Provocazioni
Joan era seduta comodamente sul divano quando Sherlock uscì dalla stanza con solo un lenzuolo addosso. Non era di certo la prima volta che l’altra ragazza faceva una cosa del genere e ormai Joan non ci faceva nemmeno più caso.
Sherlock non sembrava accorgersi dell’effetto che vederla senza vestiti causava nella sua dottoressa preferita. Joan di certo non si aspettava però di ritrovarsi l’altra ragazza davanti, quel suo bel visino dagli zigomi sporgenti corrucciato in uno strano sorriso in volto.
“Joooaaan” sussurrò la ragazza con una strana voce. Se si fosse trattato di chiunque altro, Joan avrebbe descritto la voce come seducente.
“Che c’è Sherlock?” chiese lei fingendo disinteresse.
“Ho bisogno di te come dottoressa” Joan la guardò improvvisamente preoccupata, cosa aveva che non andava? Quasi a leggerle i pensieri Sherlock rispose alla sua domanda. “Mi sembra di avere un nodulo ingrossato sul seno. Potresti controllare?” disse la detective scoprendosi fino alla cinta e mettendosi a cavalcioni delle gambe della sua amica.
Joan era a bocca aperta. Sherlock la stava evidentemente provocando e a lei non dispiaceva affatto. Decise di andare con la corrente e lasciar che la detective si divertisse un po’. Non per la prima volta si chiese se Sherlock provasse per lei lo stesso tipo di amore che aveva accettato di provare l’ex medico militare.
Tuttavia doveva fare il proprio lavoro così, ignorando il proprio volto rosso e il proprio battito cardiaco accelerato, prese i due piccoli seni della sua compagna e li strinse tra le mani per controllare l’effettiva presenza di noduli ingrossati. Il volto di Sherlock era rilassato come non l’aveva mai visto, un’espressione di piacere le attraversava il viso e faceva incurvare le sue labbra in un dolce sorriso.
Joan decise di fare lei il passo successivo. Se a Sherlock piaceva provocarla, lei non sarebbe stata da meno.
Strinse tra le dita uno dei capezzoli turgidi della ragazza e lo strinse, le sue labbra si chiusero attorno all’altro capezzolo e Sherlock spinse il suo corpo verso il basso con un gemito di piacere, ovviamente cercando di trovare un po’ di frizione contro il suo clitoride.
Joan sentì la sua gambe bagnarsi con i dolci liquidi della sua compagna quando essa si spinse contro di lei e non resistette più. La prese in braccio e si alzò dal divano per portarla a letto. Il lenzuolo venne strappato via e Sherlock rimase nuda sul letto, gli occhi sgranati. Joan la guardò un attimo nella sua bellezza, non sapeva che fare con un’altra donna, non le era mai capitato.
Sherlock la incitò con un dito, provocatoria. Joan seppe immediatamente cosa fare. Si spogliò, salì sul letto e si mise sulla sua compagna. Seno contro seno, pube contro pube, una gamba tra le gambe dell’altra in modo che entrambe potessero provare piacere dalla frizione dei loro due corpi uniti.
Le ragazze si guardarono negli occhi e si baciarono. Era un bacio lento, pieno di significato, di anni persi, desideri di un futuro insieme. Joan non sapeva che cosa fosse successo perché Sherlock decidesse di farsi finalmente avanti ma ne era felice. In quel momento, tutto ciò che contava erano i loro corpi intrecciati ed il piacere, l’amore e le sensazioni che si stavano scambiando.