Il freddo nel cuore (Aziraphale scrive a Chloe)

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Il freddo nel cuore (Aziraphale scrive a Chloe)
Summary
Immortalità e potenza, non sempre vuol dire gioia e tranquillità.

Aziraphale non poté non sorridere leggendo nella lettera della sua amica di penna Chloe, l'aneddoto di quando scoprì che il suo amato re dell'inferno odiava il freddo. Con calma Aziraphale si sedette alla sua scrivania nella libreria, continuando nel leggere la lettera
“...Fu il demone Maze ad avvertirmi che Lucifer al minimo accenno di freddo si chiudeva nel suo attico. Quindi non mi preoccupai tanto non vedendolo quando all'inizio dell'inverno di quell'anno, Los Angeles fu letteralmente coperta da neve con un freddo terribile. Io da parte mia avevo fatto scorta nell'appartamento di qualunque cosa potesse servire eventualmente la neve avesse bloccato le strade o peggio. Così tanto cibo, acqua, medicinali che mia figlia Trixie mi prendeva in giro, dicendo che eravamo pronti ad andare in letargo. Non potevo certo aspettarmi che qualcuno ci avrebbe aiutato nello smaltimento del tutto.

Una mattina mi ritrovai alla porta dell'appartamento Lucifer, imbacuccato in più vestiti con una coperta sopra per finire. Mi disse che non capiva perché nonostante il riscaldamento del suo attico fosse al massimo, lui sentisse freddo. Mi chiedeva ospitalità. Come ben capirai Aziraphale, fu ospitato. Mia figlia era al settimo cielo…”
Nella lettera Chloe gli narrò i vari aneddoti di quella convivenza, finendo la lettera con
“...capì poi che il mio Lucifer non sentiva un freddo terribile per via della temperatura ma il freddo che aveva nel cuore, sentendosi solo. Mi piace pensare che riuscì a scuotere quel cuore congelato del re dell'inferno, facendogli venire voglia di non essere più solo.
La tua amica Chloe”

Aziraphale era anche commosso da quella lettera. Decise di raccontare a Chloe nella sua lettera un aneddoto dove lui aveva fatto capire a Crowley che non era solo, togliendo molto ghiaccio dal suo animo. Iniziò la lettera scrivendo

“Carissima Chloe, nella mia lunga storia d'amore con Crowley, celata come amicizia ai nostri cuori come sai per tanto tempo, posso trovare infiniti momenti dove l'uno all'altro abbiamo dato prova di non essere soli. Però un episodio in particolare lo rende molto più distintivo degli altri. Perché dimostrò a tutte due, io e Crowley, di avere un legame speciale da farci trovare dovunque.

In questa mia lettera che stavolta sarà di più fogli, potrò anche narrarti il punto di vista di Crowley di quei fatti. Una rivelazioni tra le tante che il mio amato demone mi fece dopo il mio no ad essere supremo arcangelo. Aggiungo che io e Crowley ricordiamo questo episodio della nostra lunga amicizia e amore celato a chi tituba nel rivelare a qualcuno i propri sentimenti.

Tutto accadde nel 1863, quasi un anno dopo il 1862, quando io negai a Crowley l'acqua santa per le sue idee suicidarie….

// inizio ricordo di Aziraphale//

1863, Inghilterra, isola di Wight. Città di Cowes. Notte fonda.

Un'anomala ondata di gelo e neve stava attanagliando l'Inghilterra da quasi tutto il mese di novembre. Proprio in un'ambientazione più che natalizia, il silenzio della notte dove era la residenza della famiglia reale, nella cittadina di Cowes fu drasticamente interrotto da quelli che sembravano colpi di fucile. Ai suoni strani di quella notte si udirono rumori di vetri rotti. Dei demoni si precipitavano fuori la residenza, disperdendosi nel bosco intorno, luogo di neve e gelo. Tra questi anche il demone Crowley che nella forma da serpente si nascose su una quercia. Dietro di loro i guardiani della residenza, imbacuccati in pesanti vestiti, perlustrano la zona per ore. Rientrarono solo quando furono sicuri che quelli che credevano ladri fossero fuggiti via.

