Il Coraggio di un Idiota

Harry Potter: Hogwarts Mystery (Video Game)
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Il Coraggio di un Idiota
Summary
Nathan Hawks e Chiara Lobosca erano due persone molto diverse. Chiara era una studentessa della casa di Tassorosso, una ragazza dai capelli d’argento, occhi blu come la notte e un viso delicato. A prima vista, sembrava una persona che non avrebbe fatto del male a una mosca, ma nascondeva un oscuro segreto: era una lupa mannara. Il fatto risaliva a quando aveva solo nove anni: durante la notte di Halloween, con la luna piena, fu attaccata da un licantropo che quasi la uccise. Nessuno conosceva il suo segreto, tranne una persona: il suo migliore amico, Nathan Hawks.Nathan, al contrario di Chiara, era uno spirito libero, spesso nei guai (anche se sembravano più i guai a trovare lui). Faceva parte della casa di Corvonero, e Chiara scherzava spesso su come avesse potuto finire lì. Non era un cattivo studente, anzi, eccelleva in Trasfigurazione, ma talvolta i suoi pensieri uscivano dalla bocca un po’ troppo facilmente. Oltre a questo, era il cercatore della squadra di Quidditch di Corvonero, uno dei pochi aspetti della sua carriera scolastica che lo mantenevano a galla.

Nathan Hawks e Chiara Lobosca erano due persone molto diverse. Chiara era una studentessa della casa di Tassorosso, una ragazza dai capelli d’argento, occhi blu come la notte e un viso delicato. A prima vista, sembrava una persona che non avrebbe fatto del male a una mosca, ma nascondeva un oscuro segreto: era una lupa mannara. Il fatto risaliva a quando aveva solo nove anni: durante la notte di Halloween, con la luna piena, fu attaccata da un licantropo che quasi la uccise. Nessuno conosceva il suo segreto, tranne una persona: il suo migliore amico, Nathan Hawks.

Nathan, al contrario di Chiara, era uno spirito libero, spesso nei guai (anche se sembravano più i guai a trovare lui). Faceva parte della casa di Corvonero, e Chiara scherzava spesso su come avesse potuto finire lì. Non era un cattivo studente, anzi, eccelleva in Trasfigurazione, ma talvolta i suoi pensieri uscivano dalla bocca un po’ troppo facilmente. Oltre a questo, era il cercatore della squadra di Quidditch di Corvonero, uno dei pochi aspetti della sua carriera scolastica che lo mantenevano a galla.

I due erano diventati amici al terzo anno, quando Nathan scoprì la condizione di Chiara. Le promise di mantenere il segreto, e non tradì mai la sua fiducia. Ora, al sesto anno, nonostante fosse un periodo di transizione, Chiara si impegnava molto nello studio, desiderosa di diventare una guaritrice.

Chiara preferiva studiare nel giardino della scuola piuttosto che in biblioteca o nella Sala Grande. Nathan lo sapeva e, quel giorno, la trovò seduta sulla fontana, con un libro in mano, pronta a ricevere una grande notizia.

Grazie al suo udito acuto, potenziato dalla licantropia, Chiara percepì i passi di Nathan prima che arrivasse.
«Hey, Nate! Come va?» lo salutò con un sorriso, notando il suo volto illuminato da un'espressione gioiosa.
«Sto bene! Anche se è da un po’ che non ti vedo» rispose lui, con un leggero tono di malinconia.
Chiara sollevò lo sguardo, un po’ colpevole.
«Davvero? Ti sono mancata?» chiese con dolcezza.
«Beh… sì. So che ultimamente sei stata impegnata... Penny mi ha detto che stai studiando tanto per diventare guaritrice. Non ce l'ho con te, anzi, ti ammiro. Però sì, un po’ mi manchi» spiegò, grattandosi la nuca.
Chiara gli sorrise affettuosamente, cercando di farsi perdonare. Nathan le ricambiò il sorriso, poi si avvicinò di più.
«Ho una grande notizia da darti!» disse con entusiasmo.
«Davvero? Quale?» chiese lei, incuriosita.
Nathan si sedette accanto a lei sulla fontana.
«Indovina chi è diventato capitano della squadra di Quidditch di Corvonero?» disse, retorico.
Chiara rimase a bocca aperta.
«Nooo! Sul serio?»
«Sì, cavolo! Sono diventato capitano!» confermò, anche se Chiara percepì una punta di amarezza nella sua voce. Preoccupata, gli chiese:
«Va tutto bene? Mi sembri un po'... insoddisfatto».
Nathan scosse la testa.
«Sono felice! È solo che ho paura di non essere all'altezza... e poi, sai, con la faccenda di Jake, di mio fratello... non si fidano molto di me» ammise, abbassando lo sguardo.
Chiara gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla.
«Non preoccuparti di questo. Sei un leader naturale, anche se forse non te ne rendi conto» disse, cercando di rassicurarlo.
Nathan rise debolmente, ma non sembrava completamente convinto.

