
“No, I don’t need another one. Just give me her, give me her.” (Give Me Her – Michl)
Sono trascorsi innumerevoli anni da quando Keiko ha esaltato il suo ultimo respiro tra le sue braccia, nel loro letto, ma la voragine che sente nel proprio petto non è cambiata da quel primo, terribile momento in cui il viso pieno di lacrime di Botan è comparso davanti ai suoi occhi per portare via l'anima di sua moglie – Yusuke ha urlato, pianto, è andato in frantumi tra le braccia delle poche persone che erano ancora al suo fianco, vive e immutate come lui, l'assenza di Kuwabara ancora più tangibile nel vedere i volti sempre giovani di Botan e Kurama e Hiei e Koenma.
Gli manca così tanto, la sua adorata Keiko – con quella scintilla di furia protettiva sempre pronta a divampare dentro di lei, quel suo modo di essere sempre dalla sua parte anche quando non poteva essere al suo fianco, anche quando la separazione la feriva tanto quanto feriva lui.
Non sa cosa gli riserverà il futuro, né sa quanto sarà effettivamente lunga la sua vita – ma è certo che non vorrà mai nessun'altra quanto ancora, nonostante tutto il tempo già trascorso, vuole lei.