The Story of the Prince

Harry Potter - J. K. Rowling
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The Story of the Prince
Summary
La prima guerra magica non è esplosa di colpo, non c’è stata una battaglia plateale ne schieramenti ben divisi. I Mangiamorte si sono insinuati nella comunità magica. Voldemort ha acquisito potere con pazienza e mentre uno dei più pericolosi signori oscuri di tutti i tempi si nascondeva dietro la facciata di un mago elegante e potente i giovani studenti di Hogwarts dovevano imparare a vivere in un mondo che presto sarebbe stato distrutto dalla guerra.I Malandrini non sono stati i soli studenti a combattere e perdere la vita, molti altri anche nella fazione opposta erano convinti di essere nel giusto e pur di perseguire i propri ideali hanno dato la vita.Questa è la loro storia.La storia di Severus Piton, Caradoc Dearborn, Regulus Black, Barty Crouch, Evan Rosier, Bruce Mulciber, Edmund Avery, Bellatrix, Andromeda Black e molti altri.
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PREGIUDIZI

  «Ohi Bruce» Avery si sedette pesantemente sulla poltrona nella sala comune di fianco a Mulciber che alzò lo sguardo dal libro di incantesimi che aveva fra le mani.
  «Che ne pensi del mezzosangue?»
  «Piton?» Mulciber alzò un sopracciglio
Avery annuì
  «Se la cava in pozioni.»
  «Sì lo so.» Ammise Avery con uno sbuffo. «E conosce un sacco di incantesimi, più di molti del quinto anno.»
  «Ma?» lo incalzò l’amico poggiando il libro sul bracciolo.
  «Hai visto come sta appiccicato a quella sangue marcio? Una Grifondoro per di più»
Mulciber alzò mestamente le spalle. «Ci sta lui, mica noi.»
  «Si ma è imbarazzante» insisté Avery. «Tutto quel talento sprecato.»
  «Sprecato?» Ridacchiò Mulciber.
  «Sai cosa voglio dire» abbassò leggermente la voce guardandosi intorno. «Malfoy sta cercando di reclutare e anche Lestrange. Piton promette bene, ma se simpatizza per i Sanguemarcio…»
  «Per una Sanguemarcio» lo interruppe Mulciber. «Non mi sembra gli importi degli altri. L’altro giorno hai pure insultato quel Tassorosso e Piton non ha detto niente.»
Avery ci pensò su prima di sorridere divertito. «Bhe Dirk evidentemente non è il suo tipo.»
Mulciber strinse gli occhi con disgusto. «Occhi da rana Dirk»
  «Forte!» Esclamò. «Domani possiamo provare a trasfigurarlo, magari gli rimettiamo a posto quel muso orrendo.»
Anche Mulciber si mise a ridere a quell’idea.
Andromeda Black scoccò ai due un’occhiata infastidita prima di uscire dalla sala comune con una lettera spessa in mano.

 

