Twinkle Twinkle little Krampus - Epic Christmas 2024

House of the Dragon (TV) Harry Potter - J. K. Rowling Dragon Ball SPY x FAMILY (Anime) Multi-Fandom
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Twinkle Twinkle little Krampus - Epic Christmas 2024
Summary
Raccolta di storie che partecipano alla challenge An Epic Christmas! indetta da Mari Lace e Shireith sul forum Ferisce la penna- 1 Dicembre prompt "Vischio"- SpyX Family - Famiglia Forger- 4 Dicembre prompt "Regali dell'ultimo secondo" - Harry Potter- Sorelle Black- 5 Dicembre prompt "“Maybe an empty space is a good thing. You can put whatever you like in an empty space.” (Girl With No Soul)" House of The Dragon- Aemond- 7 Dicembre prompt "Caminetto"- Dragon Ball* In aggiornamento*
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Yule in Black ( Harry Potter)

Villa Black era immersa nel silenzio ovattato di un mattino pigro delle vacanze invernali, l’ultimo anno in cui tutti e tre le sorelle Black avrebbero passato sotto lo stesso tetto. Tetto che, almeno secondo le speranze delle due maggiori, avrebbero dovuto contenere giorni fatti di risvegli lenti e colazioni in vestaglia nel salone dei ricevimenti, tanto per dare fastidio alla loro madre.

Peccato che Narcissa non fosse esattamente dello stesso pensiero. E non era solo perché non aveva intenzione di passare quei pochi giorni in cui non era circondata da studenti piagnucolosi- per fortuna Purosangue, ma comunque irritanti- schivando i commenti velenosi della madre e le urla delle sorelle. Quello di certo avrebbe contribuito a migliorare la sua salute mentale, ma non era il punto principale.

La verità è che sentiva che tutto attorno a lei stava cambiando, la vita che aveva conosciuto e amato che le sfuggiva tra le dita: Bellatrix e Andromeda si facevano ogni giorno più sfuggenti, perse dietro il futuro che entrambe sembravano avere così’ chiaro e che invece a lei appariva fumoso quanto l’aria nella stanza di Divinazione. Nelle uscite di Hogsmeade le due sparivano chissà dove, le giornate passate insieme che sembravano lontane come l’eco dei loro giochi da bambine nei giardini della Villa. Anche in quei giorni di vacanza, le due non erano quasi mai state a casa: Bellatrix sempre impegnata con il suo nuovo maestro, quell’uomo che le faceva brillare gli occhi ogni volta che ne pronunciava il suo nome con riverenza, l’unico che sembrava riuscire a placare la sua sete di potere;; Andromeda, invece, si allontanava senza neanche dare spiegazioni, promettendole solamente di tornare entro una certa ora. C’era qualcosa di diverso in lei, una sofferenza che non sempre riusciva a nascondere, come se ci fosse qualcosa che la tormentava nel profondo, che la allontanava ogni giorno un pochino di più.

Qul giorno, però,sarebbero tornate ad essere le sue sorelle, quelle che la consolavano la notte quando aveva avuto un incubo, che le avevano insegnato le prime magie, che le dicevano sempre che poteva essere chiunque volesse e avere qualunque cosa volesse. Beh, quella mattina lei voleva essere una che andava a fare le ultime compere di Yule con loro e, a costo di provare l’Imperius che proprio Bellatrix le aveva insegnato, quelle due l’avrebbero accompagnata.

«Tua sorella è pazza!» si era lamentata Bellatrix sedendosi di malavoglia di fronte ad Andromeda, altrettanto assonnata. «Si è presentata nel cuore della notte con tutti i dannati elfi della casa, ciascuno con uno strumento diverso. Sei fortunata che se ho avuto il buon cuore di pensare che se li avessi uccisi tutti non avremmo avuto nessuno a prepararci il pranzo di Yule…»

«Sono le dieci di mattina, Bella. Su, da brava, bevi il tuo tè e poi cercheremo di fare qualcosa per quei capelli», la blandì Narcissa, già vestita di tutto punto, facendo levitare verso di lei un piatto di uova e bacon.

