"Sei il sole in una giornata di pioggia."

Harry Potter - J. K. Rowling
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"Sei il sole in una giornata di pioggia."
Summary
Può un acquazzone farti fare un incontro inaspettato?A Remus Lupin e a Sirius Black è successo. In una giornata di pioggia a ottobre, nella loro Edimburgo.Una città che sembra uscita da una fiaba un po' gotica che intreccia vite e le fa rincontrare.-Una one short sulla Wolfstar ai tempi nostri senza l'elemento della magia, anche se un pizzico potrebbe esserci.Perché in fondo, l'amore non è la più meravigliosa delle magie?

“Sei il sole in una giornata di pioggia.” || Wolfstar

 

Aveva iniziato a piovere a metà strada e Remus, ovviamente, non aveva con sé l’ombrello. Anche se viveva da un anno a Edimburgo non era mai preparato durante gli improvvisi acquazzoni che caratterizzavano la Scozia. Non mancava molto al suo appartamento, solo due isolati. Se fosse corso abbastanza velocemente forse avrebbe evitato l'acquazzone, dopo tutto aveva appena iniziato a piovere. Come se il tempo volesse prendersi gioco di lui e del pensiero che aveva appena sfiorato la sua mente, iniziò ad aumentare la pioggia.
Remus produsse un forte sospiro e si mise a guardare ai lati della strada cercando immediatamente un riparo.
Alla fine optò per un negozio di dischi, si infilo dentro, stando attento a non gocciolare troppo sul pavimento.
Comprendendo che non avrebbe smesso in fretta, decise di girare un po' per gli scaffali per perdere tempo.
Stava guardando tra i dischi di David Bowie, quando una voce accanto a lui ruppe il silenzio.
- Il Duca bianco, ottimi gusti. Ti suggerisco "The Man Who Sold the World" disco del '70, uno dei miei preferiti. -
A parlare era stato un ragazzo, poco più basso di lui, che lo stava guardando con un sorriso sfrontato e un luccichio divertito negli occhi. Doveva avere all’ incirca la sua età, indossava un giubbotto di pelle sopra a una maglia con il logo dei Queen. Aveva le unghie laccate di nero e portava l’eyeliner e un ombretto blu che metteva in risalto i suoi occhi grigi. Il ragazzo allargò di più il suo sorriso.
- Tutto bene? Sembri perso.- commentò divertito.
Remus distolse gli occhi imbarazzato e lì punto di nuovo sui dischi. - Grazie del consiglio, anche se stavo pensando di comprarmi, se c’è, “Space Oddity” disco del ’69. Quello che avevo prima si è rovinato .- commentò imbarazzato, lanciando una frugale occhiata all’altro ragazzo che aveva indossato un espressione seria e stava anche lui guardando verso i dischi.
-Mmmh ci dovrebbe essere ancora una copia se non ricordo male.- Si mise a cercare e un paio di minuti dopo si girò verso Remus con aria trionfante e il disco di Bowie in mano. - Ecco a te.-
-Grazie, davvero.-
- Figurati, e sempre bello aiutare dei bei ragazzi come te - rispose il ragazzo facendo l’occhiolino. A Remus si colorarono di rosso le guance e distolse lo sguardo.
- Lavori qui?- gli chiese tornando a guardarlo.
Il ragazzo aprì la bocca per rispondere, ma prima che ci riuscisse un signore si materializzò accanto a loro guardandolo torvo.
- Black non ti pago per battere la fiacca. Muoviti, devi andare in cassa, alcuni clienti stanno aspettando.- detto questo se ne andò sul retro.
- Beh questo risponde alla tua domanda. Comunque non mi sono presentato. Sirius Black.- gli rispose divertito.
- Remus Lupin.-
- Bene Remus Lupin, è stato un piacere scambiare due chiacchiere con te, ma il dovere mi chiama. Ma sicuro ci vedremo dopo - commentò accennando al disco in mano al ragazzo castano.
Lupin fece ancora un giro per gli scaffali. Notando che fuori aveva smesso di piovere, decise di pagare gli acquisti e di avviarsi finalmente verso casa.
Si diresse verso la cassa e quando fu di fronte incrociò di nuovo gli occhi del commesso, Sirius Black.
Il quale sorrise quando notò che Remus, oltre a prendere “Space Oddity”, aveva in mano anche il disco consigliato da lui, “The Man Who Sold the World”.
-Ottima scelta.- commentò mentre metteva tutto in una busta.- Spero di rivederti presto, Remus Lupin.- gli sorrise facendo l’occhiolino.
Mentre chiudeva la porta del negozio alle sue spalle percepii gli occhi di Sirius su di lui e si voltò verso la sua direzione incrociandone lo sguardo per un breve istante, poi si diresse verso casa con le guance in fiamme e il cuore che non smetteva di battere.

