The Marauders Era

Harry Potter - J. K. Rowling
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The Marauders Era
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Hogwarts

Mi ero detto che una stella cadente era una stella che poteva essere bella ma per paura di brillare scappava il più lontano possibile. Un po' come me
-Joël Dicker

 

Remus si svegliò presto quella mattina. L'aria era fredda, e il vento sferzava i suoi capelli, rendendoli leggermente disordinati. Nonostante ciò, era felice di poter andare finalmente ad Hogwarts; allo stesso tempo era anche un po' stanco perché due sere prima aveva avuto una Luna Piena piuttosto pesante. Decise di ignorare i dolori sparsi per tutto il corpo, che lo laceravano come delle fitte improvvise, e la stanchezza incombente per potersi godere il primo giorno di quella nuova avventura.
Così dopo aver salutato sua madre abbracciandola, si diresse con suo padre alla stazione di King's Cross in attesa del treno per Hogwarts. Lì, sulla banchina, c'erano tantissime famiglie attorno a lui che lasciavano raccomandazioni ai propri figli -che ignoravano la maggior parte dei loro discorsi- di ogni età, alcuni novellini proprio come lui, altri già più maturi.
Sapeva bene quanto fosse difficile iniziare un qualcosa di nuovo, ed era anche molto spaventato; da tempo ormai aveva deciso di trascorrere quegli anni in solitudine come sempre, ormai ci era abituato e in certo qual senso sapeva star bene nella propria intimità.
Remus era sempre stato solo per proteggere tutte le persone che amava. Doveva essere forte, farsi coraggio e combattere il lupo che era in lui nei momenti peggiori.
Mentre erano lì in attesa, cominciò a guardarsi meglio attorno, posando lo sguardo su tutti i presenti: tutti quei ragazzi con le proprie famiglie cominciarono a spaventarlo: e se avessero scoperto tutto di lui? Come avrebbe fatto? Un moto di paura si insediò nei suoi pensieri quasi paralizzandolo. Sentì l'aria mancargli. Avrebbe voluto scappare via. Forse non era stata un'ottima idea quella di mandarlo in quella scuola. Suo padre Lyall, però, sembrò afferrare subito cosa stesse succedendo nella testa del figlio. Lo conosceva fin troppo bene da sapere che stesse cominciando a torturarsi: così si chinò verso di lui sulle ginocchia, accarezzandogli con dolcezza i capelli castani.

"Andrà tutto bene piccolo. Pensa a divertirti e a goderti questa avventura, te lo meriti" disse l'uomo.

"Davvero papà?" Chiese il ragazzo con gli occhi leggermente spaventati. La verità era che Remus pensava di non meritare nulla dalla vita, anzi credeva -erroneamente- di essere soltanto un mostro ripugnante che doveva ricevere in cambio odio e abbandono, soffriva di essere un disonore per la sua famiglia. Questo non gliel'avevano mai detto e probabilmente neanche lo pensavano, ma si sentiva così: un reietto della società.

"Certo Remus! Sei un bambino dal cuore d'oro, dai ora sali sul treno e sistemati ok?" Disse il padre incoraggiandolo e abbracciandolo.
Così Remus obbedì, prese le sue cose barcollando appena all'indietro quando si rese conto del peso della valigia. Ridacchiò un po' imbarazzato osservando suo padre di sottecchi. Dopodiché salì sul treno sistemandosi in un vagone piuttosto appartato, posò le valigie e si accomodò salutando suo padre dal finestrino.
Non poteva credere che quell'avventura stesse iniziando.
Poi cominciò a guardarsi attorno, era anche molto stanco e pensò che forse schiacciare un piccolo pisolino non fosse poi tanto una cattiva idea. D'altronde era particolarmente stanco, la notte di Luna Piena lo aveva davvero distrutto. Si sgranchì un po', stiracchiandosi e si accoccolò.

