
Rituale
C'è un rituale, nascosto tra le pagine di uno dei tanti libri conservati al Black Manor a cui ha avuto accesso solamente dopo che Sirius è stato diseredato – libri antichi, collezionati o addirittura scritti da antenati a volte dimenticati, che parlano di una magia così oscura da essere stata messa al bando ormai da secoli.
Regulus è sempre stato estremamente curioso, fin troppo a detta dei suoi genitori, e l'opportunità di studiare sotto la tutela di Lord Black in vista della sua futura ascesa a capo della famiglia è stata una manna dal cielo – specialmente adesso con il marchio di Voldemort impresso sul suo braccio, il sapore amaro del tradimento sulla lingua e una furia che non ha mai provato prima nei suoi diciassette anni di vita nel cuore.
Ha l'immagine di Kreacher in fin di vita ancora stampata negli occhi, i suoi frenetici balbettii ancora nelle orecchie come quando gli ha raccontato per la prima volta ciò per cui Voldemort ha richiesto la sua assistenza, quando finalmente trova il rituale di cui ha bisogno tra le pagine di un vecchio tomo grondante oscurità che qualche avo ha provato a nascondere dietro barriere che è riuscito a superare con una certa difficoltà – un rituale che parla di una magia così ripugnante che per un attimo si è scoperto a sperare di aver sbagliato qualcosa nella sua ricerca, perché è difficile comprendere come qualcuno possa cadere così in basso da fatturare volontariamente la propria anima per il desiderio dell'immortalità.
Voldemort ha creato un Horcrux (o forse più di uno, perché avrebbe dovuto fermarsi dopo aver fatto il primo, folle passo?) e Regulus ne ha le prove nel racconto tremante e terrorizzato del suo più vecchio e caro amico – e nonostante abbia compiuto insensate atrocità nei lunghi mesi da quando ha ricevuto il Marchio, è questo che finalmente accende una scintilla di ribellione nella sua mente.
(È una fortuna che la pagina successiva a quella riguardo al rituale per la creazione di un Horcrux ne descriva anche la distruzione.)