The Story of the Prince

Harry Potter - J. K. Rowling
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The Story of the Prince
Summary
La prima guerra magica non è esplosa di colpo, non c’è stata una battaglia plateale ne schieramenti ben divisi. I Mangiamorte si sono insinuati nella comunità magica. Voldemort ha acquisito potere con pazienza e mentre uno dei più pericolosi signori oscuri di tutti i tempi si nascondeva dietro la facciata di un mago elegante e potente i giovani studenti di Hogwarts dovevano imparare a vivere in un mondo che presto sarebbe stato distrutto dalla guerra.I Malandrini non sono stati i soli studenti a combattere e perdere la vita, molti altri anche nella fazione opposta erano convinti di essere nel giusto e pur di perseguire i propri ideali hanno dato la vita.Questa è la loro storia.La storia di Severus Piton, Caradoc Dearborn, Regulus Black, Barty Crouch, Evan Rosier, Bruce Mulciber, Edmund Avery, Bellatrix, Andromeda Black e molti altri.
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PICCOLE VITTORIE

«In questo periodo complicato credo sia nell’interesse della comunità avere una guida forte che porti stabilità. Anni fa Jenkins ha combattuto contro le nobili famiglie purosangue che si erano opposte alle incostituzionali e violente Marce per i diritti dei Maghinò.
Nessuno sta contestando la libera dignità degli individui, chiunque dimostri di avere abilità magiche deve avere il diritto a un’istruzione adeguata essere protetto dal nostro ministero, su questo ci tengo a essere chiaro. Ma quando si propongono proposte di legge come quella presentata da McLaird per l’autodeterminazione dei Maghinò credo si oltrepassi il limite. Se chiunque può dire di sentirsi mago o di avere discendenze magiche senza essere però in grado di produrre il più semplice degli incantesimi allora si mina alla sicurezza nazioale e si va contro il buon senso.
Cosa potrebbe impedire a un qualunque Babbano di dichiararsi Magonò per poter vivere nel nostro mondo?
Se basta dire: «Mi sento mago» senza portare prove allora il concetto stesso di mago o strega verrà meno.»
Queste sono state le parole preoccupate di Abraxas Malfoy nell’atrio dei Ministero della magia inglese in seguito a una importante riunione del consiglio.

Lily abbassò la Gazzetta del Profeta e fissò Mary corrugando la fronte. «Malfoy è un idiota»
  «Questo era già chiaro, ma che ha fatto questa volta?»
Lily le passò il giornale con stizza.
  «Per lui sembra che i Maghinò siano solo un'invenzione degli attivisti per la parità» si passò una mano fra i capelli incastrandosi in un nodo. «Basta sentirsi maghi» recitò in una pessima imitazione della voce profonda di Abraxas Malfoy. «Ma come si fa a dire un'idiozia simile? Uno non è che si sente mago, i Maghinò esistono.
Mary annuì seria. «È tutta propaganda.»
  «Ma la gente ci crede?» Lily si portò la tazza di latte alla bocca e prese un lungo sorso bollente. «Come fanno a farsi abbindolare da queste stupidaggini?»
  «Vallo a chiedere ai Serpeverde» mormorò Mary abbassando lo sguardo.
  «Severus non ci crede» rispose lei con grinta prima di alzare lo sguardo verso l’ultimo tavolo nella sala grande. Il gruppo di Severus era immerso in una fitta conversazione, mentre Mulciber sogghignava e Avery leggeva con attenzione il giornale.
Lily era certa che stessero parlando anche loro dell’articolo di Malfoy.
  «Davvero non capisco come puoi essere sua amica» disse Mary scuotendo la testa. «Sai come chiamano quelli come noi.»
  «Non Severus» si affrettò a dire Lily. «Lui non crede a quelle sciocchezze classiste e nemmeno Caradoc.» Aveva smesso di chiamarlo Byron dopo il primo anno, era diventato chiaro che fosse l’unica a usare il suo secondo nome,   creava più confusione che altro. Anche lui aveva ormai abbandonato ogni speranza e subiva a suo dire quel nome orrendo. Sorrise a quel ricordo, Mary probabilmente interpretò male la sua espressione.
  «Non ne sarei così sicura, White è un purosangue, ho sentito dire che suo nonno ha sostenuto Grindelwald che odiava apertamente i babbani.»
  «Ma lui non ha le stesse idee o non sarebbe mio amico»
  «Bha» Mary fece una smorfia. «Non credo che quei puristi ipocriti si facciano troppi problemi, tu sei un eccezione, come quella Burbage che scorrazza dietro ai Sepreverde.»
Lily lanciò un’occhiata a Charity seduta al tavolo di Tassorosso. Aveva iniziato dal secondo anno a girare insieme al gruppo di Severus, da quel che sapeva anche lei era una Natababbana eppure nessuno, nemmeno Avery o Mulciber si erano mai azzardati a insultarla.
Forse dopotutto c’era una speranza anche per loro.