 

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Sirius era, anche lui, al binario 9 e 3/4 in attesa dell'arrivo del treno per Hogwarts. Era lì, a dondolare sui propri piedi e stava aspettando in compagnia di sua madre e del fratello Regulus che aveva voluto accompagnarlo prima di salutarlo: un po' era dispiaciuto a doverlo rivedere direttamente a Natale, erano molto legati e avrebbe sicuramente sentito la sua mancanza. D'altra parte, però, era contento di iniziare una nuova avventura lontano da quelle mura insostenibili di casa.
L'aria a Grimmauld Place 12 era sempre stata particolarmente pesante, c'erano più cose che non si potessero fare di quante effettivamente fossero ammissibili, spesso si chiedeva quando sarebbe arrivato il momento in cui anche soltanto respirare fosse proibito. I suoi genitori non erano mai stati molto affettuosi con lui. Aveva pochi ricordi piacevoli seguiti poi dal vuoto. Pareva fossero stati spazzati via con violenza. Avevano iniziato a fargli strani discorsi sulla purezza del sangue, costringendolo a un'orrenda routine quotidiana fatta di letture di testi antichi, studio del latino e pochi attimi di libertà all'aria aperta. Spesso gli era capitato di affacciarsi ad osservare i ragazzini in strada divertirsi molto più di lui, ridendo e rincorrendosi tra loro.

"Mi raccomando non deludere le aspettative Sirius. Abbiamo in mente grandi cose per te" sua madre Walburga interruppe i suoi pensieri col solito tono perentorio, graffiante e distaccato. Ma il ragazzo la ascoltava distrattamente, tutto intorno ovattato. Era preso dal guardare il via vai di tutte le altre famiglie.
Il suo sguardo si soffermò soprattutto su una famiglia difronte a loro che abbracciava il figlio dai capelli confusi come un nido di rondini. Provò un moto d'invidia, perché non poteva avere anche lui una famiglia così? Affettuosa, che lo supportasse per qualsiasi scelta presa, invece no, gli era toccato il peggiore nucleo familiare, se così si potesse definire, al mondo.
Sbuffò piano quando la madre indicò proprio quella famiglia:

"Sta' attento ai Potter, sono purosangue che decidono di mischiarsi con i babbani, aberrante" commentò secca la donna spingendo il ragazzo verso la carrozza, tutto quello che Sirius decise di fare, invece fu:

"Fare amicizia con Potter"

Ovviamente la sua mente era completamente devota al fare l'opposto di ciò che sua madre gli chiedesse. Non per deluderla, ma per dimostrare a se stesso di non avere nulla in comune con la sua famiglia.

 

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Nel frattempo proprio difronte alla famiglia Black, James era intento a salutare i propri genitori, gli sarebbero mancati molto, così li abbracciò forte lanciando le braccia al collo del padre.

"Fa' il bravo James mi raccomando" disse Euphemia accarezzando i capelli del figlio continuando poi
"Non ti sei pettinato neanche oggi?" Chiese ridendo divertita. Scosse il capo. A volte James si perdeva ad osservare i riccioli di sua madre galleggiare e fluttuare in aria ogni qualvolta muovesse il capo.

"È inutile mamma! Se li pettino diventano ancora più arruffati" le rispose grattandosi dietro la nuca in imbarazzo.

"Bene mi raccomando, divertiti e non fare troppi pasticci" si aggiunse suo padre sorridendogli e aggiustandosi gli occhiali smaniosamente. Quella stessa abitudine l'aveva trasmessa al figlio che sembrava sfogasse la propria iperattività sul suo paio di occhiali, sempre con gesti nevrotici e disincantati.

"Traaanquilli! Andrà benissimo" disse James afferrando le proprie valigie e cominciando a salire sul treno per trovare posto nel vagone. Si voltò un'ultima volta a salutare i propri genitori e sorrise felice.

Una volta sul treno, James si incamminò lungo il corridoio, guardandosi attorno e sperando in una cabina vuota. Non fece molto caso a dove mettere i piedi e si scontrò con Sirius facendogli cadere una valigia.

