
In Viaggio Per Hogwarts
King’s Cross. Primo settembre.
Un luogo e una data insignificanti per molti… se non per una frazione di abitanti della Gran Bretagna.
In questo giorno, quelle persone si riuniscono per un solo motivo: accompagnare i loro figli su un binario segreto, il binario nove e tre quarti, per mandarli a Hogwarts.
Il treno stava diventando sempre più pieno e il binario non poteva essere più affollato di così.
Tutto questo però era di poca importanza per il giovane ragazzo seduto nell’ultimo scompartimento dell'Espresso.
Aveva folti capelli pettinati con cura, scuri ma con le punte bianche come se ci fosse caduta sopra della neve fresca. I suoi occhi grigi erano fissi su un album da disegno che aveva in grembo. Gli zigomi alti, le spesse sopracciglia e le palpebre pesanti gli davano l'impressione di un principe annoiato.
Indossava una camicia bianca, un gilet grigio e i pantaloni neri, sotto i quali appariva un paio di scarpe lucide. L'impugnatura di una bacchetta fuoriusciva dal bavero del gilet.
I suoi unici accessori erano un anello d’argento con una pietra nera alla mano destra e un polsino di cuoio con uno stemma araldico al polso sinistro.
Mancavano dieci minuti alla partenza quando un altro ragazzo dai capelli neri arruffati e gli occhi verdi passò nel corridoio e bussò alla porta. Ricevendo il permesso la apri, trascinando il baule a fatica.
“Posso sedermi qui?” chiese e l'altro annuì.
Il nuovo ragazzo fissò con un po' di fatica il baule sulla reticella e poi si sedette, muovendo i capelli sudati dalla fronte e scoprendo una cicatrice a forma di saetta. Il ragazzo con l'album spalancò gli occhi per un secondo, poi ritornò impassibile e tese la mano.
“Lieto di conoscerti, Potter,” disse semplicemente.
Harry Potter strinse La mano sorpreso e l'altro sapesse chi era molto più del fatto che la mano in questione era gelida. La sorpresa deve essere stata evidente perché il suo interlocutore disse “Hai scoperto la fronte.”
Harry si affrettò a coprire la cicatrice con la frangia, facendo ridacchiare il ragazzo dagli occhi grigi che continuò, “comunque, il mio nome è Hydrus Black.”
“Hydrus?” chiese Harry, incuriosito da un nome così particolare.
“È tradizione nella mia famiglia chiamare i figli prendendo spunto dall'astrologia. Hydrus è la costellazione del serpente marino,” spiegò.
“Quindi è la tua famiglia siete tutti maghi?” domandò Harry.
“Rigorosamente,” rispose Hydrus con un leggero broncio. “I miei nonni In particolare erano fanatici sul purosanguismo.” Fece una smorfia disgustata e si voltò a guardare la finestra.
Harry si sentì in imbarazzo per aver chiesto qualcosa che evidentemente non era piacevole e i suoi occhi caddero sul blocco.
“Disegni?” domandò Harry.
Lo sguardo di Hydrus scattò prima Harry poi blocco da disegno prima di fare un breve sorriso.
“Qualche volta. Paesaggi per lo più, ma prediligo le cose astratte,” e gli passò il blocco da disegno.
Sfogliando le pagine, Harry vide molti schizzi di paesaggi di campagna e caseggiati al tramonto, ma i disegni più ricorrenti erano interessanti: cerchi multicolori con mille linee intrecciate che avevano tutti quattro dettagli ricorrenti.
“Sono un appassionato della Teoria degli Elementi,” spiegò Hydrus guardando Harry osservare interessato l'ultimo dei suoi lavori. “Sai… che la più pura delle magie viene dai Quattro Elementi: fuoco, ghiaccio, aria e terra. Si dice che basandosi sull’intento, i Quattro Elementi possono essere usati per creare o per distruggere.”
Harry alzò lo sguardo per incrociare gli occhi grigi di Hydrus. “Non posso dire di non essere curioso adesso,” disse infine.
I due iniziarono presto una conversazione proprio quando il treno cominciò a muoversi e le persone sul binario salutavano prima di sparire.
In quel momento Hydrus si alzò in piedi e tirò fuori la bacchetta. Era molto bella: il manico era a forma di uovo, con delle striature grigie nel legno, che proseguiva in due strisce intrecciate che si univano verso la punta e decorata qui e là con dei ricami in argento.
“Colloportus,” disse Hydrus puntandola verso la porta dello scompartimento e Harry sentì la serratura scattare.
