
DUBBI
«Sono davvero contenta che ti abbaino scelta come capitano.» disse Dorcas prima di iniziare a cambiarsi per la notte.
Emma Vanity le sorrise poggiando la spilla da capitano di Quidditch sul comodino di fianco al letto.
«Finalmente potremo usare il bagno dei Prefetti.»
«Ma lo usiamo già dal terzo anno» le ricordò Dorcas alzando un sopracciglio.
«Bhe ora possiamo farlo legalmente» rispose la bionda con sguardo furbo, provocando a Dorcas una risata.
«Mi spiace solo che dovrai fare le ronde con Wilkes.»
«Non è così male» rispose con una scossata di spalle. «Sarebbe stato peggio se avessero reso Mulciber Prefetto.»
Emma annuì sovrappensiero. «Credi che siano vere le voci?»
Dorcas si legò i capelli a treccine in una coda alta. «Su suo padre?»
Emma annuì nuovamente
«Forse, non è che abbia mai nascosto il suo disgusto per i natibabbani ma che sia addirittura un… com’è che li chiamano? Mangia qualcosa»
«Mangiamorte» mormorò Dorcas. «Non lo so, Bruce mi sembra più che faccia il gradasso, non credo farebbe mai davvero del male a qualcuno.»
«Drago che ruggisce non sputa fuoco» disse Emma
«Una massima di tuo padre?» Ridacchiò Dorcas
«Una delle tante» Emma si sedette sul letto sobbalzando appena.
«Credo abbia deciso chi sarà mio marito.»
Il volto di Dorcas si fece di colpo serio.
«Di già?
La bionda alzò le spalle. «Dovrà succedere prima o poi.»
«Ma non così preso, pensavo avrebbe aspettato almeno fino all’ultimo anno.»
«Ma figurati» sbuffò spostandosi con irritazione una ciocca. «Si è presentata un’ottima occasione» recitò con la voce profonda in una pessima imitazione di suo padre.
«E chi sarebbe il fortunato?»
Emma abbassò lo sguardo tirandosi una pellicina dell’indice sinistro. «Quello a cui Andromeda Black ha dato buca.»
«Lui?» Dorcas le si avvicinò saltando il letto. «Ma è… pensavo che suo padre volesse a tutti i costi un’unione con la casa Black.»
«Bhe non ci sono più ragazze libere fra i Black.»
«Lui lo sa?»
«Non lo so, mio padre sta cercando di stringere un accordo, non so se abbiano informato anche lui.»
Alzò lentamente lo sguardo verso l’amica.
«Non ci pensare, c’è ancora tempo.»
Lily osservò il posto vuoto fra James e Sirius nel tavolo in fondo all’aula di Pozioni. Remus non si era presentato L’anno era appena iniziato e già diceva di sentirsi male.
Te lo avevo detto che non sarebbe venuto mormorò Severus al suo fianco senza staccare gli occhi dal suo libro pieno di appunti.
Lily roteò gli occhi verso il soffitto, quella teoria era semplicemente ridicola, Remus era solo cagionevole di salute. Continuava a non capire come Severus potesse anche solo pensare che accusarlo di essere un Lupo Mannaro avesse senso. Avevano avuto quella conversazione più volte di quanto le piacesse ricordare.
Lumacorno batté gioiosamente le mani per richiamare l'attenzione di tutti. «Allora, credo non ci sia bisogno di ricordarvi che quest’anno avrete gli esami G.U.F.O.» un basso parlottio si diffuse nella stanza. «So che alcuni di voi non sono amanti delle pozioni e non vedono l’ora di abbandonare questo corso, ma anche se non avete intenzione di continuare ci sono delle misture molto utili che ogni mago dovrebbe saper preparare, per qui fate un ultimo sforzo» lanciò un’intensa occhiata verso il tavolo occupato da James, Sirius e Peter.
«Quella che prepareremo oggi è una pozione spesso richiesta al G.U.F.O.: la Bevanda della Pace, una pozione che calma l'ansia e placa l'agitazione. Attenti con le quantità, se esagerate con gli ingredienti infliggerete al bevitore un sonno pesante e qualche volta irreversibile, quindi dovete prestare molta attenzione».
