
Quando sale a bordo, mia sorella è come irrigidita: schiena dritta, testa alta, espressione neutra.
Senza guardare nessuno, senza dire una parola, va verso il suo posto. Tira fuori il padd dalla borsa, che sistema sotto il sedile. Si siede con grazia, ma con lentezza e appoggiandosi ai braccioli, come se il movimento le costasse fatica. Sistema il padd sul tavolino che le sta di fronte, e inizia a digitare sullo schermo.
Quando mi avvicino vedo che sta lavorando sugli ultimi dati della sonda che ha attraversato il wormhole. Mi siedo a fianco a lei, e appoggio una mano sul suo braccio. Lei si volta a guardarmi e mi sorride brevemente, prima di tornare al suo lavoro. “So quanto ti è costato, ma hai fatto la cosa giusta. Per te e per Jadzia”, dico. Si volta di nuovo, e mi accorgo solo ora di quanto il suo sorriso sia tirato, di come non le raggiunga gli occhi. "Lo so. La vita dei nostri simbionti è più importante di quello che c'è - c'era- tra noi. Mi serve solo un po' di tempo, e poi starò bene." Le sue parole e l'espressione sul suo viso non coincidono, ma Jadzia è ancora fresca nella sua mente. È come dice lei: le serve solo un po' di tempo.
Le luci a bordo del transporter si abbassano, per farci riabituare al ritmo di notte e giorno che troveremo su Trill. Gli occhi mi si fanno pesanti. Li chiudo, sperando che qualche ora di sonno mi rinfranchi. Gli ultimi giorni sulla stazione sono stati molto intensi, per tutti.
Quando riapro gli occhi le luci sono ancora abbassate. mi giro verso Lenara, e vedo il suo padd dimenticato sul tavolino. Ha le spalle abbassate e la schiena curva, e guarda la distesa di stelle fuori dall'oblò. Sul polimero trasparente vedo il suo riflesso: ha lo sguardo vacuo, e le guance rigate di lacrime.
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Ci vuole più del previsto perché mia sorella si riprenda, ma dopo qualche settimana è tornata in sè. Lavora troppo e non è quasi mai a casa. Ha iniziato a frequentare un collega, e passa gran parte del tempo libero da lui. È una buona cosa, segno che ha lasciato Deep Space 9, e Jadzia, alle spalle.
Proprio ieri mi ha chiamato, chiedendomi se voglio conoscerlo. Ho detto di sì, sono curioso di vedere chi è questo trill che è riuscito a farle dimenticare Dax.
L'appuntamento è al caffè dell'Accademia delle Scienze. Sono seduto al tavolo quando sento Lenara chiamare il mio nome. Mi volto, e resto di sasso. Mia sorella sorride mentre di avvicina tenendo per mano il fidanzato. Che è alto poco più di lei, snello e con i capelli scuri. E occhi luminosi e azzurri, e un sorriso altrettanto luminoso. L'uomo che ha conquistato Lenara è una brutta copia di Jadzia. Mi chiedo se sia intenzionale oppure no. Nessuna delle due opzioni mi piace.
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L'invito al matrimonio di Lenara mi coglie di sorpresa. Sapevo che lei e Nuhjaar si erano fidanzati, ma anche che la dedizione al lavoro di mia sorella aveva creato qualche screzio tra loro.
Per Lenara era fondamentale fare quanto possibile per arrestare l'invasione del Dominio e riconquistare Deep Space 9, e si era dedicata anima e corpo a questo obiettivo.
L'invito era anche arrivato al dottor Pren, che l'ha accolto con un sospiro di sollievo. Quando me lo confessa risponde all mio sguardo perplesso con un "Temevo che la notizia del matrimonio di Jadzia l'avrebbe scossa, ma sono davvero contento di essermi sbagliato!"
Non posso fare a meno di pensare che Lenara si sia arresa al fatto che Nuhjaar sia quanto di più vicino a Jadzia potrà mai avere. Non so se provo più pena per lei o per il marito, perché se i presupposti sono questi non potrà finire bene per nessuno dei due.
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Vengo a sapere della morte di Jadzia da Nuhjaar. Mi scrive per dirmi che è stato il colpo di grazia a un rapporto già in crisi, e che la reazione di Lenara alla notizia gli aveva chiarito molte cose. Stava impacchettando le sue ultime cose, e aveva preso accordi col dottor Pren perchè passasse un paio di volte al giorno per controllare che stesse bene. Non ho bisogno di altro per capire che mia sorella ha bisogno di me su Trill, quindi salgo sul primo trasporto che parte per casa.
Quando digito il codice per aprire la porta dell'appartamento di Lenara non so bene cosa aspettarmi. Mia sorella è di temperamento tranquillo, ma questa è una situazione eccezionale. Ad accogliermi trovo un appartamento immerso nel silenzio, in penombra. L'unica fioca fonte di luce è la finestra della cucina, aperta sulla notte.
Lenara è seduta al tavolo, davanti a un raktajino. Immagino fosse un preferito di Jadzia, perché di norma se ne tiene a distanza di sicurezza.
Vorrei spezzare il silenzio, ma non so proprio cosa dire. È Lenara a parlare per prima.
"Avrei potuto essere io." La guardo. Ha il volto rigato dalle stesse lacrime amare di quando abbiamo lasciato Deep Space Nine, di quando ha scelto la vita dei simbionti invece di una vita con Jadzia."Avrei potuto essere io a sposarla. Avrei potuto esserci io sulla stazione, e forse non avrei potuto salvarla, ma avrei potuto passare con lei il tempo che le restava da vivere." L sua voce è debole ma ferma, e io non me la sento di parlare, perché non c'è nulla che possa dire per confortarla. Mi siedo accanto a lei e le passo un braccio attorno alle spalle, lasciando che pianga contro la mia.