Harry lo fissò e Hydrus spiegò. “Non mi piacciono molto i ficcanaso e dubito che qualcuno di famoso come te possa fare un viaggio senza avere qualcuno che sbavi dietro la tua cicatrice. Quando verranno, ti vedranno con me, chiederanno chi sono e fuggiranno non appena sentiranno il mio nome, terrorizzati da quello che potrei fare loro.”
Harry sembrò sorpreso da un gesto altrettanto egoista e altruista. "Perché?" chiese: "Che problema hai con il tuo nome?"
Hydrus rimase momentaneamente stupefatto e rispose. “Ti avevo detto che i miei nonni erano fanatici purosangue. Praticamente quasi tutta la mia famiglia ha combattuto la guerra dalla parte di Tu-Sai-Chi”.
"Che cosa?!" esclamò Harry sbalordito.
“Per la barba di Merlino, hai vissuto gli ultimi dieci anni sotto una roccia?” chiese Hydrus alzando le sopracciglia.
Harry arrossì leggermente e mormorò “Non esattamente una roccia ma…” poi alzò la voce. “Sono stato cresciuto dalla sorella di mia madre. Ho scoperto di essere un mago solo un mese fa."
A quelle parole Hydrus rimase a bocca aperta al punto che avresti potuto mettergli una mano in bocca. Harry sembrava sempre più imbarazzato.
“Per il...” sussurrò Hydrus, era senza parole come se avesse sentito qualcosa di scandaloso.
“Oh, in nome dei Fondatori, questo è un problema con la P maiuscola!” disse infine e si rivolse a Harry.
“Chiunque abbia avuto la brillante idea di non dirti nulla aveva annusato una pozione di troppo. Non sei famoso SOLO per aver sconfitto il mago oscuro più pericoloso di tutti i tempi! I Potter sono una famiglia nobile!”
Gli occhi di Harry si spalancarono. "Veramente?!" gridò.
Hydrus sospirò lasciandosi andare contro lo schienale del sedile. “I primi Potter risalgono al XII secolo. Crebbero nella posizione sociale grazie alle loro capacità e per essersi sposati nel Casato dei Peverell. I figli di queste famiglie, come te e me, vengono formati a partire dall'età di cinque anni nelle tradizioni e nella politica. Le Casate più antiche hanno anche il dovere di prendere posto nel Wizengamot, il nostro organo dominante,” aggiunse vedendo lo sguardo confuso di Harry.
"Ma come posso sperare di recuperare allora?" chiese Harry disperato.
"Calmati", rispose Hydrus. “Questo tipo di responsabilità si assume una volta usciti dalla scuola, bisogna avere almeno vent'anni. Hai tempo per imparare ciò di cui hai bisogno. Posso aiutarti", finì per dire.
Hydrus iniziò dalle basi, come l'etichetta magica e Harry pendeva da ogni parola. Mentre parlavano il treno li aveva portati fuori Londra. Adesso correvano lungo pascoli pieni di mucche e pecore. Intorno alla mezza sentirono un leggero fracasso nel corridoio e qualcuno bussare alla porta, che Hydrus la aprì con un colpo della bacchetta.
Una piccola strega tarchiata, ma sorridente infilò la testa dentro chiedendo: "Qualcosa dal carrello, cari?"
Harry balzò in piedi e andò a prendere qualcosa, seguito da Hydrus. Harry guardò il cibo e prese un po' di tutto, Hydrus invece comprò solo qualche Cioccorana e Calderotti, poi tornarono nello scompartimento dove Hydrus tirò fuori dei panini che aveva condiviso con l'altro ragazzo.
I due ragazzi mangiarono con calma prima di buttarsi sui dolci, Hydrus spiegando le loro caratteristiche. Ora, la campagna che sfrecciava sotto i loro occhi si era fatta più selvaggia. Niente pià campi ordinati. C'erano boschi, fiumi tortuosi e colline color verde scuro.
Stavano guardando le carte delle Cioccorane (Harry aveva ottenuto Merlino, Morgana, Circe, Paracelso, Hengist di Woodcroft e Cliodna), quando la porta si aprì ed entrarono un ragazzo in lacrime e una ragazza dai capelli folti e dai denti davanti sporgenti che indossava la sua uniforme nuova di zecca.
“Qualcuno ha visto un rospo? Neville lo ha perso", disse con voce autoritaria.
“No, non l'abbiamo visto. E sarebbe stato educato bussare", rispose Hydrus. Harry sembrava d'accordo ma non disse nulla.
La ragazza li guardò e borbottò delle scuse. Hydrus lo sentì e disse: “Non importa, suppongo che sia stato un errore causato dall'eccitazione. Tornando alla domanda sul rospo, hai controllato i bagni? Agli anfibi piace l’acqua”.
I due annuirono.
