
Paturnie d'amore
Da quando stavano insieme, Sherlock aveva capito molti nuovi aspetti di Jim Moriarty, uno dei suoi preferiti da stuzzicare era la gelosia.
Per quanto gli piacesse vedere Jim geloso però, non voleva di certo rimetterci l’amicizia di John, e se il suo fidanzato continuava a rapirlo per dispetto, allora Sherlock avrebbe seriamente dovuto fargli un discorsetto.
Quella sera, dopo che era per l’ennesima volta riuscito a salvare John dalle grinfie del suo psicopatico preferito, Sherlock prese da parte Moriarty e lo spinse conto il muro.
“Per quanto John ami l’adrenalina, gradirei che tu smettessi di attentare alla sua vita” sibilò infuriato. Jim lo guardò dal basso con uno sguardo di sfida.
“Sennò?”
“Ti lascio” disse il detective con finta nonchalance. Non voleva di certo arrivare a tanto dopotutto.
Gli occhi del criminale si spalancarono, per un attimo Sherlock pensò che si sarebbe messo a piangere ma non fu così. Gli occhi dell’uomo si indurirono cercando di non far vedere le emozioni che provava.
“Quindi John è più importante di me?”
Sherlock poteva sentire la gelosia nella voce del suo ragazzo e scosse la testa. “Non è John ad essere importante… è la tua stupida gelosia che mi da fastidio”
“Che intendi?” chiese Jim facendo finta di nulla. Sherlock gli prese il volto tra le mani e lo baciò con forza.
“Io. Sto. Con. Te.” Disse con un bacio per ogni parola. “Fidati di me, è frustrante tutta la tua gelosia… John è un mio amico, ha una famiglia. Io ho scelto te. Ho scelto te rispetto a lui e rispetto agli altri. Persino rispetto alla giustizia in alcuni casi”
Jim chiuse gli occhi, confortato da quelle parole. Si poggiò al petto di Sherlock e si strinse a lui.
“Scusa, scusa, non mi lasciare, mi fido, lo giuro” Il detective sorrise carezzandogli i capelli. John non avrebbe più avuto tanti problemi.
“Ti credo, ti credo” sussurrò tra i capelli del suo compagno.