Improvvisamente, il viso di Chiara si fece pensieroso.
«Tutto bene?» domandò Nathan, notando il cambiamento.
Chiara sospirò.
«Sai che ultimamente le leggi sui lupi mannari sono diventate più severe, vero?» iniziò, e Nathan annuì.
«Ecco... se qualcuno dovesse scoprire che sono una lupa mannara, non solo sarei in pericolo, ma lo sarebbe anche la mia carriera di guaritrice...»
Nathan non la lasciò finire.
«E io ci sarò a proteggerti!» disse con fermezza.
Chiara lo guardò, sorpresa.
«Lo faresti davvero?» chiese, incredula.
«Sì», rispose Nathan senza esitazione, prendendole la mano.
Chiara gli sorrise, gli occhi che brillavano di gratitudine, prima di abbracciarlo forte.
«Grazie, Nathan. Ti voglio bene».
Nathan ricambiò l’abbraccio. Non aveva mai detto a Chiara che provava qualcosa per lei, ma ne era sicuro dall’anno precedente, quando il suo Patronus si era rivelato essere un lupo, proprio come quello di lei. Si era promesso di proteggerla a ogni costo.

Chiara si staccò leggermente da lui e gli sorrise.
«Sai qual è la cosa che mi piace di più di te?» chiese, arrossendo un po’.
«Quale?» domandò Nathan, incuriosito.
«Che sei così dolce e protettivo» rispose lei, visibilmente imbarazzata.
Nathan arrossì a sua volta, sorridendo.
Chiara lo osservava divertita, e decise di stuzzicarlo un po'.
«Ma non è solo questo... sai cos’altro mi piace di te?» continuò, diventando più rossa.
«Cosa?»
«Se ti dicessi che... beh, sei un bel ragazzo?»
Nathan arrossì ancora di più. Anche lui era consapevole di essere carino, con i suoi capelli castani e gli occhi verdi, ma il complimento di Chiara lo colpì in modo diverso. Chiara rise e lo abbracciò di nuovo.

Chiara ridacchiò e lo abbracciò di nuovo. Nathan non aveva idea di cosa fosse, ma quel giorno lei gli sembrava particolarmente bella. Aveva letto tempo fa che le lupe mannare femmine, durante la stagione della luna piena, diventavano più attraenti, ma stavolta c'era qualcosa che lo rendeva incapace di resistere. Quasi senza accorgersene, iniziò ad accarezzarle i capelli. Chiara rise e si strinse ancora di più a lui.

Fu in quel momento che il peggior difetto di Nathan venne fuori. «Chiara?» chiese, esitando.
«Sì?» rispose lei, senza smettere di sorridere.
«Lo sapevi che le lupe mannare femmine diventano estremamente sexy durante la stagione della luna piena?»

Chiara si staccò da lui di scatto, fissandolo con una faccia a metà tra il disgusto e la confusione.
«Aspetta, che cosa?!» esclamò, sconvolta. Nathan arrossì.
«Che cavolo ho detto?!» pensò tra sé, mentre Chiara si copriva il viso.
«Oh, mamma mia!» disse in italiano, una frase che Nathan capì subito. Si passò una mano tra i capelli, imbarazzato.
«Ah! Scusa! Non volevo dirlo a voce alta!» si affrettò a scusarsi, ma Chiara restava in silenzio, fissando il pavimento. Nathan capì che forse era meglio andare. «Ok... io vado...» disse, mentre si alzava per andarsene.

