
4 giugno 1980, ore 23.00
La grande sala dei ricevimenti di villa Lestrange era quasi completamente immersa nella penombra, fatta eccezione per la luce fioca proiettata da alcuni bracieri dorati, posti accanto alle pareti tappezzate di quadri e arazzi . Una ventina di maghi erano seduti immobili come statue intorno all'ampio tavolo in pietra della stanza, in attesa. La loro attenzione era concentrata interamente sull'uomo alto e scheletrico che sedeva a capotavola. Lord Voldemort, il più grande e pericoloso mago oscuro che il mondo avesse mai conosciuto, aveva indetto quella riunione straordinaria giorni prima, per confrontarsi con i propri mangiamorte in merito alle strategie da adottare per contrastare l'operato del principale oppositore alla loro causa : Albus Silente. Circolavano delle voci alquanto inquietanti su una presunta società segreta, l'Ordine Della Fenice, fondata da Silente in persona per ostacolare i piani del Signore Oscuro e dei suoi adepti. Le informazioni erano ancora piuttosto limitate, l'anziano preside di Hogwarts sembrava ben deciso a non svelare le proprie carte con tanta facilità. Ma Lord Voldemort sapeva di dover agire, e in fretta. La priorità assoluta era conoscere l'identità dei membri di questa società, introdurre delle spie, carpirne gli obbiettivi e sabotarne i piani dall'interno. Era una situazione complessa, da non sottovalutare. Nulla doveva sfuggire al suo controllo, specie quando si trattava di Silente.
'' Mio signore, ho parlato con alcuni funzionari del ministero. Sono stato cauto, come mi avete suggerito, per non destare sospetti. Dopo settimane di tentativi, forse ho due nomi da segnalarvi'' disse un mago biondo di mezz'età, torcendosi le mani.
Voldemort lo studiò con attenzione per qualche secondo, gli occhi rossi ridotti a due fessure. Finalmente dei progressi!
'' Procedi, Yaxley, Non tenerci sulle spine'' sibilò il mago, facendogli cenno di proseguire.
'' Due giovani Auror, mio signore. I fratelli Gideon e Fabian Prewett. Entrambi addestrati personalmente da Alastor Moody, che sappiamo essere un fidato amico di Silente. I miei contatti dicono che entrambi si sono recati spesso ad Hogsmead negli ultimi tre mesi, in compagnia del loro mentore'' disse Yaxley. '' Inoltre, sembra che il loro ufficio non fosse a conoscenza di questi spostamenti. Abbastanza insolito, non trovate?'' concluse l'uomo, dubbioso.
Voldemort sogghignò malevolo.
'' Molto insolito, davvero. Ben fatto Corban. Questo è un buon inizio'' rispose, compiaciuto.
Yaxley deglutì e chinò il capo.
'' A quanto pare, la strada da percorrere è questa. Rookwood, Malfoy, Nott, Travers...voi ricoprite incarichi di grande prestigio al ministero della magia, certamente avrete accesso ad informazioni preziose di prima mano. Mi aspetto altri nomi da parte vostra, sarete i miei occhi e le mie orecchie. Non deludetemi'' disse Lord Voldemort, squadrando i propri sottoposti con aria minacciosa.
I quattro uomini annuirono immediatamente, intimoriti dallo sguardo bruciante del loro padrone.
La riunione proseguì per altre due ore. Pianificarono con cura diversi attentati ai danni di alcune città babbane, inoltre iniziarono a stabilire delle modalità più sicure e discrete per il reclutamento e la formazione dei nuovi mangiamorte. Con gli Auror e Silente in allerta, non era più possibile fare proselitismo alla luce del sole come prima.
'' Bene, direi che è tutto! Un'ultima cosa, anche se non credo che serva ribadirlo : tutte le missioni di cui abbiamo parlato stasera verranno supervisionate da Bellatrix, come sempre. Chiaro? Per qualsiasi cosa, rivolgetevi a lei'' disse Lord Voldemort, facendo un cenno alla splendida strega mora seduta alla sua destra, che lo osservava adorante. Appena si sentì chiamare, Bellatrix ansimò dalla gioia, incapace di contenersi. Sembrava euforica all'idea che il suo padrone riponesse tanta fiducia in lei. '' Ma sopratutto, risparmiatemi le vostre assurde rimostranze a riguardo. Spero di essermi spiegato bene Rodolphus. Non tollero che le mie decisioni vengano messe in discussione, dovresti saperlo'' sibilò Voldemort, fissando con malcelato disprezzo un giovane dai capelli scuri, che sbiancò dal terrore. Alcuni maghi si guardarono tra loro furtivamente, preparandosi al peggio.