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-Come hai detto che fa di cognome?- gli chiese la ragazza dai capelli rosso fuoco davanti a lui.
Era il giorno dopo dell’ incontro avvenuto al negozio, e Remus ne stava parlando alla sua migliore amica, Lily Evans. Aveva passato quasi l’ intera notte a pensare a Sirius e a cercarlo sui social. Aveva un account pieno di foto di dischi, band, primi piani delle sue unghie colorate e del trucco che si applicava sugli occhi. Aveva anche un cane nero di nome Padfoot. E un migliore amico che si faceva chiamare Prongs e che non aveva nessuna foto dove si vedesse la faccia. Si, aveva passato ore a scorrere avanti e in dietro l’account. Molto imbarazzante.
-Black, perché?-
-Stavo cercando di capire se fosse imparentato con Regulus.- Alla faccia confusa di Remus chiarii -Regulus Black, è un ragazzo che fa medicina con me, solo un anno più piccolo di me. Alto, moro con i riccioli? È sempre insieme a due suoi amici, Crouch e Rosier credo si chiamino. Andiamo, sicuramente l’hai già visto in giro per l’uni.-
-Può darsi Lils, ma ora non mi viene in mente. Comunque può essere che siano fratelli, non è che abbia avuto il tempo di chiedergli della sua famiglia.-
- E qui torniamo al discorso precedente. Devi di nuovo parlarci, tu lo vuoi conoscere, no? Non devi per forza ritornare al negozio se non te la senti, puoi avviare una conversazione causale su instagram.-
-Lils…-
- Niente giustificazioni. Tu pensaci okay?- gli sorrise alzandosi e dandogli, come faceva sempre, un bacio sulla guancia.- Ora devo andare, James mi aspetta. Ci vediamo lunedì, tesoro.-
Remus la guardò andare via e poi tornò a fissare il suo telefono, indeciso.

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Alla fine Remus non ebbe né il coraggio di ritornare al negozio di dischi né di scrivergli su instagram e i giorni passarono. Però non smetteva di ritornare sul profilo di Sirius a vedere le sue storie.

Era mercoledì sera e il suo turno in libreria stava per concludersi. Per fortuna quel pomeriggio non c’era stata molta gente e Remus aveva sfruttato i momenti di calma per preparare l’imminente esame sugli autori inglesi dell’ottocento.
Anche in quel momento si trovava concentrato sul manuale, così non sentì la porta del negozio aprirsi ad avvisarlo che era entrato un nuovo cliente.
-Remus Lupin?-
Il ragazzo alzò di scatto la testa incontrando gli occhi grigi di Sirius Black, che lo stava fissando divertito.
-Che ci fai qui?-. Le parole gli uscirono di bocca senza pensarci e appena finì di fare la stupida domanda si maledisse mentalmente.
- Beh, volevo comprare un libro e dicono che la libreria sia il posto giusto.- rispose Black senza togliersi dalla faccia il suo sorrisetto ironico.
- uhm, ehm giusto - Remus si schiarì la voce e poi riprese il contegno - dunque che libro stavi cercando?-.
Sirius si guardo un po’ in giro pensieroso e Remus ne approfittò per guardarlo meglio. Aveva addosso lo stesso giubbotto in pelle dell’altra volta, però sotto indossava una maglia di Stranger Things e aveva un paio di pantaloni skinny neri. Remus distolse lo sguardo imbarazzato dal punto del corpo dove gli era caduto.
-Allora vorrei leggere un classico. Direi “Il ritratto di Dorian Gray”. Mi sono incuriosito dopo aver visto il film.- Gli rispose alla fine Sirius tornado a guardarlo negli occhi.
Remus annuì e si diresse verso la sezione dei classici, seguito dal moro. Prese il libro e lo diede al ragazzo alle sue spalle e tornarono alla casa.
-Sono sette sterline.-
Sirius gli passò le monete e poi lanciò un occhiata al manuale. – Di cosa parla? Ti ho visto abbastanza concentrato.- gli domandò incuriosito.
-Oh, è il mio manuale sugli autori inglesi dell’ottocento. E’ l’esame che sto preparando.-
-Wow è parecchio enorme. Cosa studi all’uni?-
- Letteratura alla University of Edinburgh. Lavoro qui part-time per avere un po’ di soldi.- gli rispose Remus iniziando a sistemare un po’ il negozio siccome l’orario di chiusura si stava avvicinando.
- Anche la ragazza di Prongs studia lì, però lei fa medicina. Trovo davvero coraggioso e forte il fatto di lavorare e fare anche l’uni.- Gli sorrise il moro dandogli una mano.
-Anche la mia migliore amica fa medicina, forse si conoscono.- Remus arrossì al complimento – Non è niente di che, non è molto pesante questo lavoro e poi alla fine basta organizzarsi bene.-
Remus sistemò le ultime cose, spense le luci e uscirono dal negozio, chiudendolo e abbassando la saracinesca.
-Dove devi andare ora, uomo impegnato?- gli domandò il moro voltandosi verso di lui.
-Non ho molto da fare, quindi direi a casa. Forse passo prima dal supermercato a prendere un paio di cose.-
- Mmm neanch’io ho molto da fare. Ti va bene se ti accompagno Remus Lupin?- gli chiese facendogli l’occhiolino.
Remus annuì e si avviarono verso l’appartamento del castano.
-Da dove vieni? Il tuo accento non è sicuramente scozzese.- interruppe, Sirius, il silenzio che si era creato fra loro.
-No, hai ragione. Vengo dal Galles, mi sono trasferito qui un anno fa per l’università-.
- Come mai proprio qui in Scozia?-
- L’uni ha il miglior programma del Regno Unito e poi Edimburgo mi pace come città, la trovo, non so, affine a me.- Gli rispose Remus alzando le spalle e guardandosi intorno. Erano nella Royal mile, la strada più importante di Edimburgo, ma anche una delle più belle. Il castano si voltò verso il ragazzo alla sua destra e gli sorrise. – La amo, anche se dopo un anno rimango, sempre, sorpreso dagli acquazzoni improvvisi-.
Sirius rise divertito. -Tranquillo, è normale. A volte succede anche a me, soprattutto quando sono in moto. Però hai ragione, questa città è magica. Come se arrivasse da una fiaba un po’ gotica con un mood perennemente autunnale.-
Remus rimase in silenzio, un po’ meravigliato di provare le stesse sensazioni del ragazzo di fianco a lui.
-E tu? Sei sempre vissuto qui?-
-No, vengo da Londra. Però sono venuto qui dopo i diciotto anni, appena finita la scuola. Volevo essere il più distante dalla mia famiglia e siccome il mio migliore amico aveva dei parenti qui ne abbiamo subito approfittato. E non me ne sono mai pentito.- gli rispose Black sorridendo.
Lupin ignorò la domanda che gli si presento nella mente sulla famiglia, troppo privata e cerco altro da chiedergli.
-Così lavori in quel negozio di dischi-. Commentò guardandolo.
- Già, amo la musica e dare consigli agli altri su di essa. Il lavoro che ho ora mi piace. Forse un giorno avrò un negozio del genere tutto mio.- alzò le spalle guardando il castano negli occhi.- Siamo davanti ad un supermercato, non volevi comprare qualcosa?-
Remus tornò alla realtà e si guardò intorno notando che senza essersi reso conto mancava pochissimo al suo appartamento. Annuì verso Sirius ed entrarono nel negozio.
Prese del tè, del cioccolato e un po’ di verdura. Il moro lo seguiva divertito.
Pagò e uscì di nuovo in strada e si girò verso destra mostrando a Sirius un portone poco distante.
-Quella è l’entrata dell’edificio dove si trova il mio appartamento.-
- Quindi la nostra breve passeggiata si conclude qui- commentò Black adocchiando il portone.
- Ma siccome trovo la tua compagnia piacevole e interessante e non voglio che passi di nuovo un’altra settimana Remus Lupin - gli si rivolse il moro con un ghigno e un tono un po’ pomposo – Vorrei invitarti ad una festa universitaria che si terrà questo venerdì sera, verresti?-
-Festa universitaria? Ma tu non frequenti l’uni- ripeté confuso Remus.
- Io no, ma la ragazza di Prongs si e a volte riesce a farci entrare. Allora? Ti vengo a prendere verso le 9?-
Il castano gli sorrise. - Va bene Sirius.-
Sirius Black ricambiò il sorriso facendogli l’occhiolino, lo salutò e se ne andò.
Remus lo seguì fino a che non scomparve dietro l’angolo e poi entrò dentro casa. Il sorriso non aveva ancora lasciato il suo volto.