 

La biblioteca era poco illuminata, le candele erano per la maggior parte spente, solo alcuni lunghi tavoli attaccati alle finestre avevano qualche bagliore di luce.
In mezzo alle alte scaffalature vicino alla sezione proibita chiusa c’era un gruppo di sei ragazzi seduti. Evan Rosier se ne stava culla panca con un ginocchio sollevato e picchiettava l’indice sul tavolo.
Due purosangue sono stati attaccati da degli attivisti per i diritti dei babbani l’altro giorno iniziò a spiegare con la fronte corrugata mia madre dice che vogliono mettere la notizia a tacere ma c’è una rivolta in atto, forse addirittura contro tutti i Purosangue.
  «Non è un po’ esagerato?» chiese Caradoc con un mezzo sorriso. «Stanno chiedendo solo dei diritti, non vogliono mettere fine a tutti i purosangue.»
  «Non te lo vengono a dire» si intromise Avery inclinandosi in avanti. «Ma è ovvio che puntino a questo. Con tutta la propaganda, gli incroci forzati e questa idea che ognuno possa sentirsi mago anche se non ha poteri vogliono discriminare i purosangue con la scusa dell’inclusività.»
Mulciber annuì serio. «Sappiamo tutti che puntano a questo, noi siamo in minoranza e ormai non posiamo più nemmeno esprimere un’opinione senza essere accusati di razzismo.»
  «Per me è una scemenza.» Wilkes si grattò la testa «Voglio dire certo che non bisogna escludere i mezzosangue dalla società» lanciò un rapido sguardo a Severus «e lo sapete come la penso riguardo ai nati Babbani.»
Mulciber sbuffò.
  «Ma i Maghinò sono un’esagerazione, è come se fossero Babbani, non ha senso dargli gli stessi diritti dei maghi, non se li meritano.»
  «Non dirlo troppo forte» lo canzonò Rosier «o ti linceranno.»
Avery ridacchiò. «È davvero ridicolo, se ti azzardi a dire che i Maghinò sono diversi da noi ti additano come se fossi matto, ma basta guardarli, è semplice buon senso.»
Severus annuì senza dire nulla. Si trovava sempre a disagio in quelle situazioni. Per quanto i suoi amici non lo facessero pesare era consapevole di essere inferiore, erano tutti Purosangue a parte lui, certo la sua discendenza con i Prince aiutava, ma non si sentiva di poter davvero esprimere le stesse idee senza passare da ipocrita.
  «Credete che ci saranno altri attacchi a Purosangue?» chiese Wilkes abbassando la voce.
  «Perché dovrebbero fermarsi?» Mulciber raddrizzò la testa di scatto. «Se quella feccia non viene punita e mettono tutto a tacere si sentiranno legittimati a rifarlo.»
Severus tornò a guardare il grosso tomo di difesa contro le arti oscure aperto davanti a se. Sulla pagina di sinistra c’era l'illustrazione delle fasi lunari, accanto invece era ritratto un uomo che lentamente si trasformava in lupo mannaro.
Tutto aveva perfettamente senso, facendo un rapido conto capì che la prossima luna piena sarebbe stata il cinque del mese successivo. Aveva bisogno di prove chiare o Lily non ci avrebbe mai creduto, doveva trovare un modo per seguire Lupin.
  «Ehi Piton» Mulciber gli diede un colpetto sul gomito. «C’è la tua Sanguemarcio.»
Alzò di colpo lo sguardo, Lily stava camminando fra gli scaffali allungando il collo per leggere i titoli più in alto.
  «Dai vai» sbuffò Rosier alzandosi per lasciarlo passare.
Caradoc gli diede una piccola spinta prima di lanciargli uno sguardo incoraggiante.
