
1 Settembre 1975
1 Settembre 1975
Il binario 9 ¾ della stazione di King’s Cross era umido per il torrido caldo di fine estate. La folla che faceva avanti e indietro carica di valige e manici di scopa di certo non aiutava.
«Promettimi che ti impegnerai per gli esami»
Caradoc guardò sua madre con uno smagliante sorriso, ormai l’aveva raggiunta in altezza e riusciva a guardarla negli occhi chiari tipici dei Dearborn.
«Come al solito»
«Di più» disse seccamente suo padre aggrottando la fronte «Mi aspetto come minimo un oltre ogni previsione in Difesa»
«Non è colpa mia, continuano a cambiare insegnate tutti gli anni» si lamentò Caradoc allargando leggermente le spalle.
«Sempre il solito lagnone, White» lo canzonò una voce profonda facendolo voltare.
Severus Piton, già vestito con l’uniforme scolastica si avvicinò alla famiglia White.
«Cos’è questa novità?» Caradoc fissò l’amico sgranando gli occhi. Aveva i capelli neri molto più corti, gli coprivano a malapena le orecchie.
«Lily ha fatto casino con il Diffindo?»
«Ehi, io non c'entro niente!» Lily Evans spuntò oltre la coltre di fumo del treno con la tracolla sulla spalla. «Ha fatto tutto da solo»
«Per me stai molto bene» disse Adira, la madre di Caradoc, sfiorando il viso di Severus.
«Sì sei davvero un bocconcino» disse in tono sbrigativo «Ma perché li hai tagliati?»
Severus alzò mestamente le spalle. «Almeno non dovrò sempre spostarli mentre siamo a pozioni.»
«Senti coso…» Caradoc gli puntò un indice verso il viso «Qui l’unico che ha fatto esplodere una pozione, non si sa come, facendoci finire dentro un capello sono io.»
Adira e Lily scoppiarono a ridere nello stesso momento.
«Non è una cosa di cui andare fieri» disse Severus scuotendo la testa.
Lycoris White poggiò una mano sulla spalla del figlio con un sorriso incoraggiante «Ma è stato un pomeriggio epico, ho ancora una fialetta di quel Veritasserum mancato nel mio studio»
«Non pensavo di meritare addirittura un tributo» Caradoc inclinò la testa vagamente compiaciuto.
«Ma quale tributo?» Lycoris gli diede una pacca sulla schiena. «Quello è un monito, cose da non fare» disse prima di iniziare a ridere seguito dalla moglie.
«Forza andate, e Lily per favore, tienili d’occhio»
La ragazza annuì divertita prima di avviarsi verso il treno mentre Caradoc salutava la madre con un lungo abbraccio. Inspirò profondamente il profumo che si era messa. Ormai era quello il segnale dei suoi giorni buoni, quelli che suo padre definiva degni del profumo di rose
«Ci sentiamo per lettera» assicurò sciogliendo l’abbraccio
«Certo tesoro»
Mentre si faceva strada tra la folla, cercando di non venire travolto da nessun baule allungò il collo. Impiegò qualche istante poi li vide, il gruppo più strano che si potesse trovare, Mulciber e Avery con la schiena poggiata sul muro vicino all’arcata d’ingresso al binario con le braccia incrociate, Wilkes e Rosier che gesticolavano discutendo animatamente, immaginò si trattasse di Quidditch a giudicare dalla mano si Evan che mimava un avvitamento. Dalla parte opposta c’era invece Auroa Sinistra con un abito scuro che ascoltava con interesse Charity che muoveva la testa facendo vibrare i lunghi capelli biondo scuro su cui erano fissati dei fiori gialli della stessa tonalità della gonna ampia che indossava.
Sì, pensò fra se e se, quello era il gruppo peggio assortito che si fosse mai visto, ma era il loro gruppo.
«Ehi! Muovetevi scansafatiche o vi lasciamo qua!» Gridò attirando l’attenzione degli amici.
«Ma se siamo noi che vi stiamo aspettando da almeno mezz'ora?» si lamentò Avery facendosi largo fra la folla senza troppe cerimonie. Fu certo di vedere qualche ragazzo del secondo anno venire sballottato da lui e Mucliber. Aurora li fissò con disappunto prima di seguirli sul treno.
Caradoc si voltò verso Severus sul vagone di passaggio «Dov’è Lily?»
«È andata a cercare Mary» disse lui con un’espressione triste.