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Era venerdì pomeriggio e Remus non sapeva cosa indossare. Non aveva detto a Sirius che quella era la prima festa universitaria a cui andava, per non sembrare un completo idiota, ma ora non sapeva cosa mettersi e si trovava davanti all’armadio da almeno mezz’ora.
Decise di farsi una rilassante vasca e mise su il disco di Louis Tomlinson, un cantante che aveva da poco scoperto, ma le sue canzoni e le sue parole gli erano piaciute fin da subito.
Rimase a mollo per un’oretta. Si asciugo i capelli velocemente e decise di indossare qualcosa di comodo per la serata. Opto per dei jeans, una maglietta marrone e sopra una giacca. Ai piedi le sue amate All-Star blu.
Aveva appena finito di sistemarsi i capelli che senti il citofono suonare e il suo cuore battere forte. Fece un profondo respiro per tranquillizzarsi e usci dall’appartamento chiudendosi la porta dietro di sè.
Appena uscì in strada individuò subito Sirius appoggiato ad una moto nera. Aveva il suo solito giubbotto di pelle e dei jeans neri, ma sotto indossava un top argento che lasciava scoperta la pancia. Aveva l’ombretto grigio ed aveva un po’ di glitter sulla faccia e le unghie colorate diversamente l’una dall’altra.
Remus deglutì, era bellissimo. Ed era il suo accompagnatore per la serata.
Appena si accorse di lui, il suo volto si aprì in un sorriso e mise in tasca il cellulare.
-Sei bellissimo Remus Lupin.-
- Anche tu- rispose il castano rosso in viso.
Salirono sulla moto e si avviarono alla festa che distava circa venti minuti.