Si alzò incerto lasciando il grosso libro sul tavolo e raggiunse Lily. Riusciva quasi a sentire lo sguardo degli amici sul retro della testa.
  «Ehi Sev» lo salutò Lily con un ampio sorriso.
  «Ciao» mormorò lui cercando inutilmente di fare da barriera al gruppo di Serpeverde alle sue spalle.
Lei li guardò brevemente prima di diventare di colpo seria e spostarsi dietro una libreria.
  «Hai letto l’articolo di Malfoy?» Mormorò.
Severus annuì.
  «Tu non ci credi, vero?»
  «A cosa?» Chiese confuso.
  «Alle stronzate che spara quel biondo platinato» sbuffò lei «Che i diritti per i Maghinò minino alla società e tutto il resto.»
Da quando le importava dei Maghinò? Inarcò il sopracciglio destro. «Bhe è un argomento complicato»
  «Complicato?» Alzò appena la voce prima di guardarsi attorno. «Sev stanno cercando di far passare i Maghinò come di truffatori che si fingono maghi.
  «Bhe in parte lo sono… no no aspetta» si affrettò a dire appena vide l'espressione dell’amica indurirsi. «Mi è uscita male, è che non sono proprio maghi, non possono davvero fare magia e alcuni purosangue sono preoccupati.»
  «Tu no» l'intonazione di Lily sembrava più un’affermazione che una domanda.
La osservò per un instante, lo stava accomunando ai purosangue? O forse stava cercando di capire se tutta quella situazione avrebbe potuto portare a una lotta estesa anche contro i Natibabbani?
  «Io… te l’ho detto, è complicato, non ne so abbastanza.» Sospirò pesantemente. «In più Rosier dice che i giornali stanno mettendo a tacere alcune aggressioni ai danni dei Purosagnue, le informazioni sono tutte parziali.»
  «Perché credi che qualcuno attacchi dei Purosangue?» Incrociò le braccia di scatto. «Se lo fanno è perché i Purosangue sono dei razzisti.»
Severus si forzò a non alzare gli occhi verso il soffitto. Era esattamente come diceva Mulciber.
  «Non sono abbastanza informato» ripeté sperando di non suonare spazientito, non aveva voglia di litigare con Lily, sopratutto per un argomento così futile.
  «Non serve essere informati, è buon senso.»
Non riuscì a impedirsi di sorridere, era esattamente quello che dicevano i suoi amici ma dalla parte opposta. Pensavano di essere nel giusto e di seguire quel famoso buon senso che tutti nominavano.
  «Probabilmente sì» annuì «Sto solo cercando di essere imparziale.»
Lily fece una smorfia arricciando le labbra.
  «Senti si soffoca qui dentro» disse risultando ridicolo perfino alle proprie orecchie, non si era mai lamentato di restare in biblioteca ma aveva una voglia disperata di evitare una litigata inutile «Ti va di fare un giro fuori prima che faccia buio?»
Lily lo guardò come se gli fosse spuntato un terzo occhio. «Non devi fare qualche ricerca con i tuoi… amici?» pronunciò quella parola con vago disgusto.
Severus sforzò a non voltarsi a guardarli. «No, ho finito il tema di trasfigurazione, voglio solo stare…» Merlino non riuscì a finire la frase, anche il solo pensarla voglio stare un po’ con te lo fece avvampare, sentì il volto in fiamme. Era certo che anche lei se ne fosse accorta perché gli sorrise come faceva di solito, quando non era arrabbiata.
  «Va bene, andiamo al lago.» Lo prese per mano e lo strascinò verso l’uscita della biblioteca con passo svelto, sotto lo sguardo severo della bibliotecaria.