Dopo qualche minuto, la maggior parte dei demoni erano quasi congelati o del tutto. Trovando tutta la cosa molto strana perché i loro poteri non sembravano funzionare. Molti andarono nel panico più totale quando scoprirono che non potevano neanche tornare all'inferno. Con fatica i demoni si riunirono dentro una piccola decadente baracca di legno alla fine del bosco. Alcuni tentavano inutilmente di accendere un fuoco, cosa impossibile con il freddo che c'era ma soprattutto con la quasi totalità di mancanza di poteri.

Tra i demoni c'era anche il loro demone supremo che era Belzebù non meno congelata dal freddo come gli altri. Proprio da lei volevano una spiegazione, avendo lei organizzato quella irruzione nella residenza dei reali inglesi. Lei aveva scelto quei venti demoni per rubare un diamante che voleva Lucifer. Tutti furono zittiti da una particolare luce fuori la baracca. Una luce che rianimò la speranza dei demoni.

Usciti dalla baracca i demoni videro in una fiammata comparire re Lucifer in piedi a qualche metro da dove erano. Un re che gli gridò con voce che scosse tutto lì intorno
“NON OSATE AVVICINARVI A ME!...”
continuando con voce normale
“...Quando mai io diedi l'ordine di assaltare la residenza dei reali inglesi? Potete spiegarmi?”
Tutti i demoni spinsero in avanti il supremo demone Belzebù. Il demone disse con sguardo basso, dopo essersi inginocchiato nella neve
“Mio re…vi chiedo perdono…volevo così tanto il diamante nella residenza dei reali inglesi che avevo preparato un piano che credevo perfetto…lo avrei posizionato il diamante sul mio capello…vi chiedo perdono"
In piedi alla destra di Belzebù comparve la demone Maze che l'afferrò per i capelli, alzandola dalla neve mentre re Lucifer disse a tutti gli altri demoni
“Non tollero nessuna iniziativa personale di qualunque demone, soprattutto tra quelli che in origine erano angeli. Quindi devo punirvi tutti…”
re Lucifer si avvicinò a Belzebù che non tremava per il freddo ma per la paura
“...Belzebù, la cella del dolore infinito dove ti sembrerà di essere da millenni ti farà bene…”
Scomparendo il demone Maze e Belzebù. Re Lucifer si avvicinò poi agli altri demoni tutti in ginocchio nella neve
“...voi demoni che in fondo siete vittime dell'autorità, dovete subire comunque una punizione. Per un mese da ora non potrete tornare all'inferno. I vostri poteri…”
Re Lucifer indicò con la mano destra intorno
“...di non provare freddo, cambiare forma o altro sono annullati. Se sarete scorporati andrete direttamente in una pozza infernale finché non sarà passato il mese. Questo decido”
Scomparendo re Lucifer in una fiammata.

I demoni a poco a poco iniziarono ad andare via. Dopo qualche ora era rimasto solo Crowley in un angolo della baracca. Non aveva mai provato un freddo di quel genere. Avrebbe così tanto desiderato essere nella libreria di Aziraphale. Sognava ad occhi aperti il caldo vino cotto che gli preparava Aziraphale nella cucina al piano superiore della libreria. Avrebbe dato tutto per un abbraccio di Aziraphale ma anche solo un sorriso del suo angelo. Quante volte durante la muta come serpente aveva trovato ospitalità al piano superiore di quella libreria. Inevitabilmente provò anche una fitta di dolore, certo che oramai quella sorta di amicizia con Aziraphale era finita dall'anno prima. Da quando gli aveva chiesto dell'acqua santa. Perché Crowley era certo che di lui non importava a nessuno. Aziraphale non gli aveva dato l'acqua santa solo per paura del paradiso. Ogni altro pensiero si perse nell'intenso dolore muscolare per il gelo che gli aveva annerito completamente la mano destra. Un suono di tromba celeste destò la sua attenzione. Era la tromba che indicava l'arrivo sulla Terra degli stanatori di demoni. Erano una sorta di disinfestazione del paradiso, dove c'erano più demoni. Soprattutto dissolvevano del tutto l'essenza di un demone, non permettendogli di tornare all'inferno. In un impeto di sopravvivenza, Crowley si incamminò fuori la baracca. In lontananza vide nel bosco alcune luci muoversi veloci, sentendo grida che riconoscete di demoni. Cercando di sfuggire, Crowley dovette zoppicare dal piede sinistro, comprendendo che era morto per il gelo.