"Ehi scusa amico" disse preoccupato. James si abbassò, aiutandolo e poi porgendogli la mano e presentandosi.

"Io sono James Potter"

"Sirius Black...senti, ehm, ti va di trovare un posto insieme? Sembra tutto pieno qui"

James annuì con un cenno del capo. Osservò meglio Sirius. I capelli neri, scuri e leggermente mossi, erano leggermente lunghi. I suoi occhi grigi gli ricordarono le nuvole in tempesta. Il cognome non gli era nuovo e aggrottò la fronte.
"Sei molto diverso da come mi hanno parlato dei Black...sai?" Scrollò poi le spalle. "Comunque, certo andiamo!" Continuò James avvicinandosi a Sirius, il quale a un certo punto si voltò a guardarlo.

"Io non sono come la mia famiglia, sono un Black solo di nome" disse quasi severo. Sirius ci teneva davvero tanto a precisarlo. Gonfiò il petto quasi con tono solenne.

"Io non giudico le persone dal loro nome ma dal loro cuore. O almeno così mi hanno insegnato" rise James aprendo lo sportellone di un vagone e trovandolo libero con soltanto un ragazzo castano che stava dormendo.

"Secondo te possiamo sederci?" Chiese.

"Certo! Mica è il suo vagone" disse Sirius cominciando a sistemarsi e posando le valigie. Si sedette poi difronte al bell' addormentato cominciando ad osservarlo: sembrava piuttosto stanco, forse qualcosa non andava in lui perché vide alcune cicatrici mal nascoste dalla camicia. Lo sconosciuto riposava beatamente e aveva i capelli che profumavano di cioccolato. Osservò come i raggi del sole illuminassero appena i capelli castani, mettendo in risalto alcune ciocche color miele.

"Ma come fa a dormire il primo giorno? Io sono eccitatissimo" disse James sedendosi accanto a Sirius, non riuscendo a star fermo un momento.
"Guarda ci sono le sue iniziali sulla valigia" continuò ancora.

"R.J.L." Mormorò Sirius sorridendo quando a un certo punto il ragazzo seduto loro difronte si ridestò e cominciò a scrutarlo con i suoi occhi ambrati.

"Scusaci amico! Non volevamo svegliarti, piacere James e lui è Sirius"
Remus osservò quei due ragazzi, notò come il corvino lo stesse studiando e abbassò lo sguardo quasi subito, poi tossicchiò, decidendo di rispondere.

"Remus Lupin, piacere"

"Saremo compagni di viaggio! Dove vorresti essere smistato? Io in Grifondoro" James ormai sembrava un fiume in piena.

"Io di certo non sarò Serpeverde come tutta la mia famiglia questo è poco ma sicuro" disse Sirius orgoglioso e gonfiando il petto.

"E come farai a deciderlo tu?" Rise James

"Sarà così e basta perché non sono come loro" disse il corvino inchiodando di nuovo il suo sguardo negli occhi di Remus che cominciò a balbettare.

"Oh i-io n-non lo so" tossì poi facendosi forza
"Credo in Corvonero come mio padre" disse poi una volta schiaritosi la gola.

Poco dopo il portellone del vagone si aprì di nuovo, rivelando un ragazzino piuttosto basso e dai capelli biondi come la paglia. Sembrava piuttosto confuso e boccheggiò riprendendo fiato, accasciandosi appena sulle ginocchia come se avesse appena terminato una maratona.

"Posso sedermi con voi? Non ci sono altri posti liberi" chiese timidamente.

"Certo ti faccio spazio" rispose Remus spostando la valigia ai suoi piedi e facendogli spazio.