 

 

 

 

 

Severus cercò di seguire Potter, Black, Lupin e Minus nelle settimane successive. Si stavano comportando in modo strano, aveva sentito Black e Minus parlare in modo insolito, come se avessero sempre qualcosa in bocca. Per un primo momento aveva pensato che stessero aspettando di sputare addosso a qualcuno qualcosa di disgustoso, ma non era venuto a sapere di nessuno stupido scherzo. Si limitavano a parlare in quel modo strano e sputacchiante. Lupin sembrava come sempre malato, con dei lividi sulle braccia che cercava di coprire tirandosi sistematicamente giù le maniche della camicia.
Severus studiò quei segni ogni volta che li intravedeva, avevano l’aspetto di grossi graffi rimarginati con la magia. Potter era invece stranamente distratto, si portava sempre dietro una grossa pergamena e nei momenti di pausa lo vedeva nascondersi con i tre amici in un angolo deserto e appuntare qualcosa con la piuma in modo febbrile.
Aveva cercato di seguire Lupin il cinque di ottobre, era riuscito a uscire dalla sala comune dopo che tutti i compagni si erano addormentati e a risalire fino alla sala d’ingresso.
Il castello era avvolto nell'oscurità. L'ora del coprifuoco era passata da un pezzo e i corridoi erano vuoti e bui, a eccezione di qualche fantasma che passava attraverso gli spessi muri e fluttuava senza meta.
Era certo che avrebbe visto Lupin da un momento all’altro, se era davvero un lupo mannaro non poteva certo trasformarsi dentro la scuola, doveva uscire e nascondersi da qualche parte, forse nella foresta proibita.
Si accucciò sulle scale che portavano ai sotterranei e aguzzò la vista cercando di combattere il sotto ceh appesantiva le sue palpebre.
Lily non voleva più sentire parlare di quella teoria, sembrava convinta a difendere Lupin come se ne andasse della sua vita. Ogni volta che provava a introdurre l’argomento finivano per litigare, aveva deciso di non parlarne più fino a quando non avesse avuto delle prove.
Certo era rischioso stare li fuori dopo il coprifuoco, ma era nella zona Serpeverde ancora e Wilkes aveva detto di essere troppo stanco per fare la ronda e si era coricato nel suo letto con un largo sbadiglio. Dorcas diligentemente era uscita dirigendosi verso il secondo piano.
Sorvegliò il portone d’ingresso per un’ora buona, ogni tanto scattò quando sentì dei rumori, un quadro che tossiva, un’armatura che si muoveva, ma di Lupin nessuna traccia.
Quando le palpebre minacciarono di chiudersi e la testa ciondolò pesantemente sentì distintamente un suono di passi che scendevano le scale e aprì gli occhi di colpo. Due persone stavano scendendo la scalinata principale, una era Madama Chips con in mano una candela, al suo fianco c’era Lupin con addosso una maglia grigia e dei pantaloni strappati sulle ginocchia.
Allungò il collo per vedere meglio, perché Madama Chips lo stava accompagnando? Anche lei sapeva della condizione di Lupin? Ma non poteva stare con lui durante la trasformazione, sarebbe stato un suicidio. Un folle pensiero gli invase la mente, che anche la strega fosse un mannaro?
No, si riscosse, non aveva senso, non aveva mai visto alcun segno in lei, non era stanca o assente durante il periodo di luna piena, non aveva segni sospetti.
Lupin e Madama Chips stavano uscendo dal portone, doveva seguirli, si alzò ma all’improvviso sentì un frucio, si voltò di colpo e vide alle sue spalle Black e Potter
  «Ma guarda un po’ chi si vede.
Piton impugnò la bacchetta confuso, come avevano fatto ad arrivargli alle spalle senza che li vedesse?
Potter fu più rapido e lo disarmò sussurrando: «Expelliarmus»
La bacchetta di Severus gli sfuggì di mano e cadde a terra con un tintinnio.
Black gli puntò la sua al collo con un ghigno. «Così diligente alle regole eppure te ne stai qui fuori quando è passato il coprifuoco?»
  «Anche voi siete qui» disse digrignando i denti.
  «Già, ma vedi noi siamo in due.»
  «Impressionante Black, hai imparato a contare.» lo derise
Per tutta risposta si sentì la punta della bacchetta spingere sulla giugulare spingendolo a schiacciarsi contro il muro.
  «Non ti conviene, Mocciosus.»
Potter raccolse la sua bacchetta e ci giocherello rigirandosela fra le dita.
  «Che ci fai qui accucciato?» Gli chiese calmo.
  «Non sono affari tuoi» sputò lanciandogli uno sguardo carico d’odio.
Potter al contrario sorrise malizioso «Fammi indovinare, speri di incrociare Evans durante la ronda notturna?»
Nella sua stupidità gli aveva dato un buon appiglio per nascondere il suo vero intento. «Se fosse?»