Ottobre prese il posto di settembre e il cielo della sala grande si fece ogni giorno più grigio accorciando le giornate. Severus e Lily riuscivano a ritagliarsi spesso del tempo da passare insieme in biblioteca o in classi in disuso al terzo piano. Anche se Severus sentiva gli sguardi dei compagni di casa seguirlo con disappunto. Non gli era sfuggito il mondo in cui Avery bisbigliava insieme a Mulciber tutte le volte che si allontanava con Lily dopo i pasti.
Quel Caradoc invece non la smetteva di stargli addosso, letteralmente, sembrava una piovra. Ogni volta che uscivano da una lezione in cui Serpeverde aveva guadagnato qualche punto veniva afferrato dal ragazzo per le spalle. Anche se cercava di scansarsi Caradoc continuava ad afferrarlo in quello che era certo, fosse per lui un gesto amichevole.
Era tremendamente irritante.
  «Vuole solo fare amicizia» disse Lily con un’alzata di spalle mentre si sedevano in un tavolo della biblioteca vicino all’alta finestra.
  «Sì ma io non voglio» rispose lui poggiando pesantemente i libri.
  «A me sembra un tipo simpatico»
Già simpatico, Severus sbuffò. Aveva una risata così fastidiosa, fra lui e Rosier non sapeva chi fosse più ridicolo. Ogni volta che scoppiavano a ridere buttavano la testa indietro e attiravano l’attenzione di tutti.
  «Non ti sembra… eccessivo?»
Lily sembrò pensarci su mentre apriva il suo libro di pozioni. «È estroverso» concluse con un sorriso.
  «E irritante» aggiunse lui con stizza.
  «Gli altri invece a Serpeverde?»
  «Sono tranquilli»
  «Beato te» sospirò lei
  «I Grifondoro fanno chiasso?»
  «Potter e Black sono insopportabili» si lamentò lei inclinandosi in avanti. «L’altra sera non hanno smesso un attimo di gridare in sala comune»
  «Litigavano?»
  «Ma che, Black continuava a trasfigurare la poltrona in una vasca tutte le volte che qualcuno provava a sedercisi.»
  «Che stupido» disse Severus scuotendo la testa.
  «Anche se devo ammettere che la trasfigurazione è riuscita molto bene»
Severus corrugò la fronte infastidito. Possibile che ammirasse quell’arrogante di Black?
  «Hai finito il saggio per Lumacorno?» Chiese per cambiare discorso.
  «Oh sì, spero di aver fatto un buon lavoro.»
  «Se vuoi gli do una controllata» propose severus cercando di ignorare il calore che sentiva sul viso.
  «Lo faresti davvero?»
  «Ma certo.»
Lily gli rivolse un grande sorriso prima di passargli la sua pergamena.
Nel pomeriggio ebbero le valutazioni.
Piton aveva ottenuto il voto più alto e guadagnato cinque punti per i Serpeverde. Lily era seconda con tre punti per Grifondoro.
Black scosse la testa borbottando: «Facile quando copi dal tuo ragazzo»
  «Non copio affatto da lui!» gridò Lily diventando rossa in viso.
  «Oh ma che carino, Mocciosus fa colpo dopotutto» ridacchiò Potter.
  «Geloso?» chiese Piton fissando il Grifondoro negli occhi scuri.
  «Geloso di una viscida serpe untosa come te? Continua a sognare»
Black e Minus risero divertiti
Lumacorno, impegnato a scrivere le nuove istruzioni sulla lavagna dava le spalle ai tavoli di lavoro.
  «Minus chiudi la bocca, risparmiaci la vista di quei denti storti» mormorò Caradoc.
Il Grifondoro abbassò lo sguardo e chiuse le labbra imbarazzato.
James divenne serio di colpo. «White, non osare...»
  «Oppure cosa?» Caradoc lanciò una rapida occhiata a Lumacorno ancora voltato, prima di fare un passo verso i Grifondoro. Era di qualche centimetro più alto di Potter
  «Non si sa mai» sussurrò lui in mezzo ai denti.
  «Ah fatela finita» disse Lily afferrando Caradoc per un polso «Non li considerare»
  «Però, ti tratti bene Evas, addirittura due ragazzi»
Severus strinse la mandibola fissando Black con odio.
«Non starlo a sentire» ripeté Lily sfiorandogli la mano.
Riuscì a malapena a concentrarsi sul resto della lezione. Potter e Black diventavano ogni giorno più odiosi.
Caradoc per tutta la lezione passò gli ingredienti a Lily già pesati e pulì il tagliere più del necessario. Severus era certo che lo facesse per farsi notare. Lei però non ne sembrava infastidita, anzi continuava a scambiare lunghi sorrisi con lui irritando ancora di più Severus.

 