Quando ormai era certo che le forze lo avrebbero lasciato del tutto, Crowley vide in lontananza le luci di una locanda. Decise che avrebbe cercato riparo nella stalla che vedeva dietro, nascondendosi per quella notte. Sperava che quegli angeli fossero poco propensi a luoghi poco puliti come poteva essere una stalla.

Cercando di accelerare il passo zoppicante, Crowley sentì dalla locanda canti e musica. Percepiva anche l'odore di vino e cibo. Soprattutto provò quella sensazione di benessere di quando Aziraphale era vicino. Infatti tra le voci che cantavano, sentì la voce inconfondibile di lui. Era certo fosse il suo angelo. Però era ancora più certo che ad Aziraphale non importava più niente di lui. Non poteva certo immaginare che Aziraphale da dentro la locanda, lo percepì vicino. Perché Aziraphale non gli aveva mai rivelato che quando era vicino, percepiva l'uguale sensazione di benessere. Si aggiunse per Aziraphale anche la preoccupazione per Crowley, sentendo nuovamente suonare le trombe dei stanatori di demoni.L'angelo lasciò il suo posto vicino al camino della locanda e quelli che cantavano.

Fuori la locanda, nonostante stretto in un enorme cappotto di pelliccia, Aziraphale provò un intenso freddo. Un freddo dimenticato quando vide proprio un angelo stanatore di demoni andare sul retro della locanda. L'angelo stanatore indossava un'armatura dorata già macchiata di molto sangue rosso di demoni. Cercando di non rivelargli nulla, Aziraphale raggiunse l'angelo stanatore, domandandogli
“Angelo ci sono demoni in questa zona? Perché nel mio carro coperto nella stalla ci sono tante cose preziose…”
Aziraphale continuava nel percepire che Crowley era vicino
“...tanti libri”
L'angelo stanatore lo guardò appena, andando oltre a lui. Aziraphale decise di tentare un azzardo. Tutti sapevano in paradiso e all'inferno quanto amava i libri. Gridando all'angelo stanatore di demoni
“Perdonami! Non posso aspettare! I miei libri sono preziosi!"
Entrando nella stalla che era in semi oscurità. Proprio vicino l'entrata Aziraphale vide Crowley seduto per terra con tra le mani un bastone. Il demone digrignava i denti appuntiti ma Aziraphale lo sollevò senza problemi, buttandolo nel retro del suo carro coperto, dicendogli
“Nasconditi nel doppio fondo…sbrigati”
Uno stranito Crowley eseguì. Non poteva credere che sul serio importasse ad Aziraphale di lui.

L'angelo stanatore di demoni, entrato nella stalla accese una luce divina. Guardò Aziraphale che faceva finta di controllare i libri nel carro, scuotendo la testa. Andò via dopo pochi minuti.

Aziraphale tornò da Crowley solo quando vide le luci degli angeli stanatori di demoni tornare in paradiso. Si precipitò dal suo demone, trovandolo nel doppiofondo del carro in cattiva salute, affetto da una febbre che lo aveva fatto svenire. Usando un miracolo, Aziraphale scomparve con tutto il carro dalla stalla, comparendo nel cortile dietro la sua libreria. Avvolse Crowley nel suo enorme cappotto portandolo in braccio stile sposa dentro. Nel percorso alla sua camera da letto, Aziraphale sentiva Crowley ripetere nel suo stato di incoscienza
“Sono solo…nessuno…nessuno può aiutarmi…sono solo…meglio dissolvermi"
Il cuore di Aziraphale si spezzò, perché a lui importava di lui. Lo baciò sulla fronte.