Alla destra di Severus Caradoc si raddrizzò aggrottando le sopracciglia.
«Le istruzioni» annunciò e con un colpo di bacchetta la lavagna si riempì di fitte scritte.
«Mi raccomando, se avete dubbi chiedete»
«E non fate cadere capelli nel calderone» mormorò Caradoc inclinandosi verso lei e Severus facendo ridere entrambi.
Lily fu felice di immergersi nel lavoro, Pozioni era la sua materia preferita in assoluto. Il primo anno aveva seguito gli attenti consigli di Severus e dopo aver appreso le basi aveva capito che preferiva cercare l'equilibrio fra gli ingredienti piuttosto che sventolare la bacchetta cercando di seguire complicate istruzioni di trasfigurazione.
Nelle pozioni poteva lasciarsi andare anche a un po’ di creatività, era un po’ come cucinare di fianco a sua madre.
Severus al suo fianco mescolava con attenzione in senso orario, poi con un movimento fluido iniziava in senso antiorario. Caradoc era piegato sul suo tagliere, impegnato a sminuzzare con attenzione gli ingredienti. Senza nemmeno guardare ne passò alcuni a Severus che li mise nel calderone senza dire una parola.
Ormai avrebbe dovuto esserci abituata, aveva notato quella strana collaborazione d metà del primo anno. Nonostante Severus dicesse di trovare Caradoc fastidioso non gli aveva mai detto di smettere di passargli gli ingredienti. Negli anni era diventato come un rito implicito, sembrava quasi che i due nemmeno se ne rendessero conto.
Lily abbassò la fiamma con un mezzo sorriso.
«Un lieve vapore d'argento dovrebbe ora sprigionarsi dalle vostre pozioni» annunciò Lumacorno a dieci minuti dalla fine.
Marlene alle sue spalle sudava copiosamente, si guardava intorno disperata. Il suo calderone emanava un'abbondante quantità di fumo grigio scuro; quello d
Mary aveva l’aspetto fangoso ma il colore non era troppo lontano dall’argento.
Mulciber e Avery erano intenti a borbottare imprecazioni nel tavolo alla loro sinistra. Il fuoco di Avery sembrava sul punto di spegnersi e Mulciber usava la bacchetta per cercare di ravvivarlo.
La superficie della pozione di Lily era una nebbiolina fosforescente di vapore argenteo, proprio come quella di Severus.
«Lily… ehi» Si voltò di scatto, prima di capire che era stata Marlene a sussurrare il suo nome.
«Dammi una mano» la pozione stava gorgogliando pericolosamente e il fumo si era fatto più intenso, era certa che si sarebbe guadagnata una T.
Per tutta risposta si fece scura in volto e aggrottò le sopracciglia. «Arrangiati» e tornò a guardare il proprio calderone. Come poteva pensare che l’avrebbe aiutata dopo quello che le aveva detto in treno?
Che faccia tosta.
Severus e Caradoc sollevarono lo sguardo nello stesso momento osservandola ammirati.
«Che c’è?» Chiese lei sgarbata.
Severus aprì la bocca un paio di volte incerto. «Niente solo…»
«Sei stata fantastica» disse Caradoc con un largo sorriso.
Sentendosi avvampare Lily riabbassò lo sguardo.
Finalmente il professor Lumacorno annunciò che il tempo era scaduto e la classe emise poggiò rumorosamente i coltelli al tavolo. Qualcuno al fondo dell’aula continuava a mescolare febbrilmente senza speranza.
Lumacorno si avvicinò al loro tavolo con entusiasmo. «Allora, cosa abbiamo qui?» Osservò la pozione di Caradoc storcendo il naso «Hai lasciato le Radici di Valeriana un po’ troppo spesse, vero?»
«Temo di sì, signore»
«Oh poco male, è comunque funzionale» Lumacorno si accarezzò i lunghi baffi. «Ma fai attenzione la prossima volta»
«Certo signore»
«Che damerino» sentì sibilare l’odiosa voce di Black alle loro spalle.
«E qui invece…» guardò alternativamente le pozioni di Lily e Severus «Magnifiche, davvero perfette» Mescolò un paio di volte quella di Severus «Hai fatto qualcosa di diverso? Ha una consistenza più fluida»
Lily allungò il collo per vedere meglio dentro al calderone.