Ormai erano anni che faceva così, tutte le volte che lui e Severus erano con il resto della gang, come piaceva a Wilkes chiamarli, lei si defilava. Era abbastanza sicuro che non sopportasse Mulciber e Avery.
Sporgendosi dal finestrino individuò Regulus Black che aspettava di salire sul treno accanto a Barty e Pandora.
«Smettila di fissare mia sorella, White!» Gridò Evan a gran voce facendolo scattare spaventato.
Pandora e Regulus si voltarono verso il loro scompartimento ridendo.
«Non preoccuparti Rosier, io ho occhi solo per Severus» disse sedendosi mollemente di fianco all'amico allungando un braccio intorno alle sue spalle.
«Se non togli quel braccio non li avrai più gli occhi» sibilò Severus minaccioso.
Charity ridacchiò sonoramente.
Si stava avvicinando l'ora della partenza e tutti si stavano muovendo un po' più in fretta sia fuori sul binario sia dentro il treno facendo avanti e indietro fra i vagoni.
Sentirono l’irritante voce di Potter e Black gridare mentre correvano.
«Muoviti Pete!»
«Dai Coda o ti lasciamo qui!»
Mulciber sbuffò sonoramente guardandoli attraverso il finestrino «Che idioti»
«Allora…» Aurora si sedette accanto a lui guardando gli altri. «Tira fuori la spilla» ordinò fissando Wilkes.
Il biondo si guardò attorno imbarazzato.
«È solo una spilla.»
«No, è la spilla» annuì Evan poggiando il gomito sulla spalla sinistra dell’amico.
«Tu e Dorcas, bell’affare» commentò Avery.
«In che senso?»
«Beh lei è una bacchettona, tu almeno ci farai qualche favore, e poi ora possiamo usarti per togliere qualche punto ai Grifondoro.»
«Sai, non credo sia questa la mia funzione principale» rifletté Wilkes grattandosi il mento.
Sobbalzarono tutti quando il treno partì acquistando velocità.
«È più bello il tuo» disse Aurora rigirandosi fra le mani il distintivo da prefetto di Wilkes.
«Che cambia, solo il colore, no?»
Aurora annuì «Sì ma verde è più bello»
«A me giallo piace» mormorò Charity che aveva già appuntato il suo sul maglione.
Caradoc le si avvicinò osservando la spilla. «Sì, è carina, si abbina pure ai fiori.»
«Sono crisantemi» disse lei alzando un pelo la voce.
«Ci sono alcune pozioni in cui si usa la polvere di crisantemo» iniziò a dire Severus lisciandosi l’uniforme.
«Sì ho letto qualcosa, ma sono tutti pozioni con un’energia molto negativa.»
Severus e Caradoc si scambiarono un’occhiata. Ormai erano abituati a quel tipo di uscite da Charity, ma dovevano sempre impegnarsi per non scoppiare a ridere.
«Già cattive energie qua» Evan mosse a mani come per scacciare uno sciame di mosche. «Sei stato tu Avery vero? Ti sei lasciato scappare una bolla di energia negativa davvero grossa.»
«Ah ma piantala!» si lamentò lui con una smorfia.
«No no, apri il finestrino, mica vogliamo finire soffocati dalla tua energia puzzolente.» insisté il biondo spalancando il finestrino di colpo.
«Non mi stupisce che abbiano scelto te» disse Marlene McKinnon lasciandosi cadere pesantemente sul sedile scuro.
Lily di fianco a Mary le scoccò uno sguardo confuso.
«Forse perché è la migliore del nostro anno?» Chiese Mary incrociando le gambe sul sedile.
«La migliore?» Marlene sbuffò. «Io ho voti più alti in incantesimi e anche in trasfigurazione e non ho mai perso un punto.»
«Non credo scelgano i Prefetti in base ai voti» disse Lily spostandosi una ciocca di capelli rossi dal viso.
«No infatti.» Continuò Marlene chiaramente risentita «Visto il periodo probabilmente vogliono lanciare un messaggio»
Mary inclinò la testa. «Che messaggio?»
«Bhe è ovvio» Marlene incrociò le braccia con stizza «Tutta la campagna pro Natibabbani per convincere le persone ad accettarli.»
Lily rimase spiazzata, Marlene non era di certo una delle sue migliori amiche, ma non pensava di doversi difendere anche da lei. Aggrottò le sopracciglia di colpo.
«È questo che pensi? Che mi abbiano dato la spilla solo perché sono Natababbana?»