Qualche giorno dopo. Mattina. Camera da letto Aziraphale.

Crowley che era completamente nudo, disteso sul fianco destro, aprì appena gli occhi, felice del tepore delle calde coperte. Si stiracchiò felice di quello che era successo con Aziraphale. Un Aziraphale che pur di salvarlo da una morte terribile per ipotermia, aveva fatto qualcosa di sconvolgente per lui. Aziraphale si era disteso completamente nudo sotto le coperte accanto a Crowley anch'esso nudo. Lo aveva poi abbracciato, usando la sua essenza per salvarlo. Soprattutto Crowley era certo di aver sentito Aziraphale dire
“Crowley ti prego non scorporare…potresti essere mandato altrove…mi sei mancato tantissimo…voglio dirtelo finalmente, io ti amo, ti amo da sempre. Amo l'angelo che eri, amo il demone che sei ora. Ti amo”
Volendo ad ogni costo dirgli che anche lui lo amava.

Fuori la porta della camera, Aziraphale non si dava pace. Quella infinita felicità per aver confessato a Crowley che lo amava, diventò poi paura e senso di colpa. Paura per quello che poteva fare il paradiso a lui. Senso di colpa per quello che poteva fare l'inferno a Crowley. Solo quando sentì Crowley chiamarlo, decise definitivamente di fargli credere se ricordava qualcosa, fosse stata solo l'immaginazione del demone. Entrò nella camera con il suo migliore sorriso ma con il cuore a pezzi.

Crowley cercò di mettersi seduto nel letto ma era ancora debole. Disse però a Aziraphale con una felicità che non ricordava di aver mai provato
“Aziraphale volevo dirti che sulle cose che mi hai detto mentre eravamo abbracciati…”
Aziraphale cercò di fare finta di ridere, cercando in una cassettiera un pigiama per Crowley
“Credo tu abbia sognato tutto. Mio caro Crowley io ero così indaffarato nella libreria…”
Aziraphale voleva piangere
“...perché ero tranquillo che i rimedi di un elfo guaritore ti avrebbero salvato…”
Aziraphale si avvicinò al letto con il pigiama stretto al petto, volendo dire qualcosa al suo amato demone così silenzioso
"...Crowley…mentre eri incosciente, ripetevi che eri solo. Vorrei…per quanto non lo credi io sono tuo amico. Se ti serve qualcosa, per favore, cercami. Perché io ti considero mio amico”
Il silenzio di Crowley era la peggiore cosa per Aziraphale. L'angelo non poteva immaginare quanto fosse rimasto male Crowley di quello che ormai credeva anche lui solo un sogno. Con voce debole, Crowley disse a Aziraphale che aveva appoggiato il pigiama sul cuscino accanto a lui
“Angelo non metterò mai questo pigiama. Mi bastano dei boxer e una maglietta neri. Comunque non ti preoccupare, in meno di ventiquattro ore andrò via"
Aziraphale non voleva che andasse via ma si trattenne dal dire oltre, uscendo dalla camera.

Ventiquattro ore dopo. Pomeriggio. Libreria.

Aziraphale vide Crowley scendere con calma la scala che dava al piano superiore. L'angelo fu felice che stava indossando i vestiti che gli aveva preparato.