“Vediamo allora,” e tirò fuori di nuovo la bacchetta. "Descrivilo", disse al ragazzo chiudendo gli occhi.
“Oscar è grande quanto la mia mano, ha delle macchioline marroni proprio sopra gli occhi e sulle gambe”, rispose asciugandosi le lacrime.
Hydrus sollevò la bacchetta, disse "Accio Rospo" e pochi secondi dopo eccolo lì che sfrecciava nell'aria atterrando nella mano aperta di Hydrus. Lo passò al ragazzo che lo ringraziò.
"Non è un incantesimo insegnato quest'anno", commentò la ragazza. "Ho imparato tutti i libri di testo a memoria e non è stato menzionato."
Harry spalancò gli occhi davanti al suo zelo e Hydrus fece lo stesso, segno evidente che nessuno dei due aveva imparato a memoria i libri di testo.
“A Hogwarts lo insegnano al quarto anno, ma è sopravvalutato per evitare che diffonda pigrizia,” rispose diffidente Hydrus.
"Non mi dire" disse la ragazza. "Oh... ehm... sono Hermione Granger," si presentò.
“Neville Paciock,” disse il ragazzo con il rospo e Harry vide Hydrus irrigidirsi per un momento. Decise che sarebbe stato opportuno distogliere l'attenzione da lui. "Harry Potter", disse.
"Per tutte le cavallette!" esclamò Hermione, Neville era a bocca aperta. "Ho letto tutto di te, sei menzionato in 'Ascesa e declino delle arti oscure', 'Grandi eventi magici del ventesimo secolo' e 'Storia moderna della magia'!"
Harry non ebbe il tempo di rimanere impressionato dal fatto che sentì Hydrus parlare. “Li ho letti anch'io, ma non considererei tutto ciò che è scritto come reale. Non c'è anima vivente che sappia cosa è successo veramente la notte in cui Tu-Sai-Chi è scomparso."
Harry, Hermione e Neville lo guardarono finché la ragazza non disse “Non ci mai avevo pensato, mhm… Oh scusa, non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami,” aggiunse imbarazzata.
Hydrus fece un respiro profondo per farsi coraggio e, con un breve cenno del capo e la mano con l'anello sul petto (il saluto dei Purosangue), disse lentamente "Hydrus Regulus Black".
Hermione non sembrava intimorita più di tanto, ma Neville impallidì cercando dietro di sé la maniglia della porta.
"C-c-come Si-sirius Black?" balbettò e Hydrus rispose: "Il fratello di mio padre", annuendo. "Ma non sono a conoscenza del motivo per cui ha fatto quello che ha fatto... e per quanto riguarda LEI, ci sono pratiche per farla allontanare dalla famiglia per vergogna."
Neville guardò sbalordito e semplicemente annuì, Hermione sembrava voler chiedere di cosa stessero parlando e Harry guardò Hydrus con un misto di pietà e simpatia: evidentemente chiunque fosse "LEI", doveva aver fatto qualcosa di molto serio alla famiglia Neville e ad Harry. sapeva tutto dei parenti orribili.
I due si salutarono e se ne andarono, lasciando Hydrus a guardare fuori dalla finestra e Harry a dargli spazio. Tuttavia, poco dopo la porta dello scompartimento si aprì ancora una volta e Hydrus trattenne un gemito quando vide tre ragazzi, uno biondo con la faccia appuntita e gli occhi grigi della stessa tonalità di Hydrus, gli altri due molto scimmieschi che si comportavano come guardie del corpo.
“Bonjour, cousin Draco,” salutò Hydrus irritato in francese. Harry fu momentaneamente colpito dal suo cambio di linguaggio e sbatté le palpebre.
“Cousin Hydrus,” rispose il biondo con voce strascicata, “je vois que tu n'as pas perdu de temps pour te lier d'amitié avec le 'Sauveur'”.
“Tu n'as pas perdu de temps non plus et tu t'es retrouvé deux esclaves aussi stupides que toi,” continuò Hydrus.
Il biondo si accigliò prima di tornare all'inglese e parlare con Harry. "C'erano voci secondo cui Harry Potter era in questo scompartimento e sono venuto a presentarmi, Draco Malfoy... E questi sono Tiger e Goyle," aggiunse come ripensamento indicando i due bruti.
"Vincent, Gregory", disse Hydrus con il più piccolo dei cenni del capo e il più profondo disgusto. Lo hanno ignorato.
“Scoprirai presto che certe famiglie di maghi sono migliori di altre, Potter» continuò Malfoy rivolto a Harry. “Non vorrei fare amicizia con il tipo sbagliato. Posso aiutarti in questo", concluse tendendo la mano.
Hydrus soffocò una risata alla risposta di Harry. "Posso dirmi chi sono quelli sbagliati, grazie."