"Grazie, io sono Peter Minus" il ragazzo si accomodò accanto a Remus mentre tutti gli altri cominciarono a presentarsi di nuovo.
Per tutto il viaggio James parlò incessantemente raccontando storie e aneddoti e facendo divertire quelli che sperò potessero diventare i suoi nuovi amici. Remus si limitava a sorridere ogni tanto, era piuttosto perso nei propri pensieri e anche un po' misterioso, o almeno questo fu quello che pensò Sirius che lo teneva sempre sotto controllo.
Quando arrivò il carrello dei dolcetti, i ragazzi si alzarono per prendere qualcosa, Remus rimase seduto perché non aveva molti soldi con sé in quel momento così rifiutò educatamente.

"Prendiamo tutto" disse Sirius pagando la donna e facendo scorta di tutto quel cioccolato, poi si volse verso il castano porgendogli una cioccorana.

"Hai i capelli che profumano di cioccolato, non dirmi che non ti piace, sono sicuro che provi a mangiare anche lo shampoo" disse il corvino.

"I-io ehm grazie, sì mi piace molto. Ma non dovevi comprarlo per me" disse Remus accettando il dolcetto e sorridendo.

"Infatti è per tutti noi!" Disse James allungando un braccio attorno al collo di Sirius e sorridendo, si conoscevano da circa un paio d'ore e sembravano amici da una vita.
Remus ringraziò imbarazzato, gli parvero davvero simpatici quei tre ragazzi ma non poteva permettersi la loro amicizia, non la meritava e se avessero scoperto cosa fosse lo avrebbero sicuramente rifiutato e denunciato, sperò di riuscire a tenerli a distanza anche se per come si stavano mettendo le cose, gli sarebbe potuto risultare parecchio difficile.

Non appena arrivati furono scortati da un gigante di nome Hagrid alle barche per accedere ad Hogwarts. Prima di salire Remus tentennò un po'; non era certo che fosse un mezzo di trasporto sicuro e morire annegato non era in cima alle sue priorità, così storse un po' il naso poco convinto.

"Qualche problema viso pallido?" Chiese un ragazzo corvino, Severus, alle sue spalle  che stava per accomodarsi accanto alla sua migliore amica. Sembrava altezzoso a giudicare dal suo modo di porsi, mentre lo osservava dall'alto in basso come fosse feccia. Remus strinse i pugni, cercando di controllarsi.

"N-nessuno" Remus osservò con timore la barca.

"Che bel coraggio" ridacchiò Severus guardando gli occhi un po' spaventati del castano, lo divertiva vedere sempre qualcuno così smarrito, non lo faceva sentire strano o diverso.

"Ehi! Che diavolo vuoi tu?" Si intromise James parandosi davanti a Remus.

"Che vuoi tu? Dove speri di finire?” Lo squadrò da capo a piedi. “Così prego Merlino di non capitare con te" Ringhiò Severus a denti stretti.

"Nei Grifondoro culla degli eroi e puri di cuore, tu?" disse James fiero.

"Se preferisci i muscoli al cervello. Serpeverde ovviamente" sputò Severus mentre Lily cercava di tirarlo a sé.

"Se ti piace  sssstrissssssciare" sibilò Sirius appoggiando il suo nuovo amico. Posò il gomito sulla spalla di James che si voltò a sorridergli.

"Dai andiamo Severus" disse Lily tirando via l'amico sulla barca.

"Ciao Mocciosus scappa con la mammina" disse Sirius battendo il cinque a James mentre Remus scosse la testa e Peter rideva. In un lampo aveva trovato un soprannome veloce, per mettere a disagio quel ragazzino.

"Che c'è Rem?" Chiese James.
Il castano sussultò a quel nomignolo, non se lo aspettava, doveva ammettere che sebbene fossero stati severi con quel ragazzo, lo avevano subito difeso, anche se non ne aveva condiviso le parole.

"Nulla, grazie ma ehm potevate essere più come dire ehm...docili" disse Remus sorridendo e salendo sulla barca con quei tre ragazzi.

"Naah tranquillo RemRem" disse Sirius sorridendo.