Ma Chiara lo fermò per un braccio. Nathan si voltò, confuso.
«Che c’è?» le chiese, incerto.
Lei lo guardò negli occhi. «Non andare via.»

Nathan rimase in silenzio per un attimo, ammirandola, poi tornò a sedersi accanto a lei.
«Scusa se ho detto quella roba... non so cosa mi sia preso... non volevo sconvolgerti.»
Chiara sospirò. «Ti perdono solo perché sei tu, non preoccuparti.»

Ma ancora una volta, il difetto di Nathan tornò a farsi sentire. «Ma... è vero che diventate più sexy?»

Chiara arrossì e gli diede uno schiaffo in faccia, abbastanza forte da fargli portare una mano alla guancia.
«Ahi!» esclamò sorpreso.
Chiara, però, non si scusò e si voltò dall'altra parte, offesa. Nathan la prese per una spalla, cercando di farla voltare verso di lui.
«Scusami! Non so cosa mi prenda! Sono un idiota!» disse disperato. Chiara lo fissò con uno sguardo severo.
«Perché non riesci a tenerti queste cavolate per te?» esclamò irritata.

Nathan si inginocchiò davanti a lei. «Scusami davvero, ho oltrepassato il limite!»
Chiara lo guardò, un po' più calma. Poi, a bassa voce, disse: «Hai capito che non sono quel tipo di ragazza, vero? Queste cose non mi interessano.»
«Sì, lo so!» rispose Nathan, sinceramente pentito.
Lei lo prese per le spalle, fissandolo negli occhi. «Allora perché fai così e poi ti lamenti di essere un idiota?» chiese, esasperata.

Nathan cercò di impietosirla con uno sguardo da cucciolo, ma Chiara alzò un sopracciglio, immune alla sua tattica. «Sai che su di me non funziona, vero? L'ho inventata io quella tecnica.»
Nonostante ciò, Nathan continuava a fare quella faccia, finché Chiara scoppiò a ridere.
«Smettila di fare quella faccia! Mi fai impazzire!»
Lui sorrise. «Ma tu sei pazza.»
Chiara gli diede un leggero colpo sulla guancia. «E tu sei un coglione.»
Nathan alzò le spalle. «Non posso negare l'evidenza.»

Chiara rise e si avvicinò ancora di più a lui. «Sì, sono pazza, ma tu sei un imbecille e non riesco ancora a capire come hai fatto a finire in Corvonero.» Rise di nuovo, ma Nathan la guardava con affetto.
«Sarai anche pazza, ma sei bellissima.»

Chiara si fermò e arrossì di nuovo. «Ecco, sei proprio un’idiota.»
«E tu sei incredibilmente sexy quando sei una lupa mannara.»

Chiara lo colpì di nuovo, scherzando. «Piantala, Nathan!»

Nathan alzò le mani in segno di resa. «Ok, ok, me ne vado!» disse, fingendosi offeso.
Lei sospirò, guardandolo con aria maliziosa. «Va bene, vai pure.»
Nathan la guardò, offeso sul serio. «Come? Non mi fermi?»

Chiara lo osservò senza dire niente. Nathan, disperato, tentò un'ultima carta.
«Dai, Chiara, non fare così! Sai che ti voglio bene!»

Lei sorrise, senza rispondere. Nathan iniziava a temere che il suo amore l'avesse davvero fatta arrabbiare.
«Come posso farmi perdonare?» chiese con voce disperata.
Chiara lo guardò divertita. «Ti perdono se mi fai un regalo.»
Il viso di Nathan si illuminò. «Qualsiasi cosa! Basta che mi perdoni!»

Chiara rise, poi si avvicinò a lui con aria maliziosa. «So cosa puoi fare per rendermi felice...»
Nathan si avvicinò ancora di più, sperando in qualcosa di concreto. «Qualsiasi cosa! Dimmi e lo farò!»
Chiara lo prese per le spalle e lo fissò dritto negli occhi.
«Non dovrei dirtelo, ma...»
Il cuore di Nathan iniziò a battere più forte, un pensiero ambiguo gli passò per la mente.
«Va bene, qualsiasi cosa, dimmela!»
Chiara lo guardò per un attimo, poi si avvicinò ancora di più, sussurrandogli con un sorriso: «Voglio che mi baci.»