Bellatrix Lestrange spalancò la bocca e si girò di scatto verso il marito, furiosa.
'' Ah è così? Cerchi di minare la mia posizione adesso? Sei caduto davvero in basso Rodolphus. Ma questa me la paghi, contaci!'' ringhiò la donna, stringendo i pugni sotto il tavolo.
Rodolphus Lestrange diede un paio di colpi di tosse e si chinò verso la moglie, a disagio. '' Possiamo parlarne dopo per favore? Evitiamo le scenate'' sussurrò a denti stretti, cercando di non farsi sentire dagli altri maghi presenti, che sembravano ben decisi a non intromettersi in quella faida coniugale.
Bellatrix rise, sprezzante. '' Lui mi pugnala alle spalle e io faccio le scenate, certo! '' lo aggredì, implacabile.
Rodolphus alzò gli occhi al cielo, esasperato, preparandosi a ribattere.
''Basta così!'' sibilò Lord Voldemort, facendo cenno al mago di tacere.
'' Come ho già ripetuto fin troppe volte, non gradisco affatto che tra i miei mangiamorte ci siano tensioni o malumori. Risolvete le vostre questioni personali altrove, e ricordate quali sono le vostre priorità''.
Bellatrix avvampò, le guance di solito pallide si imporporarono di colpo. '' Voi siete la mia priorità, mio signore. Lo sarete sempre '' mormorò lei, le labbra che fremevano dalla passione.
'' Si mio signore'' si limitò a dire Rodolphus a mezza voce, umiliato dalla risposta della moglie.
L'atmosfera si rilassò immediatamente tra i maghi presenti, evidentemente sollevati di non dover assistere al martirio di Rodolphus Lestrange.
Fu quindi con grande sorpresa che accolsero il caratteristico rumore di schiocco tipico della materializzazione, che li costrinse a sguainare le bacchette e a scattare in piedi, rovesciando le sedie per terra.
'' AUROR?'' gridò un mago dall'aspetto malaticcio, facendo una ridicola giravolta su sé stesso per controllare che nessuno gli fosse comparso dietro la schiena a sua insaputa.
I mangiamorte scandagliarono la stanza, le bacchette puntate verso le direzioni più disparate, pronti a colpire.
Lord Voldemort rise freddamente. Era stato l'unico a non alzarsi, la bacchetta ancora riposta tra le pieghe del mantello.
'' Calmati Carrow, calmatevi tutti! E' solo un elfo domestico'' sibilò beffardo, indicando una minuscola figura semi immersa nell'oscurità.
Il piccolo elfo mosse qualche passo verso il centro della stanza, i grande occhi a palla colmi di paura.
Lucius Malfoy strabuzzò gli occhi, incredulo. '' Dobby! Che diavolo ci fai qui, stupida bestia? Ti avevo ordinato di rimanere con mia moglie!'' ringhiò il mago, avventandosi sul piccolo elfo e colpendolo con un calcio.
Dobby mugolò per il dolore e si gettò ai piedi di Malfoy, tirandosi le lunghe orecchie con le manine. '' Perdonate Dobby, padrone. La padrona Narcissa vuole che voi e sua sorella Bellatrix la raggiungiate subito. La padrona ha le contrazioni, sta per partorire!'' squittì l'elfo, tremando.
Lucius ci mise qualche secondo a registrare le parole dell'elfo. Un boato, tra grida di giubilo e applausi, gli esplose intorno. I suoi compagni mangiamorte gli strinsero la mano, lo abbracciarono e gli diedero delle poderose ed entusiaste pacche sulla schiena, mentre lui si ritrovava a guardarsi intorno con sguardo vacuo e confuso.
'' Congratulazioni!''
'' Speriamo che sia maschio!''
'' Salazar lo protegga!''
Lucius si riscosse dal torpore che lo aveva assalito. '' Sto per diventare padre''.