-Eccoci qua, James dovrebbe essere all’entrata ad aspettarci.- Disse Sirius appena parcheggiarono la moto. Si fecero spazio fra moltissimi giovani, alcuni già ubriachi.
Individuarono una coppia un po’ isolata vicino alla porta. Remus sgrano gli occhi quando si rese conto che la ragazza era Lily, la sua migliore amica.
-Remus? Che ci fai qui?- gli chiese confusa la rossa.
Il castano si girò verso Black che stava guardando la scena un po’ confuso. Lily finalmente comprese la situazione e scoppiò a ridere.
-Ho capito. Eravamo tutti all’oscuro l’uno dell’altro. James, il mio ragazzo, è il migliore amico di Sirius.-
Remus annuì divertito, mentre i sopracitati ghignavano tra loro.
-Padfoot, questo è il problema di parlare di noi solo con i sopranomi.- Commentò il ragazzo riccio accanto a Lily, James Potter.
-Disse colui che mi ha appena chiamato col sopranome.-
James alzò incurante le spalle e poi guardò verso l’ingresso.- Allora vogliamo unirci alla festa?-.
E senza aspettare risposta, prese Lily per mano e si avviò verso l’interno della casa dove la musica si faceva più forte. Remus e Sirius li seguirono.
Remus si guardo intorno incuriosito e individuò subito il tavolo dove c’era da mangiare e, soprattutto, da bere. Era parecchio nervoso e la vicinanza con Sirius non aiutava affatto.
-Questa musica non è tra le mie preferite, ma non è male per sciogliersi un po’.- gli parlò all’orecchio il moro mentre si muoveva con eleganza. Remus rimasse imbambolato a fissarlo.
Si sentiva ancora un po’ a disagio, ma stava iniziando a divertirsi insieme a Sirius e così ballarono quattro canzoni di fila prima che Remus decise di prendersi una pausa.
Si mossero verso un piccolo spazio del giardino, dove non c’era nessuno e potevano stare più tranquilli.
Sirius gli diede una bottiglia di birra, mentre prese per sé una coca cola.
-Ah la brutta cosa di dover guidare al rientro da una festa.- Si sedette accanto a lui accendendosi una sigaretta. Poi si giro verso il castano e sorrise alla sua espressione dispiaciuta.- Tranquillo, se è per riportare te, allora non mi pesa questo sacrificio.-
Remus sbuffò divertito e prese una sigaretta dal pacchetto.
-E’ la tua prima festa universitaria, vero?- continuò guardandolo negli occhi.
- Si, non sono molto tipo da feste, o almeno da feste con tanta gente dove quasi tutti sono dei perfetti sconosciuti.-
Sirius si avvicinò per prendergli una ciglia caduta sul volto e il cuore di Remus si fermò, mentre i suoi occhi si posarono immediatamente sulle labbra del moro.
-Posso?- gli sussurrò il ragazzo di fronte a lui, a un centimetro dalle sue labbra. Il fiato che gli solleticava il viso. Remus annuì, non riuscendo ad articolare le parole.
Sirius iniziò a baciarlo, prima delicatamente per assaggiarne ogni centimetro e poi il bacio si fece più approfondito e Remus dischiuse le labbra.
Le mani di Remus si posizionarono una sui capelli corvini e l’altra sulla vita, mentre quelle di Sirius erano introno al suo viso e il pollice stava accarezzando la guancia del castano.
Si staccarono entrambi quando non avevano più fiato in corpo e rimasero a guardarsi negli occhi per un tempo che parve lunghissimo.

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Remus aprì gli occhi quando un raggio di sole colpì il letto. Lanciò un’occhiata all’orologio, le 10.30.
Sbuffò, avrebbe voluto dormire ancora un po’. Ieri Sirius l’aveva riportato a casa verso le due del mattino.
Si stiracchio e si mise a cercare il cellulare e a scrollare instagram e twitter. Ma la sua mente era lontana, stava ripensando alla festa e al bacio dato al moro. Dopo ce n’erano stati altri, poi avevano un po’ bevuto e un po’ ballato senza smettere di guardarsi e di stare insieme. E’ stato bellissimo.
Remus si alzò dal letto e si diresse in cucina per farsi un caffè. Aveva appuntamento con Lily, Marlene e Dorcas per un pranzo insieme e voleva farsi anche una doccia veloce.

Un’oretta e mezza dopo si trovava davanti al ristorante dove si dovevano incontrare. Guardò all’interno e individuò subito la chioma rossa e inconfondibile di Lily.
-Ciao Remus.- la ragazza gli venne incontro dandogli un abbraccio e un bacio sulla guancia. Remus rispose all’abbraccio e si sedette.
-Marlene mi ha appena scritto, lei e Dor stanno arrivando, sono solo un attimo in ritardo perché hanno trovato traffico. Allora che mi dici, come stai?-
-Bene, un po’ stanco dalla festa di ieri, siamo andati via verso le due. Volevo salutarti, ma non ti ho trovata.- commentò divertito il castano.
-Ah ehm si noi ce ne siamo andati un po’ prima.- Lily arrossì nel dare spiegazioni.
In quel momento spuntarono Marlene e Dorcas tutte sorridenti.
-Allora che ci raccontate?- chiese la bionda appena prese posto.
-Oh parecchie cose, tipo che Remus si sente con uno e non uno qualsiasi, ma il migliore amico del mio ragazzo.- gli rispose ridendo Lily.
-Lily!- Si girò di scatto Remus verso la sua migliore amica. Marlene si sporse verso di lui.-Racconta, ora.-
Remus alzò gli occhi al cielo.- Si chiama Sirius Black e l’ho conosciuto al suo negozio di dischi, ieri sono andato alla festa universitaria con lui e lì abbiamo scoperto che è il migliore amico di James.-Gli rivelò, omettendo i baci, che voleva tenere privati.
-Aww che carini- commentò con gli occhi a cuore Marlene.
-Dai lasciatelo stare poverino.- gli venne in soccorso Dorcas, ricevendo una linguaccia dalla sua ragazza.- Allora come va l’uni, Remus?-
-Bene dai, fra qualche giorno devo dare un esame e poi inizieranno le lezioni del secondo anno.- grato del cambio di argomento.
-Ti capisco Rem, io ne devo dare due e uno di questi è diritto privato.- Commentò sospirando la mora.
-Dai, amore, tu sei bravissima e andrai alla grande in entrambi gli esami.- la consolò Marlene dandogli un bacio sulla testa e abbracciandola.
Il cibo arrivò e il pranzo proseguì tra chiacchiere e divertimento e Remus si rilassò.

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Dalla sera della festa né Remus né Sirius riuscirono a vedersi molto.

Entrambi erano molto impegnati e Remus era sotto stress perché mancava veramente poco al giorno dell’esame. Però si scrivevano tutti i giorni e per Remus quelli erano i momenti più belli dell’intera giornata.