Lily seguì Potter, Black e Minus su per le scale che portavano alla sala d’ingresso e gli si parò davanti con il fiato corto. «Dovete smetterla di infastidire Severus»
  «Noi?» Potter sgranò gli occhi. «È lui che è una serpe idiota.
  «Siete voi che avete iniziato a infastidirlo, fin dal viaggio in treno» ricordò lei incrociando le braccia.
  «Lui ha insultato la casa di Grifondoro» rispose james con gravità.
  «Perché tu hai insultato Serpeverde.»
  «Serpeverde se lo merita. Sono tutti dei viscidi razzisti, tu più di tutti dovresti stargli alla larga.»
  «Io più di tutti?» Ripeté Lily abbassando la voce.
  «Sai cosa pensano di quelli come te? Sai come vi chiamano?» Si intromise Black.
Minus si infilò le mani in tasca guardandosi attorno in imbarazzo.
  «Severus non è razzista.» Disse lei seccamente. «E nemmeno Byron.»
  «Chi?» Fecero in coro confusi Potter e Black
Lily scosse la testa infastidita «Caradoc, White, come volete chiamarlo»
  «Senti Evans…» sospirò Potter come se stesse parlando con una bambina piccola. «Forse i tuoi ragazzi non ti insultano mentre sei li con loro, ma ti assicuro che tutti i Serpeverde sono razzisti, credono nella purezza del sangue. Prima apri gli occhi e meno soffrirai.»
  «Loro non sono i miei…» digrignò i denti con irritazione. «Qui gli unici razzisti siete voi che infastidite Severus solo perché è un Serpeverde.»
  «Se lo merita» disse Potter con sentimento.
  «No, non è vero.» Lily scosse la testa. «Ma voi siete troppo stupidi per capirlo.» Con un sospiro seccato si allontanò.
  «Adora le cause perse quella» commentò Sirius con un ghigno.
  «Già» mormorò James seguendo con lo sguardo la schiena di Lily.

 

 

Lily seguì Potter, Black e Minus su per le scale che portavano alla sala d’ingresso e gli si parò davanti con il fiato corto. «Dovete smetterla di infastidire Severus»
  «Noi?» Potter sgranò gli occhi. «È lui che è una serpe idiota.
  «Siete voi che avete iniziato a infastidirlo, fin dal viaggio in treno» ricordò lei incrociando le braccia.
  «Lui ha insultato la casa di Grifondoro» rispose james con gravità.
  «Perché tu hai insultato Serpeverde.»
  «Serpeverde se lo merita. Sono tutti dei viscidi razzisti, tu più di tutti dovresti stargli alla larga.»
  «Io più di tutti?» Ripeté Lily abbassando la voce.
  «Sai cosa pensano di quelli come te? Sai come vi chiamano?» Si intromise Black.
Minus si infilò le mani in tasca guardandosi attorno in imbarazzo.
  «Severus non è razzista.» Disse lei seccamente. «E nemmeno Byron.»
  «Chi?» Fecero in coro confusi Potter e Black
Lily scosse la testa infastidita «Caradoc, White, come volete chiamarlo»
  «Senti Evans…» sospirò Potter come se stesse parlando con una bambina piccola. «Forse i tuoi ragazzi non ti insultano mentre sei li con loro, ma ti assicuro che tutti i Serpeverde sono razzisti, credono nella purezza del sangue.  Prima apri gli occhi e meno soffrirai.»
  «Loro non sono i miei…» digrignò i denti con irritazione. «Qui gli unici razzisti siete voi che infastidite Severus solo perché è un Serpeverde.»
  «Se lo merita» disse Potter con sentimento.
  «No, non è vero.» Lily scosse la testa. «Ma voi siete troppo stupidi per capirlo.» Con un sospiro seccato si allontanò.
  «Adora le cause perse quella» commentò Sirius con un ghigno.
  «Già» mormorò James seguendo con lo sguardo la schiena di Lily.

 

Severus girò l’angolo verso il corridoio che portava alla biblioteca e incespicò all’improvviso con le gambe unite come da una corda invisibile. Cercò di rialzarsi ma ricadde a terra colpendo il pavimento con il volto.
Le risate fragorose si Black, Potter e Minus riempirono il corridoio rimbalzando sulle pareti.
Cercò di issarsi sulle braccia e si trovò inginocchiato davanti a Black che gli puntava la bacchetta scura sotto il mento. «Questo è il tuo posto, Mocciosus»
  «Ricordatelo la prossima volta» aggiunse Minus con tono stridulo.
  «La prossima volta che guadagno punti per la mia casa vuoi dire?» Chiese Severus muovendo lentamente la mano nella tasca posteriore dei pantaloni, alla ricerca della bacchetta.
  «Non fare l’arrogante con noi.» Anche Potter gli puntò contro la bacchetta.
  «Arrogante?» Inarcò un sopracciglio. «Non è arroganza, siete voi ad essere scarsi in pozioni.»
  «Te la sei cercata» le labbra di Black si inarcarono in un ghigno, mosse la bacchetta e pronunciò con chiarezza: «Pietrificus Totalus.» Goditi il pavimento, Mocciosus. Senza cura lo scavalcò, assicurandosi di passargli sopra il viso il lungo mantello dell’uniforme. James seguì l’amico soddisfatto.
  «Dai Pete, muoviti!» Gridò ormai dal fondo del corridoio.
Minus scoccò un’occhiata soddisfatta verso Severus immobilizzato, gli calciò chiaramente con gusto una gamba, prima di seguire gli amici in una corsa goffa.
Severus rimase a fissare il soffitto in quella scomoda posizione e con la gamba che pulsava per il dolore.