  «Saresti patetico» ghignò.
  «Perché vuoi siete qui invece?» Rigirò la domanda passando lo sguardo fra i due Grifondoro.
  «Non sono affari tuoi Black» spinse maggiormente la bacchetta sul suo collo.
  «Smettila di puntarmela contro» gli diede una spinta infastidito e Black barcollò sullo scalino, probabilmente non si era aspettato che reagisse.
Potter reagì all’istante «Stupeficium!»
Si ritrovò scaraventato violentemente contro il muro, sentì il cranio sbattere dandogli fitte dolorose dietro gli occhi e si afflosciò sugli scalini in modo scomposto.
  «Non provarci mai più, idiota untuoso» ringhiò Black dandogli un calcio sulla caviglia sinistra.
  «Davvero non capisco cosa ci veda Evans in te» mormorò Potter guardandolo dall’alto.
Severus si massaggiò la nuca dolorante cercando di combattere il tremolio delle sue labbra.
  «Sei solo un codardo che segue i Purosangue come un cagnolino, immerso nelle arti oscure, immagino che tu non veda l’ora di unirti ai Mangiamorte per fare un po’ di pratica, Evans lo sa?»
Severus cercò di rimettersi in piedi ma la testa prese a girare e si limitò a mettersi seduto dritto su uno scalino. Quel maledetto idiota non doveva permettersi di parlare di Lily, non la conosceva, non sapeva niente.
Aveva notato come la guardava dall’anno prima, ogni volta che li vedeva insieme nel cortile o in biblioteca lanciava lunghe occhiate verso di lei. Ma non l’avrebbe mai avuta, Lily non si sarebbe mai interessata a un bullo arrogante come Potter.
  «Ridammi la bacchetta» disse sentendo il dolore alla testa attenuarsi.
  «Ma che carino, di per favore e magari te la ridò» rise rigirandosela fra le dita più velocemente.
Piton inspirò profondamente e si alzò, era di qualche centimetro più basso dei Grifondoro.
  «Non è così difficile» disse Black avvicinandosi con la bacchetta puntata verso di lui. «Per favore» scandì. «Sono due parole semplici.»
  «Dammi la mia bacchetta Potter» ripeté ignorando Black.
  «Non sei nella condizione di dare ordini, Mocciosus.»
  «Pensate di essere coraggiosi? Non riuscite nemmeno a affrontarmi ad armi pari, sempre due contro uno, il famoso coraggio Grifondoro.» li derise con un ghigno. Non potevano fargli niente che non avessero già fatto in tutti quegli anni.
  «Parla quello che se ne va in giro con la corte di Mangiamorte alle spalle.» Potter si arruffò i capelli con una mano.
  «Non sai niente.
  «Oh so invece cosa sono i tuoi amici, lo sa chiunque con un minimo di cervello. E quel Signore è solo un mago oscuro da quattro soldi, razzista come tutti i Serpeverde.»
Severus allungò una mano cercando di riprendersi la bacchetta ma Potter allontanò la mano e nello stesso momento di Black gli punto la bacchetta contro il petto.
  «Come dicevo, siete due codardi.»
  «Credi davvero di avere una possibilità anche contro uno solo di noi?» Chiese Black con un ghigno. «Dai James, ridagli la bacchetta e vediamo cosa sa fare questo verme.»
Potter sembrò soppesare l’idea, come un bambino che sceglie quale giocattolo usare. Riavvicinò la mano con la sua bacchetta e gliela porse. Avanti, facci vedere le tue incredibili doti di duello.
Severus riprese la sua bacchetta lentamente e studiò i due, non sarebbe comunque stato paritario, era certo che lo avrebbero attaccato insieme, ma tanto valeva provare.
Aveva passato l’estate a progettare nuovi incantesimi, ma non era riuscito a perfezionarli. Aveva fatto pratica solo con uno durante il primo mese di scuola, ma mani su una persona.
Sentì un lungo brivido percorrergli la schiena e rischiò, spinse nuovamente Black ma questa volta con più forza, tanto che ruzzolò dalle scale preso di sorpresa e dopo un istante puntò la bacchetta contro Potter scandendo:     «Levicorpus!» partì un lampo di luce e un attimo dopo Potter penzolava per aria con la testa all'ingiù, la camicia fuori dai pantaloni che pensolava mostrando la pelle chiara della pancia.
Sapeva di avere poco tempo, Black si stava alzando.
  «Impedimenta» Urlò e con un balzò tornò nei sotterranei, lanciò la bacchetta di Black lontano e corse verso la sala comune. Sentì alle sue spalle un tonfo, l’effetto del Levicorpus doveva essere svanito e Potter era probabilmente caduto a terra violentemente.
Per la prima volta era riuscito a tenere testa ai due Grifondoro. Dimentico dell’idea di seguire Lupin tornò nel dormitorio con un insolito sorriso sul volto.
Aveva battuto Potter e Black e aveva testato con successo il Levicorpus.