Sentì il cuore esplodergli nel petto per la felicità, tanto che si lasciò andare a un vero e proprio urlo liberatorio, unendosi ai festeggiamenti.
'' Congratulazioni Lucius, sono molto felice per te e Narcissa'' si complimentò Severus Piton, uno dei suoi più cari amici, abbracciandolo calorosamente.
Lucius ricambiò l'abbraccio con gioia, mentre si sforzava di non scoppiare in lacrime per la commozione. '' Gli uomini non piangono Lucius, accidenti a Godric!'' pensò tra sé e sé il mago, cercando di darsi un contegno.
Il Signore Oscuro si schiarì la voce, e il silenzio cadde di colpo nella stanza. Tutti gli occhi erano puntati nuovamente su di lui.
'' Ti faccio anche io le mie congratulazioni Lucius. La nascita di un mago o di una strega purosangue di questi tempi è sempre una lieta notizia'' disse lui, senza però lasciar trapelare la minima emozione dal proprio tono di voce.
'' Vi ringrazio di cuore mio signore, parlo anche a nome di mia moglie'' rispose Lucius in tono garbato, inchinandosi.
'' Lucius, dobbiamo andare!''.
Bellatrix lo stava tirando con insistenza verso di sé. Sembrava felice a modo suo, anche se l'espressione del suo viso tradiva una certa preoccupazione.
'' Mio signore, vogliate perdonarci ma...''
'' Certo Bella, andate pure. La riunione in ogni caso era conclusa'' la anticipò Voldemort, permettendo loro di congedarsi.
''Aspettate!'' esclamò Rodolphus, raggiungendoli prima che potessero smaterializzarsi.
'' Vengo con voi. E' anche mio nipote'' disse l'uomo con decisione, estraendo la bacchetta.
Bellatrix sembrava ben decisa ad obbiettare, ma Lucius la bloccò.
''Bella, non abbiamo tempo. Può venire, è tuo marito e lo zio di mio figlio. Per una volta, lascia perdere'' disse, impaziente.
Bellatrix si morse il labbro contrariata, ma annuì.
I tre maghi si presero per mano e si smaterializzarono congiuntamente, abbandonando villa Lestrange.
Lucius, Bellatrix e Rodolphus riapparvero pochi secondi dopo al centro di uno dei lunghi corridoi di Malfoy Manor.
Non avevano ancora fatto un passo, quando all'improvviso un acuto grido di dolore squarciò l'aria, facendoli trasalire.
'' Cissy'' mormorò Bellatrix angosciata, correndo verso la camera della sorella. Lucius e Rodolphus la seguirono, i mantelli neri che oscillavano nell'aria.
'' Finalmente,eccovi qui! Lucius, mon cher, come stai? Sei emozionato vero?'' esclamò Druella Black appena li vide arrivare. Era pallida come un fantasma, e sembrava molto tesa.
Lucius ricambiò il saluto e annuì, il cuore che gli batteva forte nel petto.
Vide suo padre, Abraxas Malfoy, seduto accanto a Cygnus Balck, entrambi silenziosi e composti come sempre.
Un altro grido, ancora più penetrante del primo, li raggiunse.
'' Vai da lei Lucius. Noi rimaniamo qui, i guaritori hanno detto che può entrare solo una persona'' sussurrò Druella, spingendo affettuosamente il giovane verso la porta chiusa che li separava da Narcissa. Lucius fece un respiro profondo ed entrò, richiudendo la porta alle proprie spalle.
'' Come solo una persona? Che assurdità è questa? Io voglio entrare, voglio stare con Cissy!'' esclamò Bellatrix indignata, tentando di seguire il cognato.
Rodolphus la trattenne per un braccio, mentre Druella si limitò a osservarla con cupa severità.
''Bella, calmati. La vedrai dopo. Se ti sente urlare si agiterà e basta'' le disse Rodolphus, paziente.
Bellatrix gli riservò una delle sue proverbiali occhiatacce assassine e si divincolò dalla sua presa.
''Lasciami! Mia sorella ha bisogno di me, che ci provino a mandarmi fuori!'' ringhiò lei al culmine della frustrazione, gli occhi neri colmi di rabbia.
