
iwaizumi/suga
Koushi ha tenuto per anni nascosta la sua vera natura, conformandosi ai suoi coetanei per passare il più inosservato possibile, ma è bastato un attimo a far sì che Hajime lo smascherasse e la cosa l'ha spaventato più di quanto volesse al tempo ammettere: come ha fatto un semplice diciassettenne qualunque, senza apparenti doni del soprannaturale, a scoprire nel giro di qualche minuto che non era completamente umano?
Non è davvero orgoglioso del modo in cui si è comportato quando si è reso conto di avere gli occhi di Hajime quasi costantemente addosso durante l'amichevole con la Seijou, ma la fuga sembrava l'unico modo per liberarsi della sua attenzione; un piano stupido, qualcosa di cui più avanti hanno riso inseme, ma sul momento l'unico che è riuscito a mettere in piedi nel panico che l'ha assalito.
"Bastano le piccole cose quando uno sa dove guardare," ha detto Hajime, mesi dopo quel primo incontro e durante il loro primo appuntamento, quando Koushi gli ha chiesto come avesse fatto a cogliere così in fretta la sua eredità da mezzo vampiro quando tutto il resto della sua squadra e quasi tutte le persone che conosceva da anni non l'avevano invece mai scoperto, e Koushi ha più tardi sbuffato una risata nello scoprire che anche nella famiglia di Hajime, pur non avendo toccato il suo ramo materno e quindi non avendo passato direttamente a lui le abilità e la incostante sete di sangue, sono presenti diversi mezzosangue come lui.