Le guance pallide di Malfoy divennero un po' più rosee mentre sul suo viso apparve una nuova smorfia.
“Hai commesso un grave errore, Potter! Se non cambi opinione, ti ritroverai in un mondo di problemi. Continua a frequentare feccia come Hagrid o questo traditore e farai la stessa fine dei tuoi genitori!”
Se Harry sembrava arrabbiato per l'insulto rivolto ai suoi genitori, Hydrus era livido e davvero spaventoso. Era balzato in piedi con pura furia in faccia, i suoi occhi grigi scintillanti e fissi su Malfoy.
La temperatura nello scompartimento scese notevolmente, ma solo Harry sembrò notarlo mentre Hydrus puntava un dito contro i tre.
“Ricorda con chi stai parlando. Attento a chi offendi e te ne pentirai davvero”, disse in un sussurro che tutti sentirono.
Malfoy rabbrividì quando una folata di vento gelido lo attraversò e mormorò qualcosa che somigliava a "mio padre".
“Oncle Lucius era troppo impegnato a insegnarti come si comportano i pavoni per dirti di non parlare male dei morti... o come un insulto può portare a una faida di sangue. Girate. Al. Largo”, concluse Hydrus enfatizzando le ultime due parole. Malfoy, Tiger e Goyle ricevettero il messaggio e scapparono. Hydrus chiuse la porta con un incantesimo e ricadde sul sedile sospirando e armeggiando con il polsino.
Harry gli concesse qualche minuto per calmarsi e gli chiese con tono cauto “Cosa intendeva Malfoy quando ti ha chiamato traditore? E perché Neville aveva paura di tuo zio?”
Hydrus girò velocemente la testa e ad Harry apparve stanco e rassegnato. Respirò lentamente e spiegò. “Mio zio Sirius aveva deluso le aspettative della famiglia quando non era stato smistato in Serpeverde come tutti gli altri; in seguito toccò il fondo diventando amico di tuo padre, James Potter, con il quale ottenne ben presto la fama di estremo piantagrane, soprattutto perché facevano scherzi, alcune volte molto crudeli, ai Serpeverde.
“Quando poi sei nato, mio zio è stato nominato tuo Padrino: è stato più o meno il periodo in cui mio padre è scomparso e all'inizio i due non sono mai stati amici, quindi non ci sono stati contatti. Tutto cambiò quella notte di Halloween... Tu-Sai-Chi venne a casa tua grazie alle indicazioni di mio zio, ma quando fu sconfitto, Sirius impazzì, uccise dodici Babbani e un mago con una maledizione e fu arrestato e imprigionato ad Azkaban dove attualmente si trova."
Harry stava guardando Hydrus inorridito. Era impallidito e sembrava in una sorta di conflitto, poi si voltò a guardare la finestra e Hydrus chinò lo sguardo.
I due non parlarono più durante il viaggio. Intanto fuori dal treno le montagne e le foreste si stagliavano contro un cielo violaceo. Indossarono le divise e in tutto il treno echeggiò una voce: “Tra cinque minuti arriveremo ad Hogwarts. Siete pregati di lasciare il bagaglio sul treno; verrà portato negli edifici della scuola separatamente.”.
Il treno arrivò tardi nell'oscurità in una stazione avvolta da altissimi pini e accanto al giovane Black, Harry rabbrividì nella fredda aria notturna e una voce profonda gridò “Primo anno! Primo anno! Da questa parte!"
Hydrus allungò il collo e vide un uomo gigante, barbuto e un po' spaventoso che reggeva una lanterna.
I giovani studenti, una quarantina, lo seguirono per un sentiero ripido e stretto, ai cui lati si stagliava un buio fittissimo, che terminava sulla riva di un enorme lago nero, dal quale li osservava un magnifico castello dalle molteplici torri, le cui numerose finestre sembravano piccoli occhi lucenti nella notte.
Il gigante disse loro di salire su una piccola flotta di barche di legno, non più di quattro ciascuna.
Hydrus si sistemò in uno e fu raggiunto da Harry, con un'espressione impassibile, Hermione Granger, troppo meravigliata dal castello per notarlo, e un ragazzo allampanato con le lentiggini e i capelli rossi il cui nome Hydrus non aveva bisogno di chiedere: "Weasley".
Le barche li portarono dall'altra parte del lago, fino a una piccola rimessa per barche sotto la scogliera su cui sorgeva Hogwarts. Percorrevano un passaggio sotterraneo fino a raggiungere una scalinata che scendeva al cortile d'ingresso.
Il gigante li condusse alle porte di quercia e, dopo aver controllato i numeri, bussò forte tre volte.