
Legami
“Quest’anno il San Valentino lo passerai con me!” disse Sherlock deciso, aveva una sorpresa per il suo compagno e sperava veramente di non aver fatto un errore.
“Ma Sherlock, devo lavorare… Poi non ti è mai importato di San Valentino, che ti è preso quest’anno, sei più emotivo del solito… è perché siamo una coppia ora?”
“No John, non lavorerai quando per una volta mi sono ricordato delle sciocchezze che ami e mi sono organizzato per farti una sorpresa, e anche una sorpresa con un tempo determinato”
John era curioso, cosa mai poteva essere? Non sapeva proprio dire di no all’uomo che amava. “E va bene… chiamo Sarah!”
“Non ti preoccupare, le ho già parlato io. Tu devi solo restare a casa”
“Sherlock! Quante volte ti ho detto di non…” Il detective lo interruppe con un gesto della mano.
“Mi ringrazierai domani quando ti accorgerai della sorpresa. Ora vieni a letto”
“Io non ho un regalo per te… Non festeggiamo mai…”
“Non ti preoccupare… Il mio regalo è anche per me”
John capì a cosa si riferiva il mattino dopo, quando si svegliò con un dolce profumo di Omega in calore vicino a se e un’erezione molto insistente nei pantaloni. In tutta la loro relazione Sherlock aveva sempre rifiutato di entrare in calore, erano ormai undici mesi che stavano insieme e John gli aveva chiesto più volte di permettergli di “legarsi” a lui. Sherlock aveva sempre rifiutato e aveva continuato a prendere i suoi inibitori.
Il dottore era felice lo stesso. Amava il suo omega anche senza un legame legale tra loro, senza un marchio sul collo del suo compagno. Ma ora… Sherlock era in calore, aveva volontariamente smesso di prendere i suoi farmaci per fargli un regalo di San Valentino. Era un chiaro invito a legare con lui.
“Jaaawn” lo chiamò all’attenzione il detective con un tono languido e disperato. Era ovvio cosa stesse chiedendo. John si mosse, tolse i propri pantaloni del pigiama e cercò il corpo caldo del suo compagno di fianco a se. Lo carezzò con le dita lungo i fianchi e poi giù, in mezzo alle gambe. Era bagnato fradicio, troppi anni senza andare in calore potevano fare quell’effetto.
L’Alpha che c’era in John prese il sopravvento, si portò le mani alla bocca e succhiò sulle proprie dita, voleva assaggiare quel dolce sapore che non sapeva quando avrebbe avuto l’occasione di assaggiare nuovamente.
“Sei sicuro?” chiese guardando Sherlock che si presentava a lui, gambe aperte, membro eretto, liquido che usciva copioso dal suo corpo e collo girato di lato, in modo che la sua ghiandola di legame fosse ben visibile.
“Sbrigati” fu la disperata risposta. Senza farselo ripetere John entrò in quel corpo pronto per lui e gemette di piacere insieme al suo compagno. Iniziò a muoversi subito, con disperazione, l’ultima parte senziente del suo cervello sperava che Sherlock avesse preso comunque gli anticoncettivi, il resto della sua mente era persa nel piacere e nel desiderio di possedere finalmente del tutto il suo omega.
Era il sesso più violento che avessero mai fatto. John, che normalmente era controllato e amorevole, mordeva e succhiava la pelle che aveva a tiro mentre spingeva incessantemente contro la prostata del detective facendolo strillare di piacere.
Fu solo quando vennero entrambi che John chiuse i denti sulla ghiandola che li avrebbe legati l’uno all’altro per sempre. Leccò il morso con reverenza e respirò il profumo del suo partner che già si stava mischiando con il suo in modo permanente.
Rimasero stesi sul letto, legati dal nodo di John, uniti nel modo più profondo possibile. “Mio” sussurrò John stupito dal poterlo dire finalmente.
“Si John, sono tuo…” ansimò il detective sotto di lui “Buon San Valentino”