
Just tell me
La fa facile, Harvey.
Lui, però, chissà da quanti anni è sul campo. Potrebbero essere ben più di un secolo, da quanto ne so. Non mi dice niente riguardo a se stesso. Be’, potremmo dire che non mi dice niente in generale e si aspetta che io c’arrivi per intuito.
Posso concedergli che, riflettendoci un po’ su, a certe conclusioni ci sarei potuto arrivare anche io invece di affidarmi al mio istinto. Lo stesso istinto per cui farsi pagare per passare gli esami universitari al posto di qualcun altro era un’idea straordinaria: avrei già dovuto imparare a diffidarne, lo so. Più semplice a dirsi, che a farsi.
In ogni caso, il punto è che farebbe prima a darmi qualche dritta cosicché io sappia come comportarmi. Lo dico anche per lui, eh. Magari come non-morto si risparmierà un’ulcera – anche se non saprei dirlo con certezza, non ho ancora provato ad autoinfliggermi ferite per appurare se possiedo speciali poteri di guarigione, né intendo farlo – ma un esaurimento nervoso non è poi così improbabile. Specie se continua a starmi con il fiato sul collo e a voler controllare ogni minimo dettaglio della mia esistenza, inclusa la gente con cui esco.
D’accordo, Trevor mi ha messo più volte nei casini ma rimane il mio migliore amico. A cui non ruberò la ragazza, specie da quando ho visto che qui c’è una valida sostituta. E dagli sguardi che ci scambiamo, in biblioteca o lungo i corridoi, direi che anche io non le sono del tutto indifferente.
Lei, però, sostiene non sia una buona idea. Siamo colleghi, ed anche se lei non è esattamente un avvocato (‘beh’, vorrei poterle dire ‘non lo sono nemmeno io’) lavoriamo comunque fianco a fianco il che renderebbe sgradevole un’eventuale futura rottura. Meglio non iniziare nemmeno ad uscire insieme, insomma. Sono deciso a persuaderla del contrario, che ne vale la pena ma… ma prima dovrei far luce su un paio di questioni, ecco.
Chiodi fissi, domande a cui non riesco a trovare una risposta nonostante resti sveglio tutta la notte ad interrogarmi.
Ad esempio: perché Harvey mi lancia un’occhiataccia ogni qual volta menziono Rachel? Perché diavolo ciò mi ferisce? Manco avessi bisogno dell’approvazione di un uomo che conosco appena, che mi ha ammazzato – avevo detto, in effetti, che ero disposto a dare la vita per ottenere questo posto, ma potevo certo aspettarmi che mi prendesse in parola! – e che mi tratta come l’ultimo dei coglioni, incapace di scegliere la giusta strategia per arrivare ai nostri comuni scopi. Indegno di ricevere perfino le informazioni più basilari, necessarie alla sopravvivenza.
Non so se sia normale che io non abbia più mandato giù nulla dal nostro primo colloquio e ciò nonostante non senta né i morsi della fame né alcun accenno di sete. O che non abbia chiuso occhio, in mancanza di stanchezza e sonno. Non so niente di niente ed è una situazione ridicola, no?
È venuta l’ora di prendere il coraggio a due mani e porgli tutti i miei dubbi. In fondo me le merito, delle risposte. Dopo l’iniziale shock ho il lato positivo di quello che aveva fatto, ho cominciato a considerarlo come il dono che in effetti è. Alcuni potrebbero non essere d’accordo e li capirei; io riesco solo a pensare che almeno non ho più da preoccuparmi di poter venire ucciso da un ubriacone al volante. Ed un giorno riuscirò anche a convincere Harvey a spiegarmi come funziona la transizione e farò diventare quelli che amo esattamente come me, in modo da non dover più provare la sofferenza di perderli. Li avrò per sempre al mio fianco.
Un giorno riuscirò a farmelo confessare, il segreto. Se non da lui da Donna, che sicuramente lo sa. O Louis, che ha uno stuolo di sottoposti e si sbottona facilmente se lo si attacca con una mirata adulazione. Jessica mi fa un po’ paura, quindi eviterei. Vorrei accelerare i tempi, per essere in grado di salvare anche la nonna ma esula dalle miei possibilità attuali e non sono neanche così sicuro che lei accetterebbe di rinunciare alla sua umanità… Per cui, sì, ecco. Sono entrato trafelato nell’ufficio di Harvey ed ho un vuoto nella testa, per cui inizio con l’informarlo che io non ammazzerò mai nessuno. Sia chiaro.
