
armin/eren
Armin si guarda intorno con irritazione, una mano stretta intorno al suo ordine e l'altra sulla tracolla che porta in spalla, alla ricerca di un tavolino libero. Odia avere la pausa tra due delle sue lezioni più importanti proprio all'ora di punta, e generalmente evita di frequentare il bar quando è così affollato, ma non ha alcuna intenzione di trascinarsi al suo appartamento per poi prendere un altro autobus entro mezz'ora e tornare al campus.
Dopo qualche attimo nota una sedia vuota, davanti a un tavolino sfortunatamente già occupato da un ragazzo, e la voglia di sedersi è più forte di quella di non interagire con nessuno; e se l'aria poco amichevole dell'estraneo è un buon indizio, neanche lui avrà voglia di chiacchierare.
"È libera?" chiede non appena è abbastanza vicino, piegando le labbra in quel sorriso che apparentemente ha il potere di far addolcire chiunque, e non è sorpreso quando il ragazzo annuisce dopo averlo guardato per qualche secondo; l'unica persona immune a quel sorriso che conosce è suo fratello, e anche lui a volte cede e lo accontenta dopo un battito di ciglia. Lo ringrazia senza cambiare espressione, prima di prendere posto e aprire la borsa per recuperare il manuale su cui ripassare l'ultima lezione; non ne ha bisogno, ha già studiato abbastanza il giorno prima, ma in genere è una buona scusa per non essere disturbato.
Eren non aveva alcuna intenzione di parlare con qualcuno, quando è entrato nel bar dell'università dopo essere stato strigliato per l'ennesima volta dal suo professore, ma il ragazzo che adesso ha davanti per qualche motivo gli sta facendo venir voglia di socializzare; non l'ha mai visto al campus, ed è curioso, ma il modo deciso con cui l'altro ha aperto il suo libro dopo essersi seduto gli ha fatto capire che non vuole essere disturbato. Magari prima di andarsene riuscirà a scoprire almeno il suo nome.