A Letter For Valentine's Day

Harry Potter - J. K. Rowling
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A Letter For Valentine's Day

Era ormai tarda serata quando James notò un gufo avvicinarsi dalla sua finestra.

Era disteso a letto e sul punto di addormentarsi, ma fu così incuriosito dall’insolita visita che si avvicinò al gufo ormai posato sulla sua finestra aperta.

Non aveva mai visto quel gufo e certamente non aveva idea a chi appartenesse.

Il gufo portava con se una lettera.

Tese la mano verso il becco del volatile davanti a lui e con un deciso movimento la afferrò.

E rapidamente il gufo se ne volò via, lasciando James essere l’unica persona sveglia in quella stanza.

James riceveva spesso la posta.

Per esempio dai suoi amici e dalla sua famiglia.

Ed era anche abituato a riceverne il giorno di San Valentino da numerose ragazze che frequentavano Hogwarts.

Ma la lettera che aveva in mano ai suoi occhi risultava diversa.

Forse perchè non gli è stata consegnata durante la colazione nella sala comune? O in biblioteca? O in classe di nascosto sotto i banchi?

O forse proprio perchè la lettera in se era diversa.

Non era né colorata, né piena di cuoricini né sommersa dal profumo.

Sembrava spenta e fredda, ma allo stesso tempo la soffice e costosa carta le donava eleganza.

Affacciato ancora alla finestra ed illuminato dalle stelle, James aprì la lettera.

Anche l’interno di essa provocò a James la stessa sensazione, freddezza e rigidità, ma al contempo calore e affetto dalla elegante scrittura.

E lesse:

Odio il modo in cui mi parli

E il modo in cui ti tagli i capelli

Odio il modo in cui voli sulla tua scopa

Odio quando mi fissi

Odio le tue stupide converse rosse

E il modo in cui mi leggi nella mente

Ti odio così tanto che mi fa star male, mi fa per fino scrivere poesie

Ti odio..

Odio quando hai sempre ragione

Odio quando mi menti

Odio quando mi fai ridere

Odio anche di più quando mi fai piangere

Odio quando tu non mi se in torno e il fatto che tu non mi abbia scritto

ma più di tutto odio il fatto che non ti odio

Nemmeno ...nemmeno un pochino, nemmeno… per niente

 

                 Little Prince ✩

 

I suoi occhi corsero rapidamente fino alla fine della lettera senza nemmeno tralasciare una parola scritta.

Arrivato alla firma, James era rimasto senza parole.

Non sapeva né come reagire e nè che pensare.

Nonostante gli fosse capitato svariate altre volte di ricevere lettere del genere, a questa però non sapeva come rispondere.

Non c’era nessuno davanti a lui con lo sguardo basso che attendeva solo che una sua risposta, sapendo che molto probabilmente sarebbe stata un rifiuto.

Si alzò dalla sua seduta davanti alla finestra e iniziò a camminare per la stanza contemplando la lettera e lasciando vagare la sua mente tra miliardi di pensieri differnti.

Poi, ancora confuso, si lasciò cadere sul suo letto, tenendo la lettera sempre tesa davanti a lui tra le sue mani.

Il suo letto però lo tradì, producendo uno stridulo rumore.

James prego che questo non svegliasse nessuno.

Fortunatamente Peter aveva un sonno profondo, ma mai profondo quanto quello di Remus dopo una luna piena.

Quindi l’unico che poteva aver svegliato era Sirius.

Non appena pensò al leggerissimo sonno del suo amico, i suoi occhi si diressero sulla struttura di legno circondata da tende non chiuse che era il suo letto.

E li vide la figura del suo miglior amico seduto sul letto, ancora avvolto dalle coperte, che si sfregava gli occhi, pur di vedere meglio ciò che stesse accadendo intorno a lui.

E il silenzio nella stanza si interruppe.

“Prongs?.. amico che ci fai sveglio?” Disse Sirius con la voce impastata dal sonno e sbadigliando nel mentre.

James, rendendosi conto d’avere davanti a sé la lettera, fece un movimento veloce per nasconderla dietro di sè.

“Ehm… avevo bisogno di andare al bagno…mh.. già..”

Sirius notò l’insicurezza nella sua voce e nel suo rapido movimento, così scivolò via dalle coperte e si avvicino a James con area sospetta.

“Prongs che cos’hai lì dietro?”

“Ehm… non so di cosa parli Pads..”

Sirius notò il delicato pezzo di carta che James cercava in tutti i modi di non spiegazzare mentre lo nascondeva tra le sue mani.

“James! Schifoso di un malandrino! Hai ricevuto un’altra lettera d’amore! Come se le altre cento della giornata non bastassero! Mio dio! Non è un po’ troppo tardi però?”

“No, ma che stai dicendo Pads? Probabilemte è la stanchezza che parla…meglio che torni a letto”

“Prongs non fare lo sciocco l’ho vista la lettera che tieni in mano! Dai dimmi chi te l’ha mandata!”

“Non sono tenuto a dirtelo… ora zitto se no sveglierai gli altri..”

“Ma quindi non neghi che sia un’altra lettera d’amore! Dai dimmi chi te la manda, ti prego!! Per favore!” Sirius suonò più eccitato rispetto a prima.

“No, non posso” James scosse il capo due volte

Ciò rese Sirius un po’ confuso. “In che senso non puoi?”

“Nel senso che non posso, Pads, la lettera non è firmata con il nome di chi me l’ha mandata. Ma anche se ci fosse scritto non te lo direi, vorrei rispettare la privacy delle persone.”

Detto questo James si stese nel proprio letto tenendo ancora stretta la delicata lettera tra le mani.

“Oh ma dai amico! Non puoi fare un eccezione per me?!” disse Sirius letteralmente pregandolo in ginocchio davanti al suo letto.

“No Pads, non esiste. Torna a letto adesso…buonanotte..”

Detto questo Sirius si alzo e diede le spalle a James tornando al suo letto.

“Agh sei impossibile, James Potter!”