Era il giorno prima dell’esame e Remus voleva solo distrarsi. Aveva smesso di ripetere le mille informazioni che giravano nella testa, in parte perché gli creava più ansia e in parte perché era inutile, ormai non avrebbe più memorizzato informazioni e in più tutti dicevano di rilassarsi e staccare sempre il giorno prima. Così Remus si trovò sul divano a scorrere la home di Netflix alla ricerca di qualcosa che lo distraesse.
Aveva appena spento la tv e deciso di perdere tempo su instagram quando sentì il suono del clacson ripetersi più volte. Incuriosito si alzò dal divano e si diresse alla finestra che dava sulla strada.
E lì vide, appoggiato alla sua moto, Sirius che lo stava fissando con un ghigno. Gli fece cenno di scendere.
Remus mise le scarpe e il capotto, si dette una sistemata, prese il cellulare e le chiavi di casa e uscì.
-Che ci fai qui?- gli chiese appena fu abbastanza vicino.
-Beh se non mi vuoi me ne vado. Volevo solo distrarti un po’ il giorno prima dell’esame.-Gli rispose con ancora il ghigno sulla faccia, osservandolo.
- No, scusami e che sono in leggera ansia. Cosa vuoi fare per distrarmi?- si scusò il castano rosso in viso.
-Motivo in più per essere qui. Dunque avevo pensato ad una giornata, solo io e te, a Portobello beach.-
-Andiamo al mare alla fine di ottobre?- lo guardò confuso Remus.
- Ovviamente non ci facciamo il bagno. Ce ne stiamo lì a rilassarci e basta. Il mare allieva lo stress e poi ho tutto l’occorrente per un picnic. Ci stai?- nel mentre prese e mostrò al castano un cesto e dei teli mare.
- Va bene. E grazie per tutto questo.- Gli rispose Remus arrossendo. Sirius si limito a sorridere e a fargli l’occhiolino. Poi salirono sulla moto e si avviarono verso il gelido mare del Nord.

Arrivarono alla spiaggia per le 11. In giro c’era poca gente, qualcuno faceva un po’ di allenamento.
I ragazzi misero i due teli per terra e si sistemarono.
-E’ uno dei miei posti preferiti di Edimburgo. Vengo qui quando voglio stare per conto mio.- Gli confessò il moro guardando il mare di fronte a sé.
- E’ un bellissimo posto- sussurrò Remus per non rovinare troppo il silenzio intorno a loro.
Rimasero per un po’ in silenzio a contemplare il mare. Non era uno di quei silenzi imbarazzanti, ma un silenzio confortevole e Remus ne assaporò ogni attimo.
Il castano si voltò verso la borsa portata da Sirius domandandosi cos’altro avesse portato il ragazzo accanto a lui. Il moro intercettò il suo sguardo e sorrise.
-Per tua informazione lì dentro abbiamo il nostro pranzo, che sono un paio di panini a testa e del succo e due birre da bere durante il tardo pomeriggio.-
- Però un pranzo degno di un re- commentò divertito Remus mentre Sirius scoppiò a ridere.
Essendo ormai ora di pranzo i due ragazzi si misero comodi e iniziarono a mangiare l’uno di fronte all’altro.
-Allora raccontami un po’ di te- esordì Black dopo aver mangiato metà panino.
Remus deglutì e si prese un bicchiere di succo mentre riordinava le idee. -Beh non c’è molto da dire. Sono del Galles, ma questo già lo sai. Sono figlio unico e ho vinto la borsa di studio per i miei meriti e se la voglio tenere anche per il prossimo anno devo andare bene a questo esame. Amo quello che studio anche se non so cosa fare dopo, sono indeciso tra puntare all’insegnamento o entrare nel mondo del’editoria. Ho pochi amici, ma sono i migliori. Un giorno vorrei visitare Parigi, la Corea del Sud e il Giappone. A proposito di Giappone, per un breve periodo ho cercato di imparare il giapponese, ma l’ho abbandonato.- Remus si rese conto di aver buttato fuori un fiume in piena di parole e arrossì.- Scusami, sto parlando troppo.-
Sirius scosse la testa.- E’ bello sentirti parlare e ascoltarti.-
-E te?- gli chiese incuriosito Remus.
-Dunque amo la mia moto anche se Euphemia, la madre di James, si preoccupa sempre quando mi vede salirci. Amo anche la musica, come puoi vedere da dove lavoro. Ho una storia particolare alle spalle sulla questione famiglia che non voglio approfondire, devi sapere solo che ho un fratello che non vedo e non sento da molti anni e che considero James e la sua famiglia come la mia famiglia ed è lo stesso per loro, sono praticamente il loro secondo figlio.- Dopo questo fece un attimo di silenzio e Remus conservò con cura tutte queste informazioni.- Altro che posso dirti, mmm, ho un cane nero che si chiama Padfoot che amo più della mia stessa vita anche se adesso sta con la mia cugina preferita, Andromeda e con sua figlia Ninfadora.- Riprese sorridendo verso la fine.
Finirono il loro pranzo, aggiustarono un po’ i loro teli e si sdraiarono su di essi l’uno di fianco all’altro e si misero ad osservare il cielo.
-Comunque a proposito di Parigi, je parle français.- Remus si voltò di scatto stupito e Sirius sorrise alzando le spalle.- I miei fecero seguire a me e a mio fratello delle lezioni di francese fin da quando eravamo piccoli e in più siamo sempre andati in vacanza in Costa Azzurra.-
-Woow, io conosco solo l’inglese e un po’ di gallese grazie a mia madre- commentò un po’ invidioso Remus.
-Beh, non è mai troppo tardi per imparare una nuova lingua.-
Il castano gli sorrise e rimasero per un po’ a guardarsi negli occhi, finché Sirius non si avvicinò per posare le sue labbra sull’altro ragazzo.
A Remus quelle labbra gli erano mancate e approfondì il bacio mentre il suo cuore batteva all’impazzata.

