
Chapter 1
Missione Vischio- Spy x Family
«Il Signor Loid ti viene a prendere oggi?», Becky si era avvicinata con fare circospetto e con un sorrisetto soddisfatto.
«No, è in m…» stava rispondendo, prima di rendersi conto che stava per tradirsi. «No, è in ospedale. Perché?»
Becky si era avvicinata ancora, tirando fuori dalla tasca un rametto verde e dall’aria pungente.
«Ho trovato del vischio», aveva bisbigliato in tono cospiratorio, girando su se stessa con fare sognante. «E quando io e Mr. Loid ci baceremo…».
«Stai parlando del mio papà», le disse Anya, bloccandola a metà di una piroetta. «E cosa c’entra il fischio?».
«Vischio», la corresse Becky con fare saccente. «E lo sanno tutti che chi si bacia sotto il vischio è destinato all’amore eterno».
Anya batté gli occhi, stupita, mentre davanti ai suoi occhi la visione di Damian adorante ai suoi piedi che la sventagliava con un ramo gigante.
Si, mia Anya, ovvio che mio padre incontrerà il tuo, tutto per la mia adorata- disse Damian nella sua testa.
Bravissima Anya, la missione è salva grazie a te. Ti devo tutto. Il mondo è salvo! - si congratulò papà, consegnandole il distintivo da spia ufficiale.
«Perché stai ghignando?». La voce di Becky la riportò bruscamente alla realtà. No, le brave spie non si fanno scoprire, doveva essere più discreta. Prima regola: confondere. Seconda regola…
Beh, della seconda regola si sarebbe occupata poi, ora aveva cose più importanti cui pensare.
«Dove hai trovato il fischio?».
«Vischio, Anya! Vischio!» sì spazientì l’amica, prima di concederle. «E va bene, andiamo… ma smettila di strofinarti le mani a quel modo… sono certa che a Mr. Loid non piacerebbe…».
Ma Anya già non la sentiva più, la sua mente che elaborava ogni scenario possibile per baciare il Secondogenito sotto il fi…sotto quella cosa verde.
Un piano perfetto, degno di Bondman.
Anzi, degno di papà.
***
Il piano era semplice, quanto geniale: Becky avrebbe distratto Emil e Ewen e lei avrebbe fatto finta di inciampare su Damian, con il vischio in mano. Becky aveva giurato e spergiurato che tutti conoscevano la tradizione e tirarsi indietro avrebbe significato fare una figuraccia davanti a tutta la classe, cosa che Damian odiava.
Agente Anya, questo è il tuo momento. Hai una missione estremamente pericolosa da compiere, ma il futuro nel mondo è nelle tue mani.
«Oui!» disse con convinzione, marciando verso il banco di Damian, con Becky che la guardava perplessa.
Eleganza, Agente Anya. Fai finta di niente, comportati come niente fosse!
Damian alzò la testa con fare sospettoso: «Ehi, testa di zucca, si può sapere che cosa stai facendo?»
Ora!
Nella sua mente avrebbe dovuto inciampare in maniera elegante, quasi un passo di danza. Invece il piede le si era incastrato davvero nello scalino, facendola rovinare rovinosamente verso il Secondogenito inorridito, con un urlo che sembrava più di guerra che di amore.
Damian spalancò gli occhi per la sorpresa e il terrore di vedersi quella stramba ragazzina lanciarsi verso di lui brandendo un ramo verde con evidente intenzione di colpirlo. Proprio mentre stava per essere investito in pieno dal tornado dai capelli rosa, scartò di lato in maniera fulminea, spostandosi appena in tempo. L’urlo di Anya terminò in un tonfo così forte da far tremare i banchi dell’intera aula.
«Ahia» si lamentò, con la faccia schiacciata contro il pavimento, le mani che si agitavano cercando di alzarsi.
«Lord Damian, mettetevi in salvo! Vi copro io!» Ewen si stava dimenando per la stanza, cercando di togliersi da dosso il piccolo ramo verde che, come un razzo, era sfuggito dalle mani di Anya nella caduta ed era finito dritto sui suoi capelli, incastrandosi nel ciuffo ricoperto di lacca che aveva impiegato quasi un’ora a sistemarsi.
«E’ vischio, idiota, non una bomba a mano,» commentò Becky con evidente disgusto.
«Ehi Ewan, vuol dire che ora devi baciare qualcuno!» non poté fare a meno di sghignazzare Emil, accorso accanto al Secondogenito.
«Insomma, razza di stupida, possibile che tu non riesca neanche a camminare senza fare disastri?», sibilò Damian rivolto verso Anya, che stava ancora faticosamente cercando di alzarsi, lo stampo del pavimento ancora vivido sul viso. Il Secondogenito si girò di scatto, incapace di fissare i grandi occhi di quella strana ragazzina, ancora lucidi per la botta. E se invece di colpirlo avesse voluto baciarlo?
«Lord Damian, perché siete rosso?», chiese Emil preoccupato. «Èl’adrenalina dello scatto? Che splendidi riflessi che avete!».