 

 

Nei giorni seguenti fu come se Severus si portasse dentro un talismano prezioso, un segreto che lo metteva di buon umore fin da quando si svegliava. Aveva tenuto testa a Black e Potter e i due si erano tenuti alla larga. Certo on smettevano di lanciargli occhiate di fuoco a lezione e durante i pasti in sala grande, ma era la prima volta in anni che non cercavano di attaccarlo nei corridoi.
Io dico che possiamo usare un attacco frontale. Avery prese un pezzo di pane tostato e lo usò per mimare un giocatore sulla scopa. «Se giriamo attorno ai loro battitori possiamo avere campo libero»
Rosier annuì roteando la forchetta con convinzione.
  «Ma solo se Mulciber riesce a schivare» lo punzecchiò Wilkes
  «Io so schivare.»
  «Anche io so scrivere con la destra ma faccio schifo» ribatté il biondo.
Mulciber aggrottò la fronte «Tu fai schifo sempre»
Caradoc di fianco a Severus soffocò una risata dietro al bicchiere di succo di zucca.
  «Ehi ragazzi!» Aurora sinistra, seguita da Charity si sedette al loro tavolo allungandosi per rubare una salsiccia dal piatto di Mulciber. Pronti per la partita?
Prontissimi annuì Avery
La prima del campionato annunciò Wilkes con orgoglio, praticamente siamo già in testa.
Charity inclinò la testa scuotendo i capelli biondi «Ma se è la prima?»
  «La prima di molte vittorie» insisté lui
  «Ah ma chiudi quella fogni, stai gufando!» Esclamò Caradoc lanciandogli un tovagliolo in faccia.
Aurora scoppiò a ridere prima di addentare la salsiccia rubata.
La Sala Grande si riempì in fretta, il volume delle chiacchiere era più alto e l'umore più esuberante del solito.
Quando Potter e Black entrarono furono accolti da un applauso fragoroso da parte del tavolo di Grifondoro. Diversi studenti di ogni anno indossavano già sciarpe e cappellini rosso e oro.
Per la prima volta Severus non ne fu infastidito. L’immagine di Potter a testa in giù bloccato dal suo Levicorpus lo fece sorridere di soddisfazione.
La sua euforia aumentò quando notò che fra tutti i Grifondoro Lily era l’unica che non stava acclamando Potter e Black ma anzi li fissava con malcelata insofferenza.
Cercò Lupin per tutto il tavolo ma non c’era, Minus se ne stava curvo sul proprio piatto di uova con un posto vuoto sulla destra.
Si perse gran parte della conversazione dei suoi amici, si riscosse solo quando sentì il braccio di Caradoc appoggiarsi alla sua spalla destra.
  «Tu Sev ricordati di fare il tifo per me e gridare il mio nome quando faccio goal.»
  «Contaci» mormorò con una smorfia.
Charity sorrise raggiante e iniziò a sventolare una ridicola bandierina verde argento.
Dieci minuti dopo Uscirono tutti diretti al campo sa quidditch, Caradoc, Mulciber, Avery, Rosier e Wilkes seguirono Emma Vanity verso gli spogliatoi.
Regulus parve spuntare dal nulla in mezzo al prato e li seguì correndo.
Severus prese posto sugli spalti insieme a Charity e Aurora che sventolavano con sentimento le bandierine che aveva costruito la Tassorosso.
La squadra di Serpeverde fu la prima a entrare in campo con le scope in spalla, avevano tutti lo sguardo concentrato, si riunirono brevemente in cerchio per darsi gli ultimi consigli sulla strategia da seguire e si disposero in
postazione quando entrarono i Grifondoro.
Potter salutò la folla rosso oro con un sorriso smagliante, Black alle sue spalle sollevò la scopa un paio di volte in modo ridicolo.
  «Capitani, datevi la mano» ordinò Madama Bumb, quando Vance e Potter si avvicinarono.
Severus vide che Potter le aveva fattoun occhiolino ammiccante, ma la ragazza non sembrò reagire
  «Sulle scope...»
Madama Bumb s'infilò in bocca il fischietto e soffiò.
Le palle furono liberate e i quattordici giocatori decollarono.
Regulus si sollevò saettando con lo sguardo da una parte all’altra del campo, sotto di lui Caradoc si era lanciato all’attacco ed era riuscito a conquistare la pluffa.
Un battitore di Grifondoro, un certo Geoffrey Fawley , lanciò un bolide contro Avery, ma Mulciber lo rimandò indietro con forza.
  «Un colpo da maestro» commentò John Bell di Corvonero sulla tribuna al fianco di Minerva McGranitt
  «White schiva, passa a Avery che si butta all’attacco verso gli anelli e Potter placca… Pluffa a Potter, passa a McKinnon, ecco che risale verso il campo di Serpeverde, un bolide di Wilkes la sfiora. Bel colpo.