-Mi sa che dobbiamo ritornare in dietro, fra poco farà buio e sta iniziando a fare molto freddo.- Si alzò, stiracchiandosi, Sirius seguito dal castano che annuì. Misero quello che rimaneva nella borsa e si avviarono, mano nella mano, verso la moto.
Una ventina di minuti dopo erano arrivati sotto casa di Remus. Il quale, appena sceso dalla moto, si voltò verso il moro.
-Perché non rimani da me per un po’? possiamo ordinare delle pizze e vederci qualcosa.-
-Mi sembra un ottimo piano mon chérie.-
Remus era un po’ nervoso, anche se l’idea era stata sua. Aprì la porta lanciando un’occhiata veloce per controllare che fosse tutto a posto e fece entrare Sirius che guardò il suo salotto/cucina incuriosito.
-E’ un po’ piccola, di là c’è la mia stanza e il bagno. Ma è confortevole e poi ci vivo solo io.- Lupin indicò la zona dove si trovava il resto dell’appartamento.
-Mi piace, parla molto di te- commentò Sirius guardando una libreria strapiena di libri, difatti c’erano due file fuori sul pavimento e sopra una di essi una tazza da caffè vuota.
-Suoni?- chiese indicando una chitarra classica appoggiata vicino al divano.
- A volte, ma lo faccio da autodidatta, quindi non sono proprio un granché, ma mi piace e mi rilassa e non faccio molto rumore, quindi i vicini non si lamentano.- Rispose Remus alzando le spalle e sorridendo.
Sirius ricambiò il sorriso e si mise comodo sul divano, togliendosi la sua giacca di pelle. Remus, prima di fare lo stesso, andò ad accendere la tv. Si misero comodi mentre aspettavano le pizze.
-Cosa vorresti guardare?- gli chiese Remus mentre scorreva la home di Netflix.
-Non so, un film. Però che non duri tanto che qualcuno qua deve riposarsi per domani- rispose il moro ghignando.
Remus gli fece la linguaccia ma non poté controbattere perché suonarono al citofono, segno che le pizze erano arrivate.
Alla fine optarono per Love and Monsters, il film con Dylan O’Brien. Finita la pizza si accoccolarono sul divano e Sirius commentò un po’ il film per il divertimento di Remus. Il quale si rese conto di aver passato una bellissima giornata senza pensare neanche un attimo all’esame, tutto grazie al moro di fianco che era entrato nella sua vita in una giornata di pioggia, ma aveva portato il sole con sé.

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Remus sentì uno sbuffo accanto a sé quando la sua sveglia iniziò a suonare. Tastando il comodino riuscì a spegnerla e con gli occhi ancora chiusi si rigirò per ritornare a dormire, ma un secondo dopo spalancò gli occhi alzandosi di colpo, quando comprese che giorno fosse. Il suo risveglio brusco ricevete un mugolio infastidito dall’ammasso di coperte accanto a lui, dove si potevano vedere solo i capelli di Sirius. Remus fece un sorriso di scuse all’occhiata mezza addormentata del moro.
Si alzò e andò a preparare il caffè per lui e per Sirius che l’aveva seguito e ora stava avvolgendo le sue braccia attorno alla sua vita e si stava appoggiando all’incavo della spalla.
-Non dirmi che hai intenzione di bere solo il caffè - commentò il moro alzando un sopracciglio.
-Sono troppo nervoso per mangiare altro.-
-Va bene, vuol dire che finito l’esame ti porto al bar- Gli sorrise prendendo un sorso di caffè e amicando alla faccia confusa di Remus.- Non penserai mica che me ne vado via solo perché ho avuto la mia notte di sesso sfrenato.-
Remus arrossì al ricordo della notte appena passata. -No ovviamente no, però non sei obbligato a venire all’esame, ti annoieresti ad aspettare.-
-Ehi, io non mi sento affatto obbligato, voglio esserci di mia spontanea volontà per supportarti.- Gli dedicò un sorriso Sirius, avvicinandosi e prendendo il volto di Remus fra le mani, e baciandolo sulle labbra a confermare quello che aveva appena detto. Remus ricambiò il sorriso.

Dopo un’ora fatta di ansia e domande Remus uscì soddisfatto dall’aula, aveva ricevuto un ottimo voto e finalmente poteva iniziare il suo secondo anno. In più la borsa di studio era ancora assicurata e questo gli levò un peso dalle spalle.
Raggiante, fece percorrere i suoi occhi per tutto il cortile alla ricerca di un certo moro, che individuò seduto su degli scalini ad ascoltare musica incurante delle occhiate che riceveva da un gruppetto di ragazze accanto a lui.
Remus si diresse verso Sirius, ma non riuscì a dire niente perché di colpo due occhi grigi si soffermarono su di lui.
-Allora com’è andata?-
-Benissimo. Meglio di quanto avessi immaginato. Ora sono ufficialmente al secondo anno.- Rispose il castano aiutando Black ad alzarsi.
-Visto? Te l’avevo detto, uomo di poca fede. Ora andiamo a fare una sostanziosa colazione.- Ghignò Sirius buttando un braccio sulle spalle del ragazzo accanto a lui.
-Va bene, va bene- commentò Remus e poi voltandosi notò una chioma rossa.-Ehi, lì c’è Lily.-
Sirius seguì il suo sguardo, ma nel farlo il suo sorriso sparì e si fermò di colpo. Remus si girò verso di lui confuso dalla strana reazione.
-Il ragazzo affianco a lei è mio fratello, Regulus Black . Che ci fa qui?- alzò il sopracciglio fissando il fratello che a sua volta lo stava guardando, dal momento che sia lui che Lily avevano notato i due ragazzi.
Sirius si voltò e si diresse dall’altra parte del corridoio sotto lo sguardo confuso di Lily e impercettibile di Regulus. Remus lanciò prima uno sguardo di scuse rivolto a loro e poi seguì il moro per parlare.