Crowley si fermò dall'altra parte del bancone dove era Aziraphale. Gli disse, sperando che l'angelo non vedesse oltre gli occhiali neri i suoi occhi tristi
“Aziraphale ti ringrazio per il tuo aiuto. Proprio come hai detto…in fondo non siamo del tutto soli…cercherò di ricordarlo…devo andare”
Aziraphale in uno slancio di voglia infinita di dirgli che l'amava, gli disse invece
“Ricordalo sempre che non sei solo. Ascolta…”
Aziraphale si odiava
“...se dovessi trovare l'acqua santa, prima di usarla…se vuoi veramente ringraziarmi per averti salvato…chiediti quattro volte se lo devi veramente farlo. Giuralo!”
Crowley sorrise tristemente, dicendo
“Te lo giuro”
Improvvisamente nella libreria entrò un coro natalizio. Nella confusione, Crowley uscì dalla libreria mentre il cuore di Aziraphale si stringeva nella tristezza.

// fine ricordo di Aziraphale//

…Aziraphale non poté non asciugare delle lacrime, come ogni volta ricordava quel momento. Ritornò alla lettera

“...mia cara Chloe, non ti nego che quell'episodio, seppur ci confermò che almeno non eravamo soli, spezzò ancora una volta i nostri cuori. Fu solo dopo il mio no ad essere il supremo arcangelo in paradiso che Crowley mi domandò se veramente aveva immaginato quell'abbraccio con la mia confessione che l'amavo. Per fortuna comprese le ragioni della mia menzogna.

Non voglio dilungarmi oltre, avendo già riempito tre fogli di carta da lettere. Attendo la tua prossima lettera.

Tuo Aziraphale.”

Chiusi i vari fogli in una busta da lettera, Aziraphale pronunciò delle parole magiche, facendola comparire nelle mani di Chloe a Los Angeles.

Guardando fuori dalla libreria, Aziraphale vide Crowley seduto nella caffetteria di Nina, intento nel guardare il suo cellulare. Ricordare quell'episodio del loro passato, aveva fatto sentire a Aziraphale una sorta di immediata nostalgia del suo demone. Solo che non voleva sembrare troppo opprimente. La voce di Muriel riportò Aziraphale nella libreria. L'angelo gli disse con un enorme sorriso come suo solito, indicando un enorme pacco di cartone bianco sul pavimento
“Aziraphale hanno portato questo per te. Cosa ci sono? Libri? Sembra pesante”
Aziraphale guardò l'etichetta, spiegando a Muriel
“Sono vestiti nel mio stile. Dal taglio vintage”
Celando che si era qualcosa che faceva parte del suo abbigliamento ma erano mutande, canottiere e calzini. Tutti rigorosamente dal taglio vintage. Decise di provarne qualcuno in quel momento, dicendo a Muriel mentre andava al piano superiore per la sua camera da letto
“Muriel per oggi occupato tu della libreria. Voglio provare questi…”
Aziraphale cercò di non arrossire
“...vestiti”
L'angelo non capiva perché Aziraphale sembrava strano nel riferirsi a dei vestiti.

Poco dopo.

Crowley rientrò nella libreria con tra le mani due pacchetti della caffetteria di Nina. Il piu piccolo lo diede a Muriel, domandandogli mentre l'angelo trovò con gioia una fetta di torta e un caffè
“Aziraphale dove si trova? C'è una fetta di torta anche per lui”
Muriel gli rispose dopo aver bevuto un sorso di caffè
“Di sopra per provare dei vestiti che gli sono arrivati da un negozio, mi sembra Hon da Parigi”
Muriel vide scomparire il demone in un battito di ciglia. Perché Crowley sapeva bene che quel negozio inviava la biancheria intima a Aziraphale. Ma soprattutto sapeva che Aziraphale li provava tutti.

Nella camera da letto.

Aziraphale sarebbe stato completamente nudo se non indossasse un paio di mutande bianche, dal taglio molto vintage. Stava guardando la sua immagine in uno specchio a figura intera. Sentì un brivido caldo quando vide la mano destra di Crowley e poi la sinistra e tutto il demone, completamente nudo abbracciarlo da dietro. Due eterni innamorati erano oltre la felicità.

 

…..nella prossima Chloe scriverà a Aziraphale.