Cygnus si alzò in piedi e li raggiunse, accigliato come non mai.
'' Bellatrix, vuoi smetterla di fare la bambina? Ti stai rendendo ridicola! Quando imparerai a comportarti come si deve? Ci stai mettendo in imbarazzo davanti ai Malfoy! '' la rimproverò aspramente il padre, mentre le grida di Narcissa continuavano a scuotere le mura della villa, implacabili.
Bellatrix ammutolì, offesa.
Dai suoi genitori aveva sempre ricevuto solo e soltanto questo : biasimo.
Non perdevano occasione per ricordarle quanto fosse una figlia deludente e inadeguata, fin da quando era piccola. Era un risentimento antico, dovuto alla colpa più grande di tutte : essere la primogenita femmina dei Black. Le avevano imposto un matrimonio che non voleva appena era diventata maggiorenne, avevano tentato in tutti i modi di domare il suo carattere e la sua tempra da guerriera, senza mai riuscirci. La costante assenza di un erede Lestrange, poi, non aveva fatto altro che inasprire i loro rapporti. Da quando Narcissa era rimasta incinta, Bellatrix continuava a ricevere sguardi di sufficienza da parte di sua madre, che non tentava neanche più di mascherare il proprio sdegno. Ricordava inoltre le parole crudeli del padre, che l'aveva accusata di essere una donna a metà per non aver dato un figlio al marito, per aver fallito come moglie.
Ma loro non capivano. Non capivano nulla. Una soldatessa come lei, la migliore luogotenente del Signore Oscuro, era nata per combattere, per stroncare gli avversari sul campo di battaglia, per versare il sangue sporco e corrotto in nome della Causa. La maternità non era il suo destino, tutto il contrario : Bellatrix Lestrange era portatrice di morte, non di vita. Solo il suo padrone, Lord Voldemort, sembrava comprenderla a pieno. Solo lui l'aveva sempre valorizzata, ricompensata e innalzata su tutti gli altri per il suo talento, per la sua forza. Solo lui aveva creduto in lei, senza mai dubitare.
Bellatrix si costrinse a guardare negli occhi suo padre, alzando il mento in segno di sfida.
'' Bene, allora aspetterò. Ma lo farò lontano da voi, tanto ho già capito che la mia presenza non è gradita. E detto francamente, della vostra ho imparato a fare a meno anche io!'' commentò gelida, avviandosi come una furia verso il lato opposto del corridoio. Nessuno la fermò.
Si sedette su una poltrona nera e affondò il viso nelle mani, i lunghi e folti capelli ricci che le ricadevano sulla schiena.
Passò circa mezz'ora, gli strilli che provenivano dalla stanza di Narcissa si erano fatti sempre più ravvicinati. A Bellatrix tremavano le mani: odiava sentirsi impotente, inutile. Avrebbe voluto stare al fianco della sua sorellina, sostenerla...la sola idea del parto la terrorizzava. Non riusciva a immaginarsi al posto di Narcissa, le venivano i brividi solo a pensarci. Ciò nonostante, quando aveva scoperto che sarebbe diventata zia, qualcosa di sconosciuto si era mosso dentro di lei. Una tenerezza mai provata prima, che l'aveva rasserenata per giorni.
Certo, non avrebbe mai avuto figli suoi, questo no. Ma quel bambino...in qualche modo sentiva di volergli bene, senza neanche averlo ancora conosciuto.
Non le importava che fosse un maschio o una femmina, quello era un dettaglio irrilevante. Sapeva solo che, a prescindere da tutto, lei per quella creaturina ci sarebbe stata. L'avrebbe vista crescere e diventare grande, potente. Le avrebbe insegnato la magia, quella vera, quella oscura. L'avrebbe aiutata a trovare il proprio posto nel mondo magico, tra le file del Signore Oscuro. Sarebbe stata una guida, una confidente. Un esempio da seguire. Sarebbe stata, insomma, tutto ciò che lei stessa aveva sempre cercato negli adulti della propria famiglia, senza mai riuscire a trovarlo.
'' Posso stare un po' qui con te?''.
La voce di Rodolphus la fece sussultare.
Si riscosse dai suoi pensieri e guardò il marito negli occhi, altera.
'' Se proprio devi'' sbuffò, facendogli cenno di sedersi sulla poltrona accanto alla sua.