Mi sa che la pace mondiale dovrà aspettare ancora un po’- pensò Anya, massaggiandosi la fronte dove sentiva le stava per venire un bel bernoccolo- Ahia, che male.
***
Il ritorno a casa aveva il sapore del fallimento e il vischio, ormai simbolo della missione fallita, penzolava tristemente dalla sua mano mentre si trascinava verso la porta di casa.
Loid lo notò subito, dal modo in cui entrò a testa bassa in casa, invece di lanciarsi come al solito verso il cibo ancora caldo.
«Bentornata, Anya. Tutto bene a scuola? Non dirmi che hai preso un Thunderbolt?», chiese con un pizzico di apprensione. Ci mancava solo che venisse espulsa da scuola…
Anya scosse la testa e si lasciò cadere sul divano con un sospiro esagerato, il vischio ancora stretto nella mano.
«Missione... fallita» disse a mezza voce, rifiutandosi di guardare oltre i piedi che dondolavano dal divano troppo alto.
Loid inclinò la testa, cercando di analizzare la situazione. "Cos'è questa 'missione'? Qualcosa legato a scuola? Oppure un'altra delle sue strane idee? Speriamo che non abbia combinato qualche disastro.
Yor, intenta a preparare la tavola, si inginocchiò davanti a lei, prendendola per le spalle. « Oh,no!Ti sei fatta male, Anya? Qualcuno ti ha trattato male? Dimmelo, e farò in modo che chiunque sia…»
Loid tossì leggermente, cercando di placare la reazione impulsiva di Yor: «Forse possiamo cominciare col chiederle cos'è successo, che ne dici Yor? »
Anya, con il viso ancora imbronciato, alzò lo sguardo verso i suoi genitori e agitò il vischio, come se fosse tutta colpa sua.
«Volevo usare questo... per baciare D…qualcuno. Ma è stato un disastro. Sono caduta, lui mi ha chiamato 'stupida' e tutti hanno riso», ammise imbronciata, affondando il viso nel folto pelo di Bond, che uggiolò come a consolarla.
«B-baciare?! A questa età?! » chiese Yor, mentre un senso di panico iniziava a stringerle lo stomaco. Davvero la sua bambina voleva baciare qualcuno? Quando era successo. «E perché?».
Loid le tolse delicatamente dalla mano il rametto verde, guardandolo con attenzione. «Capisco, hai provato a seguire una tradizione natalizia, vero Anya?»
«Tradizione natalizia?», chiese Yor, sorpresa, mentre già immaginava i modi in cui avrebbe usato le punte aguzze del trifoglio per torturare l’orrido bambino che aveva fatto soffrire Anya.
«Becky dice che chi si bacia sotto il vischio si innamora per sempre».
«Sempre?».
«E’ solo un augurio di amore e pace, Anya. Niente di più», sospirò Loid, posandole una mano sulla testa. Poi aggiunse. «Yor ha ragione, sei ancora troppo piccola per preoccuparti di queste cose».
E troppo imbranata. Non poté fare a meno di aggiungere mentalmente con un sorriso, cercando di scacciare via quella sensazione di fastidio che aveva provato a pensare a un bambino che rideva di Anya. Non farti coinvolgere troppo, Twilight. Rimani concentrato. Per fortuna la scuola non se ne è accorta, sono certo che non avrebbero apprezzato certi approcci.
Yor annuì energicamente, stringendola forte. «Non devi avere fretta per queste cose. Sei così adorabile e speciale che non devi preoccuparti: le persone ti ameranno per come sei! E ti preparerò il tuo dolce preferito, così ti sentirai meglio!».
Anya, Loid e Bond si scambiarono uno sguardo di puro terrore.
«Ma no, tesoro, ci penso io…», tentò di svicolare Loid. «Perché non aiuti Anya a cambiarsi? Così poi potete vedere la puntata di quel cartone che ti piace tanto prima di cena».
Anya sbuffò leggermente, ma le loro parole avevano iniziato a farla sentire un po' meglio.
«Non è un cartone!», bofonchiò, prima di dirigersi verso la sua camera strascinando i piedi.
Nonostante le parole di Papa su Bondman, non poteva fare a meno di sentirsi un po’ meglio. Anche se loro non sembravano capire l’importanza della pace mondiale, le piaceva quando Mama e Papa la consolavano.
Più tardi quella sera, Anya si addormentò nel suo letto, ancora stringendo il vischio nella mano. La sua espressione era serena, ma una piccola piega di delusione persisteva sul suo volto.
«Sembra ancora un po' giù», non poté fare a meno di osservare Loid a bassa voce, entrando nella stanza insieme a Yor. «Certo non si può dire che non metta il cuore nelle sue missioni…Forse persino troppo».
«Spero non cambi mai», bisbigliò Yor, sistemando le coperte attorno a Anya, prima di sfiorarle la guancia con un bacio: «Buonanotte, mia dolce Anya. Domani sarà un giorno migliore».
Mentre si allontanavano, Anya si rigirò nel letto con un piccolo sorriso, il vischio ancora stretto nella mano, immersa nel suo mondo finalmente in pace grazie al suo intervento.