«Perché se no?»
Lily alzò il mento sentendosi fastidiosamente simile a Black.
«Vallo a chiedere alla McGranitt, ma cerca di non piangere quando lo fai.»
Incrociò brevemente lo sguardo ammirato di Mary.
Marlene si alzò di scatto e uscì dallo scompartimento sbattendo la porta.
«Sei stata grande» disse Mary con un sorriso.
Lily poggiò la testa sul sedile e chiuse gli occhi per qualche secondo. «Pensavo che almeno fra noi non ci fossero questi pregiudizi.»
«Credo sia stata sua madre a metterle in testa questa idea.»
Lily riaprì gli occhi lentamente. «Con tutto quello che sta succedendo pensa di essere lei la vittima?»
«Il ministro della magia sta sminuendo tutto, la gente non si rende conto di quanto sia grave la situazione.» Mary si tirò le pellicine della mano destra.
«Hai letto l’articolo del profeta dell’altro giorno? Quello su Eugenia Jenkins?»
Lily annuì stringendo le labbra.
Eugenia Jenkins era un ministro della magia competente da quello che aveva sentito dire. Si era opposta con forza alle rivolte dei Purosangue durante le Marce per i diritti dei Maghinò alla fine degli anni Sessanta, ma ora con l’ascesa di una nuova ondata di razzismo portata avanti da purosangue di spicco Jenkins sembrava cieca.
Mary tolse un giornale accartocciato dalla borsa e lo schiaffeggiò per raddrizzarlo.
Il Ministro della Magia Eugenia Jenkins ha dichiarato che non c’è nulla da temere. La Gran Bretagna è sicura e gli Auror stanno investigando sull’attività di gruppi estremisti. Ma secondo il ministro sono solo strascichi di un’ideale ormai superato.
Un nostro inviato ha però insistito per saperne di più sui presunti attacchi commessi da un gruppo che si fa chiamare Mangiamorte.
«Sono solo degli esaltati che cercano di intimidire la popolazione» ha dichiarato la signora Jenkins lo scorso Lunedì. «Gli Auror li prenderanno presto, ma per ora invito maghi e streghe di non andare nel panico, non c’è alcuna minaccia reale contro natibabbani e maghinò. Difendo i loro diritti come ho fatto anni fa»
«Non dobbiamo andare nel panico» disse Mary passandosi una mano fra i capelli scuri. Per fortuna che lo dice lei.
«Nessuno sta parlando dell’attacco di questa estate nel Berwickshire» rifletté Lily alzando lo sguardo su Mary. «È come se non fosse mai successo.»
«Il ministero ha messo tutto a posto, no?»
«Mary, sono morte delle persone.» Lily sgranò gli occhi come poteva sminuire tutto in quel modo. Gli Auror si limitano a cancellare la memoria ai babbani o modificarla, ma qualcuno è sparito e i loro familairi nemmeno se ne ricorderanno. Sentì la rabbia montarle dentro inumidendole gli occhi. Odiava quella sensazione di impotenza.
A nessuno di loro importa davvero dei babbani» mary poggiò il giornale su posto lasciato libero da Marlene a meno che non vengano attaccati dei maghi nessuno farà niente.»
«Non è giusto.» mormorò lily con voce tremante.
Fissò la metà inferiore del giornale in cui continuava l’articolo, un nome attirò la sua attenzione: Abraxas Malfoy, un fermo oppositore delle leggi introdotte dall’ex ministro della magia Nobby Leach si è dichiarato contrario a quello che lui definisce un allarmismo inutile.
«Nessuno sta attaccando i babbani ne sta minacciando chi non è purosangue. È sempre stato nell’interesse della comunità magica promuovere la convivenza pacifica. Sono certo che i nostri Auror sono in grado di mantenere l’ordine e smentire queste falsità su presunti attacchi a babbani che nessuno ha denunciato.»
Certo, nessuno se ne ricorda più ormai pensò lily con rabbia. Possibile che la gente credesse davvero a quelle idiozie?
Il viaggio in carrozza fino a Hogwarts fu traballante. I capelli corti di Evan Rosier sobbalzavano ad ogni buca, provocando un incontenibile sorriso nella sorella di fianco a lui.
Pandora e Evan erano così simili da sembrare quasi gemelli. Regulus li osservò con attenzione, avevano lo stesso sorriso, gli stessi occhi chiari, gli stessi capelli biondi. Forse era per quello che era riuscito a legare così facilmente con Evan anche se era di un anno più grande.