Rodolphus si sedette, le dita che giocavano distrattamente con i bottoni della veste.
'' Bella...''
'' Cosa?'' la interruppe bruscamente lei, senza guardarlo.
Non l'avrebbe mai ammesso con nessuno, neanche sotto tortura, ma il fatto che Rodolphus avesse cercato di metterla in cattiva luce con il suo Signore l'aveva ferita.
Credeva di aver raggiunto un equilibrio con lui. Dopo anni di scontri, di litigi, di incomprensioni...finalmente il loro matrimonio sembrava funzionare, anche se in modo decisamente non convenzionale.
Avevano imparato, con il tempo, a rispettarsi e a collaborare. Potevano addirittura definirsi migliori amici, complici.
Ma un tradimento simile...come aveva potuto farle una cosa del genere?
''Lascia che ti spieghi'' riprese Rodolphus, parlando a bassa voce.
'' Cosa c'è da spiegare? Mi sembra tutto molto chiaro : hai cospirato alle mie spalle. Non ti sta bene che io, una donna, sia la preferita del Signore Oscuro. Speravi di prendere il mio posto, di rubare ciò che mi sono guadagnata dopo anni di duro lavoro'' mormorò lei, delusa.
Si voltò a guardarlo, e con stupore vide nei suoi occhi un rimorso che non si era aspettata di trovare.
'' Ti chiedo scusa. Ho sbagliato, ne sono consapevole. Ma sappi che non ho agito per invidia, per avidità o per danneggiarti'' disse lui, serio. Sembrava sincero.
Bellatrix inarcò un sopracciglio.
'' E perchè allora?''.
Rodolphus cercò di prenderle la mano, ma lei si scostò prima che potesse riuscirci.
L'uomo tacque per qualche secondo, ma poi si decise a parlare.
'' Io voglio quello che hanno gli altri, Bella. Voglio ciò che ha Lucius con tua sorella. Voglio una famiglia, dei figli. Voglio una moglie. Sono immensamente fiero di te, della strega che sei, della tua determinazione. Non mi importa niente di ciò che dicono gli altri sul tuo conto, ma so che finchè continuerai a mettere al primo posto i tuoi doveri per la Causa, non ci sarà spazio per altro. Non ci sarà spazio per noi, per il nostro amore''.
Bellatrix lo fissò sbigottita. Tutto si era immaginata, ma non quello.
'' Rodolphus, ma quale amore? Il nostro è un matrimonio combinato. Quando eravamo ragazzini non potevamo neanche vederci, ci insultavamo di continuo. Siamo sposati perchè i nostri genitori hanno deciso così, punto. In questi ultimi anni le cose sono molto migliorate, è vero, ora provo un grande affetto nei tuoi confronti...però non ti amo. Non voglio dei figli da te, non li voglio da nessuno. Il Signore Oscuro, gli incarichi che mi affida, non hanno niente a che fare con questo. Mi dispiace, non sarò mai la moglie vuoi '' mormorò Bellatrix, scoprendo di essere stata sincera a sua volta : le dispiaceva davvero per lui. Amare una persona sapendo di non essere ricambiati equivaleva a torturarsi l'anima...e lei era una vera autorità in materia di torture e di amori non corrisposti.
'' In ogni caso, i miei doveri da mangiamorte saranno sempre la priorità assoluta per me. Ho giurato che sarebbe stato così quando ho ricevuto il marchio nero, proprio come hai fatto tu. Finché saremo vivi, apparterremo a Lui'' gli ricordò la donna, accarezzandosi l'avambraccio sinistro con le dita.
Rodolphus sospirò, amareggiato.
'' Si, beh, posso sempre sperare che un giorno cambierai idea. Comunque, ti aspetterò. Chiamami stupido, ma non immagino una vita con un'altra donna che non sia tu'' mormorò, un sorriso triste che gli increspava le labbra.
L'uomo avvicinò di nuovo la mano a quella della moglie, aspettandosi che la ritirasse, ma lei non lo fece. Le loro dita si sfiorarono e andarono a intrecciarsi timidamente.
Bellatrix si girò verso il marito, scostandosi una ciocca di capelli dal viso.
