
Il bello di essere umani
Smaug non aveva idea di come fosse possibile. La freccia lo aveva colpito. Sarebbe dovuto essere morto, invece si ritrovò infreddolito sotto un albero. Si guardò e rimase stupito nel non trovare alcuna traccia di sangue su di se.
La sua pelle non era più ricoperta di scaglie, era liscia, bianca come il latte. Si guardò dietro, la sua coda era sparita. Le sue grandi ali erano state sostituite da un altro paio, più piccole ma sempre maestose. Aveva due braccia e due gambe come gli umani ed un altro membro che giaceva flaccido tra esse in un nido di riccioli neri e di cui non conosceva l’utilizzo.
Smaug era diventato umano. Dunque era quello che facevano le frecce nere. Trasformavano un drago, una creatura possente ed immortale in un umano, un umano con le ali per giunta, giusto per ricordarsi che non era come gli altri. Si accucciò sotto un albero e si avvolse con esse, deciso a morire di fame.
Fu così che lo trovò Bilbo di ritorno dal suo viaggio. Avrebbe riconosciuto quelle ali ovunque ma il corpo dell’essere che le portava era decisamente più piccolo e poi, lui era morto no?
Si avvicinò a lui con cautela e lo scosse con un bastone. Smaug si alzò infastidito, pronto ad attaccare per poi ritrovarsi a terra, troppo stanco e privo di energie per fare qualsiasi cosa.
Delle piccole mani appartenenti ad un ancor più piccolo corpo lo aiutarono a mettersi seduto con la schiena attaccata al tronco dell’albero.
“Ladro! È tutta colpa tua se sono così ora! Come proteggerò i miei tesori in questa debole forma umana?”
“S-Smaug? Io… guarda che… mmmh essere umano o Hobbit nel mio caso, non è poi così male… si possono fare tante cose belle”
“Lasciami stare! Voglio morire!”
“NO!” disse Bilbo in un raro atto di coraggio. “Tu vivi e io ti faccio scoprire quanto è bello essere umani. Sono già morte troppe persone in questa guerra stupida”
L’ex drago era incuriosito da quell’esserino e si lasciò convincere a mangiare e ad indossare il mantello che gli porgeva lo Hobbit. Una volta riprese le forze, si misero in volo. Bilbo con gli occhi socchiusi tra terrore e curiosità, stretto attorno al corpo di Smaug.
Durante il volo fino al piccolo buco Hobbit dove avrebbero vissuto, Smaug sentì quel membro che aveva in mezzo alle gambe reagire al contatto con il didietro dello Hobbit in un modo molto piacevole.
Quando atterrarono, Bilbo si girò verso di lui e fece una cosa che l’ex drago non si sarebbe di certo aspettato. Si inginocchiò di fronte a lui e prese quel membro tra le labbra, iniziando a succhiare. Il piacere di tale gesto fece piegare il drago.
Le sue dita si intrecciarono ai capelli dello Hobbit e i suoi fianchi iniziarono a muoversi nello stretto passaggio caldo ed umido della sua bocca. L’ex drago sentiva qualcosa che si faceva largo nel suo corpo, come se volesse uscire. Le parole sfuggivano alla sua mente e desiderava solo provare ancora piacere. Sempre più fino a che non fu troppo e venne con un ruggito.
Ansimante, si accasciò per terra, chiedendosi cos’era quel liquido che era uscito dal suo corpo, quella strana sensazione di piacere e dolore che aveva appena provato. Forse una di quelle cose umane che Bilbo aveva promesso di fargli conoscere?
Doveva essere così perché lo Hobbit si era abbassato i suoi indumenti ed aveva preso tra le mani un membro simile al suo anche se un po’ più piccolo ed aveva iniziato a muovere la sua mano sopra di esso in un movimento simile a quello che la sua bocca aveva applicato su di lui. Un liquido biancastro uscì da esso accompagnato da un gemito di piacere.
Curioso, Smaug si avvicinò e prese tra le labbra la mano sporca dello Hobbit, pulendola di quel fluido corporeo. Aveva un sapore metallico, ma conteneva un essenza così interessante e piena di segreti che l’ex drago non potè fare a meno di voler sapere se anche il liquido che aveva prodotto lui aveva quel sapore.
Bilbo gli prese il volto con una forza che non credeva di avere e lo baciò, permettendogli di assaggiarsi sulla lingua dell’altro, i loro sapori si mescolavano nelle loro bocche. I loro occhi si chiusero al piacere e i loro corpi si strinsero.
Negli anni successivi, molti si chiesero chi fosse quell’umano che viveva con Bilbo Baggins in casa Baggins, nessuno lo scoprì mai con certezza, ma il piccolo Hobbit continuò ad insegnare a Smaug un sacco di cose fantastiche che si potevano fare essendo un umano. L’ex drago non era mai stato così contento in vita sua. Aveva probabilmente trovato il tesoro più grande di tutti e non aveva intenzione di lasciarlo andare.