Lo trovò un paio di minuti dopo seduto su una panchina in cortile, si stava accendendo una sigaretta. Remus prese posto accanto a lui.
-Mi spieghi che ti è preso prima?-
Sirius sospirò facendo uscire un po’ di fumo.-Tu lo conosci?-
-Non bene, so che fa medicina e quindi lo conosce Lily. Non avevo pensato fosse tuo fratello, anche se ora noto la somiglianza.- Scosse la testa il castano fissando negli occhi l’altro ragazzo.
-Ti ricordi che ti avevo detto che la mia vita familiare è stata complicata? Beh lo è stata davvero. Io ero il primogenito, colui che doveva portare avanti il nome dei Black. Nostra madre era molto rigida durante la nostra educazione. Ci picchiava se non succedeva quello che voleva lei. Io ero la sua più grande delusione, perché sono diverso. Basta guardarmi- Sirius fece un gesto verso sé stesso- Ce da dire che io non me ne stavo buono e mi ribellavo. Me ne andai di casa all’età di sedici anni, quando scoprirono la mia omosessualità. Quel giorno mi picchiarono in modo molto aggressivo, più del solito oserei dire, e mi chiusero nello sgabuzzino per tutta la notte. Verso le prime luci dell’alba Reg venne ad aprirmi, liberandomi. Aveva fatto una valigia con tutta la mia roba e mi disse di andarmene prima che potesse succedere il peggio e di non tornare mai più. Mi chiamo con uno slur omofobo e io me ne andai incazzato e ferito. Avevo sedici anni e mi portavo dietro una rabbia furiosa. Andai a stare dai Potter che mi accolsero fin da subito. Lì trovai una vera famiglia.-
Remus era rimasto in silenzio per tutto il discorso e gli aveva stretto la mano tra le sue.
-Mi dispiace per tutto quello che hai passato Sir.-
Il moro scrollò le spalle.- E’il passato. Ora ho una vita qui, ho una famiglia, un migliore amico e soprattutto ho te e quello che stiamo iniziando ad essere, che è qualcosa di meraviglioso a mio parere.-
Remus sorrise accarezzandolo, ma poi si fece serio.- Cerco di comprendere quello che hai dovuto passare, ma forse dovresti dare una possibilità di spiegazione anche a Regulus, è tuo fratello e tutto quello che hai passato te, l’ha passato anche lui. E ti ha fatto scappare e probabilmente per quel gesto ha dovuto pagare delle conseguenze davvero severe.-
-Ho pensato milioni di volte a quello che gli è potuto succedere dopo la mia fuga. Ma sono passati anni e non ci parlo da quella mattina.- mormorò Sirius guardando il vuoto.
- Lo so, ma ora lui è qui e forse persino il destino vuole un chiarimento tra i fratelli Black. Non dovevate subire tutto quello e la colpa è solo dei vostri genitori, ma il vostro rapporto può ancora essere salvato. Perciò vieni.-
Remus si alzò e facendo alzare a sua volta Sirius, lo prese per mano e si diressero verso il punto dove prima c’ erano Lily e Reg. Che, per fortuna, si trovavano ancora lì, insieme a due amici del minore dei Black, Barty Crouch Jr. e Evan Rosier. Si avvicinarono al gruppetto.
-Ciao a tutti. Scusami Lily per il comportamento di prima.- Si avvicinò Sirius in leggero imbarazzo, Lily gli sorrise tranquillizzandolo. Il moro si girò verso il fratello e i loro occhi si incontrarono dopo anni e dopo tanto dolore. - Vorrei parlare con te in privato.-
Regulus lo guardò un attimo diffidente e senza distogliere gli occhi dal fratello, mise una mano sul petto di Barty per tranquillizzarlo, siccome si era spostato verso di lui con fare protettivo. Dopo qualche secondo di indecisione, annuì e i fratelli Black si diressero in un posto tranquillo per parlare di nuovo dopo quella mattina in cui il legame s’era sfalciato ma non distrutto, perché in fondo ognuno di loro voleva ricucire quel legame e ad entrambi mancava l’altro.
-Beh che dite se lì aspettiamo nel bar dell’università, almeno siamo al caldo e comodi- propose Lily al gruppetto che concordo. Remus si rese conto in quel momento che stava morendo di fame. Dopotutto per via dell’esame non aveva mangiato nulla.
Aspettarono mezz’ora prima di vederli ritornare con le spalle più leggeri e le facce più tranquille. Ci sarebbe voluto ancora del tempo, ma era un primo passo e andava bene.
-Allora siccome siete quasi tutti qui, mancano solo James, Dorcas e Marlene che li avviserò dopo, volevo invitarvi tutti alla festa dei miei 23 anni, sabato.- Annunciò Sirius alla fine della colazione prima che ognuno lasciasse la compagnia per tornare a casa.
Ci fu un mormorio di consensi e il moro si volse raggiante verso Remus aspettando la sua risposta che non tardò ad arrivare quando il castano pose le sue labbra su quelle del ragazzo davanti a lui, sorridendo.

