
Mio
“Dunque… dici che improvvisamente non capisci più la fisica MacGee?” chiese Abby rigirandosi una ciocca di capelli neri tra le dita. Erano seduti nella camera da letto della ragazza, tra peluche e crocifissi, tende nere e candele. Il letto su cui erano seduti era a forma di bara e la ragazza sembrava incredibilmente a proprio agio.
Tim guardava le sue mani con le unghie smaltate di nero e rimase affascinato dalle labbra rosse che si stavano velocemente avvicinando alle sue. “Allora?” chiese ancora la ragazza, il suo respiro alla menta carezzava le labbra del ragazzo.
Erano compagni di classe da anni, entrambi secchioni e primi della classe. Era evidente che il motivo per cui MacGee le aveva chiesto aiuto non era certo un’improvvisa incomprensione della fisica.
Il ragazzo deglutì a fatica e aprì le labbra per rispondere. “Io… no… non è per… quello”
I suoi occhi si fissarono in quelli di lei. Le pupille di entrambi erano dilatate, i respiri sempre più irregolari. Con un sorrisetto di trionfo, Abby chiuse la distanza tra loro. Il bacio che si scambiarono era appassionato e decisamente impacciato. Era ovvio che MacGee non aveva la minima esperienza.
“Questa sarà interessante” disse la ragazza leccandosi le labbra. Spinse il ragazzo sul letto e gli abbassò velocemente i pantaloni, dal canto suo, si limitò a togliere le mutandine e poi prendere un profilattico da una scatolina nel comodino e posizionarlo sull’erezione di MacGee.
Il ragazzo tentava di rendersi utile ma non riusciva a far altro che muovere le braccia senza saper che farne. Fu di nuovo Abby a prendere l’iniziativa, prese i polsi del ragazzo e li tenne in alto con una mano. Prese il suo membro eretto con l’altra mano e lo guidò dentro di se.
I gemiti che entrambi emisero erano di puro piacere. La ragazza cavalcò con determinazione l’altro, fino a che non vide il suo volto contorcersi di piacere e il suo corpo arcuarsi verso di lei, solo allora rilasciò le sue braccia e condusse una delle sue mani perché stimolasse il suo clitoride. Le dita del ragazzo affondarono nella carne calda e umida della ragazza, sfregando fino a che lei non gemette di piacere e venne con forza.
Dopo aver ripreso fiato ed essersi ripuliti (Abby aveva deciso che voleva vedere il ragazzo senza vestiti e si erano spogliati per accoccolarsi sotto le coperte) rimasero un po’ a baciarsi languidamente.
“Era per questo che eri venuto?”
“Anche meglio di ciò che mi aspettavo”
“Bene, perché ora sei mio” MacGee non poteva essere più contento di appartenere a qualcuno.