«E lo dici a me? Ha deciso di farmi entrare una tempesta di neve mentre dormivo», rimbeccò Andromeda, guardando la sorella minore con finto astio, afferrando uno degli scones nell’alzatina che svolazzava accanto alla sua mano. «Com’è che a Hogwarts non sei la prima del tuo corso?»

«Perché le so- tutto- io non stanno simpatiche a nessuno», rispose Narcissa.

«Capito, sorella? Guarda che sta parlando di te», ridacchiò Bellatrix, improvvisamente interessata alla conversazione.

«Come se ti interessasse stare simpatica a qualcuno, ti devo ricordare che ti chiamano la Principessa di Ghiaccio?», rimbeccò Andromeda. «E poi io non sono una so-tutto-io, sono gli altri ad essere ignoranti».

«Qui il problema non sono io: siete voi due che mi avete promesso mille volte che avremmo passato la giornata insieme e poi siete sparite».

«Dillo a lei, sempre lì a giocare con quegli altri imbecilli… si incluso il tuo caro Lucius, Cissy. Già non brillava di intelligenza prima, ora che si mette anche a seguire quell’altro...».

«Non osare parlare così di Lord Voldemort!» gridò Bellatrix.

«E tu smettila di seguirlo come un cagnolino!» rilanciò Andromeda con tono di sfida. «Dannazione, la grande Bellatrix Black che si fa dire dal primo…».

«Silencio!».

Narcissa posò con calma la bacchetta, riprendendo a sorseggiare piano il suo té al gelsomino: «Non pensate di cavarvela così, non vi lascerò dare fuoco alla casa in uno dei vostri litigi. Non di nuovo.Ora, visto che finalmente ho la vostra attenzione, vi vorrei illustrare il programma della giornata: domani è Yule e voi mi aiuterete a scegliere il regalo per Lucius».

Bellatrix e Andromeda si scambiarono uno sguardo, prima di iniziare apertamente a sghignazzare senza poter emettere alcun suono. Peggio ancora, nell’aria le splendide ghirlande che aveva scelto personalmente avevano iniziato a piegarsi e muoversi in modo fin troppo chiaro.  

«Se pensate che i vostri giochetti infantili degli incantesimi non verbali mi facciano cambiare idea, credo che non siate intelligenti come amate pensare di essere.. A meno che non vogliate che dica a nostra madre che non vedete l’ora di andare a trovare la nonna in Francia alle prossime vacanze di primavera, proprio quelle che già vi siete organizzate per passarle … così!» concluse agitando la bacchetta verso i festoni ammiccanti, poco prima che esplodessero in mille pezzi colorati. «Bene, vedo che abbiamo un accordo. Bella, allora, sai già cosa regalare a Rodolphus?».

L’occhiataccia di Bellatrix Black avrebbe potuto incenerire anche l’Auror più temprato, ma Narcissa sembrava non darle peso: da quando era piccola aveva capito come ottenere quel che voleva: a volte bastava un sorriso in più, un complimento lasciato lì, qualche moina... Altre volte, soprattutto con le sue sorelle, era necessario essere un pochino più incisive. Quello era un Yule speciale: l’ultimo con Bellatrix, il primo con Lucius, non avrebbe lasciato che nessuno glielo rovinasse, nessuno quelle due testarde che la guardavano come Ungari Spinati dall’altro lato del tavolo di marmo.

 

°°°


 

«Guarda che è colpa tua, chi le ha insegnato che se una Black ottiene sempre quello che vuole?» borbottò Andromeda rivolta alla sorella maggiore, mentre uscivano dall’ennesimo negozio di Diagon Alley. A quanto pareva Narcissa non aveva idea di cosa comprare, ma le idee su cosa la inorridiva erano piuttosto chiare. E, di certo, non aveva paura di farlo sapere.