Nathan rimase a fissarla, incerto se Chiara stesse scherzando o fosse seria, ma lei si avvicinò ancora di più, facendo svanire ogni dubbio.
«Non ti sto prendendo in giro,» disse con un sorriso leggero.
«Dici davvero?»
Chiara lo guardò intensamente negli occhi. «Sì.»
«Lo vuoi sul serio?»
«Sì, lo voglio.»

Il respiro di Nathan si fece più veloce. Il cuore batteva così forte che per un attimo temette che Chiara potesse sentirlo rimbombare nelle sue orecchie.
«Sei sicura?» domandò ancora una volta, quasi incredulo. Chiara si limitò ad annuire. Le loro facce erano ormai a pochi centimetri l'una dall'altra. Lei lo prese delicatamente per la nuca, e in quel momento Nathan si fece coraggio. Chiuse gli occhi e la baciò.

Chiara rispose al bacio, lasciandosi andare. Il momento sembrava perfetto, ma durò solo pochi istanti. Lei si staccò dolcemente, lasciandolo senza parole.
«Grazie,» sussurrò, con un sorriso complice.

Nathan non riusciva a parlare. Era incantato. Non poteva credere di aver appena baciato Chiara. Si chiese se fosse tutto un sogno, un'allucinazione. Poi sentì il tocco della sua mano sulla guancia.
«Te l'ho detto, sei un bel ragazzo,» disse Chiara, accarezzandolo. «Ma questo... è stato ancora meglio.»
Nathan continuava a guardarla senza rispondere, come se fosse in trance.

Chiara ridacchiò. «Tutto a posto? Come va la testa?»
Solo allora Nathan tornò alla realtà. «Eh? Ah! Oh... molto meglio...» rispose, ancora confuso.
Chiara rise. «Sei proprio uno stupido a dire certe cose, lo sai?»
«E io confermo che, oltre a essere fantastica e bellissima... mi fai davvero eccitare!»

Chiara arrossì, colta alla sprovvista. «Stai scherzando?!»
«No, sul serio. Sei incredibilmente eccitante... specialmente quando sei in calore e la bestia prende il sopravvento!»

Nathan aveva perso del tutto il controllo delle parole, e se ne rendeva conto solo troppo tardi. Chiara lo fissò, leggermente indignata, e si alzò di scatto.
«È meglio che me ne vada ora,» disse, visibilmente imbarazzata.

Nathan si alzò di colpo. Non voleva lasciarla andare così, non senza dirle la verità.
«Ti amo, Chiara.»

Chiara si fermò a pochi centimetri dalla porta, voltandosi lentamente verso di lui, incredula.
«Che cosa hai detto?»
Il viso di Nathan si fece rosso. "Cosa ho fatto ancora?!" pensò.
«Io... non so cosa mi sia preso...» balbettò.
«Non mi freghi! Ti ho sentito!» insistette lei.
Nathan sospirò, rassegnato. «Ok, sì. Ho detto che ti amo.»

Chiara si avvicinò a lui, scioccata. Lui l'amava davvero? Come poteva averglielo detto così?
«Come hai fatto a dirlo?»
Nathan ridacchiò nervosamente e la strinse in un abbraccio.
«Beh... sono un'idiota.» E, senza pensarci troppo, la baciò di nuovo. Stavolta il bacio fu più lungo, più profondo. Chiara si lasciò andare completamente, dimenticando ogni dubbio o esitazione. Fanculo a quella promessa. Nathan l'amava, e lei voleva essere felice!

Quando finalmente si staccarono, entrambi senza fiato, Chiara appoggiò la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi.
«Sì, ma sei un idiota dolce e affettuoso...» mormorò.

Nathan rise. «E potenziale ermafrodita?»
Chiara si staccò da lui, ridendo. «Stai scherzando?»
«Sì, ovvio!» Nathan rise ancora, mentre Chiara gli diede un colpetto sul petto.
«Sei davvero il ragazzo più stupido che conosca,» disse ridendo, realizzando che si era innamorata di un completo idiota.