Non perdeva occasione di passare tempo con la sorella, anche se erano in case diverse.
Provò un moto di gelosia, lui e Sirius non erano mai stati così uniti. Forse da più piccoli, c’erano stati dei momenti, ma da quando Sirius era stato smistato a Grifondoro tutto era peggiorato e il suo atteggiamento con i loro genitori non aiutava di certo.
Ricordava l'orrore nello sguardo di sua madre quando aveva visto come Sirius aveva addobbato la sua stanza. Tappezzata dei colori di Grifondoro e di poster stranamente immobili che ritraevano delle ragazze babbane in costume.
Sospettava che Sirius lo avesse fatto solo come dispetto alla loro madre, sembrava si divertisse a vederla alterata e in imbarazzo tutte le volte che si avvicinava a quei Indecorosi artefatti babbani come era solita definirli. Non capiva se la turbasse di più il fatto che le ragazze fossero babbane o che fossero mezze nude.
«Ho sentito mio padre parlare di una possibile sostituzione» disse Barty picchiettando con la mano destra il bordo del sedile duro della carrozza.
«Di chi?» chiese confuso Regulus
«Eugenia Jenkins, secondo mio padre non è preparata ad affrontare la minaccia dei Mangiamorte»
Evan e Regulus si scambiarono un’occhiata veoce prima di guardare Pandora. Di solito evitavano di parlare dei Mangimamorte davanti a lei.
«Il Signore sta acquisendo sempre più fama frazie alla sua incompetenza»
Evan annuì lentamente, come se fosse perso nei propri pensieri.
Il Signore, così lo chiamavano l’uomo che da anni gravitava al centro della comunità purosangue. Sua madre era stata a scuola con Tom Riddle e lo descriveva come un visionario. Una ventata di speranza per i purosangue, qualcuno che finalmente pensava ai bisogni dei maghi e non a quelli dei babbani come faceva silente.
Per qualche motivo a lui ignoto sembrava che nessuno usasse il cognome di Riddle, si riferivano a lui semplicemente come Il Signore.
Era una regola non scritta, come il fatto di non rivelare che i Mangiamorte facevano capo a lui. Tutti sapevano ma nessuno lo diceva apertamente.
«E chi vorrebbero mettere al suo posto?» chiese Evan grattandosi il collo.
Barty alzò mestamente le spalle «Un certo Harold Minchum, non ho idea di chi sia.»
Regulus vagò nella memoria ma quel nome non gli diceva niente.
«Avete saputo di RodolphusLestrnage?» Chiese all'improvvisoEvan.
«Cosa?» Fece Barty alzando un sopracciglio.
«Frank Paciock ha fatto un'ispezione a villa Lestrnage per cercare artefatti oscuri.»
«Hanno trovato qualcosa?» Chiese Barty inclinandosi in avanti.
Evan scosse la testa. «No, hanno nascosto tutto in tempo, sembra che Bellatrix sia corsa alla Gringott a depositare diverse cose.»
«E tu come lo sai?» Regulus inclinò la testa di scatto.
«Mia madre era a fare un prelievo e l’ha vista scendere nella camera blindata.»
Cosa poteva avere Bellatrix da nascondere? Forse qualcosa del marito? Forse sarebbe riuscito a farsi dire qualcosa da Rabastan, ma detestava quello spocchioso. Barty sembrava l’unico del loro annoche riusciva a tollerarlo.
Severus seguì gli amici unendosi alla folla di studenti che si riversava verso le grandi porte di quercia della sala d'ingresso. Le torce erano tutte accese e illuminavano il pavimento lucido di pietra facendo apparire l’entrata ancora più ampia.
Allungò il collo nella speranza di vedere i capelli rossi di Lily fra la folla, me non la trovò.
Mulciber e Avery si fecero strada fino alla Sala Grande, dove i tavoli delle quattro Case sedevano sotto un baldacchino stellato di cielo notturno. Presero i soliti posti al centro del tavolo più a sinistra nella classica disposizione. Avery e Mulciber dallo stesso lato, alla loro sinistra Wilkes che lasciò un posto vuoto per Rosier. Mentre dalla parte opposta si sedettero Severus e Caradoc alla sua destra.
