The Night We Met

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The Night We Met
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Summary
Giugno 2001. Il loro primo incontro. I loro mesi felici.I had all and then most of youSome and now none of youTake me back to the night we metI don't know what I'm supposed to doHaunted by the ghost of youTake me back to the night we met{The Night We Met - Lord Huron}
Note
Visto che sono vecchia e mi piacciono le tabelle di prompt, prendo in prestito questa tabella https://mezza-tabella.livejournal.com/profile
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15. Bambola

Luglio 2001

 

C’erano dei momenti in cui Steve Rogers ancora non ci credeva. Momenti in cui sentiva quasi il bisogno di darsi un pizzicotto per rendersi conto che tutto quello non era un sogno. C’erano momenti in cui anche se la vedeva dormire accanto a sé, non ci credeva che Natasha Stark stesse uscendo con lui. Uscendo così seriamente che passavano ogni istante libero insieme. Natasha Stark che gli telefonava alle ore più assurde della giornata, solo per comunicargli qualche idea nuova che le era venuta giusto in quel momento per il nuovo upgrade di non capiva neppure quale componente meccanica. Natasha che gli mandava messaggi che spesso non capiva e che doveva rileggere più volte perché erano lunghissimi. Natasha che gli lasciava messaggi vocali, spesso inconcludenti, ma che gli faceva sempre molto piacere sentire.

Natasha Stark aveva con prepotenza preso posto nella sua vita, e lui non voleva che fosse diversamente in realtà. Gli piaceva quella ragazza. Adorava guardarla e studiare ogni movimento del suo corpo. Non stava mai ferma. Anche quando sembrava tranquilla, si muoveva sempre. Un dito, un piede, le labbra. C’era sempre movimento in Natasha Stark.

“Ehi, Steve, dov’è che andava Tasha oggi?”

Si era voltato lentamente verso il divano su cui era seduto Bucky che guardava la tv.

“Doveva accompagnare suo padre all’inaugurazione di un nuovo impianto delle Stark Industries.”

Se ne era lamentata per due giorni interi. Lo aveva tenuto al telefono per tre ore cercando di convincerlo a scappare con lei ai Caraibi.

Lo avrebbe fatto. Lo avrebbe seriamente potuto fare se questo l’avesse resa felice.

Ma era stato l’adulto della situazione ed era andato a prenderla per portarla a fare un giro in moto. Aveva notato che le piaceva moltissimo andare in moto ed era stupito che non ne possedesse neppure una.

Si era calmata. Gli aveva detto di accompagnarla, quando poi si erano visti il giorno dopo. Gli aveva detto di fingersi il suo body-guard. E Steve non aveva potuto fare altro che guardarla mentre gesticolava e parlava e non stava mai ferma. Era una delizia per gli occhi osservarla. Era così piena di vita che riusciva a trascinarlo nel suo entusiasmo, nelle sue lamentele, in qualsiasi cosa stesse facendo.

“Quando la vedo in tv mi viene sempre da ridere. Guardala, non sembra neppure lei.”

Si era avvicinato al divano e aveva guardato verso la tv. Era vero. Non sembrava neppure lei mentre stava in piedi accanto a suo padre, tutta seria e vestita in giacca e cravatta.

“Questa è la stessa mocciosa che ieri si è sporcata di gelato. Guardala come si atteggia ora da persona seria e composta! Ieri quasi si metteva a piangere perché la prendevo per i fondelli! Te ne rendi conto di quanto sa essere falsa?”

“Abbiamo appurato che la sua Stark figura e Tasha sono due persone molto diverse.” Si era seduto accanto al proprio migliore amico e non riusciva proprio a toglierle gli occhi di dosso. Non l’aveva sentita per quasi tutto il giorno. Gli aveva mandato il buongiorno, come ogni mattina, e lo aveva avvertito che gli avrebbe telefonato non appena fosse arrivata a casa. Immaginava anche il perché dei suoi impegni. Era impeccabile. Probabilmente aveva passato ore seduta su una sedia mentre le acconciavano i capelli e la truccavano. Gli aveva detto che ciò succedeva ogni volta che usciva di casa per qualche evento mondano.

Tasha Stark doveva essere sempre perfetta agli occhi del mondo.

Per questo si divertiva a riempire le riviste di gossip con il suo nome, gli aveva detto. Non le piaceva essere una bambolina nelle mani dell’azienda di suo padre. Glielo aveva confidato una sera dopo che aveva litigato con suo padre ed essere scappata di casa per cercare rifugio da lui nel cuore della notte. Doveva essere perfetta. Sempre e comunque. In nessuna situazione avrebbe dovuto fare qualcosa che potesse nuocere in qualche modo al suo cognome o alla azienda. Solo che lei era stanca, e da quando era entrata all’università non aveva fatto altro che dare dispiaceri a suo padre.

Non voleva più essere la bambolina carina che suo padre si portava sempre dietro. Lo aveva fatto da quando aveva imparato a camminare. Se la portava ovunque, gli aveva raccontato. Era la mascotte delle Stark Industries. Continuava ad esserlo anche ora, anche se non voleva e faceva di tutto per infastidire il padre.

Ma alla fine tornava sempre al suo fianco come un fedele cagnolino, aveva detto. Motivi economici, aveva aggiunto parlandogli di quanti soldi suo padre avesse speso per mandarla al MIT e a tutti i master e seminari che le passavano per il cervello. E perché le piaceva il tenore di vita che conduceva. E anche Steve le aveva detto che sarebbe stata una stupida a rinunciare.

E ora la guardava in televisione. Vedeva i flash delle macchine fotografiche che la immortalavano. E Tasha non batteva ciglio. Era seria e composta, e non c’era neppure l’ombra del sorriso sempre ironico che le incurvava le labbra. Sembrava così diversa dalla ragazzina che solo il mattino prima si era svegliata nel suo letto e aveva cercato di fermarlo quando stava per alzarsi per preparare la colazione. Gli si era avvinghiata addosso, credendo di poterlo fermare, e lui si era alzato dal letto con Tasha appesa sulla sua schiena che protestava.

Quella era la Tasha Stark che lui conosceva. Rumorosa e insopportabile la maggior parte del tempo. Quella che rideva mentre gli si aggrappava addosso con più forza e iniziava a richiedere il proprio caffè dimenticando che solo pochi minuti prima non voleva alzarsi dal letto.

“Stevie, hai proprio fatto il colpo grosso. Sei diventato un vero arrampicatore sociale.”

“Se tu non stessi con Nat, ci avresti provato subito con lei. E ora saresti al mio posto.”

“Nah, quella ha avuto occhi solo per te dal primo istante. Per una volta ero io quello invisibile, anche se forse da quando ti sei sviluppato sono diventato sempre più invisibile. Steve, torna ad essere gracile e malaticcio. Ne va della mia fama.”

“Attento a non farti sentire da Nat.”

“Nat sa che sono invidioso del tuo fisico e concorda con me sul fatto che Tasha sia una bambolina adatta a te.”

Aveva solo scosso la testa, cercando di ignorare il proprio migliore amico per concentrarsi sulla ragazza che continuavano a inquadrare sullo schermo.

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