«Sì signore, ho sminuzzato la pietra di luna invece che farla solo a pezzi» spiegò Severus a bassa voce, come se stesse rivelando un segreto.
«Interessante» annuì Lumacorno lanciando un ultimo sguardo ammirato alla pozione.
«E Lily la tua è eseguita perfettamente, hai seguito alla lettera il libro»
«Ci ho provato» annuì lei
«Sei sicura di essere una nata babbana? Non sei la nipote da tempo perduta di Arsenius Evans, il geniale pioniere della fermentazione a intervalli?»
Lily scosse mestamente la testa «Sì signore, sono sicura, i miei genitori sono babbani e io sono senza dubbio natababbana» Ormai era abituata a quel tipo di commenti da parte di Lumacorno, erano anni che cercava di affibbiarle rinomate discendenze. I primi anni lo aveva trovato quasi offensivo, come se non potesse capacitarsi che una natababbanna potesse eccellere nella sua materia. Con il tempo aveva imparato a capire che era il suo modo per complimentarsi.
«Stupefacente» commentò ancora Lumacorno, provocando un lungo sbuffo a Marlene alle sue spalle.
Lanciandole un ultimo sorriso soddisfatto si avvicinò al tavolo successivo.
Mulciber si avvicinò a Severus con un ghigno. «Semrpe sul pezzo, Mezzosangue» gli diede una pacca sulla schiena che fece piegare leggermente Severus.
Lily digrignò i denti, odiava Mulciber più di tutti quelli che Severus chiamava amici, eppure lui si limitò a sorridergli. Non riusciva a capire come potesse anche solo sopportare di venir appellato come Mezzosangue da uno come Mulciber. Era chiaro cosa intendesse davvero.
Eppure ne lui ne Caradoc sembravano infastiditi.
Mulciber lanciò una rapida occhiata anche alla pozione di Lily prima di incrociare il suo sguardo, era certa che volesse fare qualche commento sgradevole, ma non disse nulla, tornò al suo posto in silenzio.
Ci aveva cominciato a fare caso dall’anno scorso in realtà, nessuno del gruppo di Severus l’aveva mai infastidita. Avery e Mulciber erano soliti chiamare tutti quelli come lei Sanguemarcio, stessa cosa per Wilkes e Rosier. Qualche volta era venuta a sapere che sghignazzavano alle spalle di qualche studente più piccolo eppure lei non era mai state presa di mira, nemmeno una volta.
L’anno prima Rosier aveva insultato Mary quando a Trasfigurazione non era riuscita a eseguire un Incantesimo di Scambio.
«Complimenti Macdonald, inventeranno un voto solo per te, S come Sanguemarcio» Mucliber, Avery e Rosier si erano sbellicati dalle risate mentre uscivano dall’aula.
«Ma che originalità Rosier, perché non ti iscrivi a un corso da comico?»
«Attenta Evans…» aveva infilato la mano nella tasca alla ricerca della bacchetta, ma Wilkes lo aveva bloccato stringendogli il braccio.
«Oppure cosa?» Una sicurezza insolita l’aveva spinta a fare un passo verso il biondo.
Rosier l’aveva squadrata con una smorfia di puro odio ma non l’aveva attaccata.
«Dai lascia perdere.» Wilkes aveva appena strattonato l’amico prima di allontanarsi.
«Allora ragazzi, come è andata la prima settimana?» chiese Aurora stesa sul prato del giardino interno sulle gambe di Mulciber.
«Benone, ho tolto venti punti a Grifondoro» disse Evan stiracchiandosi vistosamente.
«Ma tu non sei Prefetto» ricordò Charity che stava volteggiando in una piroetta in punta di piedi.
«Dettagli, l’ho fatto fare a Wilkes» spiegò con un’alzata di spalle.
«Mi ha obbligato, più che altro» rettificò senza distogliere lo sguardo dal libro di Difesa Contro le Arti Oscure.§Caradoc e Avery ridacchiarono.
«Bertram ti gira ancora intorno?» chiese Mulciber senza incrociare lo sguardo di Aurora.
«No, credo gli sia passata» tirò qualche filo d’erba prima di usarlo per colpire il naso di Mulciber che scattò all’improvviso.
