
E tu, tu la chiami guerra (2)
Non è arrivato fin qui per lasciare che i deliri di due vecchiacci lo mettano in crisi.
Okay, l’ex amico del maestro Kakashi – a proposito: rescindere i legami e calpestare le amicizie è una prerogativa degli Uchiha? – non è poi così vecchio, ma non è questo il punto.
Il punto è che non si è mai arreso finora. Mai. È stato sul punto di farlo, più volte ma alla fine si è rialzato ed ha ribaltato le sorti di un combattimento che ormai sembrava perso.
Si è ricordato di non essere solo, si è rifiutato di rendere vani i sacrifici che l’hanno aiutato ad arrivare fin qui. Non potrà sempre mantenere le proprie promesse, non potrà evitare che i suoi amici siano disposti a morire per proteggerlo esattamente come lui sarebbe pronto ad immolarsi per loro.
Può però prendere un bel respiro, schiarirsi le idee e ripartire da zero.
Ora ha dalla sua anche Kurama, il che non è poco.
Non sarà facile, non lo è mai stato. Tuttavia è sereno, rinfrancato dal sostegno dei suoi compagni e del resto dell’esercito.
Vinceranno la guerra, e poi riporterà Sasuke a casa. Passerà qualche anno, e quando Nonna Tsunade si sarà stancata di fare da balia a Konoha passerà il comando a lui.
Sasuke sarà il suo braccio destro, il capitano della squadra ANBU o qualcosa del genere. Chiunque avesse qualcosa da ridire, tipo quei due idioti chiamati Homura e Koharu, sarà ascoltato com’è giusto che sia e poi mandato a quel paese da dove si spera non faccia più ritorno. Almeno finché non avrà cambiato idea, ovvio.
Non è un sogno. È la realtà che verrà.
Ne è certo.