«Tu, quando aveva otto anni e l’hai convinta a farsi dare tutti i regali destinati a Imma Burke perché lei era più carina», rispose l’altra scrollando le spalle.

«Sono certa di non aver mai detto una cosa del genere. E non guardarmi così, probabilmente c’eri tu dietro, non hai mai sopportato i Burke».

«Disse quella che non sopporta nessuno. A proposito, Narcissa è completamente folle, ma ha ragione… ultimamente sparisci spesso».

Andromeda sostenne senza battere ciglio lo sguardo indagatore della sorella maggiore, ben sapendo che Bellatrix avrebbe colto qualsiasi segno di debolezza o di esitazione. «Forse perché sono stufa di sentirvi sempre parlare di fidanzamenti? Per Merlino, sembra che ne siate tutti ossessionati».

«Io no», rispose Bellatrix alzando le spalle. «Ma quando io e Rodolphus saremo sposati potrò fare come voglio…».

«Come se già non lo facessi».

«Sai cosa intendo. Io e Rod abbiamo la stessa visione e finalmente saremo liberi di seguirla in pieno, senza dover dare spiegazioni a nessuno, che siano insegnanti», la parola venne pronunciata dalla strega con una smorfia di disgusto. «O genitori. Vedrai, Meda, diventerò la strega più potente che tu abbia mai conosciuto!».

Ed è quello che mi preoccupa, non poté fare a meno di pensare Andromeda, sentendosi stringere lo stomaco in una morsa d’ansia. La "visione" di Bellatrix e Rodolphus era fin troppo chiara e, per esperienza personale, sapeva bene come i Black non fossero inclini a piegare i propri ideali per nessuno: chiunque deviasse dallo stretto codice di condotta del sangue puro veniva cancellato, bruciato in un groviglio di fili come se non fosse mai esistito. Ma Bellatrix non si sarebbe limitata di certo a un buco nell’arazzo di famiglia…

«Basta, andiamo a Knocturn Alley, qui non c’è assolutamente nulla» la voce annoiata di Narcissa riportò Andromeda alla realtà, al qui e ora, in un momento e in un posto in cui non aveva ancora dovuto scegliere. In quel momento, in quel pomeriggio prima di Yule, poteva ancora godersi una passeggiata con le sue sorelle, forse l’ultima, avvolte dalle luci che brillavano opulente ad ogni angolo della strada, mentre l’odore dei dolci caramellati e della cannella si spandeva per i vicoli affollati.

«Finalmente un’idea sensata!» approvò Bellatrix, battendo le mani eccitata. «Andiamo, tutte queste persone con i loro regali pacchiani mi stanno dando la nausea».

E, ad essere onesti, nonostante fosse convinta che non fosse elegante dirlo e che di sicuro nessuno sano di mente avrebbe pensato che Knocturn Alley fosse il posto migliore per gli ultimi regali di Yule, Andromeda non se la sentiva di dare torto alla sorella. Troppi bastoncini di zucchero e troppi pochi Krampus per i suoi gusti. Anche se, ne era certa, Ted lo avrebbe adorato.




 

°°°

Borgin & Burkes sembrava non cambiare mai anno dopo anno, lo stesso luogo impolverato e ricolmo di oggetti che avevano conosciuto sin da bambine, così come l’untuoso proprietario che si prodigava in mille inchini ogni volta che vedeva entrare da quella porta qualcuno che sapeva avere la cassaforte della Gringott colma di Galeoni.

Bellatrix passeggiava calma, osservando attentamente ogni singolo oggetto e assaporandone la calda scintilla di  magia sotto le sue dita: tra le mille cianfrusaglie adatte solo per gli sprovveduti che capitavano lì per caso o per sfida, nascoste tra libri ammuffiti pieni di incantesimi inutili, si nascondevano vere e proprie gemme per chi le sapeva trovare. 