Evan entrò nella Sala Grande affiancato dalla sorella Pandora, Barty Crouch Jr e Regulus Black. Da quando Pandora era arrivata a Hogwarts Evan aveva insistito per fare il viaggio in carrozza con lei. Questo non aveva fatto che legare ancora di più anche con Regulus Black. Doveva ammetterlo, i primi tempi si era tenuto alla larga da Regulus temendo che fosse come il fratello, un bullo arrogante in cerca di attenzioni. Ma gli erano bastate poche settimane per capire quanto in realtà fosse diverso da Sirius. Regulus era garbato, riservato, quasi rasentando la timidezza. Aveva lo sguardo fermo e sicuro di chi sa di essere superiore, ma non lo aveva mai visto atteggiarsi con prepotenza, ne con i mezzosangue ne con i natibabbani.
Evan fece il giro del tavolo per sedersi di fianco a Wilkes «Ehi Rab, dove ti eri cacciato?»
Rabastan Lestrange gli fece segno di lasciar perdere e andò a sedersi vicino a due ragazze del suo anno.
Caradoc si scostò un po’ «Reg, stai con noi?»
Black sembrò pensarci per qualche secondo, lanciando occhiate rapide verso Lestrange.
«D’accordo» scavalcò la panca e si sedette di fianco a Caradoc facendo un cenno con il mento verso Severus che ricambiò in fretta.
Avery diede una leggera spallata a Mulciber «Quanti quest'anno?»
L’amico ci pensò su grattandosi la testa «Io dico cinque»
«Almeno sette» ribattè wilkes
«White?»
«Io dico due»
«Due?» ripeté sconvolto Rosier «Traditore della patria! Come ti permetti?»
«Non tutti sono degni di diventare Serpeverde»
«Effettivamente ha ragione» annuì Wilkes con convinzione.
Regulus giocherellò con il tovagliolo senza guardarli.
Avevano iniziato dal secondo anno quella tradizione, scommettevano quanti studenti sarebbero stati smistati a Serpeverde, chi riusciva a indovinare si sarebbe fatto fare i compiti da quello che ci era andato più lontano. Negli ultimi quattro anni aveva perso malamente Wilkes tre volte e una sola Caradoc, che per dispetto aveva scritto un tema di pozioni pessimo a Mulciber.
«Dai Black, spara anche tu» lo invitò Avery dando delle bottarelle al tavolo che fece tintinnare tutti i calici.
«Non ne ho idea»
«Dai, tanto non sei contato nella scommessa, non perdi niente.»
«Piton quanto dice?»
Tutti guardarono Severus in attesa, odiava essere al centro dell’attenzione. «Bho… quattro»
«Quattro anche per me» annuì Regulus lanciandogli una strana occhiata.
I nuovi studenti del primo anno entrarono guidati da Minerva McGranitt fino allo sgabello ceh ospitava il cappello parlante. Alcuni lanciavano occhiate sfuggenti ai loro compagni o al soffitto pieno di stelle.
La tesa del cappello si aprì e il Cappello Parlante iniziò a cantare:
Forse pensate che non sono bello
ma giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
Quattro fondatori crearono questa scuola
Ciascuno dei quattro una casa guidava,
ciascuno valori diversi insegnava:
ognuno stimava diverse virtù
e quelle cercava di accrescer vieppiù.
Se Grifondoro il coraggio cercava
e il giovane mago più audace premiava,
per Corvonero un mente brillante
fu tosto la cosa davvero importante.
Chi poi nell’impegno trovava diletto
del buon Tassorosso vinceva il rispetto,
e per Serpeverde la pura ambizione
contava assai più di ogni nobile azione
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all'istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante!"
La Sala Grande scoppiò in un applauso quando il cappello concluse la sua canzone.
«Un po’ scarna quest’anno» notò Caradoc.
«Già» annuì Rosier risentito. «Dov’è tutta la parte dell’essere migliori, astuti e con un sacco di fascino?»
«Sai non credo dicesse proprio così» si intromise Wilkes.
«Va bhe, il senso era quello» insisté Evan.
«La parte dell’astuzia di certo c’era» annuì Caradoc.
Severus scosse la testa guardando i nuovi studenti, ce n’era uno dall’aspetto bizzarro. Aveva la pelle pallida e il volto scarno, lo trovò inspiegabilmente inquietante.
La professoressa McGranitt stava srotolando un lungo rotolo di pergamena dal quale avrebbe chiamato i nomi dei primi anni per salire e indossare il cappello.
Ashe Duncan si avvicinò con un sorriso sereno sul volto, i capelli neri lisci gli ricaddero appena sugli occhi prima di venire comerti dal grande cappello. Ci vollero diversi secondi prima che il cappello decidesse.
