
Il dolce non è una ricompensa.
Aveva quindici anni quando ha deciso di averne abbastanza dei suoi genitori, aveva quindici anni quando è scappato di casa, rifugiandosi dal suo migliore amico.
Aveva sedici anni quando ha visto suo fratello con i suoi stessi tagli, aveva sedici anni quando lo ha visto spaventato per la prima volta dalle persone che lo avevano messo al mondo.
Aveva sempre sedici anni quando lo ha portato in salvo.
Avevano passato tutta l’estate a casa dei Potter, la loro nuova casa, e non aveva visto Regulus rilassarsi per un momento, in presenza di Effie e Monty era sempre sulle spine.
Credeva davvero che potessero punirlo.
Verso la fine però, aveva iniziato a capire che mai gli sarebbe stato fatto del male.
“Cari, venite a mangiare la torta” li ha richiamati la signora Potter dal piano inferiore.
Moony e Prongs sono corsi fuori la stanza addirittura prima che finisse la frase.
Si era alzato più lentamente lui, per aspettare suo fratello che stava seduto sulla poltrona a lato della camera di James.
Aveva le sopracciglia aggrottate.
“Ma oggi non è giorno di festa e non abbiamo fatto niente per meritarci una torta..” ha mormorato, guardandolo confuso.
I loro genitori avevano condizionato Regulus fin troppo in profondità.
“Reggie, il cibo non è un premio, non devi guadagnartelo”
Ha annuito ma la piaga sulla fronte non si è rilassata, lo ha seguito al piano inferiore ancora titubante.
“Regulus, tesoro, vuoi l’angolo o la parte centrale?” ha chiesto la signora Potter a suo fratello, lui ci stava pensando da solo, prendendo un gigantesco pezzo dal centro della torta.
“L’angolo andrà benissimo” ha risposto sedendosi composto come al solito.
Stavano mangiando tutti insieme e James stava raccontando una storia buffa, Regulus aveva addirittura sorriso quando il piccolo elfo di casa è comparso davanti a loro.
“Signora!” ha esclamato nel panico “è qui, è entrata nei reparti” ha detto, fissandoci preoccupata.
“Chi è qui?” ha domandato Remus fissando Effie che diventava sempre più bianca.
Il campanello ha suonato.
La risposta alla sua domanda davanti alla porta di ingresso.
Walburga Black.
Avevano seguito tutti la signora Potter alla porta, Regulus dietro di lui ha afferrato la sua mano, come quando erano piccoli, stringendola forte.
“Walburga, cara, cosa posso fare per te?” ha chiesto gentilmente.
“Ridammi i miei figli” ha sibilato sua madre.
“Non credo di poterlo fare” ha risposto forzando un sorriso.
Sua madre ha girato la testa, trovandoli sulla fine del corridoio. Ha inchiodato i suoi occhi nei loro.
Faceva paura, nonostante tutto faceva davvero paura.
Sentiva le viscere contorcersi sotto il suo sguardo e la mano di Reggie che tremava nella sua.
“Sirius! Regulus! Qui, ora” ha urlato indicando davanti a lei con la bacchetta.
Suo fratello stava per fare un passo, si è posizionato davanti a lui, facendogli da scudo con il corpo.
“No, mai” ha risposto cercando di mantenere lo sguardo alto, indossando una maschera di coraggio che non aveva.
“Sono vostra madre, non vi conviene disubbidirmi” ha sibilato a denti stretti “la pagherete per questo”
Ha sentito tutto il corpo del suo piccolo fratellino tremare, stava stringendo così forte la sua mano che non credeva gli stesse più passando del sangue.
“Immagino che ti sia stato comunicato, credo sia questo il motivo della tua visita, non è così?” è intervenuta la signora Potter, riposizionandosi nel campo visivo di sua madre.
“È solo uno stupido pezzo di carta”
Walburga Black adesso era più simile che mai alla donna fredda e crudele che ricordavano.
“Oh no, non è solo uno stupido pezzo di carta, legalmente non sono più sotto la tua tutela ora, non hai alcun potere adesso”
Sentiva le gambe cedere.
Non erano più sotto il loro controllo?
Anche la testa di Regulus è spuntata da dietro la sua testa.
“Sono i nostri eredi”
“E infatti ci siamo assicurati che prendano la loro parte di eredità al compimento della maggiore età” ha risposto Effie sorridendo “ora che è tutto ben chiaro, sei pregata di lasciare la casa”
Li ha guardati di nuovo con l’odio più profondo negli occhi, è stata questione di un attimo prima che vedessero la sua bacchetta verso di loro.
Sono entrambi caduti all’indietro, schiacciandosi verso il muro.
Il suo corpo a protezione di quello di Regulus.
La maledizione non è arrivata però, un forte schianto oltre la porta.
“Non azzardarti mai più ad alzare una bacchetta verso i miei figli” ha urlato la signora Potter con l’asticella alzata, la loro madre schiantata a terra.
Ha poi richiamato l’elfo, chiedendogli cortesemente di fare in modo che non si avvicinasse più alla casa e dopo aver chiuso la porta si è diretta verso di loro.
Stava ancora proteggendo il corpo di suo fratello.
Regulus era bianco e tremante sotto di lui, non stava respirando bene.
Si è fatto da parte, facendo passare Effie che lo ha preso tra le braccia, rassicurandolo all’infinito.
Il giorno dopo, Reggie è sceso in pigiama per fare colazione e non con i suoi soliti vestiti seri, il giorno dopo li ha chiamati Effie e Monty invece che signora e signore Potter, il giorno dopo ha riso mostrando i denti, il giorno dopo ha appoggiato i gomiti sul tavolo.