Con un lugubre tonfo, la porta della cella si chiude.
Sirius sbarra gli occhi e lancia brevi sguardi inquieti, ora a destra, ora a sinistra. No, non può restare lì.
La comunità magica deve sapere la verità.
Lui non è un assassino di massa e le sue mani sono monde del sangue di Lily e James.
Davvero?, si dice. Forse, vuole assolvere sé stesso e non vede la realtà delle sue colpe.
Con movimento repentini, quasi scattosi, gira la testa ora a destra, ora a sinistra. Non sa perché, ma il rimbombo delle voci dei babbani echeggia nella camera.
E poi i volti di James e Lily, pallidi di morte, si materializzano davanti ai suoi occhi.
Di scatto, Sirius arretra di alcuni passi e sbatte la schiena contro il muro. Perché sono ancora lì?
Appoggia la mano sul muro, il petto scosso da respiri affannosi. No, sono sepolti in un cimitero anonimo.
Eppure, il suo naso avverte il tanfo dolciastro dei loro corpi, segnati dalla decomposizione.
Le lacrime, inesorabili, bagnano le sue guance. Non gli è rimasto ormai nulla.
Crolla sul pavimento, le gambe strette contro il petto. La colpa, implacabile, dilania il suo cuore.
E ora può attendere solo la morte in una tomba di gelo e urla.