 

 

 

«Ti dico che può funzionare, basta fare una finta verso destra e poi andare in picchiata. I battitori non possono colpirti con i bolidi se fai così.» stava spiegando Evan Rosier con convinzione
«E tu rischi di schiantarti se sbagli tempo.» Rispose Caradoc voltando l’angolo.
«No, basta allenarsi.»
«Se lo dici tu. Io non rischio, aspetto che ti sfracelli tu al suolo.»
«La prossima volta che andiamo in campo ti faccio vedere.» assicurò Evan annuendo con forza.
«Ottimo così…» Caradoc si bloccò di colpo guardando un punto davanti a loro.
«Ma che…»
«Piton!»
I due corsero verso il compagno steso a terra con le gambe ripiegate in una strana posizione e il braccio destro dietro la schiena. Aveva gli occhi che saettavano fra i due, ma il resto del corpo immobile.
«Che diamine ti è successo?» chiese Evan sconvolto.
Caradoc estrasse la bacchetta e gridò: «Finite incantatum!»
Il corpo di Piton sembrò sciogliersi e si rialzò a fatica poggiandosi sulle ginocchia. Mosse il braccio destro con una smorfia.
«Chi è stato?» chiese Caradoc aggrottando la fronte.
«Potter e Black» sibilò Severus ignorando la mano tesa del compagno.
«Maledetti Grifondoro.» Evan scambiò un’occhiata con Caradoc.

 

Nella sala comune di Serpeverde un gruppo di studenti del settimo anno era raggruppato vicino al fuoco. Lucius Malfoy e Rodolphus Lestrange erano seduti sulle poltrone, Andromeda Black era accanto alla sorella più giovane. A differenza della bionda aveva l’aria scocciata. Lanciò rapide occhiate verso la porta con la chiara voglia di andarsene.
  «Il matrimonio è fissato, mio padre sta decidendo la data ufficiale » annunciò Rodulphus con un sorriso limitato alle labbra.
  «Ottima unione » annuì Lucius picchiettando le dita sul bracciolo destro della poltrona.
  «Voi invece? » Chiese L estrange muovendo mollemente la mano fra Malfoy e Narcissa.
  «È praticamente confermato. Immagino che Cygnus voglia aspettare di celebrare le nozze di B ellatrix. »
Lestrange annuì compiaciuto. « È la primogenita dopotutto.« Perdonaci Andromeda » fece L ucius con un gesto plateale verso la mora. Ti abbiamo esclusa.»
  «Oh nessun problema » rispose lei alzando lo sguardo privo di interesse.
  «Strano che tuo padre non abbia già scelto un marito per te.»
   «Sta soppesando diverse ipotesi » si limitò a dire guardando il camino scoppiettante.
  «Bhe speriamo che non ripensi a Potter » ridacchiò Lestrange. «T u narcisa ti sei salvata per un pelo.»
La bionda sorrise mestamente, prima di scambiare un’occhiata con L ucius che allungò la mano per carezzarle il polso.
  «Ma Potter è al primo anno » disse A ndromeda con una smorfia. «È ancora un bambino.»
Lestrange alzò le spalle incurante. « È purosangue e ha soldi, questo è l’importante.»
Andromeda inarcò un sopracciglio. « Se tuo padre ti avesse fatto sposare una bambina di undici anni avresti acconsentito?»
  «Il dovere è dovere. »
  «Anche il decoro è decoro » disse lei stizzita.
  «Ricordami, a quanti anni tuo padre ti ha avuta?» Un sorriso freddo inarcò le labbra di Lestrange
Andromeda contrasse vistosamente la mandibola prima di alzarsi dal divano e s alire verso il dormitorio.
  «Che caratterino» commentò L estrange.

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