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Remus era in giro per Edimburgo da tutta la mattinata. Si era ridotto all’ultimo a comprare il regalo per Sirius, e si doveva sbrigare siccome da li a poche ore sarebbe iniziata la festa. Ma c’era un problema, non aveva idea di cosa regalargli. Era il primo compleanno del moro che festeggiava e si frequentavano da pochissimo, ma lui voleva sorprenderlo. Ma non sapeva con cosa.
Sbuffò coprendosi meglio con la sciarpa. Novembre era arrivato e con esso il freddo tipico scozzese. Si guardò intorno per l’ennesima volta sperando in un’illuminazione improvvisa ma nulla.
Decise di mandare un messaggio a Lily per chiederle aiuto e mandargli la posizione di dove si trovasse.
Per evitare il congelamento decise di entrare in un negozio a caso per riscaldarsi. Mentre aspettava la sua migliore amica, Remus decise di perdere tempo facendosi un giro per gli scaffali. E fu allora che lo vide proprio davanti agli occhi, il regalo perfetto per Sirius.
-Ehi eccomi pronta a darti una mano tesoro.- Una voce squillante e felice ruppe il silenzio dietro le sue spalle. Remus si voltò sorridendo verso Lily Evans con in mano il regalo.
-Credo di aver risolto la situazione, per un colpo di fortuna oserei dire.-
Lily lo guardò da vicino, mentre il suo sorriso si allargava.- E’ perfetto Remus. Sirius lo amerà.-

Qualche ora dopo si presentò a casa di Sirius e James. Era già stato un paio di volte nel loro appartamento ed era già abituato al caos che due giovani uomini potessero fare, ma sorprendentemente il posto era in ordine e pulito. Sedute sul divano c’erano le responsabili di questo cambio di scenario, Lily e Dorcas.
Remus le andò a salutare e poi si diresse verso la cucina per posare il regalo e uno spumante.
-Sirius?- chiese rivolto all’unica persona nella stanza, ovvero uno dei due abitanti, James.
- Mi ha appena scritto. Ha finito il turno in negozio, ora arriva.- Rispose sorridendo.
Qualche minuto dopo suonò il campanello e Remus decise di andare ad aprire. Si ritrovò davanti Regulus, Barty ed Evan. Non li vedeva dalla mattina dell’esame.
-Ehi ciao. Il festeggiato deve ancora arrivare e manca anche Marlene, gli altri sono tutti in salotto- Li accolse sorridendo e prendendo i loro capotti poi fece per richiudere la porta, ma un piede apparve all’improvviso bloccandola.
- Non vorrai mica sbattere la porta in faccia al festeggiato.- Commentò ghignando Sirius. Remus scosse la testa ricambiando il sorriso e lo baciò, oggi non si erano ancora visti e gli mancava la sua presenza.
-Voi due siete carini, ma io qua fuori mi sto congelando le chiappe.- Interruppe Marlene da dietro la spalla del moro.
La festa fu un successo e anche se alcune persone fino a qualche tempo fa non erano mai state insieme in una stanza, nessuno si annoiò, ma anzi tutti si divertirono e passarono un bellissimo pomeriggio insieme.
Le prime ad andarsene furono Marlene e Dorcas che si scusarono, ma la bionda il giorno dopo aveva uno shooting fuori Edimburgo e dovevano partire. Poi fu la volta di Lily e James che dovevano andare a cena dai genitori della rossa, si aggregò anche Evan per un breve passaggio in macchina. Alla fine rimassero i due fratelli Black, Barty e Remus che iniziarono a mettere in ordine l’appartamento.
Remus aveva appena finito di mettere apposto le stoviglie e si girò per cercare il moro. Lo trovò insieme a Regulus a guardare la collezione di dischi e a parlare.
-Sarà un percorso molto lungo, ma sta già iniziando. E noi due dovremmo essere pronti a sostenerli e a rimanergli accanto.- Commentò una voce vicino al castano. Remus si girò e annuì verso Crouch che era appoggiato al tavolo e teneva gli occhi fissi su i due fratelli, anche Remus riportò gli occhi su i due ragazzi e rimasero a guardarli ricucire il legame, per un po’.

Erano rimasti solo loro due e il silenzio calò sull’appartamento. Remus si appoggiò al divano chiudendo gli occhi, ma li ri apri immediatamente quando le note di una canzone di Bowie si sparsero per il salotto e Sirius Black si mise di fronte a lui invitandolo a ballare.
-Bowie?- alzò un sopracciglio Remus accettando la mano del moro e posizionandosi per ballare.
-E per mano sua che ci siamo conosciuti.- Alzò le spalle Sirius iniziando a ballare. Remus sorrise e rimase a fissare quei occhi grigi che l’avevano fatto innamorare.
Sirius lo faceva sentire vivo come mai aveva sperimentato nella sua vita. La sua amata Scozia gli aveva fatto una sorpresa sotto le sembianze di un ragazzo dagli occhi grigi contornati di eyeliner, che aveva passato l’inferno ma da quale n’era uscito più forte e più sicuro di sé. Che con i suoi ombretti e le sue unghie colorate aveva colorato e reso migliore la vita di Remus. Sirius era come la luna che illuminava con la sua presenza il buio della notte e rassicurava chiunque ne avesse bisogno. Sirius era il suo nord e Remus era una calamita sempre attratta dal polo magnetico che emanava.

E mentre questi pensieri attraversavano la mente del castano e lui si stringeva contro Sirius. E mentre i due ragazzi continuavano a danzare sulle note del duca bianco, fuori i primi fiocchi di neve della stagione si posavano sui tetti e sulle strade di Edimburgo.

Fine