«SERPEVERDE!»
«E siamo a uno» mormorò Rosier.
«Chittock Glenda» una bambina dal passo incrto sparì sotto il grande cappello, ci mise alcuni secondi poi gridò: «CORVONERO!» corse via quasi saltellando.
«Dawlish John!»
Una bambino dalle spalle insolitamente larghe si sedette sullo sgabello con lo sguardo fisso davanti a se
Dopo un attimo di pausa, il cappello gridò: «SERPEVERDE!» e Dawlish si precipitò verso il loro tavolo.
«E due» sorrise Wilkes
«D'Eath Lorcan!» Il bambino dall’aspetto inquietantesi sedette e Severus riuscì a vederlo meglio in volto. Sì era innegabilmente strano con la pelle chiarissima, gli zigomi alti e gli occhi nerissimi. Era un bambino eppure non lo sembrava del tutto. Sperò che non finisse a Serpeverde
«TASSOROSSO!»
«E ti pareva, con quella faccia» commentò Mulciber fra le risate.
«Merlino, Charity se lo troverà tutti i giorni in sala comune» aggiunse Avery ridendo.
«Poverina» mormorò Wilkes serio.
«Fenloper Reginald»
«SERPEVERDE!»
«Gleam Annalena»
«GRIFONDORO!»
«Green Olivia»
«CORVONERO!»
«Jones Hestia»
«TASSOROSSO!»
«Kingsford Aaron»
«SERPEVERDE!»
«Lockhart Gilderoy
«CORVONERO!»
Caradoc allungò il collo. «Ma come diavolo cammina?»
Severus seguì il suo sguardo. Lockhart camminava impettito, come se stesse sfilando, il mantello della divisa ondeggiava intorno a lui come se lo gonfiasse di proposito e teneva il mento talmente alto che sembrava sul punto di spezzarsi.
Perfino Aurora al tavolo di Corvonero gli lanciò uno sguardo infastidito prima di alzare teatralmente gli occhi al cielo provocando una risata di gusto a Mulciber.
«Miller Jacob»
«SERPEVERDE!»
L’ultima fu Emmeline Vance che dopo diversi secondi finì a Corvonero.
Silente, il preside della scuola si alzò e la sala si ammutolì di colpo guardandolo con attenzione.
«Benvenuti» spostò lo sguardo su tutte le tavolate attraverso gli occhiali a mezzaluna «agli studenti vecchi e nuovi. Sono certo che siete tutti affamati e pronti per il nostro eccellente banchetto, ma prima di cominciare, qualche avviso di inizio anno. Tutti gli studenti che intendono fare un provino per la squadra di Quidditch della propria Casa devono, come sempre, dare il proprio nome al Capocasa.»
Emma Vanity di fianco a Dorcas si guardò attorno con orgoglio, la spilla da capitano già appuntata alla divisa.
«Il signor Gazza in oltre insite che io vi ricordi che tutti i prodotto Zonko sono severamente vietati» i suoi occhi indugiarono per diverso tempo su un punto specifico del tavolo di Grifondoro.
Severus notò con soddisfazione l’aria colpevole di Potter e Black.
«E infine abbiamo una nuova nomina del corpo insegnanti: il professor Oakden Hobday ricoprirà quest'anno il ruolo di Difesa contro le Arti Oscure» Il mago accanto a Silente si alzò e salutò il mare di studenti davanti a lui. Sembrava giovane, più di tutti i suoi predecessori almeno, doveva avere a malapena quarant’anni. Aveva dei lunghi capelli biondi legati in una bassa coda. Si passò una mano sulla barba folta mentre alzava l’altra in segno di ringraziamento.
«Ha lasciato il suo posto da istruttore Auror per essere qui con noi, quindi confido che lo farete sentire a casa.»
«Contaci» mormorò una ragazza del sesto anno ridacchiando con due amiche poco lontano da Severus.
«Dite che questo durerà?» Chiese Regulus con tono annoiato.
«Ma figurati» Rosier sbuffò sonoramente.
«E ora…» concluse Silente, spalancando le braccia della veste in modo che le stelle sulle maniche scintillassero alla luce delle candele "che abbia inizio il banchetto!"
A queste parole i tavoli davanti a loro si riempirono all'improvviso di una vasta gamma di arrosti e torte, piatti di carote e piselli, purè di patate e patatine, zuppiere di zuppa e salsiere di sugo.