Ma ci sarebbe stato qualcosa adatto a lui? Cosa si poteva regalare al proprio Maestro, a colui che riusciva a farle sentire davvero cosa significasse essere una strega, capace di farle superare i propri limiti come mai avrebbe pensato?

«Ehi, vecchio, cosa hai di interessante? Di davvero interessante, intendo», apostrofò l’uomo, ridacchiando con Andromeda che faceva danzare davanti a lei una mano ammuffita, senza toccarla. «Cissy, questa forse potrebbe andare bene per il tuo regalo, sia mai che Malfoy riesca finalmente a prendere un Boccino?».

«Chissà cosa avevo in mente quando ho pensato che poteste essere d’aiuto», rispose Narcissa con una smorfia, guardandosi i guanti candidi ora coperti di una spessa traccia grigiastra. 

Borgin  fu in un attimo accanto a loro sfregandosi le mani, evidentemente già pregustando la possibilità di mostrare loro qualcosa di proibito…. ed estremamente costoso. «Se volete seguirmi, ho qualcosa che potrebbe fare al caso vostro, Miss Black…. Ma è molto raro e molto pericoloso»

«Mai quanto me» rispose Bellatrix facendo schioccare le labbra dipinte di rosso, mentre una parete svaniva davanti a loro rivelando un’ulteriore stanza nascosta.

E lì, in una teca che occupava metà della stanza, un enorme serpente si muoveva lento, come stesse osservando quelle tre strane ragazze.

«Un Maledictus?» si intromise Andromeda, perplessa. «Pensavo non potessero essere catturati… per Circe, è un essere umano!».

«Ed esattamente come pensi di incartarlo?» commentò Narcissa, solo vagamente sorpresa che la sorella maggiore potesse trovare affascinante una cosa del genere e senza dubbio alcuno che quello non fosse il regalo per Rodolphus. 

«Forse, allora, non è inutile come sembra, Borgin» rispose Bellatrix con un ghigno poggiando la mano contro la gabbia magica...

Sì, era davvero perfetto, lui che incarnava lo spirito di Salazar Serpeverde e che si muoveva tra i suoi pensieri con la stessa sinuosità di quel rettile, lo avrebbe adorato. Chissà se avrebbe mai guardato lei allo stesso modo…

 

°°°
 

Ormai era diventata sera quando le giovani streghe si sedettero finalmente da Florian Fortebraccio per concedersi una tazza di cioccolata calda con il viso arrossato dal freddo pungente e la testa ancora piena di tutto ciò che avevano visto in quella giornata.

«Non riesco a credere che tu abbia comprato un…una cosa del genere!» sibilò Andromeda.

«Per una che è stata smistata a Serpeverde in meno di cinque minuti ti fai troppi problemi. E poi, dimmi un po’, per chi avresti comprato quella collana di protezione? Pensi sul serio che non ti abbia visto?», rimbeccò l’altra con noncuranza.

«Per me, visto che mia sorella maggiore è una folle», rispose Andromeda a denti stretti, anche se a Narcissa non sfuggì il modo in cui le sue mani si erano chiuse subito attorno al sacchetto di velluto che aveva pensato di poter nascondere nella tasca del mantello.

La più piccola delle Black  le guardava, esausta ma felice, cercando di scacciare quella sensazione di paura che l’attanagliava da tempo ogni volta che pensava alle sue sorelle. Sapeva che tutto stava per cambiare, lo notava dai loro gesti, dal loro modo di esprimersi, dal tono delle loro voci, tutto quello che chiedeva era di stare insieme, ancora una volta, a ridere e scherzare sotto l’albero di Yule. Il regalo per Lucius era già stato comprato e impacchettato da tempo, non si sarebbe mai ridotta all’ultimo minuto, specialmente per una cosa così importante. Ma quel pomeriggio era il regalo a cui teneva di più, uno per cui non c’era stato bisogno di alcun fiocco o carta speciale e, soprattutto, per il quale sapeva non avrebbe ricevuto nessun grazie: l’ultimo Yule delle sorelle Black.

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