Pluffa a Black, Sirius Black ovviamente, prova ad attaccare arriva in porta… e Vanity para!»
Una ola partì dagli spalti di Serpeverde mentre Grifodndoro fischiava.
  «Pluffa a Avery, passaggio all'indietro a Caradoc White, tenta di arrivare in porta, Bolide di Fawley, magnifica schivata, White avanza, passaggio a Rosier, vai vai… Mulciber spara un bolide verso McKinnon che tenta un placcaggio, Woo deve aver fatto male, sembra che le abbia slogato il braccio destro.»
La cronaca John Bell continuò sfrenata, ogni tanto si lasciava sfuggire qualche commento che rivelava il suo schieramento ma si riprendeva facendo un apprezzamento per l’altra squadra senza attirare le ire della McGranitt che ogni tanto gli lanciava occhiate ammonitrici.
La partita fu combattuta, Severus si scoprì interessato allo scontro fra White e Black, i due si rubavano la pluffa con rapidità. L’infortunio di McKinnon ridusse la squadra di Grfondoro che si trovò con solo due cacciatori.
Mulciber tentò di colpire Potter più volte ma riuscì a schivare con agilità.
  «...Black passa a Potter che tira e… Vanity non riesce a parare, dieci punti per Grifondoro!»
Emma Vanity lanciò la Pluffa a White che schizzò via, zigzagando tra Potter e Black.
  «Vai vai!» Gridò Charity sporgendosi sul parapetto.
  «Black si lancia in picchiata, ha visto qualcosa! Regulus Black intendo, virata spettacolare… il cercatore di Grifondoro lo segue, ma no, era una finta? Passaggio di pluffa fra White e Avery, passaggio indietro a Rosier, pluffa ancora a White che punta alla porta e… Si dieci punti per Serpeverde!»
Gli spalti si infiammarono urlando e sventolando gli striscioni centrali.
Anche Severus si ritrovò a esultare con i pugni chiusi.
  «...Grifondoro torna in possesso di palla ed è James Potter che risale il campo…» gridò animoso Bell «...di nuovo Sirius Black, passa ancora a Potter, sono in difficoltà solo in due, Mulciber lancia un nuovo bolide verso Potter che schiva, per un pelo, Rosier cerca di rubargli la pluffa, Avery affianca Potter che è costretto a passare ancora a Black…
e perde la Pluffa, il gioco passa a Avery che si lancia verso la porta di Grifondoro, Wilkes lancia un bolide verso Potter che si abbassa per un soffio. Pluffa a White che tira e… segna! Altri dieci punti per Serpeverde!»
Il rumoroso disappunto dei tifosi di Grifondoro riempì lo stadio, insieme a nuove grida e applausi di Serpeverde.
Regulus zigzagava tra i giocatori all'inseguimento di
qualcosa, i Sepreverde inneggiarono prima di vederlo mollare la ricerca verso il bordo sud del campo e tornare a guardarsi attorno.
Se solo l'avesse preso subito, la partita sarebbe finita.
  «...Sirius Black di Grifondoro dribbla Rosier, schiva White, bella virata e lancia a Potter prende la Pluffa, supera Avery, si lancia verso la porta... E GRIFONDORO SEGNA! Venti a venti, che partita! Vance lancia la pluffa a Rosier…»
Aurora gridò insieme a Charity «Tira Edmund! TIRA!»
  «...Avery tenta un tiro, interviene Potter, gli ruba la pluffa
White e Rosier vanno insieme all’attacco, Mulciber lancia un bolide Verso Sirius Black, un attacco simultaneo… White torna in possesso pluffa, avanza, nuovo passaggio a Rosier…»
Regulus partì di nuovo questa volta volando in cerchio per il perimetro del campo, schivò un bolide. Il cercatore di Grifondoro cercò di raggiungerlo dall’altra parte del campo, si lanciò in picchiata ma Regulus virò. Severus cercò di vedere la sia dorata del boccino, ma era troppo veloce, vide solo Regulus allungare la mano mentre si lanciava in picchiata.
Tutto si concluse in due fulminei, disperati secondi: le dita del Serpeverde si chiusero e il cercatore di Grifondoro si schiantò a terra sollevando la polvere del campo.
I tifosi di Serpeverde esultarono fragorosamente. Chariry sventolò la bandierina con tanta forza da spezzarla e si piegò su Aurora ridendo sguaiatamente imitata dalla Ccorvonero.
La squadra di Serpeverde si riunì intorno a Regulus sollevandolo.
Gli spalti rumorosi inneggiarono il suo nome.
Severus seguì Aurora e Charity giù verso il campo, raggiunsero gli amici. Quando ormai la squadra si era separata. Regulus era stato raggiunto da Barty Crouch e Pandora, Evan diede una pacca sulla schiena di Avery prima di raggiungere Regulus.Severus vide Sirius Black buttare a terra la scopa pallido di rabbia.