«Non sono una mucca.»
«E io non sono un calamaro.»
Evan e Severus si scambiarono uno sguardo confuso.
Era dalla fine dell’anno precedente che quei due si comportavano in modo strano.
Caradoc osservò Charity riprendere a volteggiare sul prato.
Non aveva mai capito niente di ballo ma era abbastanza certo che fosse brava, si muoveva in modo sinuoso e quando saltava sembrava priva di peso
Era l’unica persona che conoscesse che non era stata felice di ricevere la sua lettera per Hogwarts. Glielo aveva confidato solo il secondo anno, dopo che Aurora era riuscita a farci amicizia. Essendo natababbana sua madre l’aveva iscritta in una scuola privata molto prestigiosa, il sogno di Charity era diventare una ballerina professionista, ma nessuna accademia era disposta ad ammetterla solo per i mesi estivi. Hogwarts per lei era una sorta di condanna, invece che poter ballare in una scuola privata era obbligata a passare mesi in un castello vecchio e polveroso, come lo descriveva lei.
Avevano tutti un patto silenzioso, di non tornare più sull’argomento.
L’unica volta in cui Charity si era aperta era scoppiata a piangere in riva al lago nero. Era stata la prima volta in cui Avery non l’aveva presa in giro e da allora non si era più permesso di dirle nulla nemmeno di lontanamente sgarbato.
«Per le tette di Morgana!» Esclamò Avery abbassando la Gazzetta del Profeta che aveva fra le mani.
«Cosa?» Fecero in coro Severus e Caradoc.
«Leggete qua» indicò la pagina dei fatti di cronaca a grandi lettere era riportato:
Morto Fabius Watkins leggendario Capitano e Cacciatore dei Montrose Magpies.
Ieri venerdì 5 settembre Fabius Watkins è stato coinvolto in una strana collisione con un elicottero Babbano, i Guaritori ipotizzano che lo schianto sia stato la causa della porte istantanea.
«Si è schiantato contro un elic… un coso babbano?» Wilkes aggrottò la fronte. «Ma come diamine è possibile?»
«Quei maledetti babbani non vedono niente.» Disse Avery con rabbia.
«Ma non poteva usare un Pietrificus?» Propose Evan
«Non avrà fatto in tempo» rifletté Severus
«Quanto vanno veloci quei cosi babbani?» Chiese Caradoc voltandosi a guardarlo.
«Credo che arrivino intorno ai duecento chilometri orari se sono in alta quota.»
«Maledizione» mormorò Wilkes «Ma sono pericolosi questi babbani.»
«Ma dai? Benvenuto sulla terra» lo canzonò Avery tornando a fissare con astio l’articolo di giornale, come se fosse colpa sua.
Aurora si raddrizzò seria «Mi dispiace Ed» gli posò una mano sul braccio destro.
«Ormai è andato» disse lui serio accartocciando il giornale.
Caradoc deglutì lentamente, sapeva che Avery era un grande fan della squadra scozzese e sopratutto di Fabius Watkins. Avrebbe voluto dire qualcosa per tirarlo su, ma non riuscì a trovare nulla.
Sotto al porticato vide passare un gruppo di quattro Grifondoro, i più antipatici che avesse avuto la sfortuna di conoscere. Anche Severus li aveva notati perché li stava seguendo con lo sguardo.
«Non dico che non sarebbe bello scorrazzare in giro ogni luna piena…» stava mormorando Remus Lupin «Ma dobbiamo stare attenti»
Black voltò lo sguardo con un sorriso smagliante, prima di incrociare lo sguardo di Severus e diventare di colpo serio.
«Smettila di fissare Mocciosus o mi consumi!» gli gridò provocando la fragorosa risata di Potter e quella di Minus più simile a uno squittio.
Mulciber strinse visibilmente i pugni e fece per alzarsi, ma Aurora lo afferrò per un polso
«Lasciate stare» disse Severus mentre i quattro Grifondoro si allontanavano in fretta.
Ogni luna piena… Caradoc ripensò a quelle strane parole. Incrociò brevemente lo sguardo di Severus in silenzio.
Era certo che stesse pensando la stessa cosa.