Già m’aspettavo che avrebbe inarcato un sopracciglio, che si sarebbe appena trattenuto dallo scrollare le spalle giusto perché gli costa troppa fatica e nessun guadagno e che avrebbe cercato di sviare deridendo la mia dichiarazione.
A sorprendermi, facendomi pure un po’ vergognare della mia ingenuità, è il suo sottolineare l’ovvio quando mi fa notare che sarei già morto di fame se la nostra natura ci richiedesse di uccidere la gente.
“In effetti…” Sono costretto ad ammettere.
“Ecco, appunto.” Il suo tono sottintende un ‘ora che mi hai fatto sprecare cinque preziosissimi minuti che potevo utilizzare per appallottolare gli inutili documenti che m’hai portato in ritardo per il caso TalDeiTali e cercare di far canestro nel cestino, be’, sei pregato di sparire’.
Io, però, da qui non ho intenzione di muovermi.
“Però potrebbe essere una condizione temporanea. Non è naturale che io non abbia il benché minimo impulso a nutrirmi, a dormire o… E se poi, d’improvviso, diventassi un sanguinario omicida che quando non va in giro a sgozzare innocenti dorme fino al calare del sole?”
Harvey mi guarda come se mi fosse cresciuta una seconda testa. Si passa una mano sul volto, molto vicino all’esasperazione. Ah, lui è esasperato! Io che devo tirargli fuori delle spiegazioni con le tenaglie, invece, me la passo molto meglio.
“Forse farei prima a sottovalutare la tua intelligenza e fornirti un manuale d’istruzioni.” Un vero peccato che non ce ne sia uno a portata di mano, eh? “C’è chi di noi è diventato un feroce assassino, non lo nego, ma è stata una sua scelta. Non s’è svegliato un giorno ed è stato costretto ad agire da una forza esterna. Si è semplicemente scoperto in grado di poterlo fare, gli è piaciuto e non ha smesso. Quindi non parlarne come se esulasse dalle tue volontà. Non sarai più umano, ma una tua personalità ce l’hai ancora, no? Ed un cervello con cui ragionare, anche se inizio a dubitarne.” Mi sento leggermente rassicurato, ma ancora non capisco com’è che sono sopravvivo non nutrendomi.
“È perché sei ancorato alla folkloristica convinzione che ci nutriamo soltanto addentando carotidi, Mike.” Mi risponde, senza che io nemmeno debba porgli a voce altra la domanda. Non protesto per l’invasione nella mia testa, ormai sono cosciente che è fiato sprecato. “Che se non dissanguiamo una vittima – e ci sarebbe da discutere sulla parola ‘vittima’, perché il più sono convintissimi volontari – non possiamo ritenerci sazi e soddisfatti. Primo: ci siamo evoluti nel corso dei millenni, le vene non sono più l’unica cosa che siamo in grado di svuotare. Esattamente come siamo capaci di camminare alla luce del sole, nonostante ci indebolisca. Secondo: se rendere la gente apatica ed incapace di godersi la vita perché gliene hai tolto la voglia non t’aggrada, ma ti consiglierei di pensarci bene perché hai un talento innato nel farlo, puoi ripiegare sulle sacche trasfusionali. E prima che tu venga un'altra volta qui, dicendomi ‘Harvey, ho contato così tante pecore che ormai vorrei ammazzarle tutte e farmici un maglione, altro che dormire’: sei morto, i tuoi bioritmi non sono quelli di un mese fa. Il sonno arriverà, prima o poi. Per il resto, e tu sai perfettamente a cosa mi riferisco, non ho niente da dirti. Non credo neanche costituisca un problema, quindi sei pregato di tornartene a lavorare.”
Obbedisco, trascinandomi svogliatamente verso la mia scrivania e rimuginando su quanto mi è stato detto. Okay, potrei forse avere le idee un po’ più chiare.
Ma se pensa che sia finita qui, che non andrò di nuovo nel suo ufficio a pretendere spiegazioni – ora non so bene su cosa, ma datemi un giorno e troverò nuovi interrogativi da sottoporgli – si sbaglia di grosso.
La prossima volta potrei chiedergli il perché di tanta ostilità verso Rachel e Jenny. Non è che una di loro è un mannaro? Perché dopo averlo accusato di essere un ‘lupo solitario’ ed aver sentito il gelo calare nella stanza, ho intuito che la reciproca antipatia non fa parte soltanto delle leggende… Non mi stupirei. Non troppo, almeno.
Ma posso aspettare. Fino a lunedì.