  «Facile vincere quando rompi il braccio a uno dei nostri» disse avvicinandosi a Mulciber.
  «Si chiama fare il battitore Black, peccato che i vostri siano penosi»
Anche Potter si avvicinò
  «Quello era fallo
  «Ma davvero?» lo canzonò Avery «Perché non andate a piangere da Madama Bumb allora?»
Sirius fece un passo in avanti «La prossima volta cerca di colpire qualcuno della tua taglia
  «Volentieri» sogghignò Mulciber.
  «Ora levatevi dai piedi, dobbiamo festeggiare» disse Avery muovendo le mani come per scacciare delle mosche.
  «Maledetti Mangiamorte» borbottò Potter.
  «Cosa hai detto?» sbottò Wilkes sorpassando gli amici
  «Lo siete» il Grifondoro alzò la voce stingendo i pungi. «Dei maledetti aspiranti Mangiamorte, attaccate i più deboli perché siete dei codardi»
  «Da che pulpito» si lasciò sfuggire Severus.
Black e Potter si voltarono di scatto verso di lui con l’odio negli occhi.
  «Tu non ti immischiare Mocciosus se non vuoi passare le prossime settimane a strisciare» minacciò Black impugnando la bacchetta.
Mulciber strinse visibilmente i pugni.
  «Oh magari non vedi l’ora, sei abituato» continuò Black. «L’anno scorso le gambe hanno smesso di funzionarti per quanto? Una settimana?»
Tutti ricordavano quel periodo, nessuno era riuscito a provarlo ma erano certi che Potter e Black avessero punto Severus con un concentrato di veleno paralizzante durante la lezione di erbologia. Era caduto a terra dimenandosi, il dolore era stato tremendo, ma i due Grifondoro erano scoppiati a ridere seguiti da Minus e altri compagni.
Prima che qualcuno potesse fermarlo White si era scagliato su Black, incurante di essere sotto lo sguardo dell’intero corpo insegnante che stava scendendo dagli spalti. Cominciò a prenderlo a pugni sul volto, Potter cercò di tirarlo via ma Mulciber e Avery lo sollevarono di peso e Mulciber assestò al Grifondoro un pugno sullo stomaco che lo fece piegare.
  «Caradoc basta!» Strillò Aurora
Ma il ragazzo continuò a colpire Black che si dimenava alla ricerca della propria bacchetta sull’erba.
Avery era stato colpito da un calcio di Potter e si stava tenendo il naso insanguinato mentre Mulciber cercava di tirare a Potter un calcio sugli stinchi.
  «Ed!» gridò Charity con la voce stridula.
Il suono di un fischietto li raggiunse, seguito dagli schiamazzi della folla che si era radunata intorno a loro.
  «Impedimenta!» gridò Madama Bumb raggiungendoli di corsa.
Caradoc si ritrovò bloccato a terra. Mulciber probabilmente convinto che fosse stato colpito da Sirius si bloccò con il pugno alzato e per poco non colpì Madama Bumb.
La strega gli puntò la bacchetta contro il mento con sguardo furioso. «Non osare» sibilò a denti stretti.
Bruce abbassò la mano corrugando la fronte.
Black era raggomitolato a terra, con il volto fra le mani, Potter si rialzò a fatica con il sangue che gli colava dal naso, Avery aveva un labbro gonfio, si rialzò aiutato da Charity e Aurora.
  «È stato Black a iniziare!» Gridò Wilkes indicandolo «Ha tirato fuori la bacchetta e ha minacciato Piton»
Avery e Mulciber annuirono con forza.
Cradoc ormai libero dall’incantesimo di ostacolo balzò in piedi astioso.
  «Potter e Black sono venuti qui a insultarci e…»
Madama Bumb alzò seccamente una mano per zittirli. «Non un’altra parola. Non ho mai visto un comportamento tanto incivile in tutti questi anni. Tornate subito al castello, tutti e cinque. Parlerò immediatamente con i vostri capi casa.»
Caradoc scambiò un’occhiata con Severus, come per assicurarsi che stesse bene prima di seguire Mulciber e Avery verso il castello.
Lumacorno e la McGranitt si affrettarono a raggiungere Madama Bumb che stava sostenendo Potter con il naso stretto fra le mani e Black alle spalle come un segugio.
Severus era sicuro che Potter stesse fingendo che il dolore fosse molto più grave di quanto non fosse in realtà, zoppicava in maniera ridicola appoggiandosi alla strega.
Lily spuntò dalla folla con il fiato corto. «Ma che è successo?»
  «Quegli idioti hanno cercato di attaccare Piton» disse Wilkes contraendo la mandibola.
Lily guardò Severus preoccupata.

 

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