
Amore fraterno?
Era buio nella grande casa di Mayfair, Mycroft stava seduto nella sua poltrona, un fascicolo top secret aperto davanti a se e sembrava intento a leggere con attenzione.
In realtà, la sua mente era altrove. Non si avevano più notizie del suo fratellino da quando aveva lasciato la clinica di riabilitazione nella quale lo aveva mandato dopo l’ennesima overdose “accidentale”, come se qualcuno con le conoscenze di chimica di suo fratello non sapesse le quantità di droga più accurate per non stare male.
Mycroft era così distratto che non si rese neanche conto della figura alta e magra che gli si avvicinava da dietro fino a che non si ritrovò con un paio di braccia attorno al collo che lo abbracciavano. Si irrigidì, sapeva che c’era solo una persona in grado di superare le difese della sua casa.
“Sherlock!” sussurrò il maggiore degli Holmes. Era la prima volta da anni che suo fratello lo toccava con tenerezza. L’ultima volta doveva essere quando erano piccoli e giocavano ai pirati, prima che lui andasse a Cambridge e Sherlock diventasse un tossico.
Ora suo fratello era dietro di lui e lo abbracciava e gli diceva qualcosa all’orecchio. Mycroft si concentrò sulle parole.
“Fratello, ascoltami bene, non dirò mai più queste parole in vita mia… Io… Ti amo” Il fiato del maggiore si bloccò a quelle parole “Non sono fatto, non mi sono più drogato da quando sono uscito dalla clinica, sono un consulente detective per la polizia ora. Vedere la gente intorno a me mi ha fatto rendere conto che c’è solo una persona compatibile per me… Sei tu fratello… Ti prego, lo so che i sentimenti non sono un vantaggio e che è illegale e…”
Mycroft non gli lasciò finire la frase, si girò e lo prese per i capelli, portando le loro labbra a contatto in un bacio disperato. Le loro lingue si inseguivano goffamente, leccando nelle profondità della bocca dell’altro in un atto che mai due fratelli avrebbero dovuto compiere.
Quando si separarono ansimanti, le loro fronti a contatto tra loro, Sherlock salì in grembo a suo fratello e lo abbracciò il volto nascosto nel collo dell’altro.
“Anche io ti amo fratellino”