"Non mi piace RemRem" disse il licantropo arricciando il naso.

"Un motivo in più per chiamarti così" disse il corvino ridendo e dandogli un leggero pugno sulla spalla per scherzare mentre Remus sorrise divertito scuotendo la testa.

Una volta arrivati in Sala Grande i ragazzi cominciarono a guardarsi attorno meravigliati, era tutto così diverso rispetto a quanto erano abituati, ancor meglio dei racconti dei loro genitori, i ragazzi più grandi sorridevano nelle loro direzioni rassicurandoli. La Sala Grande era enorme e accogliente. Remus si sentì piccolo in quel momento.
La professoressa McGranitt sorrise gentile ai ragazzi facendoli accomodare e avvicinandosi

"Forza forza, tutti in fila così iniziamo il vostro smistamento" disse sorridendo gentile e allontanandosi poi.

Poco dopo la cerimonia di smistamento delle case iniziò, furono chiamati diversi ragazzini, finché non toccò a quei ragazzi.

"James Potter" cominciò Silente a un certo punto.
....
"GRINFONDORO"
Così James felice corse verso gli altri ragazzi della sua casa presentandosi prontamente e sedendosi felice per godersi il resto dello spettacolo.

"Severus Piton"
....
"SERPEVERDE" il ragazzo corvino sorrise beffardo in direzione di James e andò a sedersi salutando gli altri ragazzi e sedendosi in mezzo ad altri due novellini che si presentarono come Mulciber e Avery.
James pensò che Severus anzi, Mocciosus avesse già formato un'allegra combriccola con quei tipi che tutto sembravano fuorché raccomandabili, aveva trovato già i suoi futuri bersagli.

"LILY EVANS"
....
"GRIFONDORO" , così Lily si accomodò verso la sua nuova tavolata, era felice di quella nuova avventura ma dispiaciuta di non poter condividere molto più tempo con il suo migliore amico Severus, si voltò a guardare il ragazzo e incrociò lo sguardo dell'amico che sorrise rassicurandola anche se in realtà era molto triste e si sentiva morire dentro; come avrebbe fatto senza la sua Lily? Si facevano sempre forza l'un l'altro e avrebbe sentito la sua mancanza tantissimo, era però certo che avrebbe cercato in tutti i modi di perdere quell'amicizia che per lui era fin troppo importante.
Quando Lily si sedette James le sorrise porgendole la mano per presentarsi.

"Non hai bisogno di quella serpe che non fa mai lo shampoo, ci sono io qui"

"Stammi lontano Potter" disse la rossa dandogli subito le spalle e tornando a girarsi verso l'amico Severus che era preso a far conoscenza con i due ragazzi sedutigli accanto.

Nel frattempo la cerimonia proseguì smistando anche Peter Minus e Frank Paciock in Grifondoro insieme a James che fu felice di trascorrere del tempo con quei ragazzi, era in trepidante attesa dello smistamento di Sirius.

"Sirius Black" disse Silente, così Sirius prese un respiro profondo sedendosi e, col cappello in testa,  sperò con tutte le forze che tutto andasse per il meglio.

"GRIFONDORO" disse il cappello così Sirius balzò in piedi saltando per la felicità e corse verso James abbracciandolo, si girò verso il tavolo Serpeverde vedendo le sue due cugine, Narcissa (al quinto anno e prefetto) e Andromeda (settimo) impallidire, la prima si alzò per dirgli qualcosa ma fu interrotta.

"Lo so cugina, spero tu verrai al mio funerale, sarebbe gentile da parte tua" disse sorridendo e andandosene via subito, accomodandosi al fianco di James.

"Manca solo Remus" disse

"Dite che verrà con noi?" Chiese Peter che stava cominciando già a sgranocchiare un pezzo di pane.

"Secondo me sì" disse James sorridendo.

Venne ben presto il turno del giovane licantropo che sentì le gambe tremargli, così si sedette e Silente gli posizionò il cappello in testa.
Il cappello fu indeciso se smistarlo in Corvonero come suo padre o in Grifondoro.

"Vedo in te tanto coraggio e tanta forza ragazzo...GRIFONDORO" urlò e così Remus si alzò confuso e sorrise felice, andando ad accomodarsi alla tavolata, stava per sedersi un po' in disparte da quei ragazzi ma non ne ebbe il tempo perché James lo trascinò al centro tra lui e Sirius e lo abbracciò.

"Siamo una squadra ragazzi! Riuscite a crederci?" Disse sorridendo.

"N-no" balbettò Remus ancora confuso dal fatto Che qualcuno volesse essergli effettivamente amico.

Così cenarono tutti insieme iniziando a conoscersi, quando due ragazzi identici dai capelli rossicci, prefetti del quinto anno, Fabian e Gideon Prewett, si alzarono in piedi mostrando le camerate ai ragazzi scortandoli nella loro Sala Comune che era davvero molto ben arredata e accogliente, c'erano alcuni divani attorno a un camino, delle tavolate dove studiare e un paio di scaffali pieni zeppi di libri che fecero scintillare gli occhi di Remus che sorrise felice.

"E questa è la vostra camera, qualsiasi dubbio o problema chiedete a noi" disse uno dei due anche perché Sirius non seppe riconoscerli.
Era felice di condividere la stanza con James, Remus, Peter e Frank, gli erano risultati a primo impatto tutti molto simpatici e sembravano molto gentili e disponibili.

"Allora io dormo qui! Remus tu affianco a me e James lì" disse Sirius correndo al proprio letto e trascinando gli amici.

"Non ho capito perché devi decidere tu Black, da quando sei stato eletto capo supremo?" disse James in tono di sfida.

"Problemi Potter?"

"Magari io volevo stare vicino Remus"

"Dai non fa nulla James, è solo un letto" disse Remus pacificamente e cominciando a sistemarsi, posizionò la valigia affianco iniziando a svuotarla e a sistemare smaniosamente i suoi maglioni in ordine cromatico mentre gli amici lo guardavano confusi sorridendo.

"Abbiamo trovato la nostra mamma!" Disse Peter ridendo

"Decisamente mi sa che ci salverai la vita" disse Sirius buttandosi sul letto.

"Io andrei a dormire, sono stanco" disse Frank

"Non puoi dormire Frank! Dobbiamo parlare tutta la notte! È la prima sera, ti preeeego Frank" mugolò James.

"Dai Frank! Non devi dormire!" Urlò Sirius

"Infatti Fraaank" disse Peter

"Va bene va bene basta che la smettete" disse il ragazzo ridendo e sedendosi insieme agli altri a terra per parlare.

"Remus vieni?" Chiese Sirius

"I-io non mi sento bene ragazzi. Voglio solo riposare, la prossima volta" disse Remus scuotendo la testa e infilandosi subito nel letto chiudendo le tende.

"Ma..."

"Dai Sir, lo hai visto anche in treno era stanco, ed è molto pallido oggi. Ci sta che sia stanco, non stressarlo. È introverso non vedi? Lo allontani solo di più così" disse gentilmente James e poggiando una mano sulla spalla del corvino che guardava ancora in direzione del letto del castano.

"Grazie James, buonanotte" disse il licantropo dal letto e sorridendo piano, era strano essere compreso subito, non ne era abituato.

"Buonanotte Rem" disse James.

"Buonanotte RemReem" urlò Sirius ridacchiando e con un ghigno stampato in volto, mentre Remus alzò lo sguardo al cielo sorridendo divertito, poi socchiuse gli occhi e si addormentò improvvisamente, era davvero stanco per la Luna dei giorni precedenti, sentiva anche che le sue certezze stessero vacillando dopo aver incontrato quei tre ragazzi  che stavano cercando in tutti i modi di essere suoi amici, ma non poteva permetterselo. Non poteva mettere a rischio la loro stessa vita.

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