
A casa
Appena l’uomo corse via dalla stanza, Mycroft si alzò dalla sedia e corse verso suo fratello. “Stai bene Sherlock?” chiese preoccupato carezzando il viso del suo fratellino e baciandolo dolcemente sulle labbra. Sapevano di sangue ma a Mycroft non importava. Sherlock si lasciò baciare fino a che Mycroft non ricordò dov’erano e cosa doveva fare.
Si sbrigò a liberare Sherlock dalle catene e lo aiutò ad alzarsi da terra e sedersi sulla sedia. Il detective era debole, le frustate e le torture a cui era stato sottoposto nel suo viaggio lo avevano indebolito troppo. Mycroft prese la radio che aveva addosso e spinse il tasto di chiamata quattro volte per dare il via libera al fuoco. Sopra di loro iniziarono a sentirsi degli spari e delle grida.
Mycroft stringeva una pistola nel pugno per difendere lui e suo fratello nel caso qualcuno scendesse. E nel frattempo iniziò ad occuparsi delle ferite sulla schiena di Sherlock. Con delle salviette disinfettanti che si era portato dietro le pulì dal sangue e dallo sporco come meglio poteva. Gli levò la camicia ormai da buttare e gli bendò il torso con una fascia elastica mettendo delle garze sulle ferite che sanguinavano di più.
Sherlock sembrava muoversi sulla sedia come se si sentisse a disagio ad ogni tocco del fratello. All’inizio, Mycroft pensò fosse per il dolore ma capì che non era il caso. “Che succede fratellino?” chiese Mycroft con un filo di voce. Sherlock sembrava imbarazzato per qualche motivo.
Il modo in cui Mycroft lo stava curando con una dolcezza che nessuno si sarebbe mai aspettato dal maggiore degli Holmes aveva provocato qualcosa in Sherlock nonostante la stanchezza ed il dolore delle proprie ferite. Per rispondergli, decise di prenderlo per mano e fargli sentire il suo problema.
“Sul serio? Adesso?” chiese Mycroft con un tono leggermente divertito. “Ok… Speriamo che non venga nessuno qui giù”
Il politico si mise in ginocchio di fronte a suo fratello e lo liberò parzialmente dai pantaloni. Poi prese il membro eretto di suo fratello in bocca ed iniziò a leccarlo con determinazione. Gli era mancato stare così vicino a lui. Mycroft dovette lottare contro il proprio corpo per non rischiare di avere anche lui un’erezione.
Sherlock venne velocemente sotto le attenzioni del suo fratellone, era veramente troppo tempo dall’ultima volta che avevano fatto qualcosa del genere. Mycroft lo aveva appena aiutato a rimettersi in ordine quando sentirono dei passi sulle scale.
Il politico si sbrigò a riprendere la pistola che prima aveva lasciato cadere per occuparsi del problema di suo fratello. Si rilassò quando sentì la chiara voce di Anthea. “Siete decenti, Sir?” chiese la ragazza come se avesse saputo esattamente cosa stavano facendo i due fratelli fino a poco prima.
Mycroft si girò verso Sherlock con un sorriso ma lo trovò addormentato con la testa poggiata al muro. Lo prese tra le braccia con dolcezza e lo strinse al petto. Cautamente iniziò a salire le scale per portare suo fratello in salvo. A casa.