo avuto noi, chiaro?”
“Ma..” ha provato a dire.
“No, niente ma. Non è colpa tua di niente, sono loro quelli malati.
Non meritavamo una punizione a cinque anni perché avevamo fatto cadere dell’acqua a terra, non meritavamo una punizione per aver giocato in soggiorno, non meritavamo una punizione per aver pianto. Non abbiamo mai sbagliato Reggie, loro si”
Dopo queste due settimane a casa dei Potter, stava iniziando a crederci sul serio.
Non se lo meritava il dolore che ha dovuto subire, non si meritava le cicatrici che aveva sul corpo.
Ha annuito prima di gettarsi tra le braccia di suo fratello.
Si, non lo avrebbero punito qui.
Sarebbe stato bene.