'' Promettimi che non agirai mai più così. Promettimi che potrò continuare fidarmi di te. Non voglio rinunciare al rapporto che abbiamo costruito in questi anni Rod, ma mi costringerai a farlo se dovessi deludermi ancora come hai fatto oggi'' disse lei, stringendo la presa sulla mano di Rodolphus, gli occhi che scintillavano.
Lui ricambiò il suo sguardo, perdendosi in quelle iridi scure e maledette che lo facevano ardere e disperare dal desiderio.
'' Te lo prometto'' disse in un sussurro, portandosi la mano della moglie alle labbra. Le diede un bacio leggero sulla pelle, senza smettere di guardarla. In quel bacio, in quello sguardo, in quella delicatezza che Rodolphus non aveva mai concesso a nessuno prima di allora...c'era il giuramento di un uomo innamorato.
Bellatrix sorrise, rincuorata.
Rimasero vicini a parlare per un tempo che a entrambi sembrò infinito, controllando di tanto in tanto le lancette del grande orologio d'oro appeso a pochi metri di distanza da loro. Alla fine, però, la stanchezza prese il sopravvento, e Rodolphus si addormentò.
Bellatrix era troppo nervosa anche solo per considerare l'ipotesi di dormire. Si alzò in piedi lentamente, sfilando la propria mano da quella del marito avendo cura di non svegliarlo.
Iniziò a camminare avanti e indietro per il corridoio, ignorando volutamente i suoi genitori ogni volta che le capitava di avvicinarsi troppo a loro.
Fu mentre si trovava a pochi passi dal padre di Lucius che uno strillo acutissimo squarciò l'aria, costringendola a fermarsi di colpo. Bellatrix rimase senza fiato dall'emozione : non era l'urlo di dolore di una donna...ma il pianto di un neonato.
Druella, Cygnus e Abraxas balzarono in piedi nello stesso identico momento, i volti carichi di tensione.
Rodolphus si svegliò e corse verso Bellatrix, cingendole le spalle con un braccio.
I cinque maghi aspettarono in trepidante attesa per una ventina di minuti prima che la porta della camera si aprisse.
Ne emerse uno stremato ed entusiasta Lucius Malfoy, i capelli biondi di solito ordinatissimi incredibilmente arruffati, le guance rigate dalle lacrime di gioia. Si fece avanti quasi barcollando, come se quella immensa felicità gli avesse tolto ogni grammo di energia che aveva in corpo.
'' Allora?'' domandarono tutti all'unisono, incapaci di trattenersi.
Lucius respirò profondamente e sorrise.
'' E' un maschietto! E' Draco!'' esclamò, la voce che tremava per l'emozione.
Druella batté le mani ed esultò, raggiante. Cygnus, Abraxas e Rodolphus strinsero la mano a Lucius e lo abbracciarono, complimentandosi con lui per il nuovo erede dei Malfoy.
Bellatrix raggiunse il cognato e, per la prima e ultima volta in tutta la sua vita, lo strinse forte a sé.
'' Congratulazioni, papà Lucius'' disse ridendo.
Lucius rise a sua volta, asciugandosi le lacrime dal viso con la manica della camicia.
'' Grazie...zia Bella'' rispose lui, strizzandole l'occhio.
'' Come sta Cissy?'' chiese Bellatrix, di nuovo ansiosa.
'' Sta benissimo. Beh, è molto stanca ovviamente, ma non l'ho mai vista così felice'' rispose Lucius, passandosi una mano tra i capelli.
'' Adesso possiamo entrare a vedere lei e il bambino, vero Lucius?'' chiese Druella, facendo apparire dal nulla un enorme mazzo di fiori da portare in dono alla più piccola delle sue figlie.
'' Ecco, a proposito di questo. Tra pochissimo vi riceverà tutti, non vede l'ora di vedervi. Ma...'' e qui Lucius si fermò, esitante.
Tutti si guardarono, confusi.
'' Ha detto che vuole vedere Bella per prima. Da sola'' terminò, senza dare ulteriori spiegazioni.
Bellatrix socchiuse le labbra, lievemente frastornata. Narcissa voleva vederla...da sola?
Druella e Cygnus sembravano vagamente infastiditi dalla cosa, ma per salvaguardare le apparenze con i Malfoy non commentarono.
'' Certo..allora vado'' sussurrò Bellatrix, abbassando la maniglia della porta lentamente, le mani che tremavano per l'agitazione.
Entrò nella stanza e si richiuse la porta alle spalle. Si guardò intorno, e notò con piacere che i guaritori se ne erano già andati. '' Bene, non avrei sopportato la presenza di quei sapientoni'' pensò tra sé e sé, impermalita.
'' Ciao Bella. Vieni a conoscere tuo nipote''.
La voce delicata di sua sorella la raggiunse come una carezza.
Narcissa Malfoy era distesa su un ampio letto a baldacchino. Sembrava stanchissima e sofferente, ma Lucius aveva ragione : Bellatrix non ricordava di averla mai vista tanto radiosa ed emozionata. Tra le braccia reggeva un meraviglioso e minuscolo bambino biondo avvolto in una morbida copertina azzurra, identico in tutto e per tutto a lei e a Lucius. Senza dubbio era sveglio, ma non piangeva. Sembrava calmo e fiducioso, come se le braccia di sua madre fossero il posto più accogliente dell'universo.
La strega riccia si sedette con cautela sul bordo del letto, senza smettere di fissare il neonato.
'' Cissy, è splendido. Io...non ho parole'' mormorò, le lacrime che iniziavano a pizzicarle gli occhi.
Narcissa annuì e rise piano, commossa.
'' Prendilo, avanti'' le disse dolcemente, porgendo alla sorella il bimbo appena nato.
Bellatrix sussultò lievemente.
'' Ma...sei proprio sicura?''
''Certo che sono sicura Bella, non essere sciocca. Sei sua zia'' insistette Narcissa, divertita dallo sgomento della sorella maggiore.
'' Sai che sono negata con i bambini'' borbottò Bellatrix, incerta, allungando le braccia per prendere il nipotino.
'' Lo so, lo so. Fai finta che sia una pluffa : non lasciarlo cadere, oppure i Grifondoro te lo porteranno via'' scherzò Narcissa, riferendosi alla brillante carriera di Cacciatrice della sorella nella squadra di Quidditch di Serpeverde.
''Oh no, questo mai! I Grifondoro non metteranno mai le loro manacce su di te, eh piccolo Draco?'' ridacchiò Bellatrix, stringendo a sé il nipote. Lo guardò incantata, studiando ogni singolo dettaglio del suo visino.
'' Zia Bella non permetterà che ti prendano, lo sai vero? Zia Bella li crucerà uno per uno se solo proveranno a toccarti '' chiocciò, il tono giocoso della sua voce che stonava terribilmente con le parole che aveva pronunciato.
Il bimbo agitò le braccia verso l'alto alla cieca, tentando di afferrare con le manine paffute i capelli di Bellatrix, senza però riuscirci.
Narcissa si sollevò a fatica dal letto, gemendo per il dolore.
Bellatrix la guardò, allarmata.
'' Cissy, posso aiutarti? Vuoi che chiami qualcuno?''
'' No no, sto bene. Il parto non è esattamente una passeggiata, però sto bene'' la tranquillizzò lei, diventando improvvisamente seria.
'' Bella...io devo parlare con te. Per questo volevo vederti da sola'' disse, sistemando la coperta di Draco per fare in modo che non prendesse freddo.
Bellatrix aggrottò le sopracciglia.
'' Lo sai che puoi dirmi tutto. Devo preoccuparmi? E' successo qualcosa?'' chiese, cullando il nipote, che nel frattempo si era assopito.
Narcissa scosse il capo.
'' No. O meglio...non ancora''.
La donna si morse il labbro, tesa.
'' Io so che le cose là fuori stanno cambiando. La guerra è vicina, lo sento. Ogni volta che Lucius esce di casa per una missione tremo al solo pensiero che potrebbe non fare ritorno...proprio come Regulus''.
Narcissa ebbe un fremito : il ricordo di suo cugino, scomparso ormai da un anno, le provocava sempre una fitta dolorosa al cuore. Lesse negli occhi scuri di sua sorella lo stesso dolore che provava lei.
''Ho paura per mio marito, ora ho paura per mio figlio. Ma...'' si interruppe, posando una mano sul braccio di Bellatrix, intenta a scrutarla attentamente.
'' Ma mi fido di te come di nessun altro. Mi fido sapendo che combatti al fianco di Lucius, che gli guardi le spalle. Ti sono grata per questo, Bella'' proseguì lei, le lacrime che rigavano il suo bel viso.
''Ovviamente credo nel Signore Oscuro, so che la sua è una battaglia giusta, ma ora sono una madre...e il mio compito è proteggere la mia famiglia. Non posso fare a meno di chiedermi che cosa riserverà il futuro a Draco, non posso fare a meno di domandarmi come farò a tenerlo al sicuro e soprattutto se ci riuscirò. Quindi...'' strinse la presa sulla spalla di Bellatrix, avvinghiandosi a lei disperatamente.
'' Ho bisogno che tu mi faccia una promessa, Bella. Promettimi che veglierai sempre su mio figlio, che lo proteggerai. Diventa la sua madrina, la sua custode. Per favore, sei l'unica che può farlo '' la supplicò, singhiozzando rumorosamente.
Bellatrix era senza parole : non aveva mai visto Narcissa in quelle condizioni. Lei, che cercava di mostrarsi impeccabile e contegnosa in ogni momento, riuscendoci sempre alla perfezione. Si rese conto improvvisamente che, da quella notte in poi, tutto sarebbe cambiato tra loro. La sua sorellina, la sua piccola Cissy, le aveva appena affidato la cosa più preziosa e importante che aveva : la vita di Draco, il suo primogenito.
Si trattava di una responsabilità immensa, che avrebbe fatto girare la testa a chiunque...eppure, Bellatrix non dovette neanche pensarci.
Le bastò osservare Draco, ancora addormentato tra le sue braccia. Lo vide piccolo, indifeso. Innocente.
La stessa innocenza che lei aveva perso da tanto, troppo tempo.
Perchè quando cresci senza amore, ignorata dai tuoi genitori e dal resto della tua famiglia, la tua unica possibilità è accettare la solitudine a cui sei stata condannata, combattendo con le unghie e coi denti contro il resto del mondo.
Ma tu non sarai mai solo. Avrai la tua mamma e il tuo papà. Avrai me.
'' Te lo prometto Cissy'' sussurrò Bellatrix, chinandosi sulla sorella e baciandole la fronte amorevolmente.
Te lo prometto Draco.
Angolo Autrice : Buongiorno e buona domenica!
Che dire? Ecco che torno a scrivere della mia adorata Bellatrix!
Non posso farci niente, la amo troppo.
Questa storia in particolare è molto diversa dalle altre che ho scritto : ho voluto evidenziare il lato più umano e vulnerabile di Bella, approfondendo il suo legame con Narcissa e raccontando di come ha vissuto la nascita di Draco.
Una cosa che ho sempre notato, soprattutto nei film, è che Bellatrix sembra particolaramente affettuosa nei confronti di suo nipote. Credo che, deliri da mangiamorte psicopatica e Voldemort-centrica a parte, lei sia effettivamente legata a Draco.
Noi sappiamo che putroppo non riuscirà a mantenere la sua promessa a causa della condanna ad Azkaban, ma in quel momento, quando lo vede per la prima volta, lei desidera davvero diventare la madrina del suo nipotino appena nato (da notare il parallelismo con suo cugino Sirius Black, padrino di Harry Potter, anche lui condannato ad Azkaban e costretto a perdersi l'infanzia del suo figlioccio).
Per quanto riguarda Rodolphus invece, stavolta ho deciso di descriverlo come un uomo premuroso e ''per bene'' (per quanto un mangiamorte assassino possa definirsi tale), che è riuscito in qualche modo a costruire una relazione positiva con Bellatrix, nonostante le varie e innegabili criticità del loro rapporto. Quindi, anche qui, per me è una bella novità : di solito nelle mie storie lo dipingo come un idiota maschilista!
Cygnus e Druella invece non smetterò mai di odiarli e di ritenerli dei genitori orribili, non posso farci niente. Bellatrix meritava di meglio, piccina!
Vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo, spero che la storia vi sia piaciuta!
Come sempre vi chiedo, se possibile, di lasciare una recensione (anche breve) per farmi sapere cosa ne pensate